mercoledì 11 novembre 2015

.........COSE DI SINISTRA




                                                                           




Due appunti riguardo Sindacato-Beppe Grillo e Sinistra Italiana. Allora….premesso che le società umane si sono organizzate o in senso socialista o in senso capitalista, potevamo affermare che la Costituzione italiana del 1948 esprimeva uno schema sociale ed economico che aveva equilibrato e bilanciato entrambe le cose. Nel corso di questi 70 anni le leggi hanno sbilanciato il sistema verso una prevalenza capitalistica a danno delle tutele socialiste. Le tutele socialiste prevedono che le classi lavoratrici abbiano la garanzia di un sistema sociale e di una rappresentanza sindacale. I corpi intermedi che garantiscono la rappresentanza sono appunto i partiti e i sindacati. Senza rappresentanza partitica e senza rappresentanza sindacale la classe lavoratrice non avrà più alcuna possibilità di vedere tutelate le proprie istanze. Quando Grillo dice di eliminare i sindacati perché sono vecchi, toglie voce ai lavoratori che, per quanto debbano fare i conti con personaggi di dubbia moralità, se presi singolarmente, hanno comunque un riferimento. Togliergli anche quello significa optare per uno schiacciamento della classe operaia a favore dello sfruttamento. L'eliminazione dei sindacati è un altro cavallo di battaglia del neoliberismo. Se fosse stato dalla parte degli operai Grillo si sarebbe preoccupato di dire il contrario ovvero che i sindacati dovevano essere riformati nel senso di recuperare la loro funzione di corpi intermedi necessari al funzionamento della democrazia. Ma il geometra di Genova a questi concetti non ci arriva ed è per questo che il sistema capitalistico lo ringrazia.
Infine qualcosa da dire sulla nascita di Sinistra Italiana che ha già avuto la sua prima indiretta ricaduta sul PD.
Fino a ieri il PD era una accozzaglia senza identità e cominciava ad essere preoccupante vedere Debora Serracchiani mentre continuava a rilasciare interviste in stato confusionale autodefinendosi di sinistra.
La fuoriuscita dal PD di coloro che si ritengono di sinistra, offre a Renzi l’opportunità di dare, finalmente, una definizione palpabile al suo partito, togliendolo da quel limbo nebuloso nel quale potevi trovare tutto e il contrario di tutto.
Da oggi il PD a buon diritto può entrare a far parte, con qualificazione inequivocabile, tra i partiti di destra, avendo emendato, dall’interno, ogni possibile riferimento alle origini progressiste e socialiste.
La nascita di Sinistra Italiana realizzata da ex piddini, segnerà, almeno nelle intenzioni, la separazione, in quell’area indistinta, tra la destra e la sinistra. 
I piddini rimasti con Renzi faticheranno sette camice per convincere la base che anche loro sono di sinistra, ma sanno perfettamente che l’abbraccio con le politiche neoliberiste ha condannato a morte ogni possibilità, per loro, di essere un partito a difesa delle fasce deboli e in sintonia con i valori progressisti.
Sinistra Italiana non sarà diverso da tutti gli altri partiti nati dalla atomizzazione e scissione della sinistra italiana.
C’è un elemento che li accomuna tutti: nessuno di questi partiti ha mai trovato la forza e il coraggio di liberarsi dal cappio della negazione del principio di laicità, nessuno ha mai dato prova di aver reciso il cordone ombelicale del cattocomunismo.
Fassina, esponente di punta di Sinistra Italiana, ha avuto il coraggio di dire a Renzi che ha trasformato il PD in un partito di destra, ma lui non ha dato alcun segnale di essere in grado di andare oltre il recinto delle convenienze cattocomuniste. 
Certamente Fassina sa che una classe dirigente si qualifica non solo per la capacità di ideare soluzioni di benessere e di ricchezza materiale, ma anche e soprattutto per la capacità di elaborare una visione del mondo e della società originaria e non frutto di una colonizzazione ideologica altrui.
Fassina purtroppo subisce l’influenza delle posizioni espresse dal monarca vaticano confinante, e con lui molti altri compagni del nuovo partito, a partire da Vendola.
Non molto tempo fa diceva: “Trovo una corrispondenza molto forte con la Dottrina Sociale della Chiesa, da ultimo con l'Evangelii Gaudium di Francesco che insiste sulla dignità del lavoro”.
Se queste sono le premesse dei suoi dirigenti, in Sinistra Italiana si potrà apprezzare il coraggio del parricidio freudiano, e per questo certamente il partito avrà consenso e consistenza numerica, si potranno condividere passaggi politici importanti, come il contrasto al referendum confermativo della riforma costituzionale, ma non si può condividere che questo partito nasca nella colonizzazione della ideologia cattolica. 
Per una realtà politica nuova vivere di luce propria è certamente difficile, ma specchiarsi politicamente nella luce riflessa del cattolicesimo è semplicemente aberrante.

Riassumendo. Direi che un buon criterio, di qui in avanti, per provare a dire "qualcosa di sinistra", e per capire se qualcuno sta dicendo davvero "qualcosa di sinistra", sia valutare, sempre, se e quanto questa cosa contiene il proposito, e magari la capacità, di incidere nel futuro, anche un piccolo pezzo di futuro, e di immaginarlo più equo, e migliore. Non è più vero, neanche per la più settaria delle persone di sinistra, che senza sinistra non c'è futuro: il futuro ha già dimostrato di poterne fare allegramente a meno, della sinistra. Ma è certamente vero che senza futuro non c'è una sinistra, che senza futuro la sinistra muore. Dunque la paura del cambiamento  -  qualunque sorpresa, qualunque incognita possa riservarci il futuro  -  è per la sinistra un indugio mortale. Ogni pigrizia conservatrice, dentro la sinistra e dentro le sue parole, parla prima di tutto di quella paura. Compresa la paura di sbilanciarsi, di dire cose azzardate, di sembrare stravaganti o ingenui o imprecisi. La paura dell'errore intellettuale. Ma per dire qualcosa di sinistra sarà obbligatorio, di qui in poi, ricominciare a rischiare…..chi ha coraggio è di sinistra…chi si ferma è perduto…e chi tace acconsente


                                                                                                                                      Max