domenica 21 giugno 2015

AFRICA..........LA VERA STORIA

CARISSIMI AFRICANI, COME VA? ADESSO NOI

 

EUROPEI VI RACCONTIAMO LA VERITA

Carissimi africani, come va? Qui è l'Europa che vi parla!! da Bruxelles, avete presente????

Pensate che proprio da qui giusto un secolo e mezzo fa ci si divertiva a farvilavorare gratis nelle piantagioni e nelle miniere per la maggior ricchezza di re Leopolodo, però dai, ragazzi, noi ci si conosceva già da parecchio prima: quando tutti insieme – inglesi, olandesi, portoghesi, spagnoli etc – abbiamo messo in catene 12 milioni di voi per venderli in America, e anche lì è stato un bel business. D’accordo, un paio di milioni ci sono rimasti durante la navigazione, ma pazienza: su quel lucrosissimo commercio triangolare abbiamo costruito la nostra rivoluzione industriale, quella che voi non avete avuto.

Poi però portarvi di là in catene non ci bastava più e allora abbiamo pensato di prendere direttamente le vostre terre, perché abbiamo scoperto che erano piene di roba che ci poteva essere utile. I francesi hanno iniziato dal nord e gli inglesi da sud, un po’ di stragi a schioppettate ed è diventato tutto roba nostra. Anche i belgi, si diceva, si sono dati da fare, pensate che a un certo punto il loro impero era composto al 98 per cento di terre africane. Poi si sono mossi i tedeschi, infine gli italiani, insomma dopo un po’ non c’era più un fazzoletto di continente che fosse vostro, che ridere.

A proposito degli italiani, come sempre sono arrivati ultimi, però si sono rifatti con il record di prima nazione al mondo che ha usato i gas sui civili, a un certo punto donne e bambini si ritrovavano dentro una nuvola di iprite e morivano a migliaia tra orrendi spasmi. «Mica vorranno che gli buttiamo giù confetti», disse il generale De Bono, che simpatico burlone. Il bello è che chi si trovava nei dintorni moriva anche una settimana dopo, il corpo pieno di devastanti piaghe, per aver bevuto l’acqua dei laghi piena di veleno, che fresconi che siete stati a non accorgervene.

Finito il colonialismo – ormai vi avevamo rubato quasi tutto, dai diamanti alle antiche pergamene amhare – non è che ci andasse proprio di levare le tende e allora abbiamo continuato a controllare la vostra politica e la vostra economia, riempiendo d’armi i dittatori che ci facevano contratti favorevoli, quindi comprando a un cazzo e un barattolo quello che ci serviva in Europa, devastando i vostri territori e imponendo le nostre multinazionali per quello che abbiamo deciso dovesse essere il vostro sviluppo. Voi creduloni ci siete cascati ancora e ci siamo divertiti così per un altro secolo.

Se poi un dittatore si montava un po’ la testa e pensava di fare da solo, niente di grave: lo cambiavamo con un altro, dopo aver bombardato un po’ di città e aver rifornito di cannoni le milizie che ci stavano simpatiche per massacrare quelle che ci stavano antipatiche. Del resto da qualche parte le mitragliatrici o i carrarmati che produciamo li dobbiamo pure piazzare, qui in Europa siamo in pace da settant’anni e mica possiamo rinunciare a un settore così florido.

Negli ultimi venti-trent’anni poi abbiamo creato un modello nuovo che si chiama iperconsumismo e globalizzazione, allora abbiamo scoperto che l’Africa era perfetta per comprarsi tutto quello che noi non volevamo più perché noi dovevamo possedere roba nuova e con più funzioni, così abbiamo trasformato il porto di Lomé in un immenso centro di svendita dei nostri vecchi telefonini e delle nostre vecchie tivù, tanto voi sciocchini vi comprate tutto pur di cercare di essere come noi.

Già che c’eravamo, abbiamo usato i vostri Paesi come discarica dei nostri prodotti elettronici ormai inutilizzabili, quelli che nemmeno voi potevate usare. Pensate che curiosa, la vita di un nostro accrocco digitale: inizia grazie al coltan per cui vi ammazzate nelle vostre miniere e finisce bruciando tra gas cancerogeni nelle vostre discariche; in mezzo ci siamo noi che intanto ci siamo divertiti o magari abbiamo scritto post come questo.

Insomma, ragazzi, siete nella merda fino al collo e ci siete da tre-quattrocento anni, ma a noi di avere avuto qualche ruolo in questa merda non importa proprio niente, non abbiamo voglia di pensarci e abbiamo altro da fare.

Negli ultimi tempi poi, con questa storia dei televisori, dei computer e delle parabole satellitari, purtroppo siete cascati in un altro increscioso equivoco, e cioè vi siete messi in testa che qui in Europa si sta meglio: ma come fa a venirvi in mente che vivere in una casa con l’acqua corrente e l’elettricità sia meglio di stare in mezzo al fango e tra quattro pareti di lamiera ondulata? Bah, che strani che siete. Anche questa cosa che avere un ospedale è meglio che morire di parto, o che uscire di casa a prendere un autobus sia meglio che uscire di casa e prendere una mina, o che mangiare tre volte al giorno sia meglio che morire di dissenteria per malnutrizione, che noia, mamma mia.

Così alcuni di voi, di solito i più sfigati, hanno iniziato a lasciare la baracca e le bombe per attraversare prima il deserto poi il mare e venire qui a rompere i coglioni a noi.

D’accordo, quelli che lo fanno alla fine sono poche decine di migliaia rispetto a oltre un miliardo di voi, perché non a tutti piace l’idea di morire nella sabbia o in acqua, e gli emigranti sono pochini anche rispetto a noi, che siamo mezzo miliardo, ma insomma, ve lo dobbiamo dire: ci stanno sui coglioni lo stesso e quindi non li vogliamo, perciò abbiamo deciso che devono tornare nel buco di culo di posto da cui vengono, anche se lì c’è la guerra, la fame, la malaria e tutto il resto di quelle cose lì. Tanto più che quelli che vengono qui mica stanno sempre bene, alcuni hanno pure la scabbia, e a noi non è che ci interessa perché hanno la scabbia, ci interessa che non vengano qui, è chiaro?

Concludendo, con tutta l’amicizia e senza nessun razzismo – ci mancherebbe, noi non siamo razzisti – dovreste gentilmente stare fuori dalle palle e vivere tutta la vita nell’inferno che vi abbiamo creato. E se fate i bravi, un lavoro in un cantiere di Addis o in una miniera di Mbomou per due dollari al giorno potete anche trovarlo, con un po’ di culo, purché naturalmente a quella cifra lavoriate dieci ore dal lunedì al sabato a chiamata giornaliera, e non diciate troppo in giro quanta gente ci schiatta ogni giorno.

Se poi trasportate sacchi anche la domenica full time vi diamo qualcosa di più, così magari tra un po’ potete comprarvi un altro nostro televisore di scarto, però – mi raccomando – da usare lì, nella baracca piena di merda di capra in cui vivete.

Contenti?

                                                                                        Max

mercoledì 17 giugno 2015

L'ITALIA DELLA VERGOGNA !!!!!

Ora E' UFFICIALE: Ilaria Alpi Fu Uccisa Dalla CIA. Il vergognoso silenzioso 




Faccio una premessa, sono stanco, veramente stanco di vivere in questo paese di merda, perche' al di là delle bellezze di questo paese, non mi riconosco piu' in mezzo a questo marciume.
Abbiamo una classe politica oscena, corrotti al mille per mille, una televisione e stampa al ridicolo, serva e schiava dei partiti. Buffoni che diventano politici, politici che rimangono buffoni.
Gente che passa da destra a sinistra da sinistra a destra, ideologie finite ormai da anni, un popolo che vive solo sugli slogan ....."il migliore" è premiato....milioni e milioni di euro spesi per cene pranzi drink, le piazze non conoscono piu' i comizi dove mobilitavi la gente per sentire per ascoltare per decidere, il popolo non e' piu' sovrano nemmeno sulle preferenze, le forze dell'ordine al servizio del potere, militarizzate al massimo, io proprio non ci sto piu'.
Alcuni miei amici che inneggiano al Duce, altri razzisti al massimo, non capisco piu' nulla e sinceramente arrivato a 60 anni potrei anche smettere di rodermi il fegato ma è piu' forte di me, non sono mai salito nei carri del vincitore e mai lo faro'.......il mio carro e' la gente tutto il resto non conta. 
Adesso è praticamente certo. A distanza di oltre 20 anni - ventuno, per la precisione - dall'omicidio, a Mogadiscio, della coraggiosa giornalista del TG3, Ilaria Alpi, che aveva 33 anni, e del cameraman che l'accompagnava, Miran Hrovatin, emerge la verità. Furono i servizi segreti statunitensi, con l'ausilio di quelli italiani.

Che l'omicidio della giornalista fosse legato a qualche trama oscura, in molti lo sostenevano sin dall'inizio, anche per le modalità dell'omicidio. In molti sospettavano che Ilaria avesse scoperto qualcosa che non doveva, e infatti è andata proprio così.

Come nel caso di Ustica, i tentativi di insabbiare tutto sono riusciti a posticipare l'emergere della verità, ma alla fine questa è venuta a galla.

La cosa vergognosa, o meglio la vergogna nella vergogna, è il silenzio mediatico sulla vicenda: non ne ha parlato praticamente NESSUNO! 

L'unica testata giornalistica ad aver riportato la notizia nel modo dovuto, è Il Manifesto,con un ottimo articolo di Manlio Dinucci, di cui vi consigliamo la lettura:
La docu­fic­tion «Ila­ria Alpi – L’ultimo viag­gio» getta luce, soprat­tutto gra­zie a prove sco­perte dal gior­na­li­sta Luigi Gri­maldi, sull’omicidio della gior­na­li­sta e del suo ope­ra­tore Miran Hro­va­tin il 20 marzo 1994 a Moga­di­scio. Furono assas­si­nati, in un agguato orga­niz­zato dalla Cia con l’aiuto di Gla­dio e ser­vizi segreti ita­liani, per­ché ave­vano sco­perto un traf­fico di armi gestito dalla Cia attra­verso la flotta della società Schi­fco, donata dalla Coo­pe­ra­zione ita­liana alla Soma­lia uffi­cial­mente per la pesca.
In realtà, agli inizi degli anni Novanta, le navi della Shi­fco erano usate, insieme a navi della Let­to­nia, per tra­spor­tare armi Usa e rifiuti tos­sici anche radioat­tivi in Soma­lia e per rifor­nire di armi la Croa­zia in guerra con­tro la Jugoslavia. (...) LEGGI TUTTO

Ilaria Alpi è stata uccisa perché era una giornalista VERA, una reporter che si era recata sul posto, in Somalia, per raccontare la guerra, e non per commentare le veline propagandistiche trasmesse dagli uffici stampa militari, e prese come "oro colato" dai giornalisti servi, ormai praticamente la totalità.

In passato in RAI ci hanno lavorato dei giornalisti molto validi: oltre ad Ilaria Alpi, merita menzione Silvestro Montanaro, il più grande documentarista italiano, che curava "C'era una volta", e che è stato incredibilmente escluso nel 2013. Montanaro è stato autore di numerose inchieste scomode, come Predatori Globaliun documentario che mette sotto accusa potenti multinazionali come Coca Cola e Nestlé.

Purtroppo in questa società i giornalisti in gamba non fanno strada, vengono ostacolati in tutti i modi, e laddove i metodi "soft" falliscono, talvolta vengono uccisi.
Ribadisco una paese infangato ovunque

                                                                                                                            Max