martedì 31 luglio 2012

CON L'ONESTA' SI PUO' ANCORA GOVERNARE !!!


Holland: presidente Francese
 Ecco cosa ha fatto Hollande (non parole, fatti) in 56 giorni di governo: ha abolito il 100% delle auto blu e le ha messe all’asta; il ricavato va al fondo welfare da distribuire alle regioni con il più alto numero di centri urbani con periferie dissestate. Ha fatto inviare un documento (dodici righe) a tutti gli enti statali dipendenti dall’amministrazione centrale in cui comunicava l’abolizione delle “vetture aziendali” sfidando e insultando provocatoriamente gli alti funzionari, con frasi del tipo “un dirigente che guadagna 650.000 euro all’anno, se non può permettersi il lusso di acquistare una bella vettura con il proprio guadagno meritato, vuol dire che è troppo avaro, o è stupido, o è disonesto. La nazione non ha bisogno di nessuna di queste tre figure”. Touchè. Via con le Peugeot e le Citroen. 345 milioni di euro risparmiati subito, spostati per creare (apertura il 15 agosto 2012) 175 istituti di ricerca scientifica avanzata ad alta tecnologia assumendo 2.560 giovani scienziati disoccupati “per aumentare la competitività e la produttività della nazione”. Ha abolito il concetto di scudo fiscale (definito “socialmente immorale”) e ha emanato un urgente decreto presidenziale stabilendo un’aliquota del 75% di aumento nella tassazione per tutte le famiglie che, al netto, guadagnano più di 5 milioni di euro all’anno. 


Con quei soldi (rispettando quindi il fiscal compact) senza intaccare il bilancio di un euro ha assunto 59.870 laureati disoccupati, di cui 6.900 dal 1 luglio del 2012, e poi altri 12.500 dal 1 settembre come insegnanti nella pubblica istruzione. Ha sottratto alla Chiesa sovvenzioni statali per il valore di 2,3 miliardi di euro che finanziavano licei privati esclusivi, e ha varato (con quei soldi) un piano per la costruzione di 4.500 asili nido e 3.700 scuole elementari avviando un piano di rilancio degli investimenti nelle infrastrutture nazionali. Ha istituito il “bonus cultura” presidenziale, un dispositivo che consente di pagare tasse zero a chiunque si costituisca come cooperativa e apra una libreria indipendente assumendo almeno due laureati disoccupati iscritti alla lista dei disoccupati oppure cassintegrati, in modo tale da far risparmiare soldi della spesa pubblica, dare un minimo contributo all’occupazione e rilanciare dei nuovi status sociale. Ha abolito tutti i sussidi governativi a riviste, rivistucole, fondazioni, e case editrici, sostituite da comitati di “imprenditori statali” che finanziano aziende culturali sulla base di presentazione di piani business legati a strategie di mercato avanzate. Ha varato un provvedimento molto complesso nel quale si offre alle banche una scelta (non imposizione): chi offre crediti agevolati ad aziende che producono merci francesi riceve agevolazioni fiscali, chi offre strumenti finanziari paga una tassa supplementare: prendere o lasciare. Ha decurtato del 25% lo stipendio di tutti i funzionari governativi, del 32% di tutti i parlamentari, e del 40% di tutti gli alti dirigenti statali che guadagnano più di 800 mila euro all’anno. Con quella cifra (circa 4 miliardi di euro) ha istituito un fondo garanzia welfare che attribuisce a “donne mamme singole” in condizioni finanziarie disagiate uno stipendio garantito mensile per la durata di cinque anni, finchè il bambino non va alle scuole elementari, e per tre anni se il bambino è più grande. Il tutto senza toccare il pareggio di bilancio.
Risultato: ma guarda un po’ SURPRISE!! Lo spread con i bund tedeschi è sceso, per magia. E’ arrivato a 101 (da noi viaggia intorno a 470). L’inflazione non è salita. La competitività re la produttività nazionale è aumentata nel mese di giugno per la prima volta da tre anni a questa parte.
Hollande è un genio dell’economia?.........secondo me è solamente un uomo che sta concretizzando il suo programma.....spesso raccontare le bugie alla gente durante la campagna elettorale trova consensi dunque Hollande ha solo trovato un forma migliore: "l'onestà"........ormai non più di moda

                                                                                             Max

sabato 28 luglio 2012

ALLA FACCIA DEI TAGLI..........


esodati Diamo i soldi dei superjet militari a esodati, asili e ospedaliAlla faccia della spending review, il ministero della Difesa ha appena deciso di ordinare un paio di aeroplani nuovi di zecca. Che volete che siano due aerei? Dipende da che tipo di aerei si tratta. Se sono due Gulfstream 5, aeroplani che costano un occhio della testa, vuol dire una spesa di 750 milioni di dollari tondi.
A che cosa ci servono questi due super-aerei dei quali, secondo quanto scrive oggi Il Fatto quotidiano, sono stati prodotti in 15 anni appena 200 esemplari, in buona misura adoperati per trasportare, con tutti i lussi, capi di Stato e dignitari vari? Ci servono, parola del ministro ammiraglio Di Paola, per fare la guerra elettronica. Cosa significhi non lo sa nessuno ma ci deve bastare, perché al ministro non piace che le informazioni circolino troppo. La sua visione della democrazia è che meno cose si sanno meglio è.
Infatti persino il prezzo dei due gioiellini volanti lo si ricava andando a leggere i comunicati di chi ce li vende, l’industria aerospaziale israeliana perché, nel comunicato del ministero della Difesa italiana, a quel prezzo non si fa proprio cenno. Si vede che al ministro sembrava poco patriottico parlare di soldi quando c’è di mezzo addirittura la guerra elettronica.
Ora, però, qualcosa in più dovrà dirla per forza. L’Italia dei Valori ha già presentato una interrogazione e ci aspettiamo una risposta esaustiva, tale da spiegare perché si possono lasciare senza un soldo gli esodati e perché, invece, alle armi ultramoderne proprio non possiamo rinunciare.
Non parlo solo di questi due aerei. E’ vero che il governo Monti ha portato da 131 a 90 l’ordinazione degli aerei da guerra F35 Lockheed Martin, i più costosi del mondo, ordinati, prima di essere nominato ministro, proprio dall’ammiraglio Di Paola. Ma anche così si tratta di una spesa di ben 12 miliardi di euro, del tutto inspiegabile e inspiegata. Soprattutto in un momento in cui si tagliano risorse preziose per scuola pubblica, sanità e occupazione.Rinunciando a 10 caccia bombardieri si sarebbero potuti salvare 18 mila posti letto in ospedale. Inoltre il costo di un solo F-35 equivale a 387 asili nido, oppure alla messa in sicurezza di 258 scuole o alla copertura di un’indennità di disoccupazione per 17.200 lavoratori precari.
Ma all’ammiraglio-ministro, primo militare a ricoprire  l’incarico di ministro della Difesa nella storia repubblicana, questi conti non piacciono e la sola idea di dare spiegazioni al Parlamento e ai cittadini gli fa venire l’orticaria. Infatti ha presentato al Senato un progetto di riforma delle forze armate che, invece di dire cosa vuole fare, si limita a dare al governo, cioè a se stesso, carta bianca.
Tra le poche cose che si sanno di questa riforma c’è che, dopo i tagli previsti nell’ordine di 30mila militari su 180mila e 10mila civili su 30mila, l’equilibrio tra personale civile e militare sarà tra i più sbilanciati del mondo a favore del personale in divisa. Che, tra l’altro, costa circa il doppio di quello in abiti civili.
Basta poco per sapere da che parte si sta in questa orribile società italiana........oggi mi vergogno

                                                                                                                              Max

giovedì 26 luglio 2012

BASTA TORTURE !!!!



Video choc su Youtube
poliziotti col vizio della tortura
Nella caserma di General Guemes, i poliziotti si "divertono" a torturare due giovani arrestati. Ma il video diventa pubblico e in sei vengono arrestati.






Nuove mele marce sono state scoperte in un cesto, quello della polizia, sempre povero di frutta fresca: siamo tra il giugno e il luglio dell'anno scorso, nella quiete coloniale della cittadina di General Güemes, della provincia argentina di Salta. Mentre fuori la campagna indulge al sole d'inverno e guarda le Ande andare in Bolivia, a pochi chilometri, le mura del commissariato di zona nascondono un gioco strano: due ragazzi stanno in mutande in mezzo al cortile a tremare. Sono magrissimi e ammanettati. Quello in primo piano è Miguel Angel Martinez, detto Vampirito. Ha 17 anni. Un poliziotto grasso che poi si scoprirà chiamarsi Gordillo, lo afferra per i capelli da beatle indigeno e lo mette in piedi. Un altro agente fa delle domande che non si capiscono bene. Gordillo stira e incrocia le braccia come chi sta per perdere la pazienza, poi prende una busta da supermercato e la infila in testa al ragazzo. Sulle prime è solo un cappuccio. Da sotto si sente dire: «non lo so, lo giuro, lo giuro», ma Gordillo non ci crede e stringe la plastica al collo, lasciando fuori l'aria. Vampirito si dimena e poi cade. «Parli?», gli chiede Gordillo, e lui fa «si» con la testa, ma poi patisce uno spasmo che sembra la morte e sviene per un attimo, riguadagnando il respiro. Questo è quello che alcuni chiamano un «sottomarino secco».
In secondo piano c'è Mario Luis Rodríguez, 18 anni all'epoca dei fatti. Vedendo quel che accadeva all'amico, ha gridato due o tre volte «basta, basta», distraendosi da ciò che stavano facendo a lui: mentre una guardia gli torce le braccia ammanettate dietro alla schiena, un'altra gli versa secchiate d'acqua in testa, anche in questo caso per fargli dire una cosa di cui molto probabilmente non ha alcuna idea. La scena resta impressa nelle memorie di chi l'ha subita e nelle coscienze strappate dei boia, poi, qualcuno carica su Youtube le riprese realizzate quel giorno e si decide subito che debba stare scritta anche su qualche fedina. Ad intervenire è quell'Argentina che si sta dimostrando capace di processare e condannare i militari che negli anni Settanta furono carnefici di una generazione intera e che ora si sveglia con i nuovi mostri in casa.
L'assessore alla Sicurezza di Salta, Eduardo Sylvester, va in conferenza stampa e tralascia gli eufemismi di rito in questi casi, parlando di «un evidente delitto commesso da parte del personale di polizia». In un primo momento, gli arrestati sono 5, poi cade anche il presunto cameraman, considerato anche il responsabile di aver, forse per rimorso, diffuso il video. Tutti appartengono alla narcotici, che a Salta si chiama Division de Drogras Peligrosas. Dai verbali risulta che Vampirito e Mario Rodriguez erano stati fermati con delle accuse di stupro, un campo d'indagine che sembra subito piuttosto strano per chi dovrebbe dare la caccia allo spaccio di droga.
La madre del primo dei due ragazzi, Beatriz Palacios, dà alla stampa una pista interpretativa: «Gordillo torturava mio figlio per abitudine, lo portava al fiume Mojotoro, lo picchiava e lo minacciava perché poi non dicesse nulla». Alcuni giornalisti vanno a cercare l'altro torturato, Mario Rodriguez. Lo trovano arrabbiato, non vuole parlare, ma sta in fondo meglio di Vampirito che ha appena tentato di impiccarsi. «Certo, loco», risponde col gergo di strada a chi gli chiede se quella delle botte fosse un'abitudine, «ci portavano al rio Mojotoro e ci pestavano di continuo».
E allora si capisce che quanto successo a Salta è solo la fotocopia di ciò che i prepotenti fanno sempre e in tutto il mondo quando credono di poter restare impuniti: sfogare le loro frustrazioni sui deboli. Poiché ciò è accaduto e soprattutto perché non torni ad accadere, il governatore della provincia di Salta, Juan Manuel Urtubey, ha deciso di dare una spinta alla Legge Organica di Polizia, una riforma delle norme operative delle forze dell'ordine, ferma da qualche anno nell'assemblea legislativa locale, in cui si propone di introdurre alcuni principi legati al rispetto dei diritti umani (già contenuti nella Costituzione argentina e in altri trattati internazionali), ma soprattutto, in cui si crea un ufficio di controllo all'operato della divisione disciplinare, ossia si mette un cane da guardia al cane da guardia del cane da guardia.
Le organizzazioni di militanza di base, quelle che cercano le tracce dei desaparecidos e tante altre sigle attive nella difesa dei diritti, che in questi giorni sono state protagoniste di una grandinata di comunicati di condanna per i fatti di General Güemes, però, non si accontentano delle misure prese dalla politica e chiedono il carcere per i colpevoli, nonché l'istituzione di misure di prevenzione. «Ufficialmente in questi casi si parla di abusi, di gravi irregolarità e si evita la parola tortura: è uno stratagemma per tenere basse le pene in tribunale», spiegano dalla Correpi, un'Ong che lotta contro le violenze nelle carceri e nelle istituzioni in genere. «In paese come il nostro, con una storia segnata da dittature e massicce violazioni dei diritti umani, è necessaria una profonda riforma delle forze di sicurezza», aggiunge la Correpi, eppure, secondo Amnesty International, l'80% dei casi di tortura avviene nei paesi del G20.
Non ho altro da aggiungere.........."BASTA"

                                                                                                                   Max

martedì 24 luglio 2012

IO STO CON DI PIETRO.....................




IO STO CON DI PIETRO
CERTO ANCHE IL FONDATORE DELL'ITALIA DEI VALORI AVRA' FATTO DEGLI ERRORI MA NESSUNO PUO' ATTRIBUIRGLI LA COERENZA CHE HA SEMPRE AVUTO IN PIU' DI QUALCHE OCCASIONE.
L'ATTACCO A DI PIETRO E' QUELLO DI SCREDITARLO, LA CASA COMPERATA CON I SOLDI DEL PARTITO, IL FIGLIO CONSIGLIERE REGIONALE, LA LISTA DEI PRESCIELTI PER IL PARLAMENTO, MA TRANQUILLI CHE SULLA COERENZA ANTONIO E' IL PERSONAGGIO CHE HA AVUTO PIU' CONSENSI.
PROBABILMENTE DI PIETRO NON E' UN UOMO DI SINISTRA, MA IN QUESTO MOMENTO ANTONIO VA PERFETTAMENTE BENE, CHIARO LA MIA SIMPATIA E' RISAPUTA QUESTO NON LO NEGO, MA ANCHE POLITICAMENTE PER ME IL FONDATORE DI ITALIA DEI VALORI VA BENE.
E' DECISO, RIESCE A STARE CON LA GENTE E QUESTO E' IMPORTANTISSIMO, CHI LO DICE E' UNA PERSONA CHE HA SEMPRE VOTATO P.C.I CHE HA AVUTO L'ONORE DI AVERE COME SEGRETARIO ENRICO BERLINGUER E CHE DA PARECCHI ANNI VOTA PER L'ITALIA DEI VALORI, PERTANTO PIENA FIDUCIA AL SUO PRESIDENTE.
MI DISPIACE CHE POSSA ESSERCI ALL'INTERNO DI QUESTO PARTITO DELLE CORRENTI O DEI MALUMORI, ANTONIO E' PRECISAMENTE QUELLO CHE VOGLIO..
L'ISTITUTO MONDIALE DELLA MEDICINA AFFERMA CHE PRENDERE LA CORRENTE D'ARIA TI PUO' FAR AMMALARE, PERTANTO PREFERISCO UN FACCIA A FACCIA CON IL GRANDE CAPO CHE RIUNIONI SOTTOBANCO, ECCO PERCHE' NEL MIO PASSATO POLITICO NON PRESI POSIZIONI RIGUARDO LE TRE MOZIONI DEL P.C.I., E ME NE ANDAI IN PUNTA DI PIEDI.
ORA SONO CONVINTO CHE ANTONIO DI PIETRO STIA VERAMENTE DALLA PARTE DELLA POVERA GENTE, SONO D'ACCORDO CON LUI RIGUARDO IL DISSENSO VERSO IL PD, FA BENE A NON SOSTENERE IL GOVERNO MONTI (GOVERNO COESO DI MODERATI E UOMINI DELLA DESTRA ITALIANA) UN GOVERNO CHE HA VOLUTO ESCLUSIVAMENTE FARE CASSA PER PORTARE FUORI L'ITALIA DALLA CRISI E SALVARE LE BANCHE.
ANTONIO DI PIETRO POPULISTA ????? ASSOLUTAMENTE NO !! DI PIETRO E' COERENTISSIMO, ALTRO CHE TRADITORE DI VASTO.
VASTO SIGNIFICAVA SOLO IL DESIDERIO DI UN'INTESA CON IL CENTROSINISTRA, I PEZZI PER STRADA CERTAMENTE NON SONO STATI CAUSATI DALL'ITALIA DEI VALORI MA DA QUEL PARTITO, IL PD, CHE SI PREOCCUPA DI PIU' DELLE QUESTIONI INTERNE DEI SUOI DIRIGENTI, CHE CERCARE IL CONSENSO POPOLARE.
ECCO PERCHE' ABBIAMO I RENZI DI TURNI, LE ROTTAMAZIONI VANNO FATTE SOLO QUANDO LE MACCHINE NON CORRONO PIU' ED INQUINANO, IN QUESTO CASO DI PIETRO E' ANCORA UN BUON TURBO.
LE DECISIONI SULLE COPPIE DI FATTO, SUI MATRIMONI GAY. L'EUTANASIA SONO SEMPLICEMENTE PICCOLI CAVILLI PER MASCHERARE DUE REALTA' NASCOSTE CHE SONO ALL'INTERNO DEL PD, I CATTOLICI ED I LAICI, ECCO PERCHE' ESISTONO I VELTRONI E DALL'ALTRA PARTE I PASINI, DIFFICILE STARE ASSIEME, MEGLIO TROVARE INTESA, MA SULLE SPALLE DI CHI???
MI SONO STANCATO DI QUESTA NOMENCLATURA, DI QUESTA “CASTA”, MI SONO ROTTO LE SCATOLE, BISOGNA AVERE IL CORAGGIO DI FARE DELLE SCELTE MA SOPRATTUTTO DI SAPERE DA CHE PARTE STO, E IL PD SU QUESTO E' UNA CATASTROFE.
ANTONIO DI PIETRO, L'UOMO REGALATO ALLA SINISTRA, FORSE L'UOMO CHE VORREBBE ESSERE AL CENTRO, PROBABILMENTE IDEOLOGICAMENTE UOMO DI UNA DESTRA LIBERALE, RIMANI COSI' COME SEI, LA TUA PARTE LA STAI FACENDO BENE, FORSE L'UNICO ERRORE E' QUELLO DI SCEGLIERE I CANDIDATI DALLA MEDIA BORGHESIA ITALIANA, DI SCILIPOTI DI TURNO NE TROVI A BIZZEFFE.
COMUNQUE VADA “IO STO CON DI PIETRO”, TRANQUILLO NON VOGLIO NESSUN SEGGIO IN PARLAMENTO, FAREI TROPPO CASINO CON CERTA MARMAGLIA




MASSIMO LORENZATO







I

....DIMENTICATA DA TUTTI!!!!!


La prostituta eroina dimenticata da tutti

Hedwig Porschütz ha salvato gli ebrei durante il nazismo, ma nessuno la ricorda mai

La prostituta eroina dimenticata da tutti
Esistono eroi che purtroppo per pregiudizi non vengono celebrati. Una di queste personalità è Hedwig Porschütz, una prostituta di Berlino che ha salvato vari ebrei dalla morte nazista, ma a causa del suo lavoro non ha mai ottenuto riconoscenza per il suo comportamento.
PROSTITUTA PER CRISI - L’orrore hitleriano è stato opposto da molti tedeschi, che durante la fase più tragica del regime nazionalsocialista si sono opposti per le più svariate motivazioni alle persecuzioni contro gli ebrei. Molti di loro erano persone semplici e sono finite nel dimenticatoio, e il loro operato fu celebrato grazie all’iniziativa di un ministro cittadino della Spd, Joachim Lipsitz. Altre persone però non hanno ottenuto neppure questo riconoscimento postumo, ed una di questi eroi si chiama Hedwig Porschütz. Nata come Hedwig Völker nel 1900 nel quartiere di Schöneberg, la berlinese cambiò vari lavori in gioventù, ma diventò disoccupata agli inizi degli anni trenta. Quando arrivò la grande crisi che travolse la repubblica di Weimar, Hedwig Porschütz iniziò a vendere il suo corpo per potere sopravvivere insieme al marito, anch’egli senza lavoro. Le sue attività di prostituta si concentravano ad Alexanderplatz, la grande piazza della parte orientale di Berlino dove la Porschütz aveva un alloggio. La vita della prostituta è sconosciuta fino agli anni quaranta, quando inizia ad avere un rapporto molto stretto con Otto Weidt, uno degli eroi della Berlino anti nazista, anche se è conosciuta la condanna subita per la sua professione .
EBREI SALVATI - Nella fabbrica di Otto Weidt trovarono ospitalità molti ebrei perseguitati dal regime hitleriano. Un cerchio di amicizie permetteva a Weidt di aiutare coloro i quali erano finiti nel mirino nazista a causa della loro etnia. Tra questi c’era in un ruolo di primo piano, come illustra Die Zeit, Hedwig Porschütz, che conduceva per l’imprenditore berlinese i fondamentali affari sul mercato nero. Questi servivano sia per fornire di vivere gli ebrei nascosti nelle officine, sia per corrompere i funzionari della Gestapo al fine di non far deportare i rifugiati nei campi di sterminio. La prostituta lavorava formalmente nella fabbrica di Weidt, anche se i suoi veri compiti erano le missioni di supporto agli ebrei nascosti dall’imprenditore berlinese. La stessa Hedwig Porschütz ospitò alcune donne a casa sua. Tre di loro si salvarono dai nazisti, mentre una fu deportata ad Auschwitz.
CONDANNA A VITA - Il ruolo della prostituta però non fu mai riconosciuto, neanche dopo la guerra, a causa di una condanna subita nel 1944. La polizia la prese a far acquisti sul mercato nero, e la sua attività di meretrice aggravò la condanna a sei mesi di carcere. La donna aveva perso la casa durante i bombardamenti su Berlino, e insieme al marito si trasferì in un altro quartiere della capitale dopo che il suo compagnò torno, molto malato, dalla guerra. La condizione di estrema povertà accompagnò la Porschütz per il resto della sua vita, ma la donna non ebbe neppure la gratificazione della riconoscenza. Nel 1959 l’ufficio competente per i risarcimenti di Berlino stabilì che le sue azioni pro ebrei non costituissero atti di resistenza al regime nazista tali da meritare una ricompensa. La condanna per prostituzione fu uno dei motivi per i quali alla Porschütz fu negata anche questa soddisfazione. Nel 1997 la donna morì in un ricovero per anziani. Solo il 20 luglio del 2012 è stata dedicata una targa alle sue azioni, a memoria delle prostituta che aveva salvato gli ebrei.
Non voglio dire altro..........la storia insegna

                                                                                                Max

mercoledì 18 luglio 2012

.............ENRICO BERLINGUER


CANTO PER LA MORTE DI ENRICO BERLINGUER
di Antonio Piromalli

Altri morirà all’Hilton o al Raphael,
nel letto di un’attrice o in casa di un banchiere,
altri sul yacht o sull’elicottero di un petroliere,
altri in ginocchio ai piedi di un finanziere;
il capo del partito operaio
muore lottando come un San Michele
contro i draghi imbevuti di tossico e fiele:
muore Enrico chiamando all’unità i compagni,
tra le mani dei compagni,
tra le rosse bandiere. Compagni,
non abbassate le bandiere,
il Partito non muore, Enrico vive
tra le nostre mille schiere!
Muore l’uomo giusto,
il rigore della coscienza è quello
della classe dei lavoratori,
piange a Padova con tutto il popolo Bepi Tola,
piangono i resistenti di Concetto Marchesi,
i partigiani di Egidio Meneghetti
quando si annunzia con emozione
«L’onorevole Berlinguer è mancato di vivere!».
Asciutta terra scabra alimenta tenacia,
generazioni del Sulcis, della Gallura, della Nurra,
del Campidano, della Barbagia, minatori, pescatori,
pastori
distillano adusto rigore, tenerezze
di solitudini, fra acque e nuraghi giochi,
libertà, lotte per la giustizia:
asciutta terra scabra distilla te, Enrico!
Un uomo – la Resistenza, il Dovere, la Pace –
ha vegliato con Ingrao, con Pecchioli,
un Uomo al grido «Enrico ci manca» risponde:
«Ci manca Enrico ma non il suo esempio.»
«Lo porto via con me, come un amico fraterno,
come un compagno di lotta!»
(ringhiano come i cani
reggicode, P2, guerrafondai:
sanno che non prevarranno mai).
Il Presidente accompagna Enrico a Tessera,
la folla piange, getta fiori, applaude,
il Presidente piange con l’Italia vera.
Il sole che tramonta sull’Appia
arrossa le immagini sorridenti di Enrico,
fiocchi di papaveri cadono sul compagno di lotta.
Il Comitato Centrale accoglie Enrico.
Immobile, in lacrime, un carabiniere saluta,
mille voci chiamano l’uomo del popolo,
il costruttore di un mondo senza guerra:
compagni, in alto le bandiere,
Enrico è sempre in testa alle nostre mille schiere!
Davanti alle Botteghe Oscure una selva di braccia
saluta col pugno chiuso e canta «bandiera rossa»;
singhiozza Fumagalli, impietriti la Jotti, Vetere,
Natta, Barca
quando Enrico passa davanti al Campidoglio;
per primo entra nella Direzione il Presidente;
saluta in Enrico il Partito il Comitato Centrale,
il Partito di Gramsci, Togliatti, Longo,
della Resistenza internazionale.
Un garofano rosso per deporre,
a te, sono venuto, al cuore sardo,
al tuo sorriso mite, a te implacabile
continuatore del rinnovamento,
a te spartano nuovo socialista
rispettoso di ogni libertà
per la presente e futura umanità.
Davanti al picchetto d’onore
passano Cossiga, Scalfaro che manda un bacio,
Zaccagnini, De Martino, Capucci, Moravia,
il generale Bisognero, il popolo d’Italia
delle officine, dei campi, della scuola, una nazione:
nella storia d’Italia è questa
la più grande manifestazione.
Tredici giugno, chi mai ti dimenticherà?
Anche chi vide la guerra, la pace,
non vide sì grande popolo commosso:
«Vivrai sempre», «non ti dimenticheremo»,
«Enrico sei morto insieme a noi» gridano
quando Enrico esce per sempre dalle
Botteghe Oscure
per entrare nella storia delle epoche future.
Altre mille bandiere rosse, corone rosse,
l’epos aleggia sul Campidoglio
con la marcia funebre di Chopin, il pianto
di mille e mille serrati intorno a una bara chiara,
consigli di fabbrica, sezioni, federazioni,
comuni levano gli stendardi, ringraziano
in nome di milioni di cuori,
dei lottatori, dei lottati,
con Enrico si legano al futuro!
L’emozione che circonfonde è sentimento d’amore
per chi ha lottato sulle piazze e in Parlamento,
anche muro contro muro, lealtà contro truffa e muffa,
lavoratori contro ingannatori e falsari
domestici e internazionali. Bandiere al vento
con Enrico verso cieli sereni e chiari.
Sui fiori avanza lentamente il corteo,
dall’alto, dai lati uomini, donne gettano fiori.
Sottile velo di lacrime rende tremula ogni immagine
con autocritico pensiero sorrido alle tue parole,
ti abbraccio nel Partito, la tua stretta di mano
del ventiquattro febbraio mi riporta sereno
a contemplare il popolo comunista nella protesta
contro Craxi-Carniti, burattinai e burattini
[carichi di veleno.
Siamo ancora sulla strada di quel tristo governo
e accompagniamo te, «virtù del comunismo
d’Europa»:
tutti i popoli d’Italia, tutte le lingue, tutti i lavori
sono con te a San Giovanni perché l’Italia non sci-
voli indietro;
questo dice ancora il tuo tenero, dolcissimo volto.
Il tuo pensiero nutre l’immenso popolo e i delegati
europei, asiatici, africani, americani:
Marchais, Carrillo, Zhao, Iglesias, Marcovich,
[Jotov, Manescu,
Van Geyt, Ventura, Sindermann, Mende, Arafat,
Zagladin!
Gorbaciov guarda con meraviglia
Yutta l’Italia presente,
parla di te, Enrico, comunista combattente.
La folla applaude con un boato il Presidente.
Nilde Iotti solenne ricorda tutti i presenti,
il sentimento nazionale e popolare accoglie
Craxi con un fischio potente.
Incarnavi, Enrico, dicono altri,
la virtù del nostro tempo,
la coscienza democratica e la coscienza di classe,
col tuo sguardo un po’ triste il ricatto epico
delle masse.
Con voce ferma Pajetta ricorda:
«Caro compagno Berlinguer, ti ringraziamo
per tutto quello che hai fatto,
parlasti sempre lo stesso linguaggio a Pechino
a Mosca, Roma e Strasburgo;
sappiamo come vuoi essere ricordato, a Padova
con un ultimo sforzo lo hai gridato».
Il Presidente accarezza la bara
come ultimo commiato.
Ora Gorbaciov guarda stupefatto le sale del Vaticano
e gli incombe sulla testa il libero mercato
di Marcinkus e Calvi;
ora il besame-mucho nostrano
cancella l’internazionalismo
e tiene il capitalismo per la mano.

lunedì 16 luglio 2012

VENEZIA...........UN DISASTRO !!!


QUESTA VOLTA VOGLIO SCRIVERE SINCERAMENTE QUELLO CHE PENSO SULLA VICENDA DEL GRANDE “ENIGMA “ DEL REDENTORE LA FESTA DELLA RICORRENZA DEI VENEZIANI RIGUARDO DIVIETI O ALTRO DA PARTE DEL COMUNE.
La Festa del Redentore a Venezia vanta antiche origini; l'evento come un magico rituale, viene festeggiata dal 1576, quando la Serenissima fu piegata dalla terribile peste, infliggendo migliaia di vittime. Il 4 settembre del 1576 il Senato deliberò che il Doge, dovesse impegnarsi ad erigere una chiesa dedicata al Redentore con la speranza che quest'ultimo potesse liberare la città dal flagello della pestilenza che colpì soprattutto le classi più povere, per le scarse condizioni igienico-sanitarie. La magnifica chiesa a croce latina fu opera del Palladio e fu consacrata nel 1592. L'elegante e classicheggiante facciata è caratterizzata da quattro imponenti colonne che reggono a loro volta un poderoso timpano triangolare.Il 13 luglio del 1577 la peste fu finalmente annientata. La terza domenica di luglio fu scelta come giorno dei festeggiamenti e forma di ringraziamento al Redentore. Fu così allestito un pontile di barche, attorno al quale ruotava il calore e l'euforia della gente, che a piedi o in barca festeggiavano allegramente fino allo spuntar del sole. Oggi, un tripudio di colori riveste la magnifica città: le imbarcazioni ben illuminate sono rivestite con frasche e palloncini colorati sotto un cielo che volge al tramonto; spettacolari e scenografici fuochi pirotecnici completano lo scenario dei festeggiamenti a suon di canti e balli sul canale della Giudecca fino a notte inoltrata. Sul canale attualmente viene allestito un pontile provvisorio lungo circa 330 metri, attraversato da migliaia di persone che si recano nella basilica del Redentore per omaggiarlo. La festa del Redentore tra presente e passato.....la tradizione vuole che sulle rive del canale la gente si riunisca e banchetti. Un clima di allegria, di forte identità culturale caratterizza e rende ancor più bella la città di Venezia, che tra sacro e profano si permea di una luce assolutamente divina. La festa è anche rappresentata da un momento di forte spiritualità, che si concentra tra il sabato e la domenica. Solitamente alle 10:00 di sabato si inaugura il ciclo delle funzioni sacre con la "Santa Messa del Capitolo della Cattedrale e delle Nove Congregazioni del clero"; segue la funzione delle 17:30 che segna l'apertura del ponte ed un'altra alle 0:30,a chiusura dello spettacolo pirotecnico. La domenica si svolgono altre otto messe tra le quali la principale è quella presieduta dal Patriarca alla presenza delle più autorevoli rappresentanze cittadine, che si conclude con la processione del SS.Sacramento e con la benedizione della città di Venezia

IN PRIMIS IL REDENTORE SAREBBE ORIGINARIAMENTE LA FESTA DELL'ISOLA DELLA GIUDECCA....COSTRUITA LA BASILICA DA PARTE DEI DEVOTI, L'ORMAI PONTE VOTIVO COSTRUITO ALLORA SU BARCHE CHE UNIVA LA FONDAMENTA DELLO SPIRITO SANTO ALLA BASILICA DEL REDENTORE, IN POCHE PAROLE FESTA NEL SENSO PROPRIO DELLA PAROLA. LE BARCHE ADDOBBATE CON RAMI DI QUALCHE ALBERO I PALLONCINI COLORATI ILLUMINATI DALLE CANDELE, IL GRANDE CIBO........”FAGIOLI- FASIOI!.........”ANATRA RIPENA-ANARA”.........”PASTA CON LE SARDE-BIGOI IN SALSA”........”LUMACHINE-BOVOETI”............VINO IN QUANTITA'..........FUOCHI D'ARTIFICIO E POI TUTTI AL LIDO AD ATTENDERE L'ALBA.........IN POCHE PAROLE DISTRUTTI DA UNA SERATA MERAVIGLIOSA.
MA SONO SUCCESSI ALCUNI EPISODI............QUALCHE PICCOLO INCENDIO QUALCHE CONTE O CONTESSA CHE PROTESTAVA PER TUTTA QUELLA MARMAGLIA CHE OCCUPAVA IL CANALE DELLA GIUDECCA...........ZAC...........LA POLITICA HA FATTO IL RESTO PIAN PIANINO.........LA FESTA DEL REDENTORE PORTA SOLDI MEGLIO SPOSTARE NEL BACINO DI SAN MARCO DOVE I TURISTI.....QUELLI CON I SOLDI.......DALLE TERRAZZE DEI GRANDI ALBERGHI POSSONO TRA CHAMPAGNE E OSTRICHE GODERSI QUEL BENE DEL SIGNORE.
IN POCHE PAROLE SEMPRE I SOLDI SEMPRE IL TURISMO SEMPRE QUALCUNO DI IMPORTANTE CHE CONTA...........PERCIO' CACCIA SPIETATA ALL'EVASORE FISCALE.....
MEZZO LITRO DI ACQUA 1€ SPESSO 2€............UN POSTO OFFERTO DAI BAR DAI RISTORANTI FORSE 30€ A PERSONA ESCLUSA LA CONSUMAZIONE........LE BARCHE PRESE A NOLO CON TURISTI DISPOSTI A SPENERE 20-30-40-50€..........MA LE MIE SONO CALUNNIE.........ALLORA INTERVENGONO I TAXISTI REGOLARI E NON A PROTESTARE PERCHE' NON LAVORANO.......SI INCAZZANO PERCHE' NON GUADAGNANO........(RISATA DA PARTE MIA)........MA DEVO STARE ATTENTO A QUELLO CHE DICO ANCHE QUI AL NORD LE CONGREGAZIONI ESISTONO E RIMANGONO PURE IMPUNITE.......MA DICO QUELLO CHE PENSO.........TUTTI GUADAGNANO.........A LORO NON INTERESSA IL CREDO POLITICO L'IDEALE POLITICO..........L'UNICO IDEALE E' SEMPRE AVERE LE TASCHE PIENE DI SOLDONI........POI QUALCHE “COGLIONE PAGHERA' LE TASSE PER LORO”.
IN SOSTANZA E' BATTERSI CONTRO I MULINI A VENTO E CREDETEMI IO NON SONO IL DON CHISCIOTTE DI TURNO MA DICO QUELLO CHE PENSO.......GLIELO DICO AI POLITICI GLIELO DICO A COLORO CHE GUADAGNANO A “SBAFFO”.
CARISSIMI SIGNORI POLITICI DI VENEZIA.....DA DESTRA A SINISTRA......SONO FINITI I TEMPI DEI SOLDINI SPESI PER MILLE PROGRAMMI ELETTORALI.......BASTA FARE 5 PROMESSE IMPORTANTI E PORTARLE A TERMINE.......LA GENTE SARA' PIU' FELICE.... MA IN QUESTE SITUAZIONI CREDETEMI DIFFICILE NON “FANCULIZZARVI” PERCHE' TUTTO VA MALE.
MI OFFRO IO COME “CITY MANAGER” PER QUESTA CITTA'.........DATEMI CARTA BIANCA......NON VOGLIO NESSUN STIPENDIO NESSUN CONSENSO......AL TERMINE DEL MIO LAVORO DEVOLVERETE IL TUTTO ALLA MIA ASSOCIAZIONE........MA SARO' IN STRADA OGNI GIORNO A DIRE.......”QUESTO NON SI FA”.
IERI IL TRONCHETTO ERA UN LETAMAIO DI SPORCIZIA........UN'ENTRATA A VENEZIA ORRIBILE........I TAXI SUL BACINO DEL TRONCHETTO SCORAZZAVANO IN MODO OSCENO.........L'ENTRATA IN VENEZIA DA VIA RIGHI UN TOILETTE VIVENTE........
NESSUN CONTROLLO DEI PREZZI......EPPURE CI ESALTIAMO QUANDO PARLIAMO DELLA NOSTRA CITTA'.............CERTO IO SNO FIERO DI ESSERE VENEZIANO MA NON SONO FELICE DI ABITARCI.........ALCUNE CATEGORIE IN VENEZIA FANNO DA PADRONE E SOPRATTUTTO CONTANO POLITICAMENTE.
AVVOCATO ORSONI...........SINDACATO DELLA MIA CITTA'........CREDO NON MI SAREBBE IMPOSSIBILE GOVERNARE VENEZIA IN QUESTO MODO, PER FARLO BASTA CORAGGIO DI ESPORSI...........DI ANDARE IN STRADA CON GLI OPERATORI E TROVARE SENZA FATICA QUALCOSA PER FAR RINASCERE QUESTA GRANDISSIMA CITTA'

                                                                                                         MAX

venerdì 13 luglio 2012

FAR FALLIRE UN POPOLO PER SALVARE I RICCHI !!!!

«Otto mesi di tasse, disoccupazione, di espropri fiscali dei patrimoni privati per tornare al punto di partenza con un Paese più in ginocchio di prima. In un'azienda privata un successo di questa natura porterebbe al defenestramento dell'amministratore con un calcio nel culo»., questo è il bilancio dell'operato del governo di 'Monti, flagello di Dio'.
«Rigor Montis è diventato presidente del Consiglio l'11 novembre del 2011, ufficialmente per salvare l'Italia dal fallimento. La 'mission' di Rigor Montis era la diminuzione dello spread, per questo ha introdotto l'Imu, alzato le tasse, tagliato la Sanità, la Giustizia, persino gli uffici postali di circa un migliaio, cancellato l'articolo 18. Lo spread non si è accorto di questo grande impegno e oggi è salito a quota 480 insieme al declassamento dei titoli pubblici a Baa2 da A3, a due soli passi dalla valutazione di titoli 'junk', spazzatura». 






«La crisi non può essere risolta con il dogma della crescita. Ci stiamo impiccando. Tra un anno, con questa politica recessiva tutti gli indici economici saranno peggiorati, con l'unico risultato di aver impoverito ancora di più questa Nazione». «Nella discesa agli inferi, i Caronte, Berlusconi e Bersani, coloro che ci hanno traghettato nell'abisso di un enorme debito pubblico, ci danno lezioni e si propongono al governo nel 2013 come salvatori. Oltre al danno, anche la beffa. I cialtroni tornano sempre sul luogo del disastro. Gente giovane in Parlamento. Sarà un piacere vedere questi vecchi cialtroni della politica confrontarsi con le speranze di questo paese».
Svegliamoci e mandiamo a casa tutti


                                                                                                               Max

venerdì 6 luglio 2012

NON DIMENTICHEREMO MAI.........UNA GRANDE VERGOGNA !!!!


Sono definitive tutte le condanne ai 25 poliziotti per l’irruzione della polizia alla scuola Diaz al termine del G8 di Genova la notte dei 21 luglio 2001. Lo hanno deciso i giudici della quinta sezione della Corte di Cassazione. Confermata anche la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, che dunque colpisce alcuni altissimi gradi degli apparati investigativi italiani: Franco Gratteri, capo della Direzione centrale anticrimine, Gilberto Caldarozzi, capo dello Servizio centrale operativo, Giovanni Luperi, capo del dipartimento analisi dell’Aisi, l’ex Sisde. Tutti condannati per falso aggravato, l’unico reato scampato alla prescrizione dopo 11 anni, in relazione ai verbali di perquisizione e arresto ai carico dei manifestanti, rivelatisi pieni di accuse infondate. ”La sentenza della Corte di Cassazione – ha dichiarato il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri – va rispettata come tutte le decisioni della Magistratura. Il ministero dell’Interno ottempererà a quanto disposto dalla Suprema Corte”.


Gli imputati dovranno risarcire le parti civili, come già disposto nelle sentenze di merito. Nessuno dei condannati rischia invece il carcere, grazie ai tre anni di sconto dall’indulto approvato nel 2006. La Suprema corte ha dichiarato prescritte le condanne per le lesioni inflitte ai capisquadra dei “celerini” del Reparto mobile di Roma. Per loro, a quanto si apprende, non dovrebbe scattare l’interdizione. Si tratta degli otto capisquadra del VII Nucleo Sperimentale Tucci, Cenni, Basili, Ledoti, Compagnone, Stranieri, Lucaroni e Zaccaria. 
In dettaglio, il collegio presieduto da Giuliana Ferrua ha confermato 4 anni a Giovanni Luperi e Francesco Gratteri, 5 anni per Vincenzo Canterini (all’epoca comandante del Reparto mobile di Roma, oggi a riposo), 3 anni e 8 mesi a Gilberto Caldarozzi, Filippo Ferri, Fabio Ciccimarra, Nando Dominici (questi ultimi all’epoca dirigenti di diverse Squadre mobili), Spartaco Mortola (ex capo della Digos di genova), Carlo Di Sarro, Massimo Mazzoni, Renzo Cerchi, Davide Di Novi e Massimiliano Di Bernardini. Prescritti, invece, i reati di lesioni gravi contestati a nove agenti appartenenti al VII nucleo sperimentale del Reparto mobile di Roma.
Oltre 60 feriti e 93 arrestati e poi prosciolti, tra i quali molti giovani stranieri. Il blitz alla scuola Diaz-Pertini, dove alloggiavano manifestanti antiliberisti giunti nel capoluogo ligure per le manifestazioni contro il G8 del 2001, avviene nella notte tra il 21 e il 22 luglio, il giorno dopo la morte di Carlo Giuliani. All’operazione presero parte centinaia di poliziotti, e nessuno è mai stato in grado di fornirne il numero esatto, dato che – come è emerso ai processi – molti agenti e funzionari si aggregarono spontaneamente al contingente.
La scuola era ritenuta il “covo” dei black bloc, protagonisti di due giorni di violenti scontri con le forze dell’ordine. Dai processi, però, è emersa anche la volontà dei vertici della polizia di portare a termine un’azione eclatante per bilanciare il disastro dell’ordine pubblico al G8 genovese. L’ex vicecapo della polizia Ansoino Andreassi, per esempio, ha testimoniato in aula la sua ferma contrarietà all’intervento, avvenuto quando il vertice e le relative contromanifestazioni erano finite. Ma, secondo Andreassi, alla fine prevalse la volontà dei dirigenti inviati da Roma dal capo della polizia Gianni De Gennaro.



L’IRRUZIONE. Nel corso dell’irruzione nel complesso scolastico, aperta dagli uomini del VII Nucleo Sperimentale del Primo Reparto mobile di Roma, comandato da Vincenzo Canterini, la maggior parte degli occupanti viene picchiata selvaggiamente. Al pestaggio, però, non partecipano soltanto i “celerini”, ma anche uomini delle Squadre mobili e delle Digos, distinguibili dai primi dalle divise o dal fatto di essere in borghese. La brutalità dell’intervento sarà confermata al processo di primo grado, oltre che dalle testimonianze di decine di vittime costituitesi parte civile, da Michelangelo Fournier, comandante del VII nucleo, che parlerà di “macelleria messicana” e “colluttazioni unilaterali” in cui i sui colleghi pestavano e gli occupanti subivano. Due vittime arrivarono al pronto soccorso in codice rosso, in pericolo di vita. Fournier racconterà anche di un collega che davanti a una ragazza gravemente ferita a terra “mimò il gesto del coito”.
Molti degli arrestati verranno poi rinchiusi per giorni nella caserma di Bolzaneto, dove subiranno altre violenze.Tutti gli occupanti della Diaz-Pertini sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla devastazione e al saccheggio, un reato che prevede fino a 15 anni di carcere. In sostanza la polizia li accusa di essere tutti dei “black bloc“, protagonisti di gravi incidenti in piazza il 20 e il 21 luglio. Ma le prove verbalizzate dalla polizia si riveleranno false. A cominciare dalle due bottiglie molotov portate all’interno della Diaz dai poliziotti stessi, come accertato definitivamente dal processo di primo grado.
L’INCHIESTA E I PROCESSI. Dopo il G8, finiscono sotto inchiesta agenti e alti funzionari: 29 vengono rinviati a giudizio, accusati a vario titolo di falso, arresto arbitrario, lesioni e calunnia. Il tribunale di Genova, il 13 novembre 2008, con una sentenza che sarà al centro di polemiche, assolve 16 imputati – funzionari e dirigenti – mentre ne condanna 13, che sono soprattutto uomini del VII Nucleo.
La Corte d’appello genovese, però, ribalta il verdetto il 18 maggio 2010: 25 le condanne – tra cui quella di Francesco Gratteri, Giovanni Luperi, Vincenzo Canterini, Spartaco Mortola, Gilberto Caldarozzi, tutti alti funzionari di polizia – comprese tra i 5 e i 3 anni e 8 mesi di reclusione, con la pena accessoria dell’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici. Come in primo grado, nessuno degli imputati è riconosciuto responsabile di specifici episodi di violenza, anche per la difficoltà, da parte delle vittime, di riconoscere gli agenti coperti da caschi e fazzoletti sul volto. Ma dalla ricostruzione dei giudici di secondo grado appare chiara la responsabilità dei vertici per non essere intervenuti a fermare i pestaggi e, per i firmatari dei verbali d’arresto e perquisizione, di aver avallato false accuse verso i 93 “no global”.
Nel processo di cassazione, il pg Pietro Gaeta ha chiesto la conferma delle condanne per tutti gli imputati, mentre fuori dal “palazzaccio” le vittime e le associazioni chiedecano “verità e giustizia”.
L’ASSOLUZIONE DI DE GENNARO. Un processo parallelo poi, ha riguardato l’ex capo della polizia, oggi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni de Gennaro, accusato di aver istigato alla falsa testimonianza sulle violenze alla Diaz l’allora questore di Genova Francesco Colucci. De Gennaro, assolto in primo grado, ma condannato in appello a un anno e 4 mesi, viene prosciolto definitivamente da ogni accusa dalla Cassazione, che, nel novembre 2011, annulla la sentenza d’appello “perché il fatto non sussiste”.
LE PAROLE DELLA CANCELLIERI. “La sentenza della Corte di Cassazione di oggi va rispettata, come tutte le decisioni della magistratura. Il ministero dell’Interno ottempererà a quanto disposto dalla Suprema Corte” afferma in una nota la Cancellieri. “La sentenza – prosegue il ministro dell’Interno – mette la parola fine a una vicenda dolorosa che ha segnato tante vite umane in questi 11 anni. Questo non significa che ora si debba dimenticare. Anzi, il caso della Diaz deve restare nella memoria. Ma proprio le definitive parole dei giudici – riprende il ministro dell’Interno – ci devono spingere a guardare avanti sicuri che le Forze di Polizia sono per i cittadini italiani una garanzia per la sicurezza e per la democrazia”. “Del resto – conclude Cancellieri – nessuno puo’ dimenticare l’attivita’ quotidiana di tante donne e uomini della Polizia che, con dedizione, professionalita’ e coraggio, lavorano al servizio dello Stato per il bene di tutti”.
MANGANELLI: “RISPETTO PER LA SENTENZA”. Anche il capo della polizia Antonio Manganelli è intervenuto in serata: “L’istituzione – ha affermato – accoglie la sentenza della magistratura con il massimo dovuto rispetto e ribadisce l’impegno a proseguire nel costante miglioramento del percorso formativo relativo al complesso campo dell’ordine e della sicurezza pubblica. Esprime apprezzamento e orgoglio per la maturita’, l’onesta’, la dedizione e l’entusiasmo con cui quotidianamente il Paese viene servito dalle donne e dagli uomini delle forze di polizia”.
Una pagina sporca di questa Nazione........indimenticabile !!!!
Sono addestrati da 4 esaltati chiaramente fascisti........sono istituzionalmente fascisti...........che dire?????
MANDIAMOLI A CASA TUTTI !!!!

                                                                                                 Max