domenica 20 novembre 2016

LA VERITA' DELL'INPS


                                                                   



I dati diffusi dall'INPS e relativi al periodo gennaio-settembre dell'anno in corso fotografano, per l'ennesima volta, il drastico calo delle assunzioni a tempo indeterminato, l'aumento dei licenziamenti e dei voucher. La tendenza evidenziata è la preoccupante precarizzazione del lavoro. Questi risultati sono frutto di una politica dissennata che lascia volutamente ai margini del sistema produttivo lo Stato e favorisce a dismisura il settore privato. Una politica che si fonda sulle decontribuzioni ma non incide minimamente sulla necessità di fermare il declino industriale che il nostro paese sta inseguendo da tempo. Lo Stato viene considerato una entità che elargisce finanziamenti e benefici ai privati abdicando al ruolo costituzionale di garante del diritto a un lavoro sicuro e giustamente retribuito. I dati INPS dimostrano inequivocabilmente il fallimento delle “riforme” dei governi iperliberisti (e, proprio per questo, reazionari) che si sono succeduti nel nostro paese om questi ultimi anni, da Berlusconi a Renzi. Riforme che hanno favorito la crescita di un lavoro sempre più precario e incerto con un conseguente aumento della povertà.
Le decontribuzioni hanno portato solo a un aumento “fasullo” di occupazione, frutto di regali alle imprese e non di una politica industriale che consideri prioritari i bisogni di chi vive del proprio lavoro rispetto al profitto d'impresa. La cancellazione dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori che favorisce il licenziamento senza possibilità, di fatto, di reintegro e l'avvento del contratto “a tutele crescenti” hanno determinato lo stato di estrema precarietà oggi caratteristico del mondo del lavoro. Insistere nelle decontribuzioni, come ha annunciato in questi giorni Renzi per il sud del nostro paese, ha solo un significato propagandistico in vista del prossimo referendum costituzionale. Consente di spostare in avanti di qualche mese il problema occupazionale e di far credere che esista una imminente “crescita” per raccattare qualche voto.


Rapporti di lavoro a tempo indeterminato
ITALIA
Cessazioni
Nuove assunzioni (A)
Trasferimenti da contratti a termine (B)
Trasferimenti da apprendistato (C)
A+B+C
2014
1.202.815
990.376
265.056
51.952
1.307.384
2015
1.256.048
1.368.405
344.051
63.282
1.775.738
2016
1.165.879
925.825
225.608
61.901
1.213.334
2016-2015
-90.169
-442.580
-118.443
-1.381
-562.404
2016-2014
-36.936
-64.551
-39.448
9.949
-94.050
2016-2015 %
-7,18
-32,34
-34,43
-2,18
-31,67
2016-2014 %
-3,07
-6,52
-14,88
19,15
-7,19

VENETO
Cessazioni
Nuove assunzioni (A)
Trasferimenti da contratti a termine (B)
Trasferimenti da apprendistato (C)
A+B+C
2014
98.910
65.484
27.839
7.061
100.384
2015
105.150
98.778
34.960
9.065
142.803
2016
98.589
65.536
23.470
8.289
97.295
2016-2015
-6.561
-33.242
-11.490
-776
-45.508
2016-2014
-321
52
-4.369
1.228
-3.089
2016-2015 %
-6,24
-33,65
-32,87
-8,56
-31,87
2016-2014 %
-0,32
0,08
-15,69
17,39
-3,08

Assunzioni a tempo indeterminato (tipologia)
ITALIA
Full time
Part-time orizzontale
Part-time verticale
Part-time misto
2014
572.641
373.132
18.015
26.588
2015
810.350
501.918
21.114
35.023
2016
531.664
355.621
14.154
24.386
2016-2015
-278.686
-146.297
-6.960
-10.637
2016-2014
-40.977
-17.511
-3.861
-2.202
2016-2015 %
-34,39
-29,15
-32,96
-30,37
2016-2014 %
-7,16
-4,69
-21,43
-8,28

Licenziamenti
ITALIA
Causa oggettiva, licenziamento collettivo o altro
Giusta causa o motivo soggettivo
Esodo incentivato
Totale
2014
352.325
40.586
59.806
452.717
2015
334.069
41.783
55.042
430.894
2016
353.902
53.636
41.006
448.544
2016-2015
19.833
11.853
-14.036
17.650
2016-2014
1.577
13.050
-18.800
-4.173
2016-2015 %
5,94
28,37
-25,50
4,10
2016-2014 %
0,45
32,15
-31,43
-0,92

Voucher
 
Italia
Veneto
2014
48.064.395
6.764.073
2015
81.369.566
10.690.795
2016
109.553.754
13.876.670
2016-2015
28.184.188
3.185.875
2016-2014
61.489.359
7.112.597
2016-2015 %
34,64
29,80
2016-2014 %
127,93
105,15

In queste tabelle ci sono alcune cose che meritano di essere evidenziate. Innanzitutto le assunzioni a tempo indeterminato sono quelle con contratto “a tutele crescenti” che, con l'abolizione dell'articolo 18, non garantiscono affatto un posto di lavoro stabile nel tempo. Sono, infatti, posti di lavoro che possono essere cancellati in qualsiasi momento, senza possibilità di reintegro.

Il totale dei “nuovi” contratti a tempo indeterminato (compresi le nuove assunzioni e i trasferimenti da contratti a termi e da apprendistato) in tutto il territorio nazionale diminuisce del 31,67% rispetto al 2015 (anno nel quale c'era la “piena decontribuzione”) e, cosa più emblematica, del 7,19% rispetto al 2014. In Veneto il calo è comparabile rispetto al 2015 (31,87%) e comunque del 3,08% rispetto al 2014. Un altro dato da tenere in considerazione è che il calo maggiore si ha nelle assunzioni “full time” rispetto al part-time. Le cessazioni sono in lieve calo, comunque non tale da compensare la diminuzione delle assunzioni. La libertà di licenziare concessa alle imprese viene evidenziata dall'aumento delle cessazioni per “giusta causa o motivo soggettivo” che risulta essere del 28,37% rispetto al 2015 e del 32,15% rispetto al 2014.

Al di là delle promesse e degli annunci governativi improntati a un colpevole ottimismo, quella evidenziata nelle statistiche INPS è la drammatica realtà del nostro paese. Un paese sempre più precario, senza prospettive reali se non quelle di un progressivo impoverimento di chi vive (o vorrebbe vivere) del proprio lavoro. Uno Stato diretto da politicanti incompetenti o in malafede che stanno regalando risorse e beni collettivi alle imprese private. A quella vera e propria casta che è responsabile della situazione drammatica che stiamo vivendo.
Perchè tutte queste bugie? 

                                                                                                 Max



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