giovedì 28 dicembre 2017

NON CREDERE A BERLUSCONI..............."UN DOVERE"!!!!



                                                                        



E' cominciata la campagna elettorale, nessun pentimento per quei 1000 politici di Roma, una schifezza unica..... e qui sono costretto obiettivamente dar ragione persino a Feltri che definisce “la peggior legislatura di sempre”.....ma Berlusconi comincia subito con il sistema acchiappaconsensi, con i suoi sogni impossibili da “realizzare", l'economista Francesco Daveri scrive che quello che dice è "propaganda elettorale"
"Come si fa a dire che i sogni non sono belli? Tutti vorremmo realizzarli ma l'agenda di Berlusconi prevede maggiori spese e minori entrare". Secondo l'economista Francesco Daveri, professore di macroeconomica all'Università Bocconi di Milano, qualcosa non quadra nelle proposte lanciate dal leader di Forza Italia che vorrebbe inserire in Italia un 'Reddito di dignità'. Una misura drastica per far fronte all'emergenza della povertà garantendo a tutti almeno mille euro al mese, pensionati compresi. Inoltre l'ex premier propone uno sgravio fiscale totale per quelle aziende che assumono giovani con contratto di apprendistato o di primo impiego per tre anni. E infine agevolazioni fiscali anche per chi si prende cura di un animale domestico.

"Tutte queste – spiega il professore Daveri - sono misure che presumibilmente aumenteranno il deficit pubblico ma di quanto è difficile a dirsi. Sembra di essere davanti a un altro giro di promesse elettorali per le cui coperture ci si preoccuperà solo una volta vinte le elezioni dando poi la colpa agli altri componenti della coalizione quando non si realizzeranno". Tuttavia, spiega ancora l'esperto, sulla carta" si tratta di buonsenso, che vanno nella direzione della coesione sociale. Chi può essere contrario al reddito di dignità? Ma Berlusconi non ha indicato i mezzi per realizzarlo. La spesa pubblica ha dei costi, l'alternativa sarebbe andare in Europa a rinegoziare i trattati e chiedere di aumentare il deficit, ma non la ritengo la giusta via".

Sta di fatto che Berlusconi con questa idea del Reddito di dignità, che si ispira all'imposta negativa sul reddito lanciata dal premier Nobel americano Milton Friedman, prova a scavalcare il Movimento 5 Stelle con il loro "reddito di cittadinanza". Tanto che i grillini replicano parlando di "fotocopiatrice impazzita" e Luigi Di Maio aggiunge: "Ci ha copiato"."Berlusconi abusa della parola 'Reddito di dignità' che era il nome la campagna promossa da Libera-Gruppo Abele alla quale il Movimento 5 Stelle ha aderito – ricordano Pesco, Moronese e Catalfo - mentre non c'è mai stata nessuna adesione da parte di Forza Italia. Se il condannato per frode fiscale Berlusconi vuole fare una cosa dignitosa la smetta di prendere in giro gli italiani".

Dai possibili alleati, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, per adesso tutto tace, mentre il Pd rivendica il "reddito di inclusione dei governi Renzi e Gentiloni, prima misura universale di contrasto alla povertà". Il responsabile Welfare Giovanni Lattanzi in una nota ricorda che sono stati "messi oltre 2 miliardi per il 2018. La nostra misura - osserva - supera il mero assistenzialismo, mettendo al centro la persona".

Nel dettaglio va invece Stefano Fassina esponente di Liberi e Uguali, che facendo un rapido calcolo tira le somme: "Reddito di dignità per portare tutti a 1000 euro al mese, senza specificare se è richiesto lavorare o se ne possa comodamente fare a meno; pensioni innalzate fine a 1000 euro al mese, estese anche alle casalinghe; decontribuzione totale per giovani neo-assunti, in continuita' con l'inutile intervento da 20 miliardi del Governo Renzi nel 2015; una pioggia di agevolazioni fiscali, come nelle ultime Leggi di Bilancio renziane e gentiloniane. Poi, ovviamente, la cancellazione della Legge Fornero e la Flat tax. Insomma, più spesa e meno tasse per tutti, nell'ordine del centinaio di miliardi all'anno". Viene stimato dunque un centinaio di miliardi di euro all'anno, ammesso che un calcolo sia possibile farlo.

Come sempre le falsita' esaltano gli italiani troppo creduloni con questi politici 

                                                                                                          
                                                                                                                        Max

lunedì 18 dicembre 2017

UN ANTIFASCISMO CHE PUZZA DI FASCISMO!!!!

Un antifascismo che puzza di fascismo
                                                                                     



Un pò di chiarezza? Ricapitoliamo: dopo il blitz dei neonazisti di Como della scorsa settimana, oggi PD, MDP, CGIL, Sinistra Italiana e Campo Progressista hanno fatto, tutti insieme e proprio lì, una “manifestazione antifascista istituzionale” a cui hanno aderito Boldrini, D’Alema e Veltroni. Il corteo indetto dagli studenti comaschi è stato, invece, negato dalla Questura locale.
Ecco servito il nuovo “antifascismo istituzionale” che segue l’appello accorato di Walter l’amerikanissimo contro l’ ”onda nera” che sta infestando l’Europa ma che serve, in realtà, a tirare fuori il PD dal cul-de-sac in cui l’ha spinto quel testone di Renzi.
Prova ne è il fatto che questi antifascisti dell’ultima ora nulla hanno da obbiettare se, alle realtà sociali e politiche che vengono continuamente minacciate ed aggredite dai fascisti e che praticano il proprio antifascismo militante, viene vietato di manifestare. D’altronde, come potrebbero se, poi, quel genere di disposizioni a Prefetti e questure le danno proprio loro?
«Nulla di peggio del fascismo degli antifascisti» scrisse Pier Paolo Pasolini sulle pagine del Corriere della Sera, il 16 luglio 1974, in “Scritti Corsari”. Una profezia che suona più che mai attuale se è vero che quest’ “antifascismo istituzionale” ci ricorda, così tanto, quell’“antifascismo” che servì da alibi perfetto, ad un Partito Comunista Italiano ormai completamente imballato nel compromesso storico, per annientare tutto ciò che stava alla sua sinistra e per far fuori, definitivamente, l’intero movimento di classe negli anni settanta.
Così, oggi, questo “antifascismo istituzionale” fa il paio con la riduzione in schiavitù del lavoro messo in atto con la copertura dei sindacati complici; con i tentativi di compressione del diritto di sciopero e della rapprensentanza sindacale; con le politiche securitarie e del “decoro” che colpiscono nuovi poveri e migranti; con l’imposizione fascista ai territori ed alle popolazioni locali di quelle “grandi opere” che fanno grandi solo i profitti di mafie e consorterie amiche(vedi TAV e TAP).
E non è stato proprio un caso se quest’estate il ministro Minniti ha raccolto un’ovazione alla “festa Atreiu”, organizzata da Giorgia Meloni. “In quella platea che festeggiava Italo Balbo – che lì celebrano come trasvolatore, ma che noi ricordiamo come feroce e vile squadrista sconfitto a Parma dagli Arditi del Popolo di Picelli – il ministro di polizia, lo sbirro, ha trovato la sua sede naturale” sottolineò Giorgio Cremaschi durante il convegno di Bologna dello scorso settembre promosso da Eurostop e convocato proprio per aprire un confronto sulle azioni da mettere in campo per difendere l’agibilità politica e democratica nel nostro paese, minacciata dal modello repressivo incarnato dall’azione delle Leggi Minniti-Orlando
Se è da temere questo rigurgito neo-fascista, non di meno, è da temere questo “antifascismo istituzionale” che salta fuori a qualche mese dalle elezioni e che viene confusamente agitato proprio da chi sta devastando la vita sociale e politica mentre non ha nemmeno il coraggio di approvare una legge minima di civiltà qual’è lo “Ius Soli” proprio perchè è da un pezzo che sta correndo dietro le parole d’ordine della destra più infame.
Questo è uno di quei casi in cui mi ritorna in mente, ossessivamente, una frase, di paternità incerta – da alcuni attribuita a Mino Maccari e da altri ad Ennio Flaiano – che dice, pressapoco, così: “i fascisti si sono sempre divisi in due categorie: i fascisti e gli antifascisti”
L'antifascismo è la realtà della storia. STOP

                                                                                                              Max