giovedì 24 novembre 2016

RENZI COME MUSSOLINI......

                                                                                  


Mentre i Padri Costituenti vietavano al Governo la possibilità di legiferare, oggi il Governo scrive la riforma Costituzionale e la impone alle Camere, quelle Camere che esercitano, come certificato dalla Corte di Cassazione, in grave alterazione dei principi di rappresentanza democratica, in quanto formate in forza di un premio di maggioranza dichiarato incostituzionale e composte da nominati che rispondono al partito.
Con l’eliminazione del Senato rimarrà una sola Camera che sarà, sotto il totale controllo, di chi vincerà le elezioni godendo del premio di maggioranza. Chi, di volta in volta, sarà al potere, avrà l’assoluto controllo delle Istituzioni potendo anche decidere, in ogni momento di tenerselo, cancellando la democrazia. Oppure di cedere il Paese all’UE in ossequio al disegno dichiarato di superare le sovranità nazionali.
Il Governo diverrà l’unico organo legislativo con un Parlamento che via via sarà un mero ratificatore delle scelte dell’esecutivo.
L’ultima volta che questo accadde, c’era Mussolini al potere. (Avv. Marco Mori – estratto dall’articolo completo sul sito dello studio legale dello stesso avvocato.)
http://www.studiolegalemarcomori.it/con-italicum-e.../
IMPORTANTE RICORDARE CHE NON VALE IL QUORUM, DUNQUE come osserva Perrone Francesco:
Noi che votiamo NO:
1) non dobbiamo cullarci sui sondaggi;
2) dobbiamo coinvolgere amici e parenti perché quelli del fronte del si, imbroglieranno di sicuro sulle schede dall'estero e se possibile anche su quelle italiane;
3) le lettere mandate fuori dai confini dal PD e quelle che si apprestano a mandare in Italia, sposteranno molteplici voti sfruttando l'ingenuità, delle persone (come già accade con le tv filo-governative). Quindi affinché il NO abbia speranza di farcela, dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi, consapevoli che in un giorno solo si decide un capitolo importante che riguarda la nostra costituzione. Abbiamo solo un giorno per difenderla da queste riforme inique che la vogliono deturpare nelle fondamenta democratiche. Abbiamo solo il 4 dicembre per salvare il futuro dei nostri figli dai poteri sommersi dell'alta finanza che vuole, con la spudoratezza degli arroganti e dei potenti privarci dei nostri diritti, come eleggere i nostri rappresentanti. È per questo che dobbiamo puntare sulle nostre coscienze affinché il popolo rimanga sovrano e quindi responsabile delle proprie decisioni in Italia ed in Europa. Il nostro dovrà essere un voto partigiano che onori la memoria dei nostri nonni, che hanno dato la vita affinché oggi godessimo di una democrazia che questo governo senza scrupoli vuole rubarci. La nostra costituzione non ha niente che non va, semmai e' la nostra classe politica, che ci sta portando sul baratro economico a dover essere cambiata. 

                                                                                                                      Max





domenica 20 novembre 2016

LA VERITA' DELL'INPS


                                                                   



I dati diffusi dall'INPS e relativi al periodo gennaio-settembre dell'anno in corso fotografano, per l'ennesima volta, il drastico calo delle assunzioni a tempo indeterminato, l'aumento dei licenziamenti e dei voucher. La tendenza evidenziata è la preoccupante precarizzazione del lavoro. Questi risultati sono frutto di una politica dissennata che lascia volutamente ai margini del sistema produttivo lo Stato e favorisce a dismisura il settore privato. Una politica che si fonda sulle decontribuzioni ma non incide minimamente sulla necessità di fermare il declino industriale che il nostro paese sta inseguendo da tempo. Lo Stato viene considerato una entità che elargisce finanziamenti e benefici ai privati abdicando al ruolo costituzionale di garante del diritto a un lavoro sicuro e giustamente retribuito. I dati INPS dimostrano inequivocabilmente il fallimento delle “riforme” dei governi iperliberisti (e, proprio per questo, reazionari) che si sono succeduti nel nostro paese om questi ultimi anni, da Berlusconi a Renzi. Riforme che hanno favorito la crescita di un lavoro sempre più precario e incerto con un conseguente aumento della povertà.
Le decontribuzioni hanno portato solo a un aumento “fasullo” di occupazione, frutto di regali alle imprese e non di una politica industriale che consideri prioritari i bisogni di chi vive del proprio lavoro rispetto al profitto d'impresa. La cancellazione dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori che favorisce il licenziamento senza possibilità, di fatto, di reintegro e l'avvento del contratto “a tutele crescenti” hanno determinato lo stato di estrema precarietà oggi caratteristico del mondo del lavoro. Insistere nelle decontribuzioni, come ha annunciato in questi giorni Renzi per il sud del nostro paese, ha solo un significato propagandistico in vista del prossimo referendum costituzionale. Consente di spostare in avanti di qualche mese il problema occupazionale e di far credere che esista una imminente “crescita” per raccattare qualche voto.


Rapporti di lavoro a tempo indeterminato
ITALIA
Cessazioni
Nuove assunzioni (A)
Trasferimenti da contratti a termine (B)
Trasferimenti da apprendistato (C)
A+B+C
2014
1.202.815
990.376
265.056
51.952
1.307.384
2015
1.256.048
1.368.405
344.051
63.282
1.775.738
2016
1.165.879
925.825
225.608
61.901
1.213.334
2016-2015
-90.169
-442.580
-118.443
-1.381
-562.404
2016-2014
-36.936
-64.551
-39.448
9.949
-94.050
2016-2015 %
-7,18
-32,34
-34,43
-2,18
-31,67
2016-2014 %
-3,07
-6,52
-14,88
19,15
-7,19

VENETO
Cessazioni
Nuove assunzioni (A)
Trasferimenti da contratti a termine (B)
Trasferimenti da apprendistato (C)
A+B+C
2014
98.910
65.484
27.839
7.061
100.384
2015
105.150
98.778
34.960
9.065
142.803
2016
98.589
65.536
23.470
8.289
97.295
2016-2015
-6.561
-33.242
-11.490
-776
-45.508
2016-2014
-321
52
-4.369
1.228
-3.089
2016-2015 %
-6,24
-33,65
-32,87
-8,56
-31,87
2016-2014 %
-0,32
0,08
-15,69
17,39
-3,08

Assunzioni a tempo indeterminato (tipologia)
ITALIA
Full time
Part-time orizzontale
Part-time verticale
Part-time misto
2014
572.641
373.132
18.015
26.588
2015
810.350
501.918
21.114
35.023
2016
531.664
355.621
14.154
24.386
2016-2015
-278.686
-146.297
-6.960
-10.637
2016-2014
-40.977
-17.511
-3.861
-2.202
2016-2015 %
-34,39
-29,15
-32,96
-30,37
2016-2014 %
-7,16
-4,69
-21,43
-8,28

Licenziamenti
ITALIA
Causa oggettiva, licenziamento collettivo o altro
Giusta causa o motivo soggettivo
Esodo incentivato
Totale
2014
352.325
40.586
59.806
452.717
2015
334.069
41.783
55.042
430.894
2016
353.902
53.636
41.006
448.544
2016-2015
19.833
11.853
-14.036
17.650
2016-2014
1.577
13.050
-18.800
-4.173
2016-2015 %
5,94
28,37
-25,50
4,10
2016-2014 %
0,45
32,15
-31,43
-0,92

Voucher
 
Italia
Veneto
2014
48.064.395
6.764.073
2015
81.369.566
10.690.795
2016
109.553.754
13.876.670
2016-2015
28.184.188
3.185.875
2016-2014
61.489.359
7.112.597
2016-2015 %
34,64
29,80
2016-2014 %
127,93
105,15

In queste tabelle ci sono alcune cose che meritano di essere evidenziate. Innanzitutto le assunzioni a tempo indeterminato sono quelle con contratto “a tutele crescenti” che, con l'abolizione dell'articolo 18, non garantiscono affatto un posto di lavoro stabile nel tempo. Sono, infatti, posti di lavoro che possono essere cancellati in qualsiasi momento, senza possibilità di reintegro.

Il totale dei “nuovi” contratti a tempo indeterminato (compresi le nuove assunzioni e i trasferimenti da contratti a termi e da apprendistato) in tutto il territorio nazionale diminuisce del 31,67% rispetto al 2015 (anno nel quale c'era la “piena decontribuzione”) e, cosa più emblematica, del 7,19% rispetto al 2014. In Veneto il calo è comparabile rispetto al 2015 (31,87%) e comunque del 3,08% rispetto al 2014. Un altro dato da tenere in considerazione è che il calo maggiore si ha nelle assunzioni “full time” rispetto al part-time. Le cessazioni sono in lieve calo, comunque non tale da compensare la diminuzione delle assunzioni. La libertà di licenziare concessa alle imprese viene evidenziata dall'aumento delle cessazioni per “giusta causa o motivo soggettivo” che risulta essere del 28,37% rispetto al 2015 e del 32,15% rispetto al 2014.

Al di là delle promesse e degli annunci governativi improntati a un colpevole ottimismo, quella evidenziata nelle statistiche INPS è la drammatica realtà del nostro paese. Un paese sempre più precario, senza prospettive reali se non quelle di un progressivo impoverimento di chi vive (o vorrebbe vivere) del proprio lavoro. Uno Stato diretto da politicanti incompetenti o in malafede che stanno regalando risorse e beni collettivi alle imprese private. A quella vera e propria casta che è responsabile della situazione drammatica che stiamo vivendo.
Perchè tutte queste bugie? 

                                                                                                 Max



lunedì 7 novembre 2016

LEGALIZZAZIONE DI UNA DITTATURA.............


                                                                             


… la storia siamo noi …
Bene!, a quelli come me, che mai si son fidati dei clown per forza e dei buffoni in genere, stamane tocca dire, per quanto non ci piaccia e ci rompa immensamente i santissimi: “ … io l’avevo detto e scritto; il compito del bimbo minchia è quello di distruggere ciò che resta non solo del Pd, ma della sinistra ovunque collocata …” essendo oramai accertato che quel partito, da quella nomina in poi, di sinistra non aveva assolutamente più nulla! .
Il Mondo del SI’ è, oggi, decisamente in svantaggio e dunque lo scontro adesso, se Renzi ed i proprio sodali, compreso quell’altro voltagabbana di Cuperlo, vogliono avere una sia pur minima speranza di vittoria, deve essere radicalizzato e spostato sulla vera questione che sancirà l’iter italiano dal 5 dicembre in poi: la legalizzazione di una DITTATURA MINORITARIA e la consacrazione di un novello caudillo, di un reinventato duce, chiunque egli fosse a rispondere ai burattinai nascosti dopo una elezione farsa e, infine, la rinascita dell’assolutismo in un paese che di caduti per protervia e per prevaricazioni varie, ne vede già di suo nella quotidianità di uno scorrere fatto di vittime sul lavoro, di vittime per la mancanza di lavoro, di suicidi per la distruzione di imprese, di vittime per la fame, di vittime per mancanza di cure, di vittime per una vecchiaia ad aver perso ogni forma di dignità.
Nella settima Leopolda, proprio mentre le forze dell’ordine, quale ordine santo Iddio, quale ordine?, colpivano e manganellavano, e sfogavano indiscriminatamente, su uomini e donne, giovani e vecchi, dimostranti per la libertà di opinione e per la democrazia, la propria frustrazione per delle condizioni a viversi decisamente sfruttate e mal retribuite, Matteo Renzi tirava le somme della propria azione e raggiungeva l’apice della attuazione del piano Propaganda P2: “ la scomparsa della sinistra e la nascita di una nuova DC nelle sue forme più retrive e pessime: quelle dei Tambroni e degli Scelba, dei Cossiga di Gladio, degli Andreotti servi dello straniero, nonché quella del PNF (partito nazionale fascista; ndr), nel riportare sé stesso al centro della disputa, consacrando, così, la nascita del PdR (partito di Renzi) o del PdN (partito della nazione) che dir si voglia, al grido urbi et orbi di: “ … se vincono i NO si va al voto … “ presentando il tutto come una minaccia, quasi che il voto fosse una jattura e non la sacra espressione della volontà popolare.
Nell’accorato appello ai propri sodali, prostrati e proni davanti al vate vendicatore, Matteo Renzi accoglieva braccia al cielo e sguardo estasiato, l’ululato dei lupi famelici, a non esser altro che quei moderati del cavolo tra cui il buffone storico cercherà di recuperare i voti che gli mancano.
Il tristo ululato indirizzava, a quella misera cosa che è la sinistra pd, un “ … fuori, fuori, fuori … “ di cui non ci sarebbe stata nessuna necessità se, proprio quella pseudo sinistra, avesse mai avuto un minimo di dignità e di orgoglio per un passato che nella persona di Enrico Berlinguer seppe dire dei NO anche alla santa madre Russia, genitrice deviata di una idea che ha tutte ed ogni valenza, sopra tutto e tutti, ancora oggi nel 2016.
Sarebbe bastato quel minimo ed oggi forse staremmo già a buon punto per la ricostruzione di un partito di opposizione capace di essere controllore e regolatore di un cammino che, viceversa, si fa sempre più scabroso e pericoloso anche e persino per quegli che ritenesse il bimbo minchia solo il minore dei mali possibili.
Tutto ciò in fieri, sempre ammesso che i tanti “ras, er meglio del tufello “ che si auto dipingono capi di ognuna delle tante anime di una sinistra, ideologica, vera ma allo sbando, fossero già riusciti a capire che apparire non serve a nulla e che si è già da tempo raggiunto il punto in cui “ occorre uscire dalle fabbriche e dalle officine “ per far tornare a “ fischiare il vento “ su di un “pueblo unido”.
Dunque non già e non più la sacra lotta salvifica per la difesa della nostra Costituzione, ma RENZI SI’ o RENZI NO.
Dunque un NO DECISO senza tentennamenti, perché e ora, il pericolo diventa reale, giacché questo è il paese dei pecoroni sadomaso che preferiscono i bruciori anali ai mal di testa da pensiero autonomo e libero; perciò ed ancora di più occorre presentare, a ciascuno a far parte di quella marea di indecisi e di astensionisti che potrebbero girarsi al SI’ portando l’Italia e gli italiani ad una NON PARTECIPAZIONE per il prossimo ventennio, ad essi bisogna spiegare, dicevo, la realtà a divenire in un TUTTO TONDO a comprendere la distruzione di una Costituzione …
per il battesimo di un DUCE ed il funerale di una DEMOCRAZIA.

                                                                                                                             Max