martedì 5 novembre 2013

VENEZIA E MESTRE DUE GRANDI CITTA'....BASTA CAMPANILISMO.....ORA SVILUPPO!!!!


                                                                       


Mestre e Venezia: chi ha ancora interesse a tenere unite le due città?

Sono passati 44 anni dal Rapporto UNESCO su Venezia e dalle pagine “infuocate” che Indro Montanelli (grande sostenitore del Comune di Mestre) scrisse sul Corriere della Sera tra il 1968 e il 1970, ideando anche un documentario prodotto dalla RAI che suscitò grande scalpore, ma i problemi denunciati allora si sono “soltanto” acuiti, in modo quasi irreversibile.

Il dibattito politico di questi giorni sulla gestione dei flussi turistici mi riempie di sospetto. Proprio i partiti che hanno relegato Venezia a mero centro storico, con meno di 40.000 residenti effettivi, e affidato il ruolo di periferia a Mestre, e che hanno sempre negato il degrado del territorio, ora intenderebbero gestire i flussi turistici. Ma non li hanno sempre gestiti, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti? Negli ultimi 25 anni c’è stata una chiara, evidente accelerazione del turismo di massa e del degrado di Venezia. In questo quarto di secolo - una generazione - la situazione è precipitata e le città – Mestre e Venezia - sono al collasso (nonostante Matteo Renzi dica il contrario per proteggere l’attuale sindaco, suo sostenitore per la leadership del PD e del governo nazionale).

Negare il degrado (a tutti i livelli) di Venezia e della terraferma è come negare l’olocausto. Non si possono perdonare queste affermazioni. I recenti scandali hanno portato alla luce il sistema corrotto dei partiti che in nome della salvaguardia di Venezia ha invece “salvaguardato” interessi privati, per miliardi di euro.

Il problema, tuttavia, non è solo politico, ma è anche e soprattutto istituzionale. Di regole di buona amministrazione. Spendere di meno, tutelando meglio gli interessi di due città così diverse, incompatibili insieme.

La crisi mondiale si è abbattuta con effetti ancor più devastanti su Venezia e Mestre, oramai relegate ai margini dell’economia, ostaggio di venditori ambulanti di mascherine e paccottiglia e delle lobby del turismo di massa (ben rappresentate dalle grandi navi che, come astronavi aliene, attraversano il bacino di San Marco oscurando il sole).

Solo i cittadini di Mestre potranno salvare Mestre e Venezia, votando SI al referendum per la loro autonomia; sganciandosi così, una volta per tutte, da quel ruolo innaturale, di dipendenza psicologica e parassitaria da Venezia. Altrimenti morirà, come Venezia, inglobata in una vasta area metropolitana, governata dalle imprese di Treviso e di Padova.

Riqualificare il tessuto sociale e urbano di questo territorio è un imperativo categorico, indiscutibile. Per la sopravvivenza. Adesso o mai più. E lo possiamo fare soltanto “rimescolando le carte”, dando la dignità, a Mestre e a Venezia, di due grandi città. Due comuni al prezzo di uno solo (il più caro, il più esteso e il più inefficiente d’Italia). Solo i cittadini – attraverso nuove istituzioni – potranno risollevare le sorti di questo territorio. Creando energia. Moltiplicando le opportunità.

Dobbiamo indire il referendum per la creazione del Comune di Mestre prima delle prossime elezioni comunali o sarà stato tutto inutile. Abbiamo chiesto alla politica (quella politica che ha dilapidato migliaia di miliardi di euro in Italia e nel Veneto) di accorpare il referendum alle europee del prossimo giugno, o ad altro appuntamento elettorale. Avrà in ogni caso il coraggio di dire che abbiamo speso soldi pubblici, ma non gli rinnoveremo più la fiducia.

Mestre in un mese ha già raccolto più di tremila firme, con pochi banchetti. Segno che i tempi sono cambiati e che una rinascita è possibile.


Si cambia per andare e guardare avanti......."il cerchio si apre"


                                                                                                           Max

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