Caro
Direttore,
Sono
veneziano di nascita e di residenza vivendo da sempre nel centro
storico, non ho attività commerciali di alcun tipo ma appartengo a
quella categoria di cittadini, talvolta molto anziani, a reddito
fisso o pensionati che in questi giorni tremendi non hanno disgrazie
evidenti da esibire ma subiscono silenziosamente l'evolversi degli
eventi.
Credo
che questa, chiamamola così, “categoria” rappresenti ancora il
60/70 per cento della popolazione insulare costituendo di fatto il
nerbo della civitas veneziana.
Tuttavia
i media non ne parlano; si soffermano sui danni ai monumenti, alle
attività commerciali ma nessuno che si chieda come stiano vivendo
gli altri.
Anche
questi veneziani subiscono l'eccezionalità dell'evento che va però
ad aggiungersi a una quotidianità della vita non certamente
all'altezza della fama della città ; eppure qualche cenno di
attenzione lo meriterebbero se non altro perchè da decenni
subiscono gli effetti - carovita, trasporti, servizi, qualità
dell'aria, ospedali, ecc. - della monocultura turistica ormai spinta
allo spasimo.
Ora,
bisogna intendersi bene; quando si parla di salvezza di Venezia cosa
s'intende?
Che
sia il MOSE o meno a farlo, cosa si vuole salvare? Il patrimonio
artistico, i monumenti?
Ma
una residenza stabile, giovane, operosa, che badi a conservare la
propria abitazione, che crei occasioni di lavoro e di commercio
alternativo alle paccottiglie cinesi, che rivitalizzi il tessuto
connettivo di questa città, è prevista in questo disegno?
Sembrerebbe
di no, stando alle dichiarazioni dei “magnifici” intervenuti in
questi giorni con lo slogan sempre pronto: “Venezia, patrimonio
dell'umanità, deve essere salvata” senza aggiungere “ e con essa
i cittadini residenti” dove io intendo che la preoccupazione
primaria è il salvataggio fisico della città ma non c'è, stando
così le cose, un progetto per i veneziani (intendo tutti i
veneziani, non solo alcune categorie).
Ecco,
vorrei sapere se anch'io con il mio 60/70 per cento di concittadini
siamo “patrimonio dell'umanità”; in un certo senso lo
meriteremmo se non altro perchè abbiamo una capacità di
sopportazione infinita dovuta, nonostante tutto, al grande amore
(sincero, senza tornaconti di sorta) che portiamo alla nostra città.
Cordialmente
Manfredo
Manfroi