Napolitano
salva Berlusconi e monita magistrati e stampa.
Finalmente
si è tolto qualche sassolino dalle scarpe”. Giovanni Maria Flick è
uno dei pochi ad aver colto quello che in realtà è stato una
sottilissima, impercettibile, replica di Giorgio Napolitano ai
rinnovati attacchi di Silvio Berlusconi alla magistratura. Tanto che
a esultare per le parole del presidente della Repubblica è stato il
Pdl, mentre il Pd per ore è rimasto silente e a fine giornata
Guglielmo Epifani ha buttato lì un pacificatorio “rinnoviamo la
stima a Napolitano per il lavoro che sta svolgendo”. Punto. Le
uniche voci critiche sono arrivate da Di Stefano del M 5 S: “Parole
indecenti, deve dimettersi” IL CAPO dello Stato ieri ha partecipato
all’incontro alla Luiss in ricordo di Loris D’Ambrosio,
consigliere di Napolitano scomparso per un attacco cardiaco il 26
luglio 2012. Gli interventi di Paola Severino ed Ernesto Lupo, che ha
sostituito D’Ambrosio al fianco di Napolitano, sono passati quasi
inosservati. E il ricordo del consigliere è stato l’input per
parlare di giustizia. Ma la risposta agli attacchi di Berlusconi alla
magistratura non è arrivata chiara per tutti. Nei sette minuti circa
di intervento, Napolitano ha indicato l’esistenza di una “spirale
di contrapposizioni tra politica e giustizia che da troppi anni
imperversa nel nostro Paese”. Il “superamento di tale fuorviante
conflitto, gravido di conseguenze pesanti per la vita democratica in
Italia, ha rappresentato l’obiettivo costante del mio impegno fin
dal-l’inizio del mandato presidenziale”. E ha voluto ricordare
che già nel 2008 al Csm aveva invitato tutti a operare affinché “la
politica e la giustizia cessino di concepirsi ed esprimersi come
mondi ostili, guidati dal sospetto reciproco, anziché uniti da una
comune responsabilità istituzionale”. E forse perché inascoltato
dalla politica (dal 2008) Napolitano ha chiesto ieri collaborazione
ai magistrati dai quali, ha detto, deve arrivare un contributo “molto
importante” e invitando ad avere una “attitudine meno difensiva e
più propositiva rispetto al discorso sulle riforme di cui la
giustizia ha indubbio bisogno e che sono pienamente collocabili nel
quadro dei principi della Costituzione”. Un monitino alla politica,
un monito ai magistrati, un monitone ai giornali che si sono occupati
della trattativa Stato-mafia che coinvolse, suo malgrado, anche
D’Ambrosio. NEL “NON SOPITO sdegno” per la scomparsa del
consigliere, ha scandito Napolitano, “nulla è stato più
paradossale e iniquo che vedere anche Loris divenire vittima” del
“perverso giuoco politico-giuridico e mediatico. La cui impronta
mistificatoria si è fatta risentire proprio oggi (ieri, ndr) forse
in non casuale coincidenza con questo incontro”. Il riferimento,
questo decisamente chiaro, è alla notizia, pubblicata ieri dal
Fatto, del carteggio tra il Pg della Cassazione, Gianfranco Ciani, e
l’attuale presidente del Senato, Pietro Grasso, ai tempi in cui era
procuratore nazionale antimafia, acquisito dalla Procura di Palermo.
Carteggio che riguarda le pressioni di Nicola Mancino (imputato per
falsa testimonianza) a Napolitano che poi sarebbe intervenuto su
Ciani nel tentativo di definire il destino dell’inchiesta sulla
trattativa. Il processo si apre il 26 settembre, il capo dello Stato
è tra i 177 testimoni e tra i documenti acquisiti c’è una lettera
di Ciani a Grasso dai contenuti inequivocabili: “Devo dare seguito
alla nota del 4 aprile 2012 del segretario generale della Presidenza
della Repubblica”. Così ieri il Capo dello Stato, tra moniti e
monitini, ha infilato anche la reprimenda ai pm invitandoli ad avere,
fra l’altro, “riserbo, assoluta imparzialità e senso della
misura e del limite”. Applausi dai presenti: Grasso, Ciani,
Giovanni De Gennaro, Giuliano Amato, Francesco Gaetano Caltagirone e
Gianni Letta, per citare i più compiaciuti dell’invito al silenzio
e alla moderazione rivolto ai pm. MA È DAI palazzi del Pdl che è
arrivato al Quirinale il diluvio di complimenti. “Mi sembra che
anche Napolitano si stia accorgendo che qualcosa non va nella
giustizia italiana”, ha scandito incredula Daniela Santanchè. Per
poi aggiungere: “Mi piacerebbe tanto asfaltare quella magistratura
politicizzata che vuol togliere al leader di Forza Italia la
rappresentanza di 10 milioni di italiani dalla politica”. L’invito
alla sobrietà che Napolitano ripete dal 2008 è stato chiaramente
recepito. nelle indagini dei pm siciliani contro la legge e ben oltre
i suoi poteri. “Nulla è stato più paradossale e iniquo – dice
il Presidente – che vedere anche Loris divenire vittima di quello
che il professor Fiandaca ha chiamato ‘ un perverso giuoco
politico-giuridico e mediatico ‘. La cui impronta mistificatoria si
è fatta sentire proprio oggi forse in non casuale coincidenza con
questo incontro”. Stia tranquillo, Presidente: i giornali, almeno
il nostro, servono a dare notizie. E quelle carte erano una notizia,
per giunta attuale visto che il loro deposito è avvenuto giovedì.
L’idea che le abbiamo raccontate apposta (“non in casuale
coincidenza”) per disturbare la sua fondamentale prolusione alla
Luiss può venire soltanto a chi è abituato a certi giochetti.
Dunque non a noi. Come dice Massimo Fini, “omnia munda mundis,
omnia sozza sozzis”.
Non lo sopporto piu'.....se ne deve andare, istituzionalmente sei Presidente di una Repubblica di me non sei nulla anzi meglio che non mi esprima.
Max
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