venerdì 30 marzo 2012

.......LA DOPPIA FACCIA DEL GOVERNO

Questo governo sempre meno Robin Hood sempre più Sceriffo di Nottingham. Sull’articolo 18 Elsa Fornero non arretra di un passo. La sua più che a una riforma assomiglia sempre più a una relazione di Marchionne al cda della Fiat. Il presidente Monti arriva al ricatto minacciando le dimissioni “se il Paese non è pronto posso anche lasciare”.



Il Parlamento va sempre ascoltato altrimenti è la democrazia a perdere. L’immagine all’estero di Monti e dei sui tecnici è molto positiva. Oggi il presidente Obama si alza per andare a stringergli la mano mentre prima faceva finta di non sentire B. quando lo chiamava ad alta voce. L’aspetto del governo parrebbe solido, ma nel momento in cui si occupa di settori di interesse del Cavaliere, come Rai e Giustizia, d’incanto i duri e puri diventano teneri come ricotta.

Il primo giorno di primavera è stato pubblicato in Gazzetta il decreto di delega del ministro Passera che assegna al professor Massimo Vari la competenza, in qualità di sottosegretario, degli affari che riguardano i settori delle telecomunicazioni: poste, radio e televisioni, informatica e telematica, rete e frequenze. L’amico di Gianni Letta, che B. avrebbe voluto a capo dell’Agcom (Autorità di garanzia nelle comunicazioni ) e che al momento della nomina a sottosegretario lo ha fatto esultare: “Grande Passera”, ha reso felice anche Fedele Confalonieri che prima aveva minacciato seri licenziamenti a Mediaset, fa annunciare a Pier Silvio il cambio di rotta: “Nessuna cacciata solo tagli ai costi”. Vari nella vita si è sempre occupato di Pubblica amministrazione e mai di telecomunicazioni. Ciò significa che il vero stratega del ministero sarà Roberto Sambuco, l’uomo di Bisignani (dalla P2 alla P4). Il primo atto ufficiale di Passera appena insediato allo Sviluppo economico è stato quello di confermare Sambuco (noto per aver inventato il beauty contest) a capo del Dipartimento delle telecomunicazioni del ministero. Tanto valeva lasciare Paolo Romani che aveva trasformato il ministero nella sede romana di Mediaset.

La nota conclusiva riguarda il solito Gasparri. Se fossi nei panni del direttore generale Lei starei attento a usarlo come avvocato difensore d’ufficio. L’ultima riguarda il debito della Rai che, a detta degli esperti, ammonterebbe a circa 350 milioni, previsto a suo tempo dall’ex Mauro Masi, oggi negato da Gasparri nonostante gli ultimi dati pubblicitari dell’azienda registrino una perdita del 17% nel primo trimestre del 2012 sull’anno precedente che a sua volta era in perdita rispetto al 2010. Domanda alla portata dell’avvocato Gasparri: come fa Mediaset a perdere solo l’8,1% di pubblicità pur battuta in tutte le fasce orarie dalla Rai?

Inutile non mi fido, questo governo comunque è vicino al centrodestra, la sua politica è di centro destra, non mi fido di Napolitano inutile è più forte di me, il PD certamente oggi come oggi non rappresenta più un certo tipo di elettorato, l'inciuccio per il sistema elettorale mi fa pensare ancor di più.

Ribadisco che secondo il mio semplice contributo di opinione quello che manca in questo paese è la partecipazione del popolo, sono convintissimo che il 60% degli italiani sta bene e non esiste più il desiderio di lottare, questo mi fa paura..............PECCATO !!!!

                                                                                                                          Max

mercoledì 28 marzo 2012

NON E' MAI FINITA !!!! RIBELLIAMOCI

Le leggi del capitalismo sono sempre le stesse!!!

Le leggi del capitalismo sono sempre le stesse, come anche l’antidoto.Il capitalismo sfrenato cambia continuamente volto,oggi non si presenta più con ferocia e rivoluzioni sanguinarie,guerre fratricide, ma si mimetizza in ogni stato,fino a diventare invisibile quando diventa legislatore usuraio delle risorse di ogni paese con leggi confuse,nascoste e non poco eque per le nuove generazioni e per le persone impossibilitate a capire questi labirinti tecnici.Chiamiamolo debito pubblico,spread,speculazione finanziaria,ma cambia poco.Le manovre economiche sono l’arma degli stati per depredare i popoli, lo strumento per arricchire banchieri e finanzieri anonimi... Se penso a questa riforma del lavoro e a quanto ci avevano visto bene i nostri padri costituenti quando stilarono la Costituzione.Infatti da persone intelligenti sapevano ciò che le classi dirigenti avrebbero potuto fare contro i lavoratori e tutti i cittadini  si adoperarono per difenderli dagli abusi che il potere esercita sui deboli.
Da persone oneste quali erano, posero al primo posto proprio il lavoro,onde impedire a chi sarebbe venuto dopo, di sottomettere la parte più debole della società. Ora arrivano i tecnici muniti di piccone per demolirla e favorire le caste a cui appartengono,in modo da riprendere il sopravvento.Sottomettere i lavoratori, ricattarli e impedirgli di accampare diritti è la legge infame dei potenti di ogni epoca, ma mai come oggi questa immoralità viene condivisa persino da chi dovrebbe combatterla come un capo di governo, che ha il DOVERE di essere imparziale.E’ una logica assassina quella di produrre il massimo spendendo il minimo! Chi se ne frega se i lavoratori con lo stipendio non sono in grado nemmeno di sfamarsi, chi se ne frega se vengono licenziati quando non stanno bene o sono avanti con gli anni, chi se ne fotte se dopo averli spremuti non sono più in grado di dare il massimo e si ammazzano o se i piccoli imprenditori chiudono. Che bella gente abbiamo messo a governarci!

martedì 20 marzo 2012

NESSUNO E' DIO IN TERRA...................

Caro Beppe sta tranquillo non sparare sul dissenso......dialogo.......altrimenti sei identico agli altri.
Stai parlando troppo dei mali della sinistra e credimi noi di sinistra vediamo il marciume......e a differenza di te che dichiari di essere oltre alle logiche dei partiti......cominci a sgambettare........dunque se qualche militante non la pensa come te..........L'ESPULSIONE mi fa pensare alla solita nomenclatura dei partiti tradizionali.......per essere diversi in tutto......l'esempio della democrazia fa sempre bene.
Credimi......e' finito il tempo delle leadership......
Grillo espelle anche i ribelli di Cento
“Non potranno mai più usare il simbolo”
Il blogger genovese risponde a coloro che si ribellavano per l'espulsione di Tavolazzi. E non sembrano esserci spazi per una trattativa: da oggi sono ufficialmente fuori
È stata la prima protesta partita dalla base del Movimento 5 stelle. Un’iniziativa voluta da una dozzina di militanti della prima ora e durata meno di un giorno, visto che hanno parlato e sono stati di fatto espulsi. Ma potrebbe dare il via a una serie di defezioni in tutt’Italia. I protagonisti sono gli attivisti di Cento, in provincia di Ferrara, che sabato hanno deciso di sostituire il simbolo ufficiale con il logo “uno vale uno”, in attesa di avere altri chiarimenti in merito all’allontanamento del consigliere Tavolazzi. Un gesto simbolico, che gli è costato l’uscita dal Movimento. A poche ore dalla diffusione della notizia, infatti, Beppe Grillo ha pubblicamente scomunicato gli attivisti “ribelli”, e attraverso un post sul suo blog ha vietato loro l’utilizzo del simbolo per sempre: “Hanno cambiato quello del Movimento con un altro. Liberi di farlo. Non potranno però più usarlo in futuro”.

Grillo non ci ha pensato due volte e senza giri di parole ha messo alla porta il gruppo, preferendo ancora una volta la linea dura al dialogo. Nello stesso intervento il blogger ha poi voluto fare delle precisazioni sulla vicenda di Tavolazzi. “In merito alla cosiddetta espulsione della lista di Tavolazzi, non è stata espulsa. Gli è stato invece ritirato l’uso del simbolo del Movimento accanto al suo simbolo Progetto per Ferrara, una lista nata prima del Movimento, che ha anche un suo statuto, diverso dal nostro”.

Si conclude così la prima defezione, la prima protesta partita dalla base dopo la bufera scatenata dall’esclusione del consigliere del comune di Ferrara. Fin da subito una parte dei supporters di Grillo ha dimostrato di non gradire la scelta del blogger genovese. In particolare in Emilia Romagna, dove molti conoscono personalmente Tavolazzi. Qui l’episodio ha disorientato diversi militanti a 5 stelle, dando inizio a una dibattito interno che, tempo dieci giorni, a Cento si è tradotto in azione. “Il caso ora esiste e va assolutamente risolto senza che questa imbarazzante questione finisca nel dimenticatoio – si legge sulla pagina online del gruppo centese- Pertanto noi, in forma provvisoria, senza alcuna parvenza di azione scissionista e con voto espresso in assemblea, abbiamo deciso di usare nelle nostre note stampa il non-simbolo Uno vale uno”.

Gli stessi attivisti hanno detto di essere rimasti “stupiti, delusi e demoralizzati” di fronte alla decisione di estromettere un eletto, senza aver prima consultato la base. Lanciando poi un appello a tutti i simpatizzanti: “Invitiamo a sostituire provvisoriamente l’immagine del profilo Facebook con quella del non-simbolo, così che ciascuno di noi possa manifestare il rigetto di ogni tipo di diktat all’interno del Movimento”.

Sebbene Cento sia una piccola realtà, composta da una quindicina di attivisti, il loro gesto potrebbe rappresentare un esempio in altre città d’Italia. Il terreno sembra fertile. E non solo in Emilia Romagna. In Trentino ad esempio, prima ancora della protesta del non-simbolo la lista che si trovava in attesa di diventare ufficialmente parte del Movimento 5 stelle aveva già deciso di mettersi in stand by, chiedendo pubblicamente a Grillo di sospendere la richiesta di certificazione. E ieri, sul loro sito, gli attivisti di Trento hanno sostituito il logo con quello ideato dai colleghi di Cento “uno vale uno”.

Dall’altra parte d’Italia, a Matera, la lista civica a 5 stelle ha pubblicato una lettera aperta, in cu chiede a Grillo di spiegare meglio cosa l’abbia spinto a espellere Tavolazzi. “Pur non entrando nel merito della discussione sull’incontro di Rimini – si legge sul loro sito – ci piacerebbe che si approfondisse la questione, evitando di liquidarla come se si trattasse di un episodio di normale amministrazione e di cui i gruppi radicati sul territorio non debbano occuparsi”.
Democrazia..........serve solo democrazia

                                                             Max

mercoledì 14 marzo 2012

UN OMAGGIO AL MIO PRESIDENTE PERTINI

L’esempio di Sandro Pertini
Ventidue anni fa ci lasciava “il Presidente”, Sandro Pertini. Partigiano, strenuo difensore dei diritti civili e della Costituzione, rimane indubbiamente il ricordo più bello della vita politica italiana. Proprio per questo, oggi, in un periodo storico in cui sembrano prevalere l’ipocrisia e la spasmodica ricerca di impunità, parlare di lui sembra rincorrere un’utopia. Pensare che anche oggi, dopo vent’anni tra craxismo e berlusconismo, inciucismo e sfrenata volgarità politica, possa nascere un altro Pertini, sembra un’illusione. La subcultura imposta sin dai primi anni novanta, della quale il Paese paga oggi il prezzo più salato, sarà difficile da estirpare. Ma io voglio credere che si possa fare. Ho conosciuto tantissimi giovani durante il mio percorso e credo profondamente in loro.

Parlare di Sandro Pertini alle nuove generazioni potrebbe essere un esercizio fondamentale per tornare a credere in questo Paese, e io, che ogni giorno mi ispiro alla sua storia e al suo pensiero, lo faccio sempre. Raccontare le sue scelte, i suoi sacrifici, la sua sincerità e il suo evidente amore per l’Italia: questo sì, potrebbe convincere i ragazzi a fare politica con onestà e coraggio, proprio come voleva e faceva il Presidente. Con le mani pulite.

Viene da chiedersi quale parlamentare italiano, oggi che ci prepariamo ad assistere ad una potenziale disfatta della giustizia con la sentenza di Cassazione per il senatore Dell’Utri, deciderebbe, onestamente e coraggiosamente, di dissociarsi pubblicamente (e duramente) dalla propria madre che chiede la grazia. Pertini, condannato per aver combattuto il fascismo, in carcere con i suoi problemi di salute, dovette frenare lo sdegno nei confronti dell’amatissima madre che non aveva resistito alla tentazione di chiedere la sua scarcerazione.

“La libertà, questo bene prezioso tanto caro agli uomini, diventa un sudicio straccio da gettar via, acquistato al prezzo di questo tradimento, che si è osato proporre a me”. Questo è ciò che scriveva Sandro Pertini, profondamente offeso da quel gesto. Così, invece, si dissociava ufficialmente dalla domanda di grazia: “La comunicazione che mia madre ha presentato domanda di grazia in mio favore mi umilia profondamente. Non mi associo dunque a simile domanda, perché sento che macchierei la mia fede politica, che più d’ogni cosa, della mia stessa vita, mi preme”. Oggi, invece, il parlamentare interrogato sui fondi distratti dal conto del suo ex partito risponde “mi servivano e li ho presi”. Qualche altro, lo stesso che il 9 marzo affronterà in Cassazione il processo per concorso esterno in associazione mafiosa, definisce il boss Vittorio Mangano “eroe”.

Allora io, ancora una volta e nell’anniversario della sua morte, faccio mio l’appello del Presidente ai giovani.



CIAO GRANDE PAPA' DEGLI ITALIANI..........CIAO GRANDISSIMO PRESIDENTE

                                                                                                                      Max

lunedì 12 marzo 2012

IL CENTROSINISTRA DI LUSI NON MI APPARTIENE.......

Niente lacrime se salta
il centrosinistra di Lusi
Il denaro non ha cattivo odore, dicevano i latini. È il modo in cui si sperpera, che puzza di morto. Si può rubare per fame, e in genere si finisce in galera, si può anche rubare per avidità, e in genere si resta in libertà abbastanza a lungo. Ma rubare per mangiarsi un piatto di spaghetti al caviale, veramente, sa di stupido. Rubare per una notte da 1.988 euro in un albergo di San Remo, rubare per poter spendere 11.600 euro in tre giorni soltanto per tenere le chiappe al sole in Montenegro, perchè il “resort” è “esclusivo”… Sa di disprezzo, sa di coazione a strafare, sa di vuoto morale e mentale.

Non per fare la lombrosiana, ma basta guardarlo in faccia, il senatore Lusi, per riconoscere l’eroe dei nostri tempi: occhi torvi e furbi su un fisico bovino. Empatia zero. Bulimia mille. Spiccata propensione alla minaccia. Incapacità patologica a riconoscere i propri torti. “Se parlo io salta il centrosinistra”, ha detto, fingendo di non sapere che lo stavamo tutti ascoltando. Parli senza remore, senatore Lusi: se nel centrosinistra è cresciuto un personaggio come Lei, che salti pure per aria, che vada in pezzi, in briciole, in vacca… Non verseremo una lacrima.
Non mi interessa se dovesse cadere quel tipo di centrosinistra.......non fa parte del mio modo di pensare.......
anzi lontani da me anni luce, sinceramente pietoso tutto il PD e sinceramente non capisco ancora il perche' del correre dietro a questo falso progetto progressista.

                                                                     Max

venerdì 2 marzo 2012

.....DIRETTORI DI GIORNALI COGLIONI IN QUESTO PAESE......"ABBONDANO"


Cretinetti 2022

Il caro vecchio buon senso

Magari tra vent'anni nessuno ci penserà più, al TAV e alla Val di Susa. Sarà una zona depressa come tante, dissestata come tante; qualche pastore sarà andato a starci coi fondi dell'Unione. Non faremo nemmeno in tempo a vedere gli armenti, mentre sfrecciamo verso Parigi a fare chissàche. Avremo ricordi molto vaghi, di una cosa su cui avevamo preso una posizione, poi un'altra, quand'eravamo giovani; del fatto che non riuscissimo a trovarci a nostro agio mai, né quando votavamo un Ulivo che se ne fotteva dell'ambiente, né quando ci imbarazzavamo a trovarci dalla stessa parte dei pancabbestia. Magari andrà così.

Magari anche un po' peggio. Il traffico su gomma resisterà, perché più duttile; molta gente smetterà di viaggiare per riunioni di lavoro che si possono fare benissimo davanti a un video; e così ci ritroveremo per anni a pagare il costo di un enorme tunnel che alla fine ci sarà servito a poco. Qualche giornalista un po' più scrupoloso, o qualche ricercatore universitario senza un'idea migliore per una tesi di dottorato, riuscirà finalmente a mettere sui piattini della bilancia tutti i pro e tutti i contro (facile, col senno del poi), e scoprirà che il secondo piattino sarebbe effettivamente risultato di qualche oncia più pesante, se sull'altro non si fosse posata la fame di appalti, la brama di commesse, il keynesismo clientelare e cialtrone di questi vent'anni (che pure ha fatto respirare tante ditte che senza il TAV sarebbero a gambe all'aria da un pezzo).

Simili sorprendenti conclusioni avranno qualche eco nella stampa borghese, sempre piena di quel sano buon senso che ci fa prendere le decisioni più ponderate e meno avventurose; magari il Sallusti di turno, perché ci sarà sempre un Sallusti (anche se spero che a noi sia capitato il peggiore), leggerà il rapporto e sbotterà: ecco per cosa paghiamo le tasse, per i buchi inutili che i nostri papà facevano nelle montagne. Ma cosa avevano in testa, quei deficienti? Invece di fare le cose che andavano fatte. E titolerà: CI TOCCA PAGARE PER QUEI CRETINETTI.

Spero che quel giorno Luca Abbà possa farsi almeno una risata amara. Tieni duro..........tanto di direttori coglioni di giornali in questo paese "ABBONDANO"

                                                              Max