I dati diffusi dall'INPS e relativi
al periodo gennaio-settembre dell'anno in corso fotografano, per
l'ennesima volta, il drastico calo delle assunzioni a tempo
indeterminato, l'aumento dei licenziamenti e dei voucher. La tendenza
evidenziata è la preoccupante precarizzazione del lavoro. Questi
risultati sono frutto di una politica dissennata che lascia
volutamente ai margini del sistema produttivo lo Stato e favorisce a
dismisura il settore privato. Una politica che si fonda sulle
decontribuzioni ma non incide minimamente sulla necessità di fermare
il declino industriale che il nostro paese sta inseguendo da tempo.
Lo Stato viene considerato una entità che elargisce finanziamenti e
benefici ai privati abdicando al ruolo costituzionale di garante del
diritto a un lavoro sicuro e giustamente retribuito. I dati INPS
dimostrano inequivocabilmente il fallimento delle “riforme” dei
governi iperliberisti (e, proprio per questo, reazionari) che si sono
succeduti nel nostro paese om questi ultimi anni, da Berlusconi a
Renzi. Riforme che hanno favorito la crescita di un lavoro sempre più
precario e incerto con un conseguente aumento della povertà.
Le decontribuzioni
hanno portato solo a un aumento “fasullo” di occupazione, frutto
di regali alle imprese e non di una politica industriale che
consideri prioritari i bisogni di chi vive del proprio lavoro
rispetto al profitto d'impresa. La cancellazione dell'articolo 18
dello Statuto dei Lavoratori che favorisce il licenziamento senza
possibilità, di fatto, di reintegro e l'avvento del contratto “a
tutele crescenti” hanno determinato lo stato di estrema precarietà
oggi caratteristico del mondo del lavoro. Insistere nelle
decontribuzioni, come ha annunciato in questi giorni Renzi per il sud
del nostro paese, ha solo un significato propagandistico in vista del
prossimo referendum costituzionale. Consente di spostare in avanti di
qualche mese il problema occupazionale e di far credere che esista
una imminente “crescita” per raccattare qualche voto.
ITALIA
|
Cessazioni
|
Nuove assunzioni (A)
|
Trasferimenti da contratti a
termine (B)
|
Trasferimenti da apprendistato (C)
|
A+B+C
|
2014
|
1.202.815
|
990.376
|
265.056
|
51.952
|
1.307.384
|
2015
|
1.256.048
|
1.368.405
|
344.051
|
63.282
|
1.775.738
|
2016
|
1.165.879
|
925.825
|
225.608
|
61.901
|
1.213.334
|
2016-2015
|
-90.169
|
-442.580
|
-118.443
|
-1.381
|
-562.404
|
2016-2014
|
-36.936
|
-64.551
|
-39.448
|
9.949
|
-94.050
|
2016-2015 %
|
-7,18
|
-32,34
|
-34,43
|
-2,18
|
-31,67
|
2016-2014 %
|
-3,07
|
-6,52
|
-14,88
|
19,15
|
-7,19
|
VENETO
|
Cessazioni
|
Nuove assunzioni (A)
|
Trasferimenti da contratti a
termine (B)
|
Trasferimenti da apprendistato (C)
|
A+B+C
|
2014
|
98.910
|
65.484
|
27.839
|
7.061
|
100.384
|
2015
|
105.150
|
98.778
|
34.960
|
9.065
|
142.803
|
2016
|
98.589
|
65.536
|
23.470
|
8.289
|
97.295
|
2016-2015
|
-6.561
|
-33.242
|
-11.490
|
-776
|
-45.508
|
2016-2014
|
-321
|
52
|
-4.369
|
1.228
|
-3.089
|
2016-2015 %
|
-6,24
|
-33,65
|
-32,87
|
-8,56
|
-31,87
|
2016-2014 %
|
-0,32
|
0,08
|
-15,69
|
17,39
|
-3,08
|
Assunzioni a tempo indeterminato (tipologia)
ITALIA
|
Full time
|
Part-time orizzontale
|
Part-time verticale
|
Part-time misto
|
2014
|
572.641
|
373.132
|
18.015
|
26.588
|
2015
|
810.350
|
501.918
|
21.114
|
35.023
|
2016
|
531.664
|
355.621
|
14.154
|
24.386
|
2016-2015
|
-278.686
|
-146.297
|
-6.960
|
-10.637
|
2016-2014
|
-40.977
|
-17.511
|
-3.861
|
-2.202
|
2016-2015 %
|
-34,39
|
-29,15
|
-32,96
|
-30,37
|
2016-2014 %
|
-7,16
|
-4,69
|
-21,43
|
-8,28
|
Licenziamenti
ITALIA
|
Causa oggettiva, licenziamento
collettivo o altro
|
Giusta causa o motivo soggettivo
|
Esodo incentivato
|
Totale
|
2014
|
352.325
|
40.586
|
59.806
|
452.717
|
2015
|
334.069
|
41.783
|
55.042
|
430.894
|
2016
|
353.902
|
53.636
|
41.006
|
448.544
|
2016-2015
|
19.833
|
11.853
|
-14.036
|
17.650
|
2016-2014
|
1.577
|
13.050
|
-18.800
|
-4.173
|
2016-2015 %
|
5,94
|
28,37
|
-25,50
|
4,10
|
2016-2014 %
|
0,45
|
32,15
|
-31,43
|
-0,92
|
Voucher
|
Italia
|
Veneto
|
2014
|
48.064.395
|
6.764.073
|
2015
|
81.369.566
|
10.690.795
|
2016
|
109.553.754
|
13.876.670
|
2016-2015
|
28.184.188
|
3.185.875
|
2016-2014
|
61.489.359
|
7.112.597
|
2016-2015 %
|
34,64
|
29,80
|
2016-2014 %
|
127,93
|
105,15
|
In queste tabelle ci
sono alcune cose che meritano di essere evidenziate. Innanzitutto le
assunzioni a tempo indeterminato sono quelle con contratto “a
tutele crescenti” che, con l'abolizione dell'articolo 18, non
garantiscono affatto un posto di lavoro stabile nel tempo. Sono,
infatti, posti di lavoro che possono essere cancellati in qualsiasi
momento, senza possibilità di reintegro.
Il totale dei
“nuovi” contratti a tempo indeterminato (compresi le nuove
assunzioni e i trasferimenti da contratti a termi e da apprendistato)
in tutto il territorio nazionale diminuisce del 31,67% rispetto al
2015 (anno nel quale c'era la “piena decontribuzione”) e, cosa
più emblematica, del 7,19% rispetto al 2014. In Veneto il calo è
comparabile rispetto al 2015 (31,87%) e comunque del 3,08% rispetto
al 2014. Un altro dato da tenere in considerazione è che il calo
maggiore si ha nelle assunzioni “full time” rispetto al
part-time. Le cessazioni sono in lieve calo, comunque non tale da
compensare la diminuzione delle assunzioni. La libertà di licenziare
concessa alle imprese viene evidenziata dall'aumento delle cessazioni
per “giusta causa o motivo soggettivo” che risulta essere del
28,37% rispetto al 2015 e del 32,15% rispetto al 2014.
Al di là delle
promesse e degli annunci governativi improntati a un colpevole
ottimismo, quella evidenziata nelle statistiche INPS è la drammatica
realtà del nostro paese. Un paese sempre più precario, senza
prospettive reali se non quelle di un progressivo impoverimento di
chi vive (o vorrebbe vivere) del proprio lavoro. Uno Stato diretto da
politicanti incompetenti o in malafede che stanno regalando risorse e
beni collettivi alle imprese private. A quella vera e propria casta
che è responsabile della situazione drammatica che stiamo vivendo.
Perchè tutte queste bugie?
Max
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