Addio a Raimondo Ricci
bandiera dell'antifascismo
L'anziano leader del movimento antifascista fu partigiano e imprigionato nel campo di concentramento di Mauthausen. Ha dedicato la sua vita alla difesa dei valori della Resistenza

Si è spento nella sua abitazione. La camera ardente sarà allestita domani, giovedì, dalle 8 alle 12 in Provincia, in largo Lanfranco. La salma sarà sepolta a Imperia.
Partigiano, nelle mani della Gestapo Ricci fu torturato e imprigionato nel campo di concentramento di Mauthausen. Liberato, continuò la sua battaglia morale e politica e, in qualità di avvocato penalista, difese i sindacalisti e i militanti comunisti nel dopoguerra.
Presidente provinciale dell'ANPI nel 1969, parlamentare per tre legislature dal 1976, fece parte della commissione di inchiesta sulla P2 e davanti all'irruzione del terrorismo fu una delle figure politiche che contribuì a costruire quel fronte tra istituzioni e movimento operaio che garantì la continuità dello stato democratico. Giurista autorevole sarà anche membro del consiglio di presidenza della Corte dei Conti.
Nell'età avanzata, Raimondo Ricci ha dedicato tutte le sue energie e il suo tempo all'Istituto Storico della Resistenza a cui fu chiamato per ricoprire il ruolo di presidente.
Nonostante fosse quasi cieco, viaggiava da una parte all'altra dell'Italia, passava da comizio a comizio, affascinava i giovani. La sua voce attraversava le piazze e i cuori. In qualche misura diventava lui stesso un simbolo.
Nel giugno 2002, a quasi sessant'anni di distanza dalla fine del conflitto, ad Amburgo incontrò per la prima volta Friedrich Engel, il responsabile dell'eccidio del Turchino, il carnefice al quale solo per merito della sorte era sfuggito. Anche questo accade in una vita non comune.
La scomparsa di Ricci ha suscitato commozione e cordoglio in tutta la sinistra italiana. Il sindaco di Genova Marco Doria l'ha ricordato come uno dei "grandi maestri di democrazia e libertà"
Ricordo Ricci perchè il 28 maggio 1988 consegnò una medaglia d'oro a mio padre Sergio, quale riconoscimento nazionale dell'ANPI per l'attività svolta in Friuli Venezia Giulia durante la fine della seconda guerra mondiale con l'esercito di liberazione nazionale.
Addio compagno Raimondo
Max
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