giovedì 28 novembre 2013

......ADDIO COMPAGNO RICCI

Addio a Raimondo Ricci
bandiera dell'antifascismo

L'anziano leader del movimento antifascista fu partigiano e imprigionato nel campo di concentramento di Mauthausen. Ha dedicato la sua vita alla difesa dei valori della Resistenza

Addio a Raimondo Ricci, bandiera dell'antifascismo a Genova. Novantatrè anni, tra gli ultimi testimoni del Novecento, già presidente nazionale dell'Associazione nazionale partigiani, ha dedicato la sua vita alla difesa dei valori della Resistenza.

Si è spento nella sua abitazione. La camera ardente sarà allestita domani, giovedì, dalle 8 alle 12 in Provincia, in largo Lanfranco. La salma sarà sepolta a Imperia.

Partigiano, nelle mani della Gestapo Ricci fu torturato e imprigionato nel campo di concentramento di Mauthausen. Liberato, continuò la sua battaglia morale e politica e, in qualità di avvocato penalista, difese i sindacalisti e i militanti comunisti nel dopoguerra.

Presidente provinciale dell'ANPI nel 1969, parlamentare per tre legislature dal 1976, fece parte della commissione di inchiesta sulla P2 e davanti all'irruzione del terrorismo fu una delle figure politiche che contribuì a costruire quel fronte tra istituzioni e movimento operaio che garantì la continuità dello stato democratico. Giurista autorevole sarà anche membro del consiglio di presidenza della Corte dei Conti.

Nell'età avanzata, Raimondo Ricci ha dedicato tutte le sue energie e il suo tempo all'Istituto Storico della Resistenza a cui fu chiamato per ricoprire il ruolo di presidente.

Nonostante fosse quasi cieco, viaggiava da una parte all'altra dell'Italia, passava da comizio a comizio, affascinava i giovani. La sua voce attraversava le piazze e i cuori. In qualche misura diventava lui stesso un simbolo.

Nel giugno 2002, a quasi sessant'anni di distanza dalla fine del conflitto, ad Amburgo incontrò per la prima volta Friedrich Engel, il responsabile dell'eccidio del Turchino, il carnefice al quale solo per merito della sorte era sfuggito. Anche questo accade in una vita non comune.

La scomparsa di Ricci ha suscitato commozione e cordoglio in tutta la sinistra italiana. Il sindaco di Genova Marco Doria l'ha ricordato come uno dei "grandi maestri di democrazia e libertà"

che hanno formato la sua generazione. Non voglio nominare altri personaggi che lo hanno ricordato perchè sono gli stessi che non ritengo rappresentino oggi la sinistra italiana, i riti e le parole d'occasioni mi fanno arrabbiare moltissimo.
Ricordo Ricci perchè il 28 maggio 1988 consegnò una medaglia d'oro a mio padre Sergio, quale riconoscimento nazionale dell'ANPI per l'attività svolta in Friuli Venezia Giulia durante la fine della seconda guerra mondiale con l'esercito di liberazione nazionale.

Addio compagno Raimondo

                                                                                       Max


sabato 23 novembre 2013

I DEMOCRISTIANI STANNO ARRIVANDO......."SVEGLIAMOCI"!!!!!!


                                                                           



Due dichiarazioni diffuse dalle agenzie ci offrono uno spunto inquietante ma interessante per comprendere il paese e il momento storico in cui ci è toccato di vivere.
La prima è da “ordine pubblico”.
Con gli scontri di ieri si è passato il limite e non credo che siano giustificabili in nessun modo le scene che abbiamo visto”. E "lo dico davanti a tante parole giustificazioniste ascoltate in questi mesi” ha affermato il premier Enrico Letta, a proposito delle manifestazioni contro il Tav nella Capitale di mercoledì pomeriggio. Letta, in conferenza stampa con Hollande, si è detto ''profondamente dispiaciuto'' per gli scontri avvenuti a Roma. "Occorre condannare con fermezza gli scomposti e pericolosi atti di violenza, compiuti da persone senza scrupoli e prive di ideali, a danno delle Forze di Polizia" ha rincarato la dose il ministro dell'Interno, Angelino Alfano. E infatti sono già scattate alcune denunce nei confronti dei manifestanti...
La seconda è di sostanza economica.
Eni, Stm e Enav per le partecipazioni dirette e Sace (Cdp), Fincantieri (Cdp), Cdp Reti (Cdp), Tag (Cdp) e Grandi Stazioni (Fs): queste le società che vedranno la dismissione di partecipazioni da parte pubblica” ha dichiarato il Presidente del Consiglio. “Le dismissioni arriveranno fino al 60% della quota per Sace e Grandi Stazioni; per Enav e Fincantieri è prevista una cessione del 40%; per Eni la cessione è del 3%” ha spiegato il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni.
Due dichiarazioni che raccontano un mondo, quello che ha in mente Enrico Letta, il suo governo e la classe dominante che rappresentano in Italia e nell’Unione Europea. Un mondo fatto di consegna ai privati – e soprattutto a quei soggetti privati ben organizzati in monopoli a livello europeo – di pezzi interi del paese, dei suoi beni collettivi, dei suoi interessi sociali, allo scopo di ricavarne una misera “benedizione” in sede di Eurogruppo, oggi.
Di fronte allo scempio delle decine di miliardi buttati nel Tav in Val di Susa piuttosto che su altre priorità del paese, a partire dalle emergenze sociali su lavoro, casa e tutela del territorio;
di fronte al dato, ormai acclarato, che grandi opere inutili come il Tav sono un'appropriazione privata in poche mani di un bene pubblico come il territorio, l’ambiente e i suoi abitanti;
di fronte al fatto che proprio le privatizzazioni hanno destrutturato, indebolito e svuotato i servizi pubblici, le banche e le aziende strategiche del paese... Enrico Letta manda a dire che chi avrebbe “passato il limite” sono i manifestanti che hanno cercato di uscire da una piazza completamente circondata da centinaia di agenti in assetto antisommossa?
Un rappresentante della tecnocrazia più cinica - quella che ha commissariato il nostro paese attraverso la troika, quella che, come il dott. Carlo Cottarelli, viene pagata quasi un milione di euro in soli quattro anni per decidere quante teste tagliare tra i lavoratori pubblici e quanta salute andrà cancellata dal servizio sanitario nazionale; quella che coscientemente sta svendendo ai privati i beni pubblici e i servizi strategici che sono di tutti noi – si permette di parlare di “persone senza scrupoli e prive di ideali”? A proposito di gente che rischia se stessa “a gratis” per difendere diritti e istituti conquistati in decenni di lotte sociali? Se c'è un limite che è intollerabile veder passare è proprio questo......ormai non incantano più nessuno........i filodemocristiani sono già in arrivo mescolati tra destra e sinistra e si stanno riorganizzando........tra poco ne sentiremo parlare, il loro obiettivo di distruggere il partito dei lavoratori è riuscito, ora serve a noi RIORGANIZZARCI”...........e facciamo presto.


                                                                                                                           Max

martedì 12 novembre 2013

MEGLIO POPULISTI.......CHE MORTI !!!!



I
Uno spettro si aggira per l'Europa: lo spettro del populismo. Per combatterlo si sono alleati i partiti socialisti e quelli conservatori, le multinazionali e le banche, i democratici italiani e i democristiani tedeschi...
La parafrasi delle prime righe de il Manifesto di Marx e Engels può e deve fermarsi qui, anche perchè stiamo parlando di cose molte diverse tra loro. Il nascente movimento operaio del XIX Secolo aveva altro spessore e altra testa rispetto a quello che passa oggi il convento. Ma la crociata contro “I populisti” che i governi della Trojka europea stanno conducendo, merita qualche riflessione che ci riguarda molto - molto - da vicino.
In piena guerra fredda, i movimenti per la pace tedeschi rendevano isterico il loro establishment dichiarando: “meglio rossi che morti”. Il riferimento evidente era al fatto che tra la corsa alla guerra nucleare e il socialismo reale appena al di là del muro, forse era meglio la seconda opzione che l'olocausto atomico sul quale puntavano gli Usa e la Nato.
La storia, fortunatamente per tutti, non resta mai ferma. Nel XXI Secolo le opzioni in campo sono assai meno rigide ma è altrettanto vero che la competizione globale sta spingendo tutti le maggiori potenze capitaliste – incluse quelle europee strutturatesi intorno all'Unione Europea – a cozzare una contro le altre. Le “guerre” monetarie ne sono un'avvisaglia niente affatto irrilevante. Lo scontro sullo spionaggio e il Datagate rivela una competizione sulle tecnologie avanzate e l'information technology ormai senza esclusione di colpi. Le guerre realizzate in Medio Oriente o nei Balcani o quelle minacciate – con le conseguenti alleanze o lacerazioni a seconda dei casi – hanno visto via via saltare vecchie camere di compensazione tra interessi diversi come la Nato.
Non solo. La competizione globale e la dominanza del capitalismo mercantilista (export come dogma , conquista di mercati e risorse, abbassamento drastico del monte salari dei lavoratori, devastazioni ambientali) stanno effettivamente mettendo a rischio non solo le condizioni sociali, ma anche la sopravvivenza di quella parte di umanità che il capitalismo considera “eccedente” rispetto alle proprie necessità.
Quando nei mesi scorsi abbiamo spesso sintetizzato questo processo con lo slogan:”Dovete morire prima”, la coincidenza tra una obiettiva forzatura concettuale e la realtà di documenti elaborati dal Fmi o dalla Bce, ci ha fatto scorrere un brivido lungo la schiena. Tutta la complessità della vita sociale, dentro le elaborazione delle istituzioni finanziarie dominanti, è diventata solo tabelle, costi e proiezioni con conclusioni ispirate al cinismo. L'aspettativa di vita è troppo alta per potere essere ancora finanziata dai sistemi previdenziali, i sistemi di istruzione sono troppo costosi e viene alimentata una aspettativa eccessiva sui vantaggi dei titoli di studio, i lavoratori contrattualizzati sono una rigidità insopportabile, i costi sanitari sono troppo elevati etc. etc.
La sintesi è che “noi”, ma solo noi che stiamo “sotto”, dobbiamo morire prima affinchè “loro” possano vivere di più e mantenere o accrescere il proprio status sociale. Quello che abbiamo visto sul caso di Giulia Ligresti ne è la dimostrazione plastica: una donna abituata ad una vita agiata non può finire in prigione come una donna di borgata... perchè soffre di più la condizione detentiva.
E' in tale contesto che i governi europei e le istituzioni della Troika (Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale) hanno scatenato una campagna contro i “populisti”. E' possibile che tale crociata sia finalizzata solo a non trovarsi qualche sorpresa alle prossime elezioni europee, ma non si tratta solo di questo. Sia il ministro delle finanze tedesco Schaeuble, sia il governatore della Bce Draghi, sia l'ex premier Monti ed ora l'attuale premier Letta, hanno una concezione dei movimenti populisti molto precisa ed hanno una coscienza del proprio nemico molto più nitida di quanto l'abbiano le classi subalterne (vedi le profetiche parole di Sanguineti sull'odio di classe).
Le oligarchie europee liquidano i “populisti” mettendo volutamente sullo stesso piano i movimenti di destra dell'Europa mediterranea, gli euroscettici anglosassoni e scandinavi, i guitti come Grillo e i movimenti sociali, politici e sindacali della sinistra che contestano la natura di classe dell'Unione Europea. In realtà si tratta di opzioni e interessi di classe assai diversi tra loro e per moltissimi aspetti antagonisti.
Se prendiamo il caso dell'Italia, qui vediamo come il malessere contro i diktat dell'Unione Europea sia piuttosto diversificato sia in termini di collocazione di classe che di opzioni politiche.
Ad esempio buona parte del blocco sociale berlusconiano è decisamente antieuropeista perchè la riorganizzazione monopolista attuata da Maastricht in poi li ha via via marginalizzati. “Il piccolo è bello” o la greppia degli appalti pubblici, sono usciti triturati dalla nuova divisione del lavoro a livello europeo imposta dalle multinazionali. La finanziarizzazione facile dei “prenditori” che ha impoverito e distrutto gli investimenti produttivi, oggi non è più praticabile con le banche strette dai parametri imposti dalla Bce. Ragione per cui restano vuoti i capannoni e invenduti gli edifici.
Ci sono poi gli antieuropeisti da battuta come Beppe Grillo che ogni tanto solletica e si adegua ai luoghi comuni contro l'euro senza mai dettagliare mezza proposta.
Ci sono gli antieuropeisti reazionari e di destra che vaneggiano sul ritorno alla lira, sulla sovranità nazionale ma auspicano poi una Europa come potenza politica e militare da contrapporre a Stati Uniti, Cina, Brics etc.. Ma intanto, visto che “a quelli grossi non gli possono menare” se la prendono con i piccoli che hanno a portata di mano: gli immigrati. Non solo. Cercano in tutti i modi di “contaminarsi” con le forze della sinistra per occuparne lo spazio politico.
Queste tre opzioni parlano indubbiamente alla “pancia profonda” di una società preoccupata, rabbiosa, impoverita dalle misure imposte dalla Trojka. Declinano i problemi in chiave populista ma avanzano soluzioni arretrate, nazionaliste e reazionarie.
Infine ci sono le forze della sinistra (?) che finalmente vanno polarizzandosi sull'analisi e le iniziative da mettere in campo sull'Unione Europea. C'è la sinistra polverosa che ancora si gingilla con i discorsi europeisti e di riforma della Ue, ma c'è una sinistra di classe che non ha paura delle parole e sta delineando proposte e presupposti assai diversi: “l'Unione Europea si abbatte e non si cambia” potremmo sintetizzare prendendo a prestito un vecchio slogan.
Nasce da questa coscienza della irriformabilità dell'Unione Europea, e dalla consapevolezza che dentro di essa non c'è sopravvivenza sociale né democratica, la proposta di rompere (secondo alcuni) o di uscire (secondo altri) con l'Unione Europea come primo passo per un cambiamento politico e sociale credibile. Questa opzione ha la possibilità di intercettare e organizzare la “pancia profonda della società” meglio di quanto possano fare la destra o gli antieuropeisti da battuta. La sfida dell'egemonia sui processi di rottura dovrebbe essere ben presente nel Dna delle forze antagoniste nella sinistra. Solo una mancanza di coraggio politico o la “paura del popolo” può inchiodarla ad una funzione di mera testimonianza. In tal senso occorre recuperare -e rapidamente – la capacità di trasformare il populismo in organizzazione degli interessi di classe. Una cosa che la destra non può fare, una cosa che la sinistra antagonista può tornare a fare con efficacia. Se ne parlerà, ad esempio, a Roma il prossimo 30 novembre nel forum euromediterraneo promosso dalla Rete dei Comunisti intorno alla proposta di uscita dall'Unione Europea (e dall'Eurozona) e di costruzione di un'area economica alternativa. 
Un buon inizio.........tra compagni ci si capisce

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   Max

giovedì 7 novembre 2013

....QUALCOSA DI STRANO NELLA CHIESA.......!!!!!!


Video: Testimone oculare rivela: visto Benedetto XVI uccidere una bambi



Benedetto XVI – notare il simbolo rosacroce sul collare
“Ho visto Joseph Ratzinger partecipare all’omicidio rituale di una bambina”:
Testimone oculare di un sacrificio rituale svoltosi nel 1987 conferma il racconto di Toos Nijenhuis d’Olanda.
Il processo penale di un papa è vicino. I politici italiani hanno accettato di lavorare con l’ITCCS (http://itccs.org/) in una comune azione legale contro il papato per la protezione di un fuggitivo ricercato dalla giustizia: il deposto Papa Benedetto XVI.
L’accordo è arrivato dopo che un nuovo testimone oculare ha confermato il coinvolgimento di Ratzinger in un sacrificio rituale di bambini in Olanda nel mese di agosto del 1987.
“Ho visto Ratzinger partecipare all’omicidio di una bambina in un castello francese nell’anno 1987″, ha dichiarato il testimone, che era un partecipante regolare nella tortura rituale di culto e l’uccisione di bambini.
“E’ stato brutto e orribile e non è successo solo una volta. Ratzinger ha preso spesso parte. Lui, Alfrink (olandese cardinale cattolico)e il Principe Bernardo (fondatore del Bilderberg) erano solo alcuni degli umomini più importanti che ne hanno preso parte”.
Questo nuovo testimone conferma il racconto di Toos Nijenhuis, una donna olandese che andò in pubbllico con la sua testimonianza oculare di crimini simili che coinvolgono Ratzinger, Alfrink e Bernardo.
Lo scorso 11 febbraio, poco dopo le sue dimissioni dalla carica di papa, Ratzinger è stato condannato per crimini contro l’umanità in data 25/02/2013, dalla Common Law Court of Justice con sede a Bruxelles, e un mandato d’arresto globale è stato emesso contro di lui. Da allora, egli ha eluso l’arresto rimanendo all’interno delle mura della Città del Vaticano con un decreto dell’attuale papa Francesco.
L’emergere di questa nuova prova ha spinto un gruppo di politici italiani ad accettare di lavorare con l’ITCCS nell’affrontare il papato con un caso giudiziario con papa Bergoglio, per il suo riparo di Ratzinger e la sua complicità in crimini di guerra.
“Stiamo cercando di rivedere se non abolire i Patti Lateranensi del nostro paese con il Vaticano, le cui azioni ad ospitare stupratori e assassini di bambini certamente soddisfano la definizione di un’organizzazione criminale transnazionale nell’ambito del diritto internazionale”, ha dichiarato un portavoce di uno dei politici.
In risposta, durante la stessa settimana del 7 ottobre, quando sono emerse queste nuove accuse, il Vaticano ha avviato una serie di attacchi contro i gruppi ITCCS in Europa coinvolti nel documentare l’impegno della chiesa cattolica nel culto rituale dell’omicidio.
Operatori retribuiti hanno sabotato il lavoro in Olanda e Irlanda dell’ITCCS e il 14 ottobre il sito principale dell’ITCCS è stato distrutto dagli stessi sabotatori.
Fonti politiche a Roma hanno rivelato che questi attacchi sono stati pagati e cordinati attraverso l’ufficio dell’agenzia di spionaggio del Vaticano, conosciuta come la “Santa Alleanza” fondata a Roma nel 1913. Sono coinvolti anche gli agenti del Nunzio Apostolico in Olanda, Mons. Andrè Dupuy coinvolto direttamente con 2 dei sabotatori, e l’arcivercovo di Dublino, Diarmuid Martin, che pure ha pagato tangenti per disturbare il lavoro dell’ITCCS fatto in Irlanda.
“Ovviamente il Vaticano è nel panico. Si tratta di un buon segno”, ha commentato il segretario dell’ITCCS di New York, Kevin Annet. “La marea politica si è spostata contro la chiesa e non è più possibile per assassini e stupratori di bambini nascondersi dietro il trattato Laterano. La gerarchia ecclesiastica sta usando i suoi soliti metodi di menzogne e disinformazione per spostare l’attenzione dalla propria colpevolezza criminale”.
In risposta ai rinnovati attacchi contro il suo lavoro, la direzione centrale dell’ITCCS a Bruxelles ha fatto il seguente annuncio per i media di tuto il mondo e i suoi affiliati in 26 paesi:
1 – Durante il mese di novembre, la nostra rete convocherà una conferenza stampa globale a Roma con i politici italiani per annunciare una nuova fase della nostra campagna di separazione che implica il potere secolare del Vaticano. Questa campagna prevede il lancio di una nuova azione legale di diritto comune contro l’attuale papa e dei suoi agentiper complicita in crimini contro l’umanità e del culto rituale dell’omicidio.

2 – Per salvaguardare questi sforzi, il nostro sito principale www.itccs.org è stato restaurato e protetto con nuove funzionalità di sicurezza. Inoltre, d’ora in poi, tutte le sezioni ITCCS opereranno sotto una carta ufficiale che tutti i membri devono firmare e su cui devono giurare.
3 – A titolo informativo, il nostro titolo è stato compromesso e sequestrato dagli agenti pagati e conosciuti con gli alias “Mel e Richard VE”, che agiscono nella deliberata opposizione al ITCCS per infangare il nostro lavoro ed il buon nome del nostro segretario Kevin Annett.
4 – Jorge Bergolio (alias papa Francesco) e altri funzionari del Vaticano sono ora sotto inchiesta penale per reati schifosi che coinvolgono il traffico, la tortura e l’uccisione di bambini.

Si prega di stare sintonizzati per ulteriori annunci e azioni.
Questa dichiarazione è stata rilasciata il 28 ottobre 2013, dalla Direzione Centrale del Tribunale Internazionale sui Crimini di Chiesa e Stato (ITCCS) a Bruxelles in Belgio.
Staremo a vedere.......ma qualcosa in pentola bolle e come se bolle

                                                                                               Max

martedì 5 novembre 2013

VENEZIA E MESTRE DUE GRANDI CITTA'....BASTA CAMPANILISMO.....ORA SVILUPPO!!!!


                                                                       


Mestre e Venezia: chi ha ancora interesse a tenere unite le due città?

Sono passati 44 anni dal Rapporto UNESCO su Venezia e dalle pagine “infuocate” che Indro Montanelli (grande sostenitore del Comune di Mestre) scrisse sul Corriere della Sera tra il 1968 e il 1970, ideando anche un documentario prodotto dalla RAI che suscitò grande scalpore, ma i problemi denunciati allora si sono “soltanto” acuiti, in modo quasi irreversibile.

Il dibattito politico di questi giorni sulla gestione dei flussi turistici mi riempie di sospetto. Proprio i partiti che hanno relegato Venezia a mero centro storico, con meno di 40.000 residenti effettivi, e affidato il ruolo di periferia a Mestre, e che hanno sempre negato il degrado del territorio, ora intenderebbero gestire i flussi turistici. Ma non li hanno sempre gestiti, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti? Negli ultimi 25 anni c’è stata una chiara, evidente accelerazione del turismo di massa e del degrado di Venezia. In questo quarto di secolo - una generazione - la situazione è precipitata e le città – Mestre e Venezia - sono al collasso (nonostante Matteo Renzi dica il contrario per proteggere l’attuale sindaco, suo sostenitore per la leadership del PD e del governo nazionale).

Negare il degrado (a tutti i livelli) di Venezia e della terraferma è come negare l’olocausto. Non si possono perdonare queste affermazioni. I recenti scandali hanno portato alla luce il sistema corrotto dei partiti che in nome della salvaguardia di Venezia ha invece “salvaguardato” interessi privati, per miliardi di euro.

Il problema, tuttavia, non è solo politico, ma è anche e soprattutto istituzionale. Di regole di buona amministrazione. Spendere di meno, tutelando meglio gli interessi di due città così diverse, incompatibili insieme.

La crisi mondiale si è abbattuta con effetti ancor più devastanti su Venezia e Mestre, oramai relegate ai margini dell’economia, ostaggio di venditori ambulanti di mascherine e paccottiglia e delle lobby del turismo di massa (ben rappresentate dalle grandi navi che, come astronavi aliene, attraversano il bacino di San Marco oscurando il sole).

Solo i cittadini di Mestre potranno salvare Mestre e Venezia, votando SI al referendum per la loro autonomia; sganciandosi così, una volta per tutte, da quel ruolo innaturale, di dipendenza psicologica e parassitaria da Venezia. Altrimenti morirà, come Venezia, inglobata in una vasta area metropolitana, governata dalle imprese di Treviso e di Padova.

Riqualificare il tessuto sociale e urbano di questo territorio è un imperativo categorico, indiscutibile. Per la sopravvivenza. Adesso o mai più. E lo possiamo fare soltanto “rimescolando le carte”, dando la dignità, a Mestre e a Venezia, di due grandi città. Due comuni al prezzo di uno solo (il più caro, il più esteso e il più inefficiente d’Italia). Solo i cittadini – attraverso nuove istituzioni – potranno risollevare le sorti di questo territorio. Creando energia. Moltiplicando le opportunità.

Dobbiamo indire il referendum per la creazione del Comune di Mestre prima delle prossime elezioni comunali o sarà stato tutto inutile. Abbiamo chiesto alla politica (quella politica che ha dilapidato migliaia di miliardi di euro in Italia e nel Veneto) di accorpare il referendum alle europee del prossimo giugno, o ad altro appuntamento elettorale. Avrà in ogni caso il coraggio di dire che abbiamo speso soldi pubblici, ma non gli rinnoveremo più la fiducia.

Mestre in un mese ha già raccolto più di tremila firme, con pochi banchetti. Segno che i tempi sono cambiati e che una rinascita è possibile.


Si cambia per andare e guardare avanti......."il cerchio si apre"


                                                                                                           Max