… la storia siamo noi …
Bene!, a quelli come me, che mai si son fidati dei clown per forza e dei buffoni in genere, stamane tocca dire, per quanto non ci piaccia e ci rompa immensamente i santissimi: “ … io l’avevo detto e scritto; il compito del bimbo minchia è quello di distruggere ciò che resta non solo del Pd, ma della sinistra ovunque collocata …” essendo oramai accertato che quel partito, da quella nomina in poi, di sinistra non aveva assolutamente più nulla! .
Il Mondo del SI’ è, oggi, decisamente in svantaggio e dunque lo scontro
adesso, se Renzi ed i proprio sodali, compreso quell’altro voltagabbana
di Cuperlo, vogliono avere una sia pur minima speranza di vittoria, deve
essere radicalizzato e spostato sulla vera questione che sancirà l’iter
italiano dal 5 dicembre in poi: la legalizzazione di una DITTATURA
MINORITARIA e la consacrazione di un novello caudillo, di un reinventato
duce, chiunque egli fosse a rispondere ai burattinai nascosti dopo una
elezione farsa e, infine, la rinascita dell’assolutismo in un paese che
di caduti per protervia e per prevaricazioni varie, ne vede già di suo
nella quotidianità di uno scorrere fatto di vittime sul lavoro, di
vittime per la mancanza di lavoro, di suicidi per la distruzione di
imprese, di vittime per la fame, di vittime per mancanza di cure, di
vittime per una vecchiaia ad aver perso ogni forma di dignità.
Nella settima Leopolda, proprio mentre le forze dell’ordine, quale ordine santo Iddio, quale ordine?, colpivano e manganellavano, e sfogavano indiscriminatamente, su uomini e donne, giovani e vecchi, dimostranti per la libertà di opinione e per la democrazia, la propria frustrazione per delle condizioni a viversi decisamente sfruttate e mal retribuite, Matteo Renzi tirava le somme della propria azione e raggiungeva l’apice della attuazione del piano Propaganda P2: “ la scomparsa della sinistra e la nascita di una nuova DC nelle sue forme più retrive e pessime: quelle dei Tambroni e degli Scelba, dei Cossiga di Gladio, degli Andreotti servi dello straniero, nonché quella del PNF (partito nazionale fascista; ndr), nel riportare sé stesso al centro della disputa, consacrando, così, la nascita del PdR (partito di Renzi) o del PdN (partito della nazione) che dir si voglia, al grido urbi et orbi di: “ … se vincono i NO si va al voto … “ presentando il tutto come una minaccia, quasi che il voto fosse una jattura e non la sacra espressione della volontà popolare.
Nell’accorato appello ai propri sodali, prostrati e proni davanti al vate vendicatore, Matteo Renzi accoglieva braccia al cielo e sguardo estasiato, l’ululato dei lupi famelici, a non esser altro che quei moderati del cavolo tra cui il buffone storico cercherà di recuperare i voti che gli mancano.
Il tristo ululato indirizzava, a quella misera cosa che è la sinistra pd, un “ … fuori, fuori, fuori … “ di cui non ci sarebbe stata nessuna necessità se, proprio quella pseudo sinistra, avesse mai avuto un minimo di dignità e di orgoglio per un passato che nella persona di Enrico Berlinguer seppe dire dei NO anche alla santa madre Russia, genitrice deviata di una idea che ha tutte ed ogni valenza, sopra tutto e tutti, ancora oggi nel 2016.
Sarebbe bastato quel minimo ed oggi forse staremmo già a buon punto per la ricostruzione di un partito di opposizione capace di essere controllore e regolatore di un cammino che, viceversa, si fa sempre più scabroso e pericoloso anche e persino per quegli che ritenesse il bimbo minchia solo il minore dei mali possibili.
Tutto ciò in fieri, sempre ammesso che i tanti “ras, er meglio del tufello “ che si auto dipingono capi di ognuna delle tante anime di una sinistra, ideologica, vera ma allo sbando, fossero già riusciti a capire che apparire non serve a nulla e che si è già da tempo raggiunto il punto in cui “ occorre uscire dalle fabbriche e dalle officine “ per far tornare a “ fischiare il vento “ su di un “pueblo unido”.
Dunque non già e non più la sacra lotta salvifica per la difesa della nostra Costituzione, ma RENZI SI’ o RENZI NO.
Dunque un NO DECISO senza tentennamenti, perché e ora, il pericolo diventa reale, giacché questo è il paese dei pecoroni sadomaso che preferiscono i bruciori anali ai mal di testa da pensiero autonomo e libero; perciò ed ancora di più occorre presentare, a ciascuno a far parte di quella marea di indecisi e di astensionisti che potrebbero girarsi al SI’ portando l’Italia e gli italiani ad una NON PARTECIPAZIONE per il prossimo ventennio, ad essi bisogna spiegare, dicevo, la realtà a divenire in un TUTTO TONDO a comprendere la distruzione di una Costituzione …
per il battesimo di un DUCE ed il funerale di una DEMOCRAZIA.
Max
Nella settima Leopolda, proprio mentre le forze dell’ordine, quale ordine santo Iddio, quale ordine?, colpivano e manganellavano, e sfogavano indiscriminatamente, su uomini e donne, giovani e vecchi, dimostranti per la libertà di opinione e per la democrazia, la propria frustrazione per delle condizioni a viversi decisamente sfruttate e mal retribuite, Matteo Renzi tirava le somme della propria azione e raggiungeva l’apice della attuazione del piano Propaganda P2: “ la scomparsa della sinistra e la nascita di una nuova DC nelle sue forme più retrive e pessime: quelle dei Tambroni e degli Scelba, dei Cossiga di Gladio, degli Andreotti servi dello straniero, nonché quella del PNF (partito nazionale fascista; ndr), nel riportare sé stesso al centro della disputa, consacrando, così, la nascita del PdR (partito di Renzi) o del PdN (partito della nazione) che dir si voglia, al grido urbi et orbi di: “ … se vincono i NO si va al voto … “ presentando il tutto come una minaccia, quasi che il voto fosse una jattura e non la sacra espressione della volontà popolare.
Nell’accorato appello ai propri sodali, prostrati e proni davanti al vate vendicatore, Matteo Renzi accoglieva braccia al cielo e sguardo estasiato, l’ululato dei lupi famelici, a non esser altro che quei moderati del cavolo tra cui il buffone storico cercherà di recuperare i voti che gli mancano.
Il tristo ululato indirizzava, a quella misera cosa che è la sinistra pd, un “ … fuori, fuori, fuori … “ di cui non ci sarebbe stata nessuna necessità se, proprio quella pseudo sinistra, avesse mai avuto un minimo di dignità e di orgoglio per un passato che nella persona di Enrico Berlinguer seppe dire dei NO anche alla santa madre Russia, genitrice deviata di una idea che ha tutte ed ogni valenza, sopra tutto e tutti, ancora oggi nel 2016.
Sarebbe bastato quel minimo ed oggi forse staremmo già a buon punto per la ricostruzione di un partito di opposizione capace di essere controllore e regolatore di un cammino che, viceversa, si fa sempre più scabroso e pericoloso anche e persino per quegli che ritenesse il bimbo minchia solo il minore dei mali possibili.
Tutto ciò in fieri, sempre ammesso che i tanti “ras, er meglio del tufello “ che si auto dipingono capi di ognuna delle tante anime di una sinistra, ideologica, vera ma allo sbando, fossero già riusciti a capire che apparire non serve a nulla e che si è già da tempo raggiunto il punto in cui “ occorre uscire dalle fabbriche e dalle officine “ per far tornare a “ fischiare il vento “ su di un “pueblo unido”.
Dunque non già e non più la sacra lotta salvifica per la difesa della nostra Costituzione, ma RENZI SI’ o RENZI NO.
Dunque un NO DECISO senza tentennamenti, perché e ora, il pericolo diventa reale, giacché questo è il paese dei pecoroni sadomaso che preferiscono i bruciori anali ai mal di testa da pensiero autonomo e libero; perciò ed ancora di più occorre presentare, a ciascuno a far parte di quella marea di indecisi e di astensionisti che potrebbero girarsi al SI’ portando l’Italia e gli italiani ad una NON PARTECIPAZIONE per il prossimo ventennio, ad essi bisogna spiegare, dicevo, la realtà a divenire in un TUTTO TONDO a comprendere la distruzione di una Costituzione …
per il battesimo di un DUCE ed il funerale di una DEMOCRAZIA.
Max
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