Finalmente si vede il fascismo
Sono sorpresa davvero! Non mi aspettavo tanto clamore per le manganellate che ieri hanno ferito quattro operai a Roma. Sorpresa e stupita, come se l'Italia fosse finalmente nell'era del disgelo. Come se fuori stagione arrivasse la primavera.
C'è chi oggi parla di fascismo come se fosse stato finalmente svelato l'ultimo dei segreti di Fatima. Sono così sorpresa che mi domando se non sia finito l'incantesimo malvagio che aveva addormentato bellamente gran parte del paese. Finalmente il fascismo lo vedono tutti e io non sono più visionaria.
Ovviamente son pure contenta che se ne parli, che s'intuisca finalmente che è ora di accettare una verità per troppo tempo ignorata: l'Italia è stretto nella morsa di un fascismo subdolo e codardo che non ha nemmeno il coraggio di ammettere se stesso.
A memoria ricordo il marzo del 2009, quando Roma i lavoratori del'Alcoa di Portovesme subirono lo stesso trattamento. Teste spaccate e lacrime. Era gente che perdeva il lavoro in una terra – la mia – che piano diventa deserto. Ma nel 2009 c'era ancora il debosciato figadipendente, ed era bello insultarlo dandogli del piduista, quasi fosse uno scherzo tra amici. Parlare di fascismo era impossibile, perché già il fascismo non esisteva più, cancellato dalla storia che era diventata un fatto vecchio, una "roba antica". "Dobbiamo superare le ideologie" era il diktat che spianava la strada al futuro.
Ma anche nel 2012, sebbene fosse cambiato il governo le teste dei lavoratori di Portovesme, vennero spaccate dai manganelli dello stato sempre più fascista. Un fascismo diverso, è vero, quello di Mario Monti, che aveva finalmente sdoganato il criminale potere economico, più serioso del precedente. Un potere diverso, disintossicato dalla figa che aveva a cuore solo l'interesse del padrone. Quelli che spaccarono le teste degli operai, furono chiamati "manganelli sobri", guidati dalla triade Passera, Fornero, Profumo. Banchieri, servi dei banchieri.
Oggi pur essendo tutto uguale a ieri, tutto è cambiato. Il fascismo è riuscito laddove nemmeno il primo burattino debosciato aveva fallito: la cancellazione della sinistra, e l'intento ormai raggiunto del partito unico. Il fascismo ha rubato i panni alla sinistra, ma son panni che vanno larghi mostrando il ridicolo che c'è in questo povero paese distrutto. Lo sciopero è vietato, manifestare sarà proibito.
Si esigono le scuse del governo che non tratterà mai con i sindacati, che le leggi le approva ancor prima di scriverle, che non ha più bisogno nemmeno di nascondersi dietro un angolo nel buio. E magari, tanto per continuar la pantomima e lasciare gli animi tranquilli, con costernazione sarà pronto anche a farle le sentire e calde scuse. "Ops… pensavamo voleste bloccare i treni, scusateci tanto, ma il posto di lavoro lo perderete ugualmente, perché così è deciso."
Sì, perché nonostante le teste spaccate e gli anni passati, pure l'Alcoa ha chiuso, e insieme alla fabbrica hanno chiuso intere città, svuotate della vita e della loro gioventù.
Sono sorpresa davvero! Non mi aspettavo tanto clamore per le manganellate che ieri hanno ferito quattro operai a Roma. Sorpresa e stupita, come se l'Italia fosse finalmente nell'era del disgelo. Come se fuori stagione arrivasse la primavera.
C'è chi oggi parla di fascismo come se fosse stato finalmente svelato l'ultimo dei segreti di Fatima. Sono così sorpresa che mi domando se non sia finito l'incantesimo malvagio che aveva addormentato bellamente gran parte del paese. Finalmente il fascismo lo vedono tutti e io non sono più visionaria.
Ovviamente son pure contenta che se ne parli, che s'intuisca finalmente che è ora di accettare una verità per troppo tempo ignorata: l'Italia è stretto nella morsa di un fascismo subdolo e codardo che non ha nemmeno il coraggio di ammettere se stesso.
A memoria ricordo il marzo del 2009, quando Roma i lavoratori del'Alcoa di Portovesme subirono lo stesso trattamento. Teste spaccate e lacrime. Era gente che perdeva il lavoro in una terra – la mia – che piano diventa deserto. Ma nel 2009 c'era ancora il debosciato figadipendente, ed era bello insultarlo dandogli del piduista, quasi fosse uno scherzo tra amici. Parlare di fascismo era impossibile, perché già il fascismo non esisteva più, cancellato dalla storia che era diventata un fatto vecchio, una "roba antica". "Dobbiamo superare le ideologie" era il diktat che spianava la strada al futuro.
Ma anche nel 2012, sebbene fosse cambiato il governo le teste dei lavoratori di Portovesme, vennero spaccate dai manganelli dello stato sempre più fascista. Un fascismo diverso, è vero, quello di Mario Monti, che aveva finalmente sdoganato il criminale potere economico, più serioso del precedente. Un potere diverso, disintossicato dalla figa che aveva a cuore solo l'interesse del padrone. Quelli che spaccarono le teste degli operai, furono chiamati "manganelli sobri", guidati dalla triade Passera, Fornero, Profumo. Banchieri, servi dei banchieri.
Oggi pur essendo tutto uguale a ieri, tutto è cambiato. Il fascismo è riuscito laddove nemmeno il primo burattino debosciato aveva fallito: la cancellazione della sinistra, e l'intento ormai raggiunto del partito unico. Il fascismo ha rubato i panni alla sinistra, ma son panni che vanno larghi mostrando il ridicolo che c'è in questo povero paese distrutto. Lo sciopero è vietato, manifestare sarà proibito.
Si esigono le scuse del governo che non tratterà mai con i sindacati, che le leggi le approva ancor prima di scriverle, che non ha più bisogno nemmeno di nascondersi dietro un angolo nel buio. E magari, tanto per continuar la pantomima e lasciare gli animi tranquilli, con costernazione sarà pronto anche a farle le sentire e calde scuse. "Ops… pensavamo voleste bloccare i treni, scusateci tanto, ma il posto di lavoro lo perderete ugualmente, perché così è deciso."
Sì, perché nonostante le teste spaccate e gli anni passati, pure l'Alcoa ha chiuso, e insieme alla fabbrica hanno chiuso intere città, svuotate della vita e della loro gioventù.
Rita Pani (ANTIFASCISTA)..................mi associo
Massimo Lorenzato (ANTIFASCISTA)
MAX