Il post di oggi ha una tempistica sbagliata, sarebbe stato più saggio scriverlo prima delle elezioni regionali in Sicilia. Tuttavia, visto che il Movimento 5 Stelle continua a riscuotere successi, voglio darvi dieci valide ragioni per cui, fossi al vostro posto, non voterei M5S alle prossime elezioni. Le mie, chiaramente, sono solo opinioni personali (peraltro impopolari, vista la fortuna di cui gode attualmente il movimento) ma sono 10 punti su cui vorrei che chiunque si fermasse un attimo a pensare prima di dare il suo voto al movimento di Beppe Grillo, soprattutto in vista delle politiche 2013.
1. Il partito – pardon, movimento – pur muovendo davvero dal basso, ha ben poco di democratico. Le decisioni non sono condivise ma “dolcemente imposte” dall’alto: il divieto di apparire in tv e l’impossibilità di stringere alleanze con altri partiti, a livello nazionale e locale, sono due ottimi esempi. Questo è altresì vero sia per le candidature (rigorosamente vagliate da Grillo) sia per le regole del partito. Del Movimento 5 Stelle non esistono né congressi né organi interni, al massimo solo Meetup e raduni. Certo, si dirà che è un segnale di rottura dal mondo della vecchia politica ma persino i punti del programma del M5S non sono mai stati discussi e concordati con un sano confronto interno; al contrario, sono stati messi nero su bianco da Grillo e dalla Casaleggio Associati. Adesso, con Liquid Feedback, le cose stanno iniziando a cambiare ma i tanti volenterosi che, a partire dal 2009, hanno animato il movimento lo hanno fatto perché si sono rivisti nelle proposte di Grillo; non possono certo dire di avere attivamente contribuito alla loro stesura.
2. Per quanto il movimento si sforzi di apparire come campione assoluto di democrazia è sufficiente vedere come viene gestito il dissenso interno per capire che il Movimento 5 Stelle è in realtà un’anomalia democratica. In un partito tradizionale è normale – e sano – che si formino correnti interne, quando questa possibilità viene negata lo scisma diventa inevitabile (ricorderete tutti l’esemplare rottura tra Fini e Berlusconi). Un movimento popolare, considerata la sua natura, dovrebbe essere per forza di cose maggiormente esposto alla nascita di correnti interne, tanto più se frammentato come il M5S, che sulla carta alla forma gerarchica dei partiti classici preferisce una struttura a network. Quello che succede in realtà, però, è molto diverso: i dissidenti vengono allontanati, isolati, di fatto diventano vittime di mobbing. Quale forza politica democratica concepirebbe l’anatema e l’apostasia?
3. Grillo, padre e padrone, líder máximo del Movimento, oltre a essere un personaggio irritante che non accetta il contraddittorio e impone il silenzio ai suoi(a confronto Berlusconi era un pivello), non ha la benché minima credibilità. Ha sostenuto tutto e il contrario di tutto, ma sempre con la medesima prepotenza. Siccome rischierei di dilungarmi troppo su questo punto faccio prima a rimandarvi a un vecchio post, sempre attuale.
4. Assieme ai suoi accoliti, Grillo racconta in giro ciò che la gente vuol sentire, poco importa se allo stato attuale molte di quelle cose non sono realizzabili. Per esempio, stando alle parole di Grillo, «lo Stato deve tornare a fare lo Stato». Il punto è che né Grillo né i suoi sostenitori spiegano come e in che termini questo debba avvenire. Andando al concreto, nella congiuntura economica attuale, più Stato può voler dire solo due cose: più debito (visto che lo Stato non ha le risorse per tornare a fare ciò che dice Grillo) o maggiore prelievo fiscale (superiore a quello attuale, già a livelli da strozzinaggio), per racimolare le risorse necessarie. E’ questo quello che vogliono gli italiani?
5. Veniamo alla strategia comunicativa. Il movimento fa spesso ricorso ai mezzucci della più bieca propaganda di partito, nulla a che vedere con quella trasparenza di cui vorrebbe farsi baluardo. Alcuni esempi? Poco prima delle elezioni regionali del 2010, in Piemonte, il Movimento 5 Stelle e Beppe Grillo furono tra i principali divulgatori di un video che danneggiava gravemente l’immagine di Mercedes Bresso, candidata del PD. Il video in questione era manipolato e dava una rappresentazione assolutamente fuorviante dei fatti; lo sgambetto costò caro a Mercedes Bresso e portò alla vittoria (con un minimo scarto) di Cota (Lega Nord). Chi invece volesse un esempio più recente può fare riferimento a un fatto avvenuto proprio durante la recente campagna elettorale in Sicilia. Su Facebook i militanti del movimento hanno fatto girare l’immagine di una fantomatica copertina del Corriere, diventata viral nel giro di un battibaleno. Un falso anche in quel caso, come dimostrato dalla scansione della reale copertina del Corriere. Questi sono i mezzucci usati da quelli del «Berlusconi vi indottrina attraverso le sue televisioni, è tutta propaganda di regime». Non è chiaro come dovremmo chiamare allora quella partorita dalle menti del Movimento 5 Stelle…
6. Se poi andiamo ai contenuti non siamo tanto più fortunati. Il Movimento 5 Stelle è un partito populista, proprio come la Lega Nord, ma con un’aggravante: la Lega Nord ha una precisa connotazione geografica e al crescere dell’insoddisfazione generale ha saputo intercettare il malumore della sua area di riferimento. Il Movimento 5 Stelle no, è trasversale, ha una natura cangiante, è geograficamente indefinito e mette d’accordo tutti, adattandosi, di città in città, al disgusto dei cittadini e raccogliendo malumori lungo tutta la penisola indistintamente. Il risultato è un volgare paradosso: il movimento riunisce al suo interno il furbacchione siciliano che campa con i soldi degli enti pubblici (e che desidera continuare a farlo: per questo grida che ci vuole più spesa) e l’imprenditore veneto stanco di pagare un’infinità di tasse (anche per il furbacchione siciliano). E questo è solo uno degli improbabili accoppiamenti nati dalla linea qualunquista dei grillini. Come debbano risolversi concretamente queste incongruenze non è dato saperlo ma del resto i movimenti che campano di slogan in genere non si interessano di certe questioni: l’importante è battere il ferro finché è caldo, intercettare i voti di tutti i cittadini stanchi della vecchia politica, senza distinzioni.
7. Signoraggio, scie chimiche, chi più ne ha più ne metta. Non c’è bufala che Grillo non abbia diffuso attraverso il suo cliccatissimo sito web. Volendo parafrasare Giuliano Ferrara, che alcune settimane fa ha definito Grillo «la versione finale e suprema dell’analfabetismo politico a pancia piena», si potrebbe dire che il comico genovese è la versione finale e suprema dell’analfabetismo e basta. Ora, se consideriamo che tutto ciò che dice Grillo viene ripetuto a pappagallo, acriticamente, dai suoi sostenitori (in caso contrario la pena è la scomunica) è chiaro che siamo destinati a vivere tempi bui. Almeno fino a quando l’utente medio di internet non comincerà a essere un po’ più maturo.
8. Non bastassero le cialtronate di cui Grillo e il suo movimento si sono fatti megafono, è sempre possibile ripiegare sull’infinita serie di balle colossali con cui ogni giorno il nostro eroe e i sostenitori al suo seguito denigrano gli avversari politici. Un esempio recente: dopo l’elezione in Sicilia, Grillo è corso a scrivere sul suo blog che il neopresidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta si era dimesso da sindaco di Gela proprio per prendere parte alle regionali (cito pedissequamente: «I gelesi che lo avevano eletto per fare il sindaco, carica da cui si è dimesso per le regionali, ringraziano»). Peccato che Crocetta non sia più sindaco dal lontano 6 giugno 2009… Intanto, però, il messaggio è passato, letto da chissà quanti visitatori. Sembra che l’italiano medio abbia una predilezione naturale per i mistificatori di professione. Da Berlusconi a Grillo il passo è breve, brevissimo. Di fatto siamo passati dall’imbonitore televisivo, all’imbonitore orfano della televisione e risorto sul web. Cambia il mezzo ma la sostanza è la stessa.
9. Molti degli assidui lettori di Grillo non sono semplici visitatori, ma sostenitori esaltati. In questo caso mi è difficile portare esempi concreti, ma vi sarà sufficiente lasciare un commento critico su un qualsiasi video del movimento (li trovate su YouTube) per innescare una serie infinita di insulti, accuse, sospetti. Si va dal banalissimo «zitto, coglione, devi essere uno di quelli che votava per Berlusconi o Bersani» a tutta una serie di commenti che lasciano intravedere soltanto un’insopportabile presunzione di superiorità, politica e morale. Mi rendo conto che tra i tanti volenterosi che militano nel movimento ci sono anche molte persone a modo ma a giudicare dal comportamento sul web di una parte consistente degli attivisti del M5S posso solo definirli in un modo: fascistelli 2.0. Aggrediscono verbalmente, offendono, non si sforzano neanche a dialogare. E chi non sa dialogare dovrebbe semplicemente tenersi fuori dalla politica.
10. Uno dei grandi drammi che hanno consumato questo Paese è stato l’evidente impoverimento intellettuale della classe politica italiana. Un tempo c’erano gli Statisti con la S maiuscola – i vari Einaudi, Malagodi, Spadolini, La Pira, Calamandrei – poi qualcosa è andato storto e ci siamo ritrovati una pletora di «nani e ballerine». Non paghi, abbiamo iniziato ad accoppiare a casaccio ministri e ministeri – la morte definitiva della competenza al governo – e ci siamo persino stupiti e arrabbiati quando, con un Paese totalmente allo sfascio, non abbiamo potuto fare altro che rivolgerci ai tecnici per evitare il peggio – scelta contestabile, sicuramente, ma ineluttabile. Pensiamo davvero che le cose di colpo possano andare a migliorare sostituendo i nani e le ballerine con la casalinga di Voghera? Per carità, massimo rispetto per le casalinghe, che pure avranno ogni diritto di essere rappresentate (ci mancherebbe), ma davvero vogliamo affidare la cosa pubblica a un gruppo di dilettanti allo sbaraglio? Certo, sempre meglio dei politici di professione, ma personalmente nutro seri dubbi sui risultati che possa conseguire la “sciura Maria” qualora venisse eletta in Parlamento. E di gente che perde tempo con interrogazioni parlamentari inutili mentre la crisi consuma l’Italia le Camere sono già piene.
All’Italia serve solo un po’ di buonsenso.
Quindi, almeno per il momento, può fare a meno del Movimento 5 Stelle.............terminato lo spettacolo adesso i fatti......ma lui il Guru se ne starà fuori dal Parlamento........i fili possono essere tirati dalla sua vastissima villa, ovviamente pagata con il sudore della sua fronte.......
Quindi, almeno per il momento, può fare a meno del Movimento 5 Stelle.............terminato lo spettacolo adesso i fatti......ma lui il Guru se ne starà fuori dal Parlamento........i fili possono essere tirati dalla sua vastissima villa, ovviamente pagata con il sudore della sua fronte.......
Max
Nessun commento:
Posta un commento