FASCISMI
L’11 settembre ormai è relegato al passato, la nuova fase del terrore indotto è datata 7 gennaio.
Il sentimento di rabbia contro gli esecutori della strage di Parigi deve lasciare il posto alla razionalità nel tentativo di capire quali possano essere state le cause e le finalità della strage, o forse per intuire chi siano stati i mandanti.
Quanto accaduto ha piani di lettura diversi e sovrapponibili; ricucirli non è affatto semplice.
La storia personale degli assassini esclude un ‘motu proprio’ ma si innesta nella strategia della tensione internazionale della quale i fratelli Said e Cherif Kouachi sono stati strumentali, e sapere se lo siano stati consapevolmente o inconsapevolmente è un dettaglio inutile, come non è particolarmente utile soffermarsi sulle incongruenze che stanno emergendo dalle indagini.
È decisamente più importante sapere a chi giova una strategia del terrore in Europa e chi, all’interno degli Stati europei potrà trarne vantaggio.
Gli Stati Uniti, l’Europa, la Russia e il fascismo islamico, sono questi i giocatori di un poker inequivocabilmente truccato.
Molte sono le fonti che riconducono agli Stati Uniti, attraverso la CIA, l’addestramento dei terroristi islamici in funzione antisovietica, e ora è difficile determinare se e quando i fascisti islamici si siano resi “autonomi” e da quando siano “sfuggiti al controllo”.
La cultura mussulmana era fatta di tolleranza, di istruzione, e la maggior parte delle società mussulmane adottavano modelli socialisti idealmente protesi verso il benessere sociale.
Il colonialismo prima e la trasformazione della cultura mussulmana in teocrazie islamiche poi, attraverso il finanziamento di gruppi fascisti e conservatori come il wahabitismo, in funzione antisocialista, ha desertificato la cultura di molti Paesi arabi rendendoli luoghi di incalcolabile oppressione.
Tutto il mondo mussulmano oggi è percepito dall’occidente come islamico e terrorista, e nessuno, in occidente, conta più, ad esempio, i bambini islamici uccisi a Peshawar, o gli islamici nigeriani uccisi nelle moschee.
Sono milioni i morti mussulmani per mano di terroristi o per mano di governi filo-occidentali, tutti morti innocenti di fede islamica, uccisi da fascisti islamici infiltrati dall’imperialismo occidentale.
Nell’infinito egoismo occidentale a nessuno importa sapere come percepiscano l’occidente quei mussulmani, oppressi dai terroristi islamici, bombardati dai crociati cristiani esportatori di democrazia, torturati dai governi totalitaristici filo occidentali, schiacciati nell’impotenza di poter difendere la loro cultura millenaria prevalentemente laica, che nulla ha a che vedere con il fascismo islamico.
Se l’ideologia fascista si innesta all’interno di organizzazioni religiose, le trasforma in fabbriche di terrore e morte e non è più possibile arrestarle sul piano dialettico, però è sempre possibile creare i presupposti perché agiscano in contesti prevedibili.
La guerra per procura che gli Stati Uniti e la Russia combattono gli uni contro l’altra, da decenni, senza interessare in via diretta i propri territori ma quelli asiatici, ora sembra che si stia spostando in Europa e che, a combatterla per procura, sia proprio l’islam fascista addestrato e finanziato dall’imperialismo occidentale.
Scatenare l’islam fascista è semplice, gli islamici fondamentalisti sono in grado di dare prova della propria arretratezza non appena gli si indica un simbolo da abbattere, soprattutto se culturale.
Dal canto loro i partiti politici europei, sia che si tratti di partiti conservatori di destra che di partiti conservatori di centro, si proiettano in maniera altalenante tra le due tipologie di imperialismo, quello statunitense e quello sovietico, ma mostrano di compattarsi davanti al fascismo islamico figlio dell’imperialismo finanziario e nipote del colonialismo europeo.
Tornando alla Francia, il Front National di Marina le Pen è decisamente “al soldo” dell’imperialismo sovietico, perché chi finanzia generalmente compra.
Nazionalismo, omofobia, razzismo sono le caratteristiche distintive di facciata sia di Marine Le Pen che di Putin, ma il cuore pulsante degli interessi di entrambi sono il potere e la gestione delle risorse energetiche, visto che l’Europa tutta è combattuta tra il petrolio texano e il gas russo.
Putin ha comunque un filo diretto anche con Hollande il quale, due giorni prima della strage di Parigi, aveva avanzato l’idea di modificare il regime sanzionatorio che l’UE, dietro pressione degli USA, ha imposto a Mosca.
Mantenere lo scontro con Mosca non conviene agli interessi economici dell’UE, se ne è accorta anche la Merkel, quindi l’influenza militare degli USA verso l’Est, attraverso la NATO, comincia a pesare negativamente sulla bilancia degli equilibri internazionali, tanto più che l’avanzamento della NATO verso Est non è questione circoscritta soltanto all’Ucraina.
E se attraverso la Francia l’equilibrio europeo dovesse spostarsi verso l’imperialismo sovietico, va da sé che l’imperialismo statunitense non gradirebbe.
La destabilizzazione dell’Europa, a quanto parte, è partita proprio dal Paese europeo maggiormente filosovietico.
Cui prodest?
Se la svolta europea, dopo la strage di Parigi, sarà verso formazioni come quelle di Le Pen in Francia o Salvini in Italia, il terrorismo fascista islamico avrà vinto la sua battaglia di destabilizzazione che trova nella paura e nel terrore la risposta superficiale alla spinta autoritaristica e alla messa in discussione dello stesso sistema democratico.
Gli Stati Uniti, dopo l’11 settembre, hanno rinunciato alle libertà personali consentendo la pratica della tortura e del controllo di tutte le comunicazioni.
L’Europa è stata messa a dura prova ma dopo il 7 gennaio non potrà cedere alla logica del terrore.
Le paure si combattono sul piano culturale della libertà d’espressione con la precisa finalità di neutralizzare tutti i fascismi, a cominciare da quelli che si innestano nelle religioni e quelli che sulle paure costruiscono la propria fortuna.
Disvelare i fascismi è responsabilità di tutti, individuale e collettiva.
Max
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