Mi sono iscritto da alcuni mesi a Democrazia Atea......una scelta personale.....sono pure felice perché - DA - assieme ad altri partiti, organizzazioni e comitati, di aderire a questo soggetto politico che di fatto è l'unica vera novità....."Potere al Popolo"
“La campagna elettorale è già iniziata partendo subito al rialzo attraverso "LE GRANDI PROMESSE"....attraverso la ricerca dei VIP per colpire la sensibilità dell'elettorato, ma ormai spero che la gente abbia capito chi sono questi personaggi, ho scelto di non fare nemmeno i nomi perché conosciamo tutti i folletti di corte. Vi ricordate l'altro giorno quando Emma
Bonino si lamentava perché il suo gruppo era in difficoltà per raccogliere le firme?, prima la Bonino ha ottenuto che le dimezzassero e poi, non volendo raccogliere
neanche quelle, ha
infilato
i radicali nelle liste del democristiano antiabortista Tabacci.
A riprova del fatto che che quel pare impossibile diventa fattibile
se c’è chi lo fa.
Potere
al popolo ha
raccolto in pochi giorni il doppio e il triplo delle firme necessarie
per presentarsi alle elezioni in tutta Italia.
“Abbiamo
dovuto mandar via le persone ai banchetti perché non potevano
firmare più di 2mila a collegio”.
La
lista che ha scelto come portavoce una
giovane donna,
la ricercatrice precaria Viola
Carofalo è
la prima nella storia della repubblica italiana che ha tra i
capolista più
donne che uomini. La
prima lista senza “paracadutati”, con il cento per cento dei
candidati scelti da migliaia di persone sui territori in libere
assemblee. La lista nata dopo il fallimento del Brancaccio,
sconvocato da Tomaso
Montanari e Anna
Falcone (ora
candidata in Liberi
e Uguali con
Grasso), ha convinto migliaia di persone spiegando ai banchetti il
proprio programma: “Cancellare subito il Jobs Act e la Legge
Fornero, non aggiustarli un pochino come promettono di fare
Berlusconi o Bersani!” (“Cancellare
la riforma Fornero? Siam mica matti!”,
ha reagito l’ex segretario Pd, oggi con Falcone in Liberi e
Uguali). “Proteggendo tutti i lavoratori dal licenziamento
illegittimo con il ripristino e l’estensione dell’articolo 18 e
l’abolizione dei contratti che hanno permesso alle imprese di
sostituire il lavoro stabile con quello precario”. “Tassando i
super-ricchi molto più di chi vive del solo stipendio”, al
contrario di quel che promettono di fare Salvini e Berlusconi con
la flat-tax, l’ennesima
legge che avvantaggerà i miliardari come – che coincidenza! –
Berlusconi
.
E
con l’unica
riforma rivoluzionaria possibile,
che l’altra non è una riforma, l’altra
è la rivoluzione:
andando in pensione prima e riducendo l’orario di lavoro a parità
di salario, oggi che a parità di lavoro si produce e dunque si
guadagna di più di ieri, ma quel guadagno finisce tutto nelle tasche
dei grandi imprenditori che infatti sono diventati più ricchi e non
dei lavoratori che infatti sono diventati più poveri.
Non
è frutto di un’utopia ma di un calcolo, la riforma che
i candidati di Potere al popolo ripetono ai comizi. Calcolare a
quanto ammonta la ricchezza prodotta dal lavoro e restituirla ai
lavoratori che l’hanno prodotta. Un calcolo che ha appena fatto
l’Oxfam: l’82 per cento della ricchezza prodotta
nell’ultimo anno è come sempre finita nelle tasche dell’1 per
cento più ricco della popolazione mondiale, mentre ai 3,7
miliardi dei più poveri non è andato un solo centesimo. Lo
stesso vale per le pensioni: ai lavoratori viene restituito a stento
quello che versano mentre sarebbe equo restituirgli la ricchezza che
hanno prodotto, evitando che quei soldi finiscano tutti nelle tasche
dei super-ricchi che, in questi anni di crisi, sono triplicati.
«Ma
dove trovano i soldi?».
Rispondo
con un’altra domanda: i governi del Pd, dove li hanno trovati i 31
miliardi per
salvare le banche invece
dei cittadini? E i 40 miliardi regalati in tre anni alle imprese
invece che ai lavoratori resi precari dal Jobs Act? E i 25 miliardi
di spese militari stanziati per il 2018 da un paese che ha nella sua
Costituzione il ripudio della guerra? Più di quanti ne
servirebbero, secondo
le stime della Rete dei Numeri pari lanciata da Don Ciotti,
per sconfiggere
la povertà in Italia!
«I
soldi li troviamo rompendo con i trattati europei che hanno imposto
il pareggio di bilancio e affamato i popoli. Uscendo dalla Nato che
chiede ai paesi aderenti di destinare alle spese militari il 2 per
cento del Pil», dice Giorgio
Cremaschi,
candidato di Potere al Popolo, ex leader della Fiom deluso
dal Movimento
5 Stelle per
il quale aveva scritto il programma-lavoro di cui poco è
rimasto nelle
venti priorità indicate da Di Maio,
che ieri prometteva il referendum per uscire dall’Euro e oggi di
rassicurare i mercati assegndo il ministero del Tesoro a un tecnico
del Fmi.
Prima di criticare per anni la Troika conveniva sapere da chi era
composta.
Con
Potere al Popolo sono candidate decine di lavoratrici, lavoratori,
decine di militanti.Nicoletta
Dosio,
professoressa di greco e simbolo della lotta contro la Tav. La
partigiana Lidia
Menapace. Giovanni
Ceraolo,
che si batte nel movimento per la casa a Livorno. Patrizia
Buffa a
Verona, impegnata nella lotta alla Mafia e per la Palestina. Roberta
Leoni a Viterbo, insegnante in lotta contro la Buona Scuola di Renzi.
La combattiva Stefania
Iaccarinoa
Roma, simbolo della vertenza Almaviva. A Napoli c’è lo
storico Giuseppe
Aragno di
DeMa, vicino a De Magistris, molto attivo nella battaglia del
referendum del 4 dicembre.
e garantire alle famiglie l’apertura delle scuole. «L’istruzione è un diritto, il pareggio di bilancio no», disse il Sindaco, che da anni chiude i suoi comizi gridando: “Potere al popolo!”.
Potere
al popolo è nata per impulso del centro sociale napoletano Ex Opg –
Je So Pazzo e hanno aderito tanti collettivi, sindacati di base,
movimenti, associazioni e partiti come Rifondazione Comunista e Pci.
La lista ha
ricevuto l’endorsement di Momentum, il
movimento di Jeremy Corbyn,
e la portavoce Viola Garofalo è ora in
Francia
da Jean-Luc
Melenchon.
Stanno raccogliendo le firme per candidarsi anche alle regionali nel
Lazio, opponendo a Zingaretti, Lombardi e Parisi la
ginecologa femminista Elisabetta
Canitano,
con capolista il giornalista del Manifesto Sandro Medici. Ha scritto
un appello al voto il regista Citto Maselli e lo stanno
firmando con noi in queste ore Vauro,
Moni Ovadia, Christian
Raimo, Alberto
Prunetti, Marina
Boscaino del
comitato per la difesa della scuola pubblica (nel programma della
lista c’è la sua proposta di riforma della Buona Scuola).
Ho
scelto come loro di votare Potere al popolo perché c’è
bisogno di rovesciare il tavolo dove pochi stanno mangiando
a spese di tutti gli altri e allestire un banchetto per chi vive di
lavoro e sacrifici. Non solo per questo, però. So bene che il tavolo
non si rovescerà il 4 marzo.
Quando
racconto le storie dei lavoratori
sfruttati,
scopro che molti attribuiscono il proprio malessere all’ansia.
Credono che l’emicrania, il reflusso gastroesofageo, l’insonnia,
l’acidità di stomaco e le palpitazioni dipendano dall’ansia per
il contratto precario, il mutuo, il futuro, il tempo che ci manca.
Danno la colpa del loro disagio all’ansia che è una reazione
individuale e non all’ingiustizia che è un
fenomeno sociale.
E curano l’ansia con le pasticche invece di ribellarsi
all’ingiustizia con la lotta.
Se
votano, si affidano a chi promette di aggiustare un pochino la Legge
Fornero dopo averla votata, ai miliardari che promettono di tagliare
le tasse ai miliardari, a chi vuole consegnarci a un tecnico del Fmi
perché l’Europa è ancora lì che ce lo chiede. Ma non votano
quasi mai, perché non hanno gli strumenti per mettere a fuoco le
cause e le responsabilità della loro sofferenza e pensano che la
loro ansia non abbia nulla a che fare con la politica. Voto Potere al
popolo perché è la sola lista che attraverso le lotte dei suoi
candidati vuole dare agli sfruttati questa consapevolezza, questo
conforto, questo protagonismo. Incontriamoci, lottiamo
insieme, studiamo le cose che non ci racconta la tv, dove
l’ingiustizia scompare e quando appare è per dare la colpa agli
immigrati sfruttati invece che ai loro sfruttatori: un vecchio trucco
per coprire le responsabilità di chi, con le leggi che ha votato, ha
legalizzato lo sfruttamento.Basta pasticche, teniamoci stretti e affrontiamo la campagna elettorale e i mesi successivi sapendo di non avere i poteri forti alle spalle e tre reti come Berlusconi, le banche come Boschi, i finanzieri che ci finanziano come Renzi. Sapendo di non avere le risorse economiche che loro hanno ma di avere una risorsa che loro non hanno e non possono comprare. Noi abbiamo ragione.
Nel
frattempo invito i miei amici di votare al Collegio Camera dei
Deputati VENETO 1 uno di noi, una scelta sicura un ponte con la
gente.........CIRO VERRATI
Max