giovedì 31 ottobre 2013

NAPOLITANO CONTESTATO.........TV E STAMPA SILENZIO!!!!

Bari, contestato Napolitano in visita

                                                   


Controlli ed identificazioni sui treni ed in stazione, intere vie chiuse al traffico nel raggio di 1 km, polizia sui tetti, balconi e dentro l’Ateneo e per tutte le strade interessante dal suo passaggio accompagnati anche da militari. È così che questa mattina si presenta Bari per la visita lampo del Capo dello Stato Giorgio Napolitano per partecipare al convegno “Cultura e Mezzogiorno, una nuova strategia per il Paese” e l’inaugurazione di un nuovo edificio intitolato al fratello Massimo.
Proprio qui nel Mezzogiorno che, tra un convegno e l’altro con gli “esperti” della politica, una cerimonia, una premiazione ed un comizio, bande, fanfare e feste di partito (roba per la quale i soldi ci son sempre), si consuma ogni giorno il dramma dell’eterna crisi del Sud Italia. Eterna e doppia crisi perché se il Sud è terra in crisi fin dall’epoca Giolittiana, nel 2013 ne vive una doppia perché addizionata a quella economica che imperversa in tutta Europa da quasi 7 anni consecutivi la cui via d’uscita non s’intravede affatto. Ed è per questo che mentre passava tra la folla Napolitano (con ragazzi a tendergli la mano nella speranza di una “grazia”, come scrive Repubblica rispetto un ragazzo che “semplicemente” chiedeva di lavorare) un gruppo di giovani precari/e e studenti/esse universitari/e hanno colto l’occasione per lanciare una contestazione nei confronti di chi è il responsabile della creazione degli ultimi due governi della crisi Monti-Letta, governi mai eletti ed incoronati dallo stesso Giorgio Napolitano. Governi che, alla luce dei fatti, non hanno fatto altro che seguire le misure di austerità imposte dall’Unione Europea e dalla BCE introducendo nuove tasse o facendo finta di abolirne per poi rimetterne altre, alzando l’iva, tagliando indiscriminatamente su sanità ed istruzione, rendendo un’impresa impossibile la possibilità di qualsiasi giovane di uscire di casa, di studiare fuori in mancanza di borse di studio, di alloggi adeguati, addirittura di lavorare non potendo trovare un lavoro che non sia sottopagato e/o precario garantendo la sola impossibilità di non solo conquistarsi un futuro ma addirittura di vivere il presente in cui l’unico rifugio a tutto questo (non si sa per quanto) è la casa di mamma e papà.
Passando tra la folla e riuscendo ad arrivare a meno di 2 metri da Napolitano è stato aperto un grande striscione sulle transenne di contenimento che titolava “Napolitano capo della crisi – Basta sacrifici” che ha provocato immediatamente enorme imbarazzo per le forze di polizia lì vicino che sembrava avessero pianificato ogni centimetro di quella strada per impedire qualsiasi contestazione (in mattinata alcuni compagni sono stati “visitati” dalla digos intimandogli di starsene buoni). Contemporaneamente son stati lanciati volantini che gli son piombati addosso con varie frasi “1cm di tav= 1 borsa di studio”, “Napolitano responsabile del governo della crisi”, “Meno spese militari più borse di studio”,” No al ddl sul femminicidio che strumentalizza e reprime le donne” ed intonati slogan. La reazione delle forze dell’ordine è stata immediata con una decina di uomini che son saltati addosso lo striscione, sequestrandolo, ed identificando 2 ragazzi tra le proteste della folla che ha trovato esagerata questa reazione evidenziando lo stato di un paese in cui il dissenso ed il disagio vengono soffocati. In particolar modo quando si contesta il Capo dello Stato, gli Aquilani lo sanno per manganellate e denunce per un altro striscione su un’altra transenna.
La reazione di Napolitano, come scrivono anche i giornali, nonostante si trovasse a 2 metri ergo al centro della protesta, è stata quella di girarsi dall’altra parte ed allontanarsi ignorando la protesta lasciando fare tutto il lavoro alle forze dell’ordine. L’ennesima dimostrazione di quanto a questa classe politica non interessi affatto della vita delle persone, bravi a prendere applausi, stringere le mani e partecipare a cerimonie, refrattari ed addirittura contrariati nei confronti di tutti quei soggetti, che oggi sempre più, soffrono questa crisi e provano ad opporsi.
Qui nel meridione il tasso di disoccupazione giovanile sfiora il 50% (dati Istat), sempre meno giovani continuano gli studi ed il tasso di emigrazione è arrivato al 40%, eppure si preferisce investire in inutili Tav, aerei da guerra ed altri mille inutili e dannosi appalti anziché in sanità, istruzione ed ammortizzatori per chi è senza lavoro o è precario. Queste sono le priorità per la classe politica. E non dimentichiamoci le fanfare.
La televisione e la stampa.....metodo bulgaro.....in silenzio assoluto

                                                                                      Max

giovedì 24 ottobre 2013

.....IL DIVERSO, L'IMMIGRATO, IL CLANDESTINO.......PRONTA LA CAMPAGNA ELETTORALE

                                               


Ci risiamo. Con le elezioni del Parlamento europeo che si avvicinano, e i partiti di estrema destra, xenofobi e neofascisti, che affilano le proprie armi, giunge l'ora della paura: il diverso, l'immigrato, il clandestino.
Nella panoplia di pericoli che assediano il rassicurante tepore del focolare domestico italiano piccolo borghese, un posto privilegiato spetta a romanì e sinti: o, meglio, come disse lo "sceriffo" Gentilini: "i zingari".
Ecco che gli sciacalli subito si buttano sulla storia della bionda e glaucopide piccola Maria, cinta fra le braccia sgraziate e piagate dalla povertà - nere, brutte e cattive - di una coppia rom greca accusata di averla rubata: per l'accattonaggio o, peggio, per indurla alla prostituzione.
Chi tocca i bambini è immondo, non è una novità, ed ecco che l'odio monta verso i corpi lombrosiani degli orchi, le cui fattezze anticipano la malvagità del loro animo. Nella pubblicistica antisemita o antizigana, il capro espiatorio è sempre mostruoso e col naso adunco; perché nella nostra società, modellata sul principio del bello è buono - kalòs kagathòs -, il malvagio deve essere deforme.
Si tratta di un meccanismo psicologico ben noto agli scienziati sociali, per il quale, per rendere accettabile la persecuzione, l'oggetto della discriminazione deve suscitare in noi una ripulsa assoluta e convinta. È l'assolutizzazione del nemico, propria del nazismo o anche della filosofia politica conservatrice che si ispira a Carl Schimtt, per la quale tu sei mio nemico non per quello che fai, ma per quello che sei: nero, zingaro o clandestino. Nemico irriducibile, per questo assoluto. E contro il quale utilizzare o il genocidio o gli strumenti securitari del contenimento del pericolo: Cie, ghetti, quarantene.
Siamo noi, dunque, che deumanizziamo l'altro per perseguitarlo: attraverso povertà, privazioni e costringendo i nostri rom, al 95% sedentari, a vivere in roulotte, per poi stigmatizzarli per "il loro vivere incivile".
Avremmo bisogno di chi ci racconta la loro cultura: non aliena e ostile alla nostra. Ma, quando scatta l'allarme sociale, non sono gli antropologi o gli psicologi ad essere chiamati nei salotti Tv, ma i professionisti della sicurezza: prefetti, poliziotti, esperti della sorveglianza come Frontex, droni e sentinelle; è la logica della riduzione dei problemi sociali a problemi di ordine pubblico.
La storia di Maria, dunque, è perfetta. Si tratta di un'accusa che mobilita le nostre coscienze, blandisce le nostre paure. Un'accusa atavica, che affonda le radici nel Medioevo. Quando si riteneva che gli zigani rapissero i bambini e gli ebrei ne utilizzassero il sangue a scopo rituale.
Solo nel 1965, la Chiesa ha depennato dall'elenco dei beati San Simonino di Trento, vero e proprio falso storico costruito all'epoca della Controriforma, per compattare i cattolici contro ebrei, protestanti e altre minoranze.
Nonostante studi e ricerche abbiano abbondantemente dimostrato l'inesistenza del fenomeno del rapimento dei bambini da parte dei rom, l'industria della paura, per funzionare, ha bisogno della delazione.
Troppo facile constatare come in Grecia, con Alba Dorata che impazza, sia allettante per un governo moderato proporsi come tutore dell'ordine. Tentazione nella quale è caduto Hollande, con il caso della piccola Leonarda espulsa dal Paese. Errore nel quale inciampò anche il nostro centro-sinistra, all'epoca del muro di via Anelli.
Vi ricordate la campagna elettorale di Berlusconi del 2008? Emergenza stupri, caccia allo straniero, ronde, polizia di quartiere. Il paese era scosso dalla violenza e uccisione della povera Giovanna Reggiani, a Tor di Quinto, Roma. Dopo l'emergenza stupri, l'emergenza rapimenti è altrettanto seducente: donne e bambini attivano primordiali meccanismi di difesa.
Sappiamo com'è andata a finire. Mentre qualche sceriffo di centro-sinistra scimmiottava quel linguaggio, incapace di costruire un paradigma dell'accoglienza alternativo al Forza-leghismo, si favorì una vittoria del Cavaliere di proporzioni straordinarie.
Ora, bisognerebbe iniziare a costruire un discorso pubblico diverso. Saremo all'altezza della sfida o ci faremo travolgere ancora dalla paura? 
Adesso basta elemosinare i voti.....se vuoi lottare per qualcosa devi essere convinto........credere in quello che stai facendo e non solo per prendere qualche volto in più......quella politica è finita.

                                                                                      Max

martedì 15 ottobre 2013

SCONTO ALLE SLOT......MASSACRO A FAMIGLIE E MALATI

Ai padroni delle Slot machine
un altro sconto di 100 milioni

Inizialmente la percentuale per terminare il contenzioso era fissata al 25% dei 2,5 miliardi contestati dalla Corte dei Conti. L'ammontare complessivo scende da 600 a 500 milioni di euro


                                                                           


Chiudere il contenzioso fra Corte dei Conti e concessionari slot con il pagamento del 20% della multa da 2,5 miliardi di euro. Come riporta Agipronews, è quanto sarebbe contenuto in un emendamento del Governo, presentato in Aula alla Camera, sul Decreto Imu. Coloro che pagano subito il 20% del danno quantificato nella sentenza di primo grado potranno così chiudere subito il proprio contenzioso davanti alla Corte dei Conti. I gestori del gioco d'azzardo in Italia erao finiti nel mirino della magistratura contabile perché tra il 2004 e il 2006 si erano dimenticati di collegare le slot machine dei bar al sistema informatico della Sogei, la società di Information and communication technology del ministero dell'Economia e delle Finanze.

Inizialmente la percentuale per terminare il contenzioso era fissata al 25%. Se i dieci concessionari decidessero di aderire, prosegue Agipronews, questa sarebbe la ripartizione con le multe rimodulate al 20%: Bplus 179 milioni, Cirsa Italia 24 milioni, Sisal Slot 49 milioni, Gtech 20 milioni, Gmatica 30 milioni, Codere 23 milioni, HBG 40 milioni, Gamenet 47 milioni, Cogetech 51 milioni e Snai 42 milioni...........

In questo caso sapete cosa la politica risponde???? sempre la stessa cosa..."piuttosto di perdere la cifra si puo' arrivare ad un accordo"...
come sono convinto che dentro a queste società qualche politico ci bazzica di sicuro come sempre.
Morale un semplice cittadino l'alternativa alle tasse è il suicidio altrimenti la rovina totale.......altri (il grande capitale) condoni ed agevolazioni.......
Un terrorista si condanna........un bandito si elegge

                                                                                        Max

domenica 13 ottobre 2013

............LEGHISMO A 5STELLE !!!!!!!!!!

                                                        


Non nascondiamoci dietro buonismi e frasi fatte: l'immigrazione è un problema delicato, specialmente in questo Paese.
Ma se per un secondo superiamo quel velo di superficialità e accantoniamo la cultura dello "scarica barile", possiamo forse renderci conto che è un problema che va ben al di là della favorevole posizione geografica dello Stivale o della tanto decantata e mai dimostrata escalation di criminalità dovuta al flusso di migranti.
L'immigrazione non è un fenomeno esclusivamente italiano. Pur ammettendo che il fattore geografico contribuisca ad un flusso più copioso qui che in altri Paesi europei, c'è da domandarsi come mai l'integrazione altrove si sia attuata con un efficacia di gran lunga superiore. Domandiamoci dove la politica abbia fallito, e non solo in relazione al contenimento dei flussi migratorî.
Pensare che ci siano uomini, donne e bambini che spendano cifre da capogiro, accumulate per anni con lacrime sudore e sangue, e che affrontino dei viaggi al limite del suicidio, i cosiddetti "viaggi della disperazione", con il solo scopo di venire in Italia per violare qualche villino o rubare al mercato rionale è ben più che risibile.
È un ragionamento idiota. È "pigrizia mentale".
E la "pigrizia mentale" è una delle peggiori piaghe che affligge l'Italia, e non solo.
Ed è proprio su questa che si basa il consenso del demagogo.

"Ieri è passato l'emendamento di due portavoce senatori del MoVimento 5 Stelle sull'abolizione del reato di clandestinità. La loro posizione espressa in Commissione Giustizia è del tutto personale. Non è stata discussa in assemblea con gli altri senatori del M5S, non faceva parte del Programma votato da otto milioni e mezzo di elettori, non è mai stata sottoposta ad alcuna verifica formale all'interno. Non siamo d'accordo sia nel metodo che nel merito."

Volendo tralasciare le già note posizioni espresse in passato dal comico (che è rimasto tale, solo che ora pretende di fare politica) sul tema degli immigrati e dello ius soli, proprio in merito al consenso Grillo e Casaleggio non fanno mistero del perché di questo sfogo:

"Se durante le elezioni politiche avessimo proposto l'abolizione del reato di clandestinità [...] il M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico."

À la lumière du soleil!

Tutto questo, corredato da una foto di un'anziana signora che raccoglie degli ortaggi da una cassetta della frutta gettata a terra. Ci mancava soltanto l'ampollina del Po o il logo di Forza Nuova.

Ma a voler seguire il consenso ad ogni costo, si finisce con il mettere in stand-by la materia grigia e a ragionare "di pancia", evitando di analizzare la realtà dei fatti e parlando per slogan del tipo:

"Nel merito questo emendamento è un invito agli emigranti dell'Africa e del Medio Oriente a imbarcarsi per l'Italia."

La realtà dei fatti consiste in uomini e donne che pur di fuggire dalla miseria, dalla fame e dalle dittature sanguinarie, dopo enormi sacrificî scelgono di mettere a rischio la propria vita e quella dei loro figli. Uomini e donne che salgono su imbarcazioni appena galleggianti andando in contro alla morte.
Alla morte o agli avvisi di garanzia, se disgraziatamente gli capita di sopravvivere.
Perché, dal momento che non sono morti, si sono macchiati di un reato. Quello di essere in fuga per la sopravvivenza su un suolo che li criminalizza per pulirsi la coscienza dal non essere stato in grado di gestire la situazione. Dimenticando tra l'altro il proprio passato e le fughe oltreoceano...
Perché questi uomini e queste donne sono carne da macello. O da galera.
Salvo poi metterli a lavorare in nero nei campi, pagati una miseria per raccogliere quei pomodori che alla sera troviamo sulla nostra tavola. In quel caso tornano finanche utili.

Beninteso, non voglio liquidare il problema con quello che a molti potrà sembrare "buonismo di sinistra". Il problema c'è e va affrontato, e non ho la presunzione di sventolare la ricetta per risolverlo in due minuti.
Ma siccome ho scelto e in parte rappresento un Partito la cui idea politica e i cui valori si basano sulla difesa dei diritti umani e su quell'articolo 2 della Costituzione di cui spesso ci si dimentica, sento il dovere di prendere una posizione.
Non ho alcuna riluttanza nell'affermare che, personalmente, le dichiarazioni ed il ragionamento espressi dal duo Grillo-Casaleggio mi diano la nausea.
Non si tratta di semplice indignazione, ma di puro disgusto.
E che non si colga l'occasione per lanciare l'accusa di essere "ossessionati da Grillo e dal M5S".
Sono posizioni che mi disgustavano ieri quando rimbombavano dai palchi della Lega, e che mi disgustano oggi rimbombando dai blog del M5S.
Perché basare il consenso sulla pelle dei disperati è indegno.


                                                                                                                  Max

sabato 12 ottobre 2013

NESSUNA PIETA' PER GLI ASSASSINI !!!!!!!

Priebke è morto............ A condannarlo ci ha pensato la storia e ci penseranno le sue vittime

                                                                       
                      
                                 


Devo essere sincero, quando ho letto della morte di Priebke l'unica cosa che ho detto è stato "finalmente porco"........ Ho pensato alle vittime, alle loro famiglie, ai loro amici. Finalmente è arrivato il momento di servire la loro vendetta. Questa non verrà consumata nel mondo che noi tutti conosciamo, ma in un mondo ignoto, dove questi martiri hanno atteso per tanto, troppo tempo.
Poi ho pensato ai fascisti del passato e ai fascisti del presente che hanno sempre voluto scaricare questo martirio come responsabilità ai partigiani..........."se i partigiani non avessero fatto quell'atto terroristico non ci sarebbe stata la rappresaglia"
Quello che noi invece possiamo fare, è ricordare questo mostro per quello che è stato: un assassino, un essere che fino all'ultimo non ha avuto un rimorso, non un pentimento. E allora chi lo osanna, chi lo chiama "perseguitato" io non lo rispetto e sarò sempre pronto a condannarlo e a combatterlo con le armi della legalità, della democrazia e della memoria.
Non ci scordiamo che non furono solo gli ebrei a pagare, morirono cittadini italiani, romani, tutti devono conoscere. E allora ci batteremo contro personaggi come l'avvocato di Priebke, per anni complice di una menzogna che voleva far credere a chi non conosceva la storia, che quel signore che andava in giro indisturbato per le vie di Roma, che passava davanti ai negozi dei nipoti di chi aveva torturato e seppellito nelle Fosse Ardeatine, fosse in realtà solo un povero vecchietto perseguitato dalla storia.
Ma la storia ha condannato il nazismo, la storia ha condannato Priebke, la storia di chi ha reagito a quelle ingiustizie, deve farci credere che nessuno di noi permetterà che quello che è successo possa esser messo nel dimenticatoio. È un nostro dovere, lo dobbiamo a chi ci ha lasciato e lo dobbiamo anche a chi verrà.
Non esulteremo perché non ci mettiamo sul loro livello, ma non abbasseremo la guardia contro chi metterà in pericolo i nostri diritti di cittadini, di ebrei, di uomini liberi. Non ci mancherà Priebke, al mondo mancano 335 volti, 335 persone, 335 storie che nessuno potrà mai raccontarci.
Per me si è solo spento un porco assassino 


                                                                                                                    Max

giovedì 10 ottobre 2013

NOSTALGICO PERENNE.......!!!!!


I seguenti Partiti comunisti e operai dei paesi membri della UE, dei paesi associati ad essa e di altri paesi europei dichiarano che:
Ci basiamo sui principi del socialismo scientifico e ci unisce la visione di una società senza sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo, senza povertà, senza ingiustizia sociale e guerre imperialiste.
Consideriamo l’Unione europea come una opzione del capitale. Promuove misure a favore dei monopoli, la concentrazione e centralizzazione del capitale, sta rafforzando le sue caratteristiche di blocco economico, politico e militare imperialista che si oppone agli interessi della classe operaia, dei settori popolari, sta aumentando gli armamenti, l’autoritarismo, la repressione statale, restringendo i diritti sovrani.
Consideriamo l’Unione europea il centro imperialista europeo, che sostiene piani aggressivi contro altri popoli e si allinea con gli Stati Uniti e la NATO; il militarismo è il suo elemento strutturale.
Consideriamo che ci sia un cammino di sviluppo differente per i popoli. Attraverso le lotte dei lavoratori si proietta la prospettiva di un’Europa differente, della prosperità dei popoli, del progresso sociale, dei diritti democratici, della cooperazione paritaria, della pace, del socialismo.
Crediamo nel diritto di tutti i popoli di scegliere il proprio percorso di sviluppo, in modo sovrano, compreso il diritto di liberazione dalle dipendenze molteplici dell’UE e della NATO, così come l’opzione socialista.
Non siamo membri a pieno titolo dei cosiddetti “partiti europei” né del cosiddetto “Partito della Sinistra Europea”.
Con questa Dichiarazione fondativa decidiamo di dare vita alla Iniziativa dei Partiti Comunisti e Operai per lo studio e l’analisi delle questioni europee e per il coordinamento della loro attività.
A quest’Iniziativa può partecipare qualsiasi partito comunista e operaio di un paese membro dell’Unione europea o di un paese associato a essa, così come degli altri paesi europei, che accettano questa Dichiarazione e le sue condizioni.
L’obiettivo dell’Iniziativa è contribuire alla ricerca e allo studio delle questioni europee, soprattutto in relazione all’UE, alla sua politica interna che ha colpito la vita dei lavoratori, e anche lo sviluppo di posizioni comuni tra i partiti e il coordinamento della solidarietà e delle altre attività.
L’Iniziativa, che si dirige principalmente ai partiti comunisti e operai dei paesi dell’UE, mantiene la porta aperta ai partiti comunisti e operai di paesi che non sono membri o sono membri associati dell’UE.
Ogni anno si realizzerà almeno una riunione dei suoi membri, giungendo ad un accordo sulla Segreteria per il coordinamento delle attività dell’Iniziativa.
Le riunioni della Segreteria saranno comunicate in anticipo ed aperte agli altri membri dell’Iniziativa.
L’Iniziativa ha un simbolo comune, un operaio che spezza le catene del capitale. Inoltre, ha anche un sito web per promuovere le sue posizioni e quelle dei partiti membri. Il sito web comune sarà gestito dalla Segreteria, concordata dai partiti che aderiscono alla Iniziativa.
La decisione di rafforzare la loro cooperazione, sulla base di questa dichiarazione fondante specifica, dove si stabiliscono i principi della “Iniziativa”, è stata espressa dai seguenti 30 Partiti comunisti e operai dei paesi dell’UE e di altri paesi europei:
Partito del Lavoro d’Austria
Partito Comunista Operaio di Bielorussia
Nuovo Partito Comunista di Gran Bretagna
Partito dei Comunisti Bulgari
Unione dei Comunisti di Bulgaria
Partito Comunista di Boemia e Moravia (Repubblica Ceca)
Partito Operaio Socialista di Croazia
Partito Comunista in Danimarca
Polo della Rinascita Comunista in Francia
Unione dei Rivoluzionari Comunisti (Francia)
Partito Comunista Unificato di Georgia
Partito Comunista di Grecia
Partito dei Lavoratori Ungherese
Partito dei Lavoratori d’Irlanda
Comunisti Sinistra Popolare-Partito Comunista (Italia)
Partito Socialista di Lettonia
Fronte Popolare Socialista di Lituania
Partito Comunista di Macedonia
Partito Comunista di Malta
Resistenza Popolare (Moldavia)
Partito Comunista di Norvegia
Partito Comunista di Polonia
Partito Comunista Operaio Russo
Partito Comunista dell’Unione Sovietica (Russia)
Nuovo Partito Comunista di Jugoslavia (Serbia)
Partito Comunista di Slovacchia
Partito Comunista dei Popoli di Spagna
Partito Comunista di Svezia
Partito Comunista di Turchia
Unione dei Comunisti di Ucraina
Elezione della Segreteria
I Partiti che hanno partecipato alla riunione di fondazione approvano un quadro operativo temporaneo della Iniziativa, il suo simbolo comune ed eleggono una Segreteria di 9 membri per il coordinamento delle loro attività, che coinvolge: il Partito Comunista di Grecia, il Partito dei Lavoratori Ungherese, il Partito dei Lavoratori d’Irlanda, Comunisti Sinistra Popolare- Partito Comunista (Italia), il Partito Socialista di Lettonia, il Partito Comunista di Slovacchia, il Partito Comunista dei Popoli di Spagna, il Partito Comunista di Svezia e il Partito Comunista di Turchia.
Bruxelles 7 Ottobre 2013

IO CI SONO..............COME SEMPRE


                                                                                                                        Max

domenica 6 ottobre 2013

LA VITTORIA DELLA VERITA'...........

                                                                        





Il Tribunale di Roma ha respinto la richiesta danni avanzata dall’ex ministro Clini sulla vicenda Jolly Rosso – uranio bruciato a Marghera.

In prima persona sono felice soprattutto perchè ho sempre creduto nell' assessore Bettin, sono felice perchè ho lottato per sconfiggere avversari politici dementi che pur di infangare il lavoro di persone oneste sono disposte a qualsiasi cosa.
Battersi per una giusta causa dovrebbe essere l'obiettivo di tutti ma questo secondo il mio modesto parere è semplicemente pura utopia......i vigliacchi i servi della politica sono sempre in agguato ma resto del parere che quando si è onesti e seri difficile chinare la testa, io e l'assessore Bettin lo siamo......lui a livello istituzionale ha fatto la sua parte, io politicamente in mezzo alla gente ho fatto la mia, il risultato è questa vittoria contro l'arroganza politica e la stupidità.....
agli avversari politici auguro ancora una volta molta rassegnazione.
Ecco la lettera scritta dall'assessore Gianfranco Bettin.........:

Con un certo sollievo, sia pure un sollievo macerato dal lungo iter giudiziario, comunico che la prima Sezione civile del Tribunale di Roma, con sentenza resa nota il 23 settembre 2013, ha rigettato la richiesta di risarcimento danni per diffamazione a mezzo stampa intentata nei miei confronti dall’ex ministro e direttore generale del ministero dell’Ambiente dr. Corrado Clini.
Come qualcuno ricorderà, la querelle rinvia alla vicenda dello smaltimento dei rifiuti tossici trasportati a bordo della nave “Jolly Rosso” alla fine degli anni Ottanta. Dopo un lungo vagare nel Mediterraneo, fu disposto dal governo l’incenerimento dei rifiuti in vari siti italiani tra i quali Porto Marghera, nel forno inceneritore SG31 del Petrolchimico, cosa che avvenne, tra proteste e polemiche, tra il 1989 e il 1990.
La storia riemerse nel febbraio 2005, quando il settimanale l’Espresso pubblicò un’inchiesta secondo la quale emergeva, da due referti dell’Ulss 36 veneziana, che nel forno SG31 sarebbe stata smaltita anche una certa quantità di uranio. La stessa questione era stata sollevata, senza ottenere ascolto, in quello stesso 1990, da operai e ambientalisti, tra i quali il sottoscritto.
Dopo la pubblicazione dei nuovi documenti, nella mia veste di consigliere regionale, in un’interrogazione poi divulgata con un comunicato diffuso alla stampa e pubblicato sul sito del gruppo consiliare regionale dei Verdi, oltre che nella veste di Prosindaco della città, riproposi la questione, chiedendo a chi di competenza di fornire ogni spiegazione e ogni informazione possibile sulla vicenda, per conoscere finalmente la verità.
Il dr. Clini, fino agli inizi del 1990 direttore di Medicina del Lavoro dell’Ulss 36 e successivamente direttore generale del Ministero dell’Ambiente (oltre che, tra il 2011 e il 2013, ministro dello stesso dicastero) reagì molto polemicamente, accusando me (e l’Espresso) di diffamazione e intentando una causa civile con richiesta di risarcimento per un milione di euro. Non avendo la Regione del Veneto, per la prima volta nella sua storia, ritenuto di tutelare le prerogative di un consigliere (il sottoscritto) che aveva fatto ricorso all’istituto dell’interrogazione, la causa civile si è dunque aperta e, dopo un lungo iter, è giunta alla conclusione in primo grado.
Uscito dal processo, per un vizio di forma, il cronista dell’Espresso Riccardo Bocca (e, ancor prima, Luana Zanella, che aveva presentato la stessa interrogazione in Parlamento, il quale però aveva negato l’autorizzazione a procedere) ero rimasto da solo in causa.
Ebbene, la prima Sezione civile del Tribunale di Roma, rigettando la richiesta del dr.Clini e dunque assolvendomi, ritiene che io abbia esercitato lecitamente il “diritto di critica” rilevando inoltre “la sussistenza della rilevanza sociale dell’argomento trattato”. Infatti, si legge nella sentenza, “la notizia relativa alla presenza dell’uranio impoverito, all’interno dei rifiuti tossici trasportati dalla motonave Jolly Rosso e smaltiti nell’inceneritore di Marghera, era stata oggetto dell’interesse dei mass-media già all’epoca dei fatti (nell’anno 1990). Successivamente, nel febbraio 2005, i giornali tornano a occuparsi dell’argomento scrivendo che, dall’esame di una relazione della Ulss 36 del 1990, sarebbe risultata provata la presenza – all’interno dei rifiuti smaltiti a Porto Marghera provenienti dalla Jolly Rosso – di uranio radioattivo”.
Quindi, “l’argomento, involgente il diritto alla salute pubblica, rivestiva rilievo, anche se riferito a vicende accadute circa quindici anni prima”. Il giudice osserva ancora che io ho fornito “un’interpretazione in chiave critica di elementi emersi a distanza di anni”. Si inoltra poi in una disamina sul tema del diritto di critica molto interessante proprio per giudicare l’operato di chi interviene in simili vicende, rilevando come sia stato ormai “ripetutamente sostenuto in giurisprudenza” che “in materia di diritto di critica non si ponga un problema di veridicità delle asserzioni poiché per definizione i giudizi e le valutazioni non possono essere ricondotti a verità oggettive in quanto soggettivi e opinabili: il diritto di critica può essere esercitato utilizzando espressioni aspre” purché “non si risolvano in un’aggressione gratuita e distruttiva dell’onore del soggetto interessato” con “attacchi personali, diretti a colpire sul piano individuale la figura morale del soggetto criticato, attraverso espressioni gratuite, non pertinenti ovvero l’uso di un’informazione non riportata in modo completo o di argomenti o termini intesi a screditare il soggetto preso a bersaglio”. Su tale punto cruciale, dunque, il Tribunale riconosce che il sottoscritto non ha posto domande gratuite bensì pertinenti “alla vicenda commentata, considerata la carica rivestita dal Clini all’epoca dei fatti commentati. Per tale ragione si ritiene rispettato anche il limite della continenza espositiva”.
Per queste ragioni, non sussistendo il danno né economico né professionale lamentato dal dr. Clini, la sua domanda di risarcimento viene respinta, con conseguente condanna a pagamento delle spese processali.
E’ possibile che la vicenda non finisca qui, eventualmente ricorrendo in Appello il dr. Clini. Per intanto, però, è stato posto un punto fermo. Il diritto non solo alla critica ma a chiedere la verità su fatti che hanno segnato a fondo la nostra città e il nostro paese in anni lontani ma le cui implicazioni sono ancora lungi dall’essere state chiarite completamente, tale diritto, è stato solennemente ribadito con questa sentenza.
Il peso di lunghi anni di complicato iter processuale (dal 2005), l’attesa durata diversi mesi (da maggio 2013), dalla chiusura delle udienze fino al pronunciamento della sentenza, il costo della causa che ho dovuto comunque sostenere – al di là delle spese legali che per disposizione del giudice mi verranno risarcite,  una piccola parte di quelle effettivamente sostenute in tutti questi anni – oltre che, naturalmente, l’enormità della richiesta di danni che incombeva (un milione di euro), non possono dirsi cancellati da questo felice esito, ma certamente conforta il riconoscimento di aver agito correttamente, di aver cercato con mezzi leciti la verità su vicende inquietanti.
E’ una storia che non riguarda solo me, sia quella della Jolly Rosso e dei rifiuti bruciati a Marghera sia, in particolare, quella della causa. Troppe volte, infatti, chi pone domande scomode – giornalisti e attivisti soprattutto – viene fatto oggetto di querele che per anni e anni gli gravano addosso, con costi economici e morali sempre difficili da sopportare, con un oggettivo effetto di intimidazione. Per questo, da più parti, in particolare dal mondo dell’informazione (basti citare l’impegno dell’Associazione art. 21) si invoca la riforma urgente delle cosiddette “liti temerarie”, cioè dei procedimenti a carico di soggetti che tali domande scomode pongono, avviati da chi ha a disposizione i mezzi per tenerli in causa e perciò sotto scacco a lungo, per anni e anni, pagando salate parcelle e temendo esiti potenzialmente pesantissimi.
Credo che questa sentenza rassicuri, comunque, chi pensa che il diritto di critica, il diritto di porre ogni domanda necessaria a cercare la verità, restino irrinunciabili in un paese libero, in uno stato – appunto -  davvero di diritto.
Ringrazio di cuore le moltissime persone che, in questi mesi, conosciuta questa vicenda, mi hanno testimoniato, in tanti modi, vicinanza e solidarietà
Gianfranco Bettin
Venezia, 30 settembre 2013

LA STUPIDITA' NON HA FRONTIERE..................


MAX