martedì 7 maggio 2013

LA FINE DEL PARTITO DEMOCRATICO...........ORA NUOVO PROGETTO


Terzi, addio al Pd dopo una vita a sinistra:
"Partito alla deriva per l'accordo con il Pdl"

Settantadue anni, già dirigente del Pci-Pds-Ds milanese, lo storico dirigente della Cgil lombarda affida all'Unità il proprio sfogo: il governo varato da Letta con il sostegno di Berlusconi segna un punto di non ritorno




Terzi, addio al Pd dopo una vita a sinistra: "Partito alla deriva per l'accordo con il Pdl" Riccardo Terzi

Il compagno Terzi lo conosco da parecchi anni per via del sindacato.....bellissima persona...ho letto la sua motivazione riguardo la sua fuori uscita dal PD....”Non sono io che lascio il Pd, ma è il Pd che lascia andare alla deriva il suo progetto». È un addio doloroso quello di Riccardo Terzi, 72 anni, segretario nazionale dello Spi Cgil e una vita da dirigente del Pci-Pds-Ds milanese, per anni segretario della Cgil lombarda. Il governo guidato da Enrico Letta con il Pdl di Silvio Berlusconi è il punto di non ritorno secondo lo storico sindacalista: «Si può spiegare così quello che è stato deciso dal gruppo dirigente del Pd? Assolutamente no. Non è una manovra tattica, ma è la scelta di una alleanza politica, di un patto organico di governo».

Terzi se ne va e per farlo ha scelto le colonne dell’Unità. «Il partito politico è lo strumento che si giustifica in vista di un fine. Come tutte le cose umane — ha scritto — è uno strumento inevitabilmente imperfetto, attraversato e condizionato dalle tante miserie della competizione per il potere. Non serve a nulla la denuncia moralistica di questo stato di cose, perché tutto ciò sta nella nostra natura e nella nostra debolezza. Ma è essenziale che resti visibile il progetto, che non venga spezzato il rapporto tra i mezzi e il fine».

Doveva nascere il “governo del cambiamento” e invece, questo è il ragionamento di Terzi. «nel momento in cui un esito elettorale molto problematico, in bilico tra spinta eversiva e spinta democratica, avrebbe richiesto il coraggio di soluzioni innovative, la vecchia politica si chiude

nel suo recinto, si autoprotegge e si autoassolve, mentre fuori dal recinto si infiammano tutte le ventate dell’antipolitica». Una vita nel Partito, spesso subendone le scelte e le svolte a malincuore, e adesso? «Resto nel campo della sinistra, anche se non so, oggi, chi sia in grado di organizzarlo e di rappresentarlo. D’altra parte, la parola “sinistra” è un’espressione del sociale prima che del politico. E dal sociale occorre ripartire, dalle contraddizioni che ancora attendono di essere esplorate, rappresentate, organizzate. La sinistra è questo lavoro di scavo nel sociale. Il resto è solo chiacchiera», ha concluso Terzi.
Fuori uscire credo sia la cosa più giusta perchè questo grande progetto rinnovativo e riformativo non è mai nato.......la Democrazia Cristiana è rinata da parecchi anni ora credo sia giusto il momento di fare sul serio...........anche noi abbiamo bisogno di identificarsi ma certamente non nel PD

                                                                                                              Max                                                                                                                                                               

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