martedì 5 settembre 2023

SUPERBONUS???? VEDIAMOCI CHIARO !!!!!!

 

Superbonus 110%: la più grande truffa ai danni dello Stato?


"Se ci sono misure che non condividiamo politicamente, quelle misure non vanno più finanziate e le risorse recuperate utilizzate per gli interventi che sono nel nostro programma". Lo ha affermato la Presidente Giorgia Meloni nel corso del primo Consiglio dei Ministri post ferie estive con un chiarissimo riferimento al futuro del superbonus definito un "disastro" e una "tragedia contabile che pesa sulle spalle di tutti gli italiani".

Superbonus e frodi fiscali

Relativamente alla manovra economica del 2024 la Presidente Meloni non ha utilizzato giri di parole e parlando delle poche risorse a disposizione ha affermato "Di certo non possiamo permetterci sprechi, stiamo pagando in maniera pesante il disastro del Superbonus 110% e invito il ministro dell'Economia Giorgetti a illustrarci i numeri di questa tragedia contabile che pesa sulle spalle di tutti gli italiani. Vi anticipo alcuni numeri: nel complesso dei bonus edilizi introdotti dal Governo Conte 2, compreso il bonus facciate, i documenti dell'Agenzia dell'Entrate ci dicono esserci più di 12 miliardi di irregolarità".

Secondo l'attuale Presidente del Consiglio dei Ministri "Grazie a norme scritte malissimo si è consentita la più grande truffa ai danni dello Stato. Noi dobbiamo occuparci di coloro che, per queste norme, ora rischiano di trovarsi per strada".

Affermazioni vere in parte ma che, proprio per la loro parzialità, non definiscono al meglio una situazione su cui scorrettamente viene additato il Governo Conte 2 come unico responsabile.

Proviamo, quindi, a raccontare la storia evidenziandone gli attori coinvolti.

Decreto Rilancio e frodi fiscali: la prima fase

Il 19 maggio 2020 viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale il famoso Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio), messo a punto dal Governo Conte 2 (in carica dal 5 settembre 2019 al 13 febbraio 2021), all'interno del quale sono state inserite due distinte misure:

  • la detrazione fiscale del 110% (superbonus) nell'art. 119;
  • il meccanismo delle opzioni alternative (sconto in fattura e cessione del credito) nell'art. 121.

Senza entrare nel dettaglio delle sviste (alcune topiche) "tecniche" che riguardano il bonus 110%, il vero grande errore del Decreto Rilancio è stato quello di aver esteso le opzioni alternative (senza limiti fino al 27 gennaio 2022) a tutti i principali bonus edilizi che, diversamente dal superbonus, non avevano alcun meccanismo di controllo. Primo fra tutti il bonus facciate, una detrazione fiscale del 90% messa a punto dallo stesso Governo Conte 2 con la Legge 27 dicembre 2019 n. 160 (Legge di bilancio 2020).

Il bonus facciate, infatti, non prevedendo limiti di spesa, né visto di conformità, né asseverazione di congruità delle spese, né requisiti minimi, è stato il principale artefice delle frodi fiscali registrate post Decreto Rilancio. L'aliquota particolarmente alta (il 90% fino al 31 dicembre 2021, poi diminuita al 60% nel 2022) e il meccanismo delle cessioni infinite sono state la principale causa delle irregolarità individuate dalla Guardia di Finanza e dall'Agenzia delle Entrate.

Affermare che il superbonus sia stato un disastro o una "tragedia contabile che pesa sulle spalle di tutti gli italiani" vuol dire solo non conoscere la reale situazione o peggio indirizzare la comunicazione per giustificare la scelta di non volere più prendere in considerazione questa detrazione.

La conferma è arrivata pochi mesi fa dalla stessa Guardia di Finanza che nella sua indagine ha ufficialmente assolto il superbonus rilevando che le frodi su questa detrazione rappresentano il 5% di quelle complessive ovvero appena lo 0,5% del totale degli interventi ammessi a questo bonus.

La realtà, quindi, è assolutamente diversa perché dopo anni di detrazioni in edilizia senza controllo (qualcuno ricorderà, ad esempio, i "vecchi" ecobonus e bonus casa calcolati su una spesa che non faceva riferimento ad alcun prezzario), il superbonus ha modificato il modo stesso di avviare un intervento che da quel momento non poteva più prescindere da una attenta valutazione dei costi, dei requisiti e degli adempimenti.

Decreto Rilancio e frodi fiscali: la seconda fase

Dal 13 febbraio 2021 al 22 ottobre 2022 entra in scena il Governo tecnico di Mario Draghi che interviene modificando il Decreto Rilancio con 17 correttivi. Non volendo sparare numeri a caso, eccoli tutti elencati di seguito:

In questa seconda fase del Decreto Rilancio è possibile individuare 3 momenti chiave scanditi dai seguenti provvedimenti:

  • il Decreto-Legge n. 77/2021 (Decreto Semplificazioni-bis) che, grazie (o a causa) della CILAS e della deroga all'art. 49 del d.P.R. n. 380/2001 (che vieta l'utilizzo dei bonus in presenza di abusi edilizi), ha fatto esplodere la domanda di superbonus;
  • il Decreto-Legge n. 157/2021 (Decreto anti-frode) e la Legge n. 234/2021 (Legge di Bilancio 2022) che hanno (giustamente e colpevolmente in ritardo) esteso i meccanismi di controllo (visto di conformità e asseverazione di congruità delle spese) a tutti i bonus edilizi;
  • il Decreto-Legge n. 4/2022 (Decreto Sostegni-ter) che, a partire dal 27 gennaio 2022, ha completamente stravolto il meccanismo delle opzioni alternative, modificando lentamente ma inesorabilmente le condizioni del mercato e di chi aveva già avviato un intervento di superbonus pensando di poter utilizzare senza problemi la cessione del credito.

A partire dal Decreto Sostegni-ter hanno cominciato a chiudere tutti i principali player che nel biennio 2020-2021 avevano contribuito alla buona riuscita di tutti gli interventi di superbonus, acquistando i crediti dei contribuenti (cessione diretta) e delle imprese/professionisti (cessioni indirette a seguito di sconto in fattura).

Con il blocco degli acquisti dei crediti fiscali sono cominciati i problemi di chi aveva avviato un intervento pensando di cedere il credito (magari a SAL), senza avere capacità economica e capienza fiscali. Quindi il blocco dei cantieri di cui si parla da mesi e che sta mettendo in ginocchio l'intero comparto delle costruzioni.

Decreto Rilancio e frodi fiscali: la terza fase

Dal 22 ottobre 2022 è in carica il Governo Meloni a trazione Fratelli d'Italia che (è bene ricordarlo) durante la precedente legislatura ha sempre affermato che non avrebbe modificato ulteriormente il superbonus e che si sarebbe fatto garante dei diritti di chi era rimasto "incagliato" nel blocco della cessione dei crediti.

Proclami a parte, l'attuale Governo è intervenuto sul superbonus con i seguenti provvedimenti:

  • il Decreto Legge n. 176/2022 (Decreto Aiuti-quater) e la Legge n. 197/2022 (Legge di Bilancio 2023) che insieme hanno apportato una rimodulazione dell'incentivo portando l'aliquota al 90% e previsto alcune eccezioni per continuare ad utilizzare l'aliquota del 110% sulle spese sostenute nel 2023, oltre che prevedere un contributo a fondo perduto per i soggetti a basso reddito per il quale è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Ministero dell'Economia e delle Finanze 31 luglio 2023;
  • il Decreto-legge 1 giugno 2023, n. 61 che ha prorogato il superbonus nei territori colpiti dagli eventi alluvionali verificatisi a partire dal 1° maggio 2023.
  • il Decreto-Legge n. 11/2023 (Decreto Cessioni) che ha (tra le altre cose):
    • eliminato il meccanismo di cessione a partire dal 17 febbraio 2023, prevedendo anche in questo caso alcune eccezioni;
    • definito la documentazione necessaria per eliminare la responsabilità solidale;
    • vietato alle pubbliche amministrazioni di essere cessionarie dei crediti di imposta derivanti dall’esercizio delle opzioni di cui al comma 1, lettere a) e b) dell’art. 121 del Decreto Rilancio;
    • prorogato il superbonus 110% sulle unifamiliari;
    • consentito ai cessionari del comparto bancario e assicurativo che abbiano esaurito la capienza fiscale nello stesso anno, in relazione agli interventi di superbonus effettuati sino all’anno di spesa 2022, di utilizzare in tutto o in parte detti crediti al fine di sottoscrivere emissioni di Buoni del Tesoro Poliennali, con scadenza non inferiore a dieci anni, nel limite del 10% della quota annuale eccedente i crediti di imposta;
    • consentito ai contribuenti, per le spese sostenute dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022 e relative agli interventi legati al superbonus, di optare per il riparto della detrazione spettante in 10 quote annuali di pari importo, a partire dal periodo d’imposta 2023.
  • il Decreto Legge n. 104/2023 (Decreto Asset), in attesa di conversione in legge, che ha solo allungato ulteriormente i tempi per le unifamiliari che hanno accesso al bonus 110%.

Tutte disposizioni che non hanno prodotto alcun risultato utile per i cosiddetti "Esodati del Superbonus".

Conclusioni

Benché sia diritto dell'attuale Governo indirizzare gli investimenti su altre misure, è altrettanto evidente che non si può pensare di liquidare il superbonus basandosi su una menzogna. Sono in pochi a pensare che una misura come quella del superbonus possa essere replicata nuovamente.

La Presidente Meloni afferma di volersi occupare di "coloro che, per queste norme, ora rischiano di trovarsi per strada", dimenticando di essere al Governo da 11 mesi e che sino a questo momento non è stato prodotto alcun risultato utile per tutti quei contribuenti, imprese e professionisti che hanno avuto l'unica colpa di vivere in Italia e fidarsi dello Stato italiano.

Continuando a puntare il dito contro piuttosto che a pensare di trovare soluzioni utili, arriveremo inesorabilmente a novembre 2023, data oltre la quale saranno in molti perdere la prima rata della detrazione relativa agli interventi del 2022.

Il dottore continua a studiare (o finge di farlo), il paziente ormai è allo stremo (in alcuni casi ha già smesso di respirare) con buona pace di tutti.

Resta solo una certezza in tutto questo, non c'entrano i poveri proprietari.


                                                                                                cip 

sabato 2 settembre 2023

Riflessioni su stupri e violenza sessuale, di Andreina Corso

 

Riflessioni su stupri e violenza sessuale.

La vittima viene portata a braccia nel luogo dove avverrà lo stupro di gruppo dopo averla fatta bere .


La violenza, gli stupri che colpiscono le donne, le ragazze, l’orrore che non risparmia neppure le bambine, ci offrono il menu variopinto cucinato nel tempo e nella terra che ci ospita, chiamato società. Di cosa stiamo parlando? Di quel ribrezzo che proviamo quando la cruda realtà ci rivela che la nostra ragione è arrivata in fondo al tunnel e che non si scorge via di uscita. Di quella umanità violata da uomini e da ragazzi che possono, che sanno, che hanno imparato a considerare la donna, la bambina, carta straccia da gettare nella spazzatura o nelle mani degli accaniti dei social, che proprio non ce la fanno, poverini, a resistere, a non partecipare alla festa collettiva dei nascenti mostri. Di quei poveretti davvero, capaci di tutto che non possono fare a meno di contribuire al gioco perverso del massacro delle vittime, sarebbe urgente occuparsi.

Di cosa stiamo parlando? Dei condizionamenti informatici che hanno sostituito il tempo della parola, del dialogo e del confronto? Dei social che hanno rimpiazzato gli amici e le persone di cui ci si può fidare? Il danno è totale e non può che richiamare alle nostre responsabilità. Si sa, se la colpa è di tutti, è soprattutto di nessuno. Non è dei genitori, che mettono in mano il cellulare ai bambini in carrozzella, non è di mamma e papà che raccomandano, si fa per dire, di non stare troppo con gli occhi sullo smartphone, mentre loro ne sono catturati giorno e notte. Ciò che si vede e si assorbe è di gran lunga più convincente e assimilabile di ciò che si ascolta.

Stiamo parlando di questa civiltà, si fa per dire, che non sa che fare, come contribuire a far sì che i ragazzi e le ragazze comprendano quanto sta succedendo, che vengano aiutati a ripensare ai loro comportamenti, a non smarrire la loro umanità. È davvero un dramma constatare che, pur con tutte le eccezioni, che chi dovrebbe educare, non è più in grado di farlo, perché invaso e travolto da una valanga virtuale che confonde il vero con il falso, i lupi con le pecore, la vita e la morte, le cose al posto delle parole.

Eppure quei ragazzi capaci di tutto, di parole ne avrebbero bisogno. Di parole giuste, come medicamento, pronunciate da adulti consapevoli che abbiano mantenuto la capacità critica e affettiva di sapersi rivolgere ai figli, agli alunni, agli studenti, agli amici, per incutere in loro il sentimento della fiducia e della possibilità di ripensare e ripensarsi. 

Molto si è detto e letto in queste giornate sugli effetti del vivere in periferie degradate, ma le violenze, gli stupri, non si consumano solo in quelle zone, ma ovunque e soprattutto nell’ambito familiare. Per arginare quello che oramai è diventato l’incubo di una stridente e preoccupante realtà quotidiana, proviamo a capire cosa dice la giurisprudenza.

Lo stupro è un crimine contro la persona, che viene coartata nella sua libertà sessuale, e non contro la morale pubblica . La sua disciplina è contenuta dall’articolo 609 bis del Codice Penale, che prevede una pena detentiva da 6 a 12 anni . Il reato di stupro si articola in due fattispecie principali: la violenza sessuale per costrizione della vittima; la violenza sessuale per induzione, cioè approfittando dell’inferiorità fisica o psichica della persona offesa .
Per presentare querela, la vittima ha a disposizione sei mesi dalla data del reato. Dunque, oltre la scadenza dei 6 mesi, il reato non è perseguibile.

Quando una ragazza viene straziata dalla violenza, quando si pensa a stupri di gruppo, ci si interroga, ci si chiede come sia possibile che dei giovani, anche minorenni, possano trasformarsi in mostri. Che ne sarà del domani delle ragazze violate, ce la faranno a ricostruirsi una vita affettiva, a ritrovare la fiducia? Che ne sarà del domani di questi ragazzi? Sapranno pentirsi? E noi, noi che stiamo a guardare, a commentare, ad indignarci, noi adulti, chi siamo?

articolo scritto da Andreina Corso