FACCIO
UNA PREMESSA, OVVIAMENTE NON RICEVO ORDINI DA NESSUNO E IL MIO
PENSIERO RIMANE TALE. SE IO MI ESPRIMO CONTRO L'INGRESSO DELLE
GRANDI NAVI A VENEZIA E' SOLO PERCHE' VOGLIO SALVAGUARDARE LA MIA
CITTA' DA EVENTUALI INCIDENTI CHE POTREBBERO PROVOCARE DANNI
IRREPARABILI, MA ALLO STESSO TEMPO NON VOGLIO ASSOLUTAMENTE CHE
NESSUN LAVORATORE POSSA PERDERE IL POSTO DI LAVORO.
SE
POI SPUNTA L'IMPRESARIO CHE VUOLE DIVENTARE SINDACO PALADINO IN
DIFESA DI PRESUNTI 5000 POSTI.......BE SI RICORDI PURE DEL 75% DEI
LAVORATORI DELLA CHIMICA DI PORTO MARGHERA.
SFOGLIANDO
LE TEORIE DEI SI O DEI NO ALLE GRANDI NAVI CREDO SIA FONDAMENTALE
DIALOGARE SERENAMENTE E DECIDERE ASSIEME LE SORTI DEL PORTO DI
VENEZIA, CERTAMENTE NON E' PIACEVOLE LEGGERE (RIPORTO QUI SOTTO
ALCUNI COMMENTI DALLA PAGINA FACEBOOK SI GRANDI NAVI) INSULTI O
ALTRE STUPIDAGGINI CHE PORTANO ALLA ROTTURA DEL DIALOGO, EVITANDO
UNA RISOLUZIONE IN DIFESA DEI POSTI DI LAVORO.
NON SONO D'ACCORDO NEL LEGGERE CHE SI DEVE CREARE UNA RAPPRESENTANZA
DI PORTUALI IN CONSIGLIO COMUNALE PERCHE' VENEZIA E LA TERRAFERMA
NON E' FATTA SOLO DI PORTO.......IN CONSIGLIO COMUNALE SI VA IN
DIFESA DI TUTTI ICITTADINI DI TUTTE LE CATEGORIE.....ODIO L'ORTICELLO..... SOPRATTUTTO PERCHE' MOLTI,
IN DIFESA DI UN QUALCOSA, CI MARCIANO SOPRA.
Franco
Bonicelli Dobbiamo
essere tutti uniti con i lavorati delle g.navi perche sono quelli
che danno lavoro a tanti. Capi di famiglie che portano a casa il
stipendio senza le g navi dove vanno con i vari mutui che certi si
fanno per acquistare una casa? Caro Carson forse verano a casa tua
visto che le g navi non le vuoi in laguna e nemmeno in porto di
Venezia voi siete contro tutto vai con i centri sociali con Tommaso
Cacciari vedrai che andrai sempre peggio veneziani e tutti voi
lavoratori del porto votate per il PD questo e la vostra rovina
Vianello
Gionni No
centri sociali deve na lava onti
Edgardo
Bubini NO
CASSON !
Anna
De Bei
E
poi , e parlo con cognizione di causa, a essere sfegatati in prima
linea, ci sono alcuni che hanno negozio nei d'intorni di San Marco ,
proprio veri comunisti proletari .........Buuuuuuuuu
Vianello
Gionni Aaa
dimenticavo odio chi onti dei centri sociali
Leo
Scarpa La
differenza é semplice: chi lavora per vivere e chi vive grazie al
lavoro altrui.
Mauro
Scarpa Casson
infame e cacciari porco infame parassita figlio di puttana cancro
d'Italia
Giovanni
Noal evvai
1-0 in culo ai NGN!
Andrea
Landi ha
condiviso il post di Silvio
Berlusconi.
In
passato qualcuno se n'è andato da Forza Italia e non è mai finito
molto bene. Chi se ne va ci toglie un peso, siamo felici.
Nel nostro Paese c'è bisogno di un grande rinnovamento: bisogna che se ne vadano i mestieranti della politica, ai quali della gente non gliene frega niente!
Nel nostro Paese c'è bisogno di un grande rinnovamento: bisogna che se ne vadano i mestieranti della politica, ai quali della gente non gliene frega niente!
Creare
una rappresentanza di Portuali nel Consiglio Comunale e oggi piu' che
mai necessario per la sua esistenza e' per il suo proseguo.
LEGGERE
QUESTE CAZZATE NON HA SENSO E RIPORTO PURE LE CONSIDERAZIONI DI UN
CITTADINO RIGUARDO LA CANDIDATURA DI MALGARA........
Paride Orfei
Paride Orfei
Ho
scritto un mio pensiero sulla pagina di Mattia Malgara, e mi ha
bloccato immediatamente, la Lista del Grillo Parlante, appoggia
Francesca Zaccariotto. Credo fermamente che Mattia Malgara non meriti
di essere sostenuto, ha fatto la sua Lista civica Malgara sostenendo
Forza Italia, e si è candidato, alla Regione in una Lista Civica, di
Tosi. Coerenza zero. Auguro agli amici che sono inscritti nella Lista
Malgara, di ottenere più consensi, quanto a Lui, non votatelo, a
Venezia non ci rappresenta.
LEGGERE POI I COMMENTI DI BERLUSCONI MI VIENE DA RIDERE.......MA PER ME QUESTO NON E' UN PROBLEMA PERCHE' SAPPIAMO GLI IMPRENDITORI DA CHE PARTE STANNO.
Ritornando
ai porti.... sono sistemi che sono simili agli organismi viventi, se una
parte muore raramente il resto del corpo migliora.
Venezia era un’isola felice, dal punto di vista occupazionale: il turismo crocieristico in continua, anche se moderata, espansione aveva garantito la conservazione di tutti i posti di lavoro, anzi, le possibilità di occupazione per i giovani si erano moltiplicate.
I cinquemila posti di lavoro della crocieristica veneziana e i ventimila di Marghera rischiano di sparire, non si parla dei portuali ma anche di chi lavora per il porto senza saperlo: chi imbottiglia a Scorzé l’acqua minerale per le navi passeggeri, chi lavora in aeroporto a Treviso, chi ha un bar a Spinea e ha tra i suoi clienti troppe persone che lavorano con il porto potrebbero trovarsi per la strada.
Il traffico crocieristico giustifica economicamente gli attuali servizi di tutto il porto, con la eccessiva riduzione di quel traffico i servizi diventerebbero troppo costosi andando fuori mercato. Il porto commerciale di Marghera diventerebbe troppo caro e si svuoterebbe ancora di più.
Spostando il traffico crocieristico a Marghera non è assolutamente sicuro che si conserverebbero i posti di lavoro dei lavoratori di Marghera. L’incertezza sul futuro della crocieristica sta consigliando le grandi compagnie a programmare la loro attività dei prossimi anni nel Mediterraneo Occidentale privilegiando la Spagna e i porti italiani tirrenici e liguri che sono da sempre i nostri concorrenti.
Le compagnie vanno ovviamente dove sono ben accolte e abbandonano le destinazioni il cui futuro non è certo. Oggi non sappiamo se una nave da 99.000 tsl, una unità relativamente piccola nel suo genere, potrebbe ormeggiare ad un ormeggio dedicato e attrezzato nel comprensorio di Venezia (Venezia + Marghera). Anzi, siamo quasi certi che non potrebbe farlo: a Venezia per un dubbio divieto, a Marghera perché per almeno due anni non ci sarà un ormeggio attrezzato.
In attesa della realizzazione delle nuove soluzioni, per costringere il porto a fare, e a fare in fretta, si vuole imporre una riduzione del traffico; ricorda il caso del contadino che volendo più latte dalla sua mucca la minacciava stringendole il collare di una tacca al giorno, stranamente la mucca è morta.
I POLITICI DISCUTONO E NOI PERDIAMO I POSTI DI LAVORO
Venezia era un’isola felice, dal punto di vista occupazionale: il turismo crocieristico in continua, anche se moderata, espansione aveva garantito la conservazione di tutti i posti di lavoro, anzi, le possibilità di occupazione per i giovani si erano moltiplicate.
I cinquemila posti di lavoro della crocieristica veneziana e i ventimila di Marghera rischiano di sparire, non si parla dei portuali ma anche di chi lavora per il porto senza saperlo: chi imbottiglia a Scorzé l’acqua minerale per le navi passeggeri, chi lavora in aeroporto a Treviso, chi ha un bar a Spinea e ha tra i suoi clienti troppe persone che lavorano con il porto potrebbero trovarsi per la strada.
Il traffico crocieristico giustifica economicamente gli attuali servizi di tutto il porto, con la eccessiva riduzione di quel traffico i servizi diventerebbero troppo costosi andando fuori mercato. Il porto commerciale di Marghera diventerebbe troppo caro e si svuoterebbe ancora di più.
Spostando il traffico crocieristico a Marghera non è assolutamente sicuro che si conserverebbero i posti di lavoro dei lavoratori di Marghera. L’incertezza sul futuro della crocieristica sta consigliando le grandi compagnie a programmare la loro attività dei prossimi anni nel Mediterraneo Occidentale privilegiando la Spagna e i porti italiani tirrenici e liguri che sono da sempre i nostri concorrenti.
Le compagnie vanno ovviamente dove sono ben accolte e abbandonano le destinazioni il cui futuro non è certo. Oggi non sappiamo se una nave da 99.000 tsl, una unità relativamente piccola nel suo genere, potrebbe ormeggiare ad un ormeggio dedicato e attrezzato nel comprensorio di Venezia (Venezia + Marghera). Anzi, siamo quasi certi che non potrebbe farlo: a Venezia per un dubbio divieto, a Marghera perché per almeno due anni non ci sarà un ormeggio attrezzato.
In attesa della realizzazione delle nuove soluzioni, per costringere il porto a fare, e a fare in fretta, si vuole imporre una riduzione del traffico; ricorda il caso del contadino che volendo più latte dalla sua mucca la minacciava stringendole il collare di una tacca al giorno, stranamente la mucca è morta.
I POLITICI DISCUTONO E NOI PERDIAMO I POSTI DI LAVORO
In questi giorni sono andato a Porto
Marghera......non è una bolgia infernale, ma non è nemmeno
l’ingresso dell’Hilton né il Campidoglio di Washington. Molti di
noi ci sono affezionati. E’ un normale porto industriale e
commerciale dove circolano abbastanza velocemente mezzi che sulle
strade vedete di rado o mai, dove l’odore della soia in
fermentazione si mescola a quello della polvere di ferro e degli
scarichi dei camion.
Gli aerei, le navi del cielo, hanno bisogno tanto dell’aeroporto quanto della stazione aeroportuale. Anche le navi passeggeri necessitano tanto di una banchina che di una stazione d’imbarco, oggi gli obblighi di security colpiscono allo stesso modo aerei e navi ed è impensabile una compagnia di navigazione che ha coccolato un passeggero per una settimana o più accetti che l’arrivo in un porto non attrezzato rovini tutto il suo lavoro lasciando un pessimo ricordo della vacanza.
I PASSEGGERI NON SONO CONTAINERS O SACCHI DI CARBONE, OGGI MARGHERA E’ UN OTTIMO PORTO, MA NON PER I PASSEGGERI
Gli aerei, le navi del cielo, hanno bisogno tanto dell’aeroporto quanto della stazione aeroportuale. Anche le navi passeggeri necessitano tanto di una banchina che di una stazione d’imbarco, oggi gli obblighi di security colpiscono allo stesso modo aerei e navi ed è impensabile una compagnia di navigazione che ha coccolato un passeggero per una settimana o più accetti che l’arrivo in un porto non attrezzato rovini tutto il suo lavoro lasciando un pessimo ricordo della vacanza.
I PASSEGGERI NON SONO CONTAINERS O SACCHI DI CARBONE, OGGI MARGHERA E’ UN OTTIMO PORTO, MA NON PER I PASSEGGERI
Il Comitato non vuole prendere posizione in merito
ma è assolutamente contrario a qualsiasi soluzione che intacchi
l’occupazione.
Molte soluzioni, apparentemente miracolistiche, in realtà sono effettivamente pericolose, e non solo per l’occupazione
A NOI NON INTERESSA COME LE NAVI ENTRANO IN PORTO, BASTA CHE ARRIVINO E CHE FACCIANO RIPARTIRE L’ECONOMIA
Molte soluzioni, apparentemente miracolistiche, in realtà sono effettivamente pericolose, e non solo per l’occupazione
A NOI NON INTERESSA COME LE NAVI ENTRANO IN PORTO, BASTA CHE ARRIVINO E CHE FACCIANO RIPARTIRE L’ECONOMIA
Sarebbe come pretendere che all’aeroporto
arrivassero solo aerei più piccoli, più compatibili, non più da
oltre 200 posti ma solo da 97. Perché 97? Non ho una risposta
scientifica.
Nel nostro porto possiamo far arrivare oggi solo le navi che esistono nella realtà e non solo nella fantasia, domani forse, con una adeguata programmazione più che triennale potrebbero arrivare navi diverse.
Il mercato delle crociere chiede di usare navi sempre più grandi per motivo di economie di scala, per offrire (e giustificare) servizi sempre maggiori e per sfruttarne l’ immagine, fa pertanto costruire navi sempre più grandi, spinto da motivi ancora più forti di quelli che portano le compagnie aeree a comprare aerei sempre più grandi.
Le navi piccole disponibili sono, in breve, quelle vecchie, quelle costruite dieci , venti o addirittura trenta anni fa con criteri superati, che offrono al passeggero meno opportunità. Sono meno gradevoli, spesso invecchiate e superate. Ciò che a noi interessa è che sono vecchi e invecchiati anche i motori: quando sono stati costruiti inquinavano più degli attuali, oggi il tempo e l’uso non li hanno certo migliorati.
DESTINARE A VENEZIA NAVI PICCOLE OGGI VUOL DIRE FAR ARRIVARE NAVI VECCHIE E INQUINANTI
Nel nostro porto possiamo far arrivare oggi solo le navi che esistono nella realtà e non solo nella fantasia, domani forse, con una adeguata programmazione più che triennale potrebbero arrivare navi diverse.
Il mercato delle crociere chiede di usare navi sempre più grandi per motivo di economie di scala, per offrire (e giustificare) servizi sempre maggiori e per sfruttarne l’ immagine, fa pertanto costruire navi sempre più grandi, spinto da motivi ancora più forti di quelli che portano le compagnie aeree a comprare aerei sempre più grandi.
Le navi piccole disponibili sono, in breve, quelle vecchie, quelle costruite dieci , venti o addirittura trenta anni fa con criteri superati, che offrono al passeggero meno opportunità. Sono meno gradevoli, spesso invecchiate e superate. Ciò che a noi interessa è che sono vecchi e invecchiati anche i motori: quando sono stati costruiti inquinavano più degli attuali, oggi il tempo e l’uso non li hanno certo migliorati.
DESTINARE A VENEZIA NAVI PICCOLE OGGI VUOL DIRE FAR ARRIVARE NAVI VECCHIE E INQUINANTI
Il nostro aeroporto Marco Polo lo scorso anno ha
servito più di 6 milioni di passeggeri, il porto crocieristico è
stato utilizzato da circa 1,8 milioni di passeggeri, che diventano
2,4 considerando tutte le unità che hanno usato il porto.
Ma quanti passeggeri hanno usato tanto il porto che l’aeroporto? Quanti sono arrivati con l’aereo per partire con la nave in crociera? Le stime più riduttive si fermano a 500.000 perché contano solo i passeggeri che imbarcano o sbarcano “per diretto” senza fermarsi a Venezia o in altre località intermedie.
La realtà è che la maggior parte dei passeggeri non é italiana, quasi la metà viene da località non UE, perciò ha usato il nostro aeroporto almeno per il viaggio di andata o di ritorno .
La perdita di traffico per il Marco Polo è valutabile tra 500.000 e un milione di passeggeri. Ma la perdita di traffico può causare un effetto domino: la perdita di un certo numero di passeggeri può portare alla mancata copertura dei posti con conseguente cancellazione di voli.
La perdita della crocieristica veneziana porterebbe almeno la perdita di un sesto dei posti di lavoro tra i lavoratori del Marco Polo e nel suo indotto.
Ma quanti passeggeri hanno usato tanto il porto che l’aeroporto? Quanti sono arrivati con l’aereo per partire con la nave in crociera? Le stime più riduttive si fermano a 500.000 perché contano solo i passeggeri che imbarcano o sbarcano “per diretto” senza fermarsi a Venezia o in altre località intermedie.
La realtà è che la maggior parte dei passeggeri non é italiana, quasi la metà viene da località non UE, perciò ha usato il nostro aeroporto almeno per il viaggio di andata o di ritorno .
La perdita di traffico per il Marco Polo è valutabile tra 500.000 e un milione di passeggeri. Ma la perdita di traffico può causare un effetto domino: la perdita di un certo numero di passeggeri può portare alla mancata copertura dei posti con conseguente cancellazione di voli.
La perdita della crocieristica veneziana porterebbe almeno la perdita di un sesto dei posti di lavoro tra i lavoratori del Marco Polo e nel suo indotto.
ALMENO UNA PERSONA SU
SEI PERDEREBBE IL LAVORO..........BE NON POSSO RIMANERE IN SILENZIO MA NON POSSO NEMMENO RACCONTARE BUGIE SU CHI SFRUTTA IL TURISMO PER PROPRIO TORNACONTO.......SUL TAVOLO VOGLIO VEDERE CHI CI GUADAGNA
Max
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