Renzi è un bugiardo
Renzi
è un bugiardo. Si può anzi sostenere che abbia fatto della bugia la
sua cifra politica. La bugia che sta raccontando in questi giorni
riguarda il sistema elettorale, perché se è vero che al riguardo la
proposta del Pd si ispira alla formula elettorale tedesca,
altrettanto vero deve apparire che tale formula non corrisponde
minimamente all'aspirazione maggioritaria del Pd renziano.
Il
sistema elettorale tedesco non è un sistema maggioritario, sebbene
la metà dei deputati del Bundestag sia eletto in collegi
uninominali. In Germania, infatti, i seggi vengono distribuiti tra i
partiti concorrenti in maniera, si può dire, perfettamente
proporzionale perché i tedeschi hanno a disposizione due voti: con
il primo eleggono un deputato nell'ambito di un collegio uninominale
(cioè con il sistema maggioritario); con il secondo voto, invece,
mettono la X su di una lista (bloccata, ossia senza le preferenze). A
determinare quanti seggi ciascun partito otterrà è proprio questo
secondo voto. Ciò comporta che, qualora un partito abbia ottenuto
nei collegi uninominali un numero inferiore di deputati rispetto a
quanti avrebbe dovuto vincerne in base alla percentuale ottenuta nel
secondo voto, ecco che dalle liste del circuito proporzionale vengono
eletti tanti deputati quanta è la differenza fra quelli eletti nei
collegi uninominali e quelli a cui il partito ha diritto sulla base
del voto di lista (quota proporzionale). Questo significa, altresì,
che se un partito ottiene nella quota maggioritaria un sovrappiù di
deputati, questo viene ad essere annullato attraverso la ripartizione
della quota proporzionale. Non solo, se la disproporzionalità è
eccessiva e tale da non poter essere annullata nell'ambito dei circa
600 seggi di base da attribuire, la legge prevede che vengano
aggiunti seggi ulteriori (mi pare fino a raggiungere il totale di 750
seggi) tutti assegnati ai partiti sottorappresentati.
Il
sistema elettorale tedesco è dunque assolutamente proporzionale,
mentre ad essere mista è soltanto la selezione dei candidati da
eleggere. L’unico fattore di disproporzionalità di questa formula
è la redistribuzione dei seggi di quei partiti che non hanno
superato la soglia di esclusione del 5%, sotto la quale, peraltro, si
colloca una fascia di formazioni politici assai marginali in termini
di seggi (in termini politici ci sarebbero da fare altre
considerazioni).
Ora,
se Renzi vuole un sistema che faccia capire la sera stessa dello
scrutinio chi ha vinto le elezioni, quello tedesco non risponde
positivamente a questa necessità. Conseguentemente, se proponi
questo sistema o sei stupido o ci stai ingannando. Renzi vuole
semplicemente riproporre una versione edulcorata del Mattarellum, che
questo parlamento non gli approverebbe. Il suo gioco è quindi quello
di portare gli altri parlamentari a discutere di una formula
nominalmente accettabile (perché il sistema tedesco è sempre stato
tra le opzioni più osservate ed apprezzate), ma che in sostanza non
è quello che si propone realmente.
La
proposta di Renzi è, mi pare di capire, un Mattarellum in cui le
quote maggioritarie e proporzionali sono ridefinite in modo da essere
fissate entrambe al 50% - come in Germania - ma consentendo a tutti
partiti di sommare i seggi ottenuti nella quota uninominale a quelli
ottenuti nella quota proporzionale, possibilità che in Germania è
ammessa solo con lo scopo di annullare la distribuzione
disproporzionale dei seggi tipica dei collegi uninominali. Quello che
Renzi sta proponendo è il sistema in uso (o che è stato in uso fino
a pochi anni fa) in Russia e in Giappone, paesi che non conoscono
nemmeno il meccanismo dello scorporo (previsto dal Mattarellum).
Lo
scopo e la speranza di Renzi è allora di fare man bassa di seggi
nella quota uninominale e sommare a tali seggi quelli della quota
proporzionale per ottenere in tal modo un effetto maggioritario che è
del tutto estraneo al modello tedesco. Quest’ultima affermazione è
tanto vera che in Germania non sono mai esistiti governi
monopartitici, essendo stati tutti i governi della seconda repubblica
tedesca formati da coalizioni. Anzi, due degli ultimi tre governi
tedeschi, tutti guidati da Angela Merkel, si sono retti su di una
coalizione tra democristiani e socialisti, ossia tra quei partiti che
in Italia hanno i loro corrispondenti in, rispettivamente, Forza
Italia e PD. Le alternative di Renzi sono, quindi, due: o cerca un
accordo di governo con Berlusconi o vuole il maggioritario. Nel primo
caso il sistema tedesco gli farebbe comodo, nel secondo gli sarebbe
del tutto inutile.
Per
ottenere gli effetti del sistema elettorale tedesco, deve essere
chiaro, non occorre nemmeno prevedere l’esistenza di collegi
uninominali accanto a circoscrizioni per il proporzionale, perché
gli stessi esiti potrebbero essere prodotti da un sistema interamente
proporzionale con soglia di sbarramento al 5%. La domanda da farsi,
quindi, è: perché i tedeschi si complicano la vita con un sistema
misto, che misto non è perché interamente proporzionale negli
effetti, (lo ripeto: ciò è dovuto al fatto che la distribuzione dei
seggi nella quota proporzionale annulla gli effetti maggioritari dei
collegi uninominali), dato che potrebbero adottare un semplice
proporzionale con soglia di sbarramento? La risposta risiede nella
storia che è all'origine della formazione della Repubblica Federale
Tedesca e particolarmente alla circostanza che in quel tempo la
Germania occidentale fosse ancora sotto l’occupazione militare
alleata; condizioni, evidentemente irripetibili e non certo esistenti
nell'Italia odierna.
In
conclusione, dopo avere per l'ennesima volta precisato che non si
possono ottenere effetti maggioritari con il sistema elettorale
tedesco, vorrei fare un’ultima osservazione: non si può banalmente
pensare che la stabilità politica della Germania, così come la sua
forza economica derivino, dal suo sistema elettorale. La stabilità
politica della Germania è dovuta alla solidità e credibilità del
suo sistema di partito, caratteristiche che al contrario non possono
apprezzarsi in Italia - così come in Francia, per esempio - dove il
sistema dei partiti è ormai da anni liquido ed in decomposizione.
Per dirla in altri termini, il sistema politico tedesco è una
“partitocrazia funzionante”.
Una curiosità.....ma che cazzo di storia di Pinocchio circola in Toscana???
Max