domenica 29 settembre 2013

PARTITO DEMOCRATICO........QUESTA E' LA REALTA'


                                                          




La vecchia e la nuova "Balena Bianca". Corsi e ricorsi storici.
I dorotei e la DC degli anni Sessanta sino al Congresso nazionale del 1989 che sarà l'ultimo Congresso della DC
La corrente dei Dorotei (il cui nome deriva dal convento di Santa Dorotea nel quale alcuni leader di Iniziativa Democratica si riuniscono per dare la sfiducia a Fanfani), 
L'altra parte della corrente di Iniziativa Democratica, e cioè i seguaci di Amintore Fanfani, si organizzano nella corrente di Nuove Cronache, a cui aderiscono tra gli altri Arnaldo Forlani, Ettore Bernabei, Franco Maria Malfatti, Giovanni Gioia
La corrente dei sindacalisti viene denominata Rinnovamento Democratico, e poi successivamente Forze Nuove, e vi aderiscono, oltre a Giulio Pastore, Carlo Donat Cattin e Bruno Storti.
La corrente dei Pontieri, una costola della corrente dorotea guidata da Paolo Emilio Taviani, che si pone l'obiettivo di creare un ponte tra la maggioranza del partito e le sue correnti di sinistra.
La corrente dei Morotei, gli amici di Aldo Moro che si distacca dai dorotei assumendo una posizione autonoma nel partito, con una linea politica sempre più orientata verso la sinistra. A questa corrente appartengono Benigno Zaccagnini e Luigi Gui.
Nel 1969 la rimanente corrente dorotea si divide in due componenti diverse:
- Iniziativa Popolare, costituita da Mariano Rumor e Flaminio Piccoli;
- Impegno Democratico, costituito da Emilio Colombo a cui aderisce anche la corrente Primavera di Giulio 


Andreotti.
Infine nasce la cosiddetta Area Zac, che vede le correnti di sinistra dei Morotei, della Base, e di una parte di Forze Nuove (guidata da Guido Bodrato) raggrupparsi intorno alla linea politica di Zaccagnini.

Attuali correnti in casa PD
Il gruppo più numeroso, sia alla Camera che al Senato, è quello dei Bersaniani. Di stretta osservanza, alla Camera, ne contiamo tra i 70 e i 75, affiancati da un gruppo più “liquido” di circa 35 deputati, per una quota pari al 38% dei democratici alla Camera. Segue Areadem, la componente di cui fanno parte Franceschini, Fioroni e Fassino che, insieme ai nostalgici di Veltroni, si spartiscono pressocché equamente i seguaci. Alla Camera contiamo tra i 60 e i 65 appartenenti ad Areadem, pari a circa il 21%, ben distanti, perciò, dai Bersaniani. Al Senato, invece, la distanza tra i due gruppi si riduce di molto, ed e quantificabile sulle dita di una mano.
Arriviamo a una nuova componente, i cosiddetti Renziani. Ne troviamo una quarantina alla Camera (14%) e una dozzina al Senato (11%). Seguono i Lettiani: circa venticinque rappresentanti tra Camera e Senato, per la precisione una ventina alla Camera (6%) e il resto al Senato (5,5%).
Appaiate, una componente storica della sinistra italiana e una nuova componente, che nel recente passato hanno vissuto una storia comune, finché gli onorevoli Fassina, Orfini e Orlando non hanno deciso di recidere il legame con Massimo D’Alema. Parliamo quindi di Giovani Turchi e D’Alemiani che, sia alla Camera che al Senato “controllano” tra il 4% e il 5% dei gruppi del Partito Democratico. Seguono le due aree guidate da Rosy Bindi e da Giuseppe Civati.
Per concludere troviamo una piccola schiera di parlamentari vicini a Laura Puppato, gli eletti appartenenti al PSI, i Teodem (qualcuno c’è ancora) e una quota di parlamentari eletti al di fuori dagli schemi di corrente, che ammonta a circa il 7,5% del totale.
Volendo fare dei calcoli sul totale degli eletti del Partito Democratico potremmo perciò suddividerli in Bersaniani (35%), appartenenti ad Areadem (23%), Renziani (13%), Lettiani (6%), D’Alemiani (4,5%) e Giovani Turchi (4,5%), Bindiani (2%), Civatiani (1,5%), un gruppo di indipendenti (7,5%) e i rimanenti delle componenti minori, incluso il PSI (3%). Nel contesto attuale, estremamente caotico, se il Partito Democratico optasse per un Congresso “serrato”, giocato tra militanti e tesserati, queste cifre peseranno, eccome. Il tutto con una nuova incognita: quella di Fabrizio Barca.


Non sarò mai democristiano questo è certo e sicuro !!!!!!


                                                                                                           Max

NAUSEANTE...............................................

NAUSEANTE. Padre Amorth benedice Forza Italia e spiega: “I gay? Figli del demonio, neanche gli animali fanno certe porcherie”

zzz

 Padre Amorth benedice Forza Italia e spiega: “I gay? Figli del demonio, neanche gli animali fanno certe porcherie”
Intervistato a La Zanzara di Radio 24, l’esorcista ha spiegato come gli omosessuali siano peggio degli animali e siano suggeriti dal demonio.
“I gay non sono da esorcizzare, ma da convertire, poiché agiscono su suggerimento del demonio.” E’ quanto sostenuto da Padre Gabriele Amorth, il noto esorcista.
Intervistato alla trasmissione “La Zanzara”, su Radio 24, il sacedote ha spiegato come l’omosessualità sia un male contro natura, tanto più che, sostiene, “gli animali”, cioè esseri naturali, “non fanno certe porcherie”.
L’omosessualità, inoltre, secondo padre Amorth è una vera e propria dimostrazione dell’esistenza del demonio e tutti coloro che ne sono affetti “vanno dritti dritti all’inferno”, a meno che non vogliano convertirsi e “guarire“, come se si trattasse di una malattia.
D’altronde, secondo l’uomo, l’essere gay è semplicemente “un’abitudine che dipende da quello che si vede, dalle compagnie che si frequentano, da internet e dalla televisione, che fa propaganda omosessuale.”
E’ per questo che ci troviamo in un mondo così corrotto e guasto”, ha aggiunto.”
Padre Amorth non ha risparmiato critiche neanche nei confronti del mondo politico: “Vedo anche politici che si fanno suggerire dal demonio”, ha infatti illustrato. “Sono tutti quelli che sono favorevoli a leggi contrarie alle leggi di Dio.” Esclusion fatta, ovviamente, per i militanti di Forza Italia, a cui Padre Amorth ha concesso una lunga e accorata benedizione, in occasione dell’inaugurazione di una nuova sede.

NON CI SONO PAROLE

Voglio solo ricordare una battuta pubblicata da IL BASTARDO un po’ di anni fa e che ha fatto il giro del Web: L’omosessualità è stata trovata in più di 450 specie. L’omofobia si trova solo in una. Quale sembra innaturale adesso?
Vorrei anche dire ciò che veramente penso di Padre Amorth, ma ovviamente non posso farlo perchè altrimenti veramente stavolta mi chiudono il blog !! …E allora permettetemi una citazione di Alda MeriniLe mosche non riposano mai perché la merda è davvero tanta.” .........intenditor poche parole

                                                                                                                                   Max

sabato 21 settembre 2013

.....NAPOLITANO PER FAVORE BASTA, IL SALVA ITALIA NON REGGE PIU'

                                                             



Napolitano salva Berlusconi e monita magistrati e stampa.
Finalmente si è tolto qualche sassolino dalle scarpe”. Giovanni Maria Flick è uno dei pochi ad aver colto quello che in realtà è stato una sottilissima, impercettibile, replica di Giorgio Napolitano ai rinnovati attacchi di Silvio Berlusconi alla magistratura. Tanto che a esultare per le parole del presidente della Repubblica è stato il Pdl, mentre il Pd per ore è rimasto silente e a fine giornata Guglielmo Epifani ha buttato lì un pacificatorio “rinnoviamo la stima a Napolitano per il lavoro che sta svolgendo”. Punto. Le uniche voci critiche sono arrivate da Di Stefano del M 5 S: “Parole indecenti, deve dimettersi” IL CAPO dello Stato ieri ha partecipato all’incontro alla Luiss in ricordo di Loris D’Ambrosio, consigliere di Napolitano scomparso per un attacco cardiaco il 26 luglio 2012. Gli interventi di Paola Severino ed Ernesto Lupo, che ha sostituito D’Ambrosio al fianco di Napolitano, sono passati quasi inosservati. E il ricordo del consigliere è stato l’input per parlare di giustizia. Ma la risposta agli attacchi di Berlusconi alla magistratura non è arrivata chiara per tutti. Nei sette minuti circa di intervento, Napolitano ha indicato l’esistenza di una “spirale di contrapposizioni tra politica e giustizia che da troppi anni imperversa nel nostro Paese”. Il “superamento di tale fuorviante conflitto, gravido di conseguenze pesanti per la vita democratica in Italia, ha rappresentato l’obiettivo costante del mio impegno fin dal-l’inizio del mandato presidenziale”. E ha voluto ricordare che già nel 2008 al Csm aveva invitato tutti a operare affinché “la politica e la giustizia cessino di concepirsi ed esprimersi come mondi ostili, guidati dal sospetto reciproco, anziché uniti da una comune responsabilità istituzionale”. E forse perché inascoltato dalla politica (dal 2008) Napolitano ha chiesto ieri collaborazione ai magistrati dai quali, ha detto, deve arrivare un contributo “molto importante” e invitando ad avere una “attitudine meno difensiva e più propositiva rispetto al discorso sulle riforme di cui la giustizia ha indubbio bisogno e che sono pienamente collocabili nel quadro dei principi della Costituzione”. Un monitino alla politica, un monito ai magistrati, un monitone ai giornali che si sono occupati della trattativa Stato-mafia che coinvolse, suo malgrado, anche D’Ambrosio. NEL “NON SOPITO sdegno” per la scomparsa del consigliere, ha scandito Napolitano, “nulla è stato più paradossale e iniquo che vedere anche Loris divenire vittima” del “perverso giuoco politico-giuridico e mediatico. La cui impronta mistificatoria si è fatta risentire proprio oggi (ieri, ndr) forse in non casuale coincidenza con questo incontro”. Il riferimento, questo decisamente chiaro, è alla notizia, pubblicata ieri dal Fatto, del carteggio tra il Pg della Cassazione, Gianfranco Ciani, e l’attuale presidente del Senato, Pietro Grasso, ai tempi in cui era procuratore nazionale antimafia, acquisito dalla Procura di Palermo. Carteggio che riguarda le pressioni di Nicola Mancino (imputato per falsa testimonianza) a Napolitano che poi sarebbe intervenuto su Ciani nel tentativo di definire il destino dell’inchiesta sulla trattativa. Il processo si apre il 26 settembre, il capo dello Stato è tra i 177 testimoni e tra i documenti acquisiti c’è una lettera di Ciani a Grasso dai contenuti inequivocabili: “Devo dare seguito alla nota del 4 aprile 2012 del segretario generale della Presidenza della Repubblica”. Così ieri il Capo dello Stato, tra moniti e monitini, ha infilato anche la reprimenda ai pm invitandoli ad avere, fra l’altro, “riserbo, assoluta imparzialità e senso della misura e del limite”. Applausi dai presenti: Grasso, Ciani, Giovanni De Gennaro, Giuliano Amato, Francesco Gaetano Caltagirone e Gianni Letta, per citare i più compiaciuti dell’invito al silenzio e alla moderazione rivolto ai pm. MA È DAI palazzi del Pdl che è arrivato al Quirinale il diluvio di complimenti. “Mi sembra che anche Napolitano si stia accorgendo che qualcosa non va nella giustizia italiana”, ha scandito incredula Daniela Santanchè. Per poi aggiungere: “Mi piacerebbe tanto asfaltare quella magistratura politicizzata che vuol togliere al leader di Forza Italia la rappresentanza di 10 milioni di italiani dalla politica”. L’invito alla sobrietà che Napolitano ripete dal 2008 è stato chiaramente recepito. nelle indagini dei pm siciliani contro la legge e ben oltre i suoi poteri. “Nulla è stato più paradossale e iniquo – dice il Presidente – che vedere anche Loris divenire vittima di quello che il professor Fiandaca ha chiamato ‘ un perverso giuoco politico-giuridico e mediatico ‘. La cui impronta mistificatoria si è fatta sentire proprio oggi forse in non casuale coincidenza con questo incontro”. Stia tranquillo, Presidente: i giornali, almeno il nostro, servono a dare notizie. E quelle carte erano una notizia, per giunta attuale visto che il loro deposito è avvenuto giovedì. L’idea che le abbiamo raccontate apposta (“non in casuale coincidenza”) per disturbare la sua fondamentale prolusione alla Luiss può venire soltanto a chi è abituato a certi giochetti. Dunque non a noi. Come dice Massimo Fini, “omnia munda mundis, omnia sozza sozzis”. 
Non lo sopporto piu'.....se ne deve andare, istituzionalmente sei Presidente di una Repubblica di me non sei nulla anzi meglio che non mi esprima.


                                                                                                   Max

mercoledì 18 settembre 2013

IL FASCISMO UCCIDE ANCORA !!!!!!


Gli antifascisti in tutta Atene sono in allerta e si dice che siano in attesa di una chiamata per iniziare a muoversi, ma sono stati avvertiti di stare attenti e rimanere organizzati. E 'inoltre in fase di ricostruzione la dinamica dell'omicidio. 

Una manifestazione è stata indetta per oggi, sul luogo dove è avvenuto l'omicidio, alle 18:00.

Dopo lo sfrontato attacco di Alba Dorata contro il Kke, la violenza neo nazista è in continua escalation. Adesso, con l'omicidio di Killa P, cantante simbolo dell'antifascismo, vi è il salto di qualità criminale, da teppismo a crimine violento. Questo accade nel momento in cui la troika sta portando il paese al collasso.



Per discutere dell'offensiva di Alba dorata, dalla Grecia arriverà venerdì a Chianciano, per l'assemblea fondativa di Sinistra Anticapitalista, Antonis Ntavanellos, della direzione nazionale di Syriza, in rappresenza della "piattaforma di sinistra", lo schieramento che all'ultimo congresso di questa organizzazione ha ottenuto più del 30% dei consensi e dirigente di Dea (Sinistra operaia internazionalista), una delle principali forze costituenti la coalizione di Syriza. Dea è anche promotrice della festa antifascista che si terrà ad Atene dal 5 ottobre.

Per me un solo rimedio.........ma non posso scriverlo


                                                                                                                                                                                                         Max

giovedì 12 settembre 2013

A CIASCUNO IL SUO CERNOBBIO..........


                                                                                   



IL NEMICO DEL POPOLO???????? LE BANCHE

Da circa quaranta anni Cernobbio, una splendida cittadina sul Lago di Como, ospita personalità di rilievo internazionale, esperti di economia o rappresentanti delle istituzioni, i quali si danno convegno per elaborare nuove strategie e nuove pianificazioni di sottomissione economica e sociale.
Vi hanno partecipato nel corso dei decenni, banchieri senza scrupoli, imprenditori neoliberisti, ma anche discutibili personaggi come Henry Kissinger Segretario di Stato USA che tra le sue medaglie al valore annovera l’uccisione di Salvatore Allende in appoggio al sanguinario Augusto Pinochet, oppure John McCain quel simpatico senatore repubblicano dell’Arizona che giusto la settimana scorsa giocava a poker sullo smartphone mentre votavano per dichiarare guerra alla Siria.
Un parterre di personcine perbene che se non esistessero bisognerebbe inventarle.
La fila per partecipare ai convegni organizzati dal Forum Ambrosetti a Cernobbio, è lunghissima.
Mentre si sta svolgendo il Forum del 2013, già ci si mette in coda per quello del 2014.
E’ una meta ambita da chi vuole costruire il potere per il potere e la partecipazione diventa una occasione per scambiarsi riflessioni sulla egemonia del comando.
Ognuno illustra le proprie metodologie, i propri strumenti. 
Gli obiettivi reali sono più o meno celati dai convenevoli, ma tutti hanno un minimo comun divisore: la sottomissione delle masse.
I partecipanti mostrano di ascoltare molto attentamente le idee che provengono dagli oratori i quali, in passerella di auto-celebrazione, sciorinano in pubblico idee e soluzioni di facile presa.
In realtà i veri contatti, quelli che si trasformano in “contratti”, avvengono a latere del “laboratorio di idee”, senza pubblicità né clamore .
I più entusiasti del Forum del 2013 hanno mostrato di essere i banchieri di Unicredit e Intesa San Paolo, rapiti dalle potenzialità della rete e dalle possibilità che offre internet per manipolare i consensi.
Parole di entusiastico apprezzamento per l’utilizzo di internet sono state espresse da questi rappresentanti del potere finanziario i quali hanno senz'altro strizzato l’occhio alle nuove tecnologie avendo intuito quanto siano idonee per avere maggiori margini di utili in bilancio.
Non si esclude che qualche ingenuo avrà creduto che l’interesse per il web e le nuove tecnologie da parte dei banchieri possa essere stato effettivamente rivolto al potenziamento della partecipazione democratica.
In un Paese nel quale si crede a tutto, si può anche credere che internet possa sostituirsi alle istituzioni democratiche, confondendo i mezzi con i contenuti.
E quando anche i banchieri avranno assimilato la strategia di comunicazione della rete forse ce ne accorgeremo perché li vedremo salire sui tetti delle banche chiedendo ai clienti di pagare le rate del mutuo.
Basta banche................liberta' dal capitalismo

                                                                                              Max

mercoledì 4 settembre 2013

BERLUSCONI: "ECCO LA VERITA' PERCHE' NON VUOLE DECADERE"

GetConstent.asp

ECCO IL VERO MOTIVO PER CUI B. NON POTRA’ MAI RASSEGNARSI ALLA DECADENZA DA SENATORE 


E se provassimo a scendere con i piedi per terra? Se cominciassimo a pensare che tutto questo agitarsi: il leader di un grande partito che vuole conservare l’agibilità politica; il diritto di milioni di elettori a non essere privati dell’uomo in cui hanno riposto fiducia; la necessità di rispettare le competenze del Parlamento e di non assoggettarlo allo strapotere di una magistratura complottarda; il diritto di B. di difendersi come qualsiasi altro cittadino utilizzando tutti i mezzi previsti, dunque produzione di massa di pareri pro veritate, martellamento dell’opinione pubblica con le migliori tecniche pubblicitarie, ricorsi alla Corte costituzionale per conflitto di attribuzioni con la magistratura, eccezioni di costituzionalità della legge Severino, l’arma fine-di-mondo se mi fate decadere faccio cadere il governo; se cominciassimo a pensare che è tutta fuffa, che in realtà B. ha un solo gigantesco problema che non può confessare e cerca di risolverlo facendo finta di combattere per alti principi? Scopriremmo l’acqua calda.
Andiamo con ordineLa decadenza non priverebbe B. della “agibilità politica” (il creativo di Publitalia che ha partorito questo jingle meriterebbe un aumento di stipendio). Il presidente del Consiglio, i ministri e il presidente della Repubblica possono essere non parlamentari . Nessuna norma costituzionale prevede che debbano essere parlamentari; e non lo era infatti Ciampi, presidente del Consiglio nel 1993/1994; né i numerosi ministri di questo e del precedente governo.
Neppure la guida del partito di cui è proprietario gli sarebbe preclusa. Prima di tutto perché ne è proprietario. E poi perché non esiste alcuna legittimazione formale senza la quale taluno non possa proporsi come leader politico. Grillo e Casaleggio ne sono la prova quotidiana. D’altra parte B. in Senato non ci va e le sue creature le dirige da casa. Se il Senato prendesse atto della condanna di B. e, in applicazione della legge Severino, lo scacciasse, sarebbe una manifestazione di forza e non di debolezza. Non è la magistratura che impone a B. di non entrare a Palazzo Madama; è una legge voluta e votata dal Parlamento. Che sarebbe davvero debole se non fosse in grado di applicare le sue stesse leggi. L’escamotage di ricorrere alla Corte costituzionale nella speranza che impedisca al Parlamento di applicare una legge votata pressoché all’unanimità pochi mesi fa, è il più evidente sintomo di questa debolezza. Tanto più evidente in quanto contrapposta alla “forza” (intesa come dirittura morale e coscienza del proprio dovere) di una magistratura che certo non ignorava la portata dirompente di una sentenza tuttavia dovuta perché conforme alla legge. Un Parlamento geloso delle sue prerogative mai dovrebbe accettare di essere posto sotto tutela, sia pure dalla Consulta.
Allora perché il polverone? Ma è ovvioIl giorno dopo la decadenza, B. si sveglierà nudo di fronte alla legge. L’articolo 68 della Costituzione non lo riguarderà più. B. non potrà più beneficiare del favoreggiamento istituzionalizzato di un Parlamento che rifiuta costantemente di autorizzare perquisizioni, intercettazioni, arresti, insomma tutto l’armamentario che serve per perseguire qualsiasi delinquente. E quando un qualsiasi mafioso gli telefonerà, se la conversazione dovesse essere “interessante”, non sarà necessaria la solita vergognosa manfrina parlamentare per utilizzarla. A questo punto gli resterebbe solo l’ultima, ben conosciuta, possibilità: la corruzione; o l’estorsione, visto che, non più senatore dunque non più pubblico ufficiale, la concussione e le sue varianti (e conseguenti termini di prescrizione diversi) non si applicherebbero. Ma la strada diventa rischiosa: senza lo scudo dell’art. 68, con qualche intercettazione ben fatta lo beccherebbero subito.
Quanti scheletri nell’armadio ha uno che ha passato la vita a delinquere? 7 prescrizioni, una condanna definitiva e una in primo grado autorizzano un certo pessimismo. E quanti reati può commettere da qui in avanti uno che ha sempre considerato la legge qualcosa da cui difendersi e la legalità qualcosa che riguarda gli altri? Ecco perché, quando cominciano a contarcela con i sommi principi, i diritti fondamentali, le garanzie e tutto l’arsenale che ci sta ammorbando, tiriamo un bel sospiro e diciamo sorridendo: guarda che quello ha solo paura che lo intercettino o lo arrestino per qualcosa d’altro. Noi non sappiamo cosa, ma lui sì.
                                                                                                        Max