venerdì 31 marzo 2017

RIBELLARSI AL GASDOTTO E' SACROSANTO!!!

Ribellarsi contro il Tap è sacrosanto

Gli ulivi di Melendugno simbolo di una terra che ama le sfide

           
                                                          

E' fin troppo facile classificare la protesta della popolazione salentina contro Tap come se si trattasse di un'insorgenza periferica della cosiddetta "sindrome di Nimby" (ovvero: non nel mio cortile!). Viceversa, la ribellione contro questo gasdotto è sacrosanta per tante ragioni.
Intanto perché nei cortili di Puglia si produce tantissima energia, che solo in minima percentuale viene fruita dai pugliesi e che in gran parte rifornisce l'intero Paese. Basti pensare alla centrale a carbone di Cerano, una delle più grandi d'Europa, un vero polmone per i bisogni energetici nazionali: ma anche un totem minaccioso per i polmoni dei brindisini. Ma non si può sottacere lo sviluppo impetuoso che in questo lembo di Sud hanno avuto le energie rinnovabili, in primis eolico e solare.
Rappresentare questa regione come affetta da localismo pre-moderno è dire il falso. Anche sulle tematiche del gas, nessuno ha promosso crociate o sollecitato paure irrazionali. Certo, sul rigassificatore che la British Gas intendeva costruire nel porto di Brindisi, la valutazione corale di istituzioni locali e cittadini era di contrarietà assoluta: mettere nella pancia di una città già congestionata da impianti impattanti e pericolosi un nuovo mostro classificato "a rischio di incidente rilevante" era una provocazione. Ma non c'è stata una preclusione ideologica nei confronti della discussione sul mercato del gas nello scacchiere geo-politico del Mediterraneo.
Quello che davvero è incredibile è che a fronte degli 865 km di costa pugliese sia stato scelto per l'approdo del gasdotto Tap il territorio di Melendugno (Lecce): un concentrato singolare di bellezza e soprattutto un giacimento straordinario di ricchezza naturalistica ed archeologica. Una multinazionale che intende investire alcuni miliardi di euro per un'opera di questa portata non ha i soldi per istruire un progetto sulla base di molteplici studi di fattibilità che prevedano siti alternativi? Il governo nazionale è solo il notaio che certifica la bontà dell'investimento? Ma c'è di più.
Le norme attualmente vigenti, scodellate dalla cucina "riformista" del governo Renzi, hanno messo letteralmente la museruola alle comunità locali e hanno tolto alle Regioni qualunque ruolo e potere. Prima c'era l'obbligo dell'intesa tra Roma e la periferia, ora Palazzo Chigi consulta la periferia e poi fa come gli pare. Sempre nel nome dell'efficienza, della velocità, della semplificazione.
                           
                                                                     


La verità è che quegli ulivi difesi con tenacia a Melendugno sono il simbolo di una terra che ama le sfide del futuro, a partire dalla tutela della natura, della cultura, della memoria dei luoghi e delle persone. Pensare di doversi pentire cinquant'anni dopo per le scelte che si compiono oggi non ha senso. Ha senso ribellarsi oggi, quando la democrazia viene zittita e persino il buon senso viene preso a manganellate.
La Polizia carica???? non commento ormai sono grandicello 

                                                                                                                Max


 

lunedì 27 marzo 2017

119 MILITARI ITALIANI UCCISI.......A QUANDO LA VERITA'????

Padova: 119 militari uccisi dal radon......La strage del Monte Venda

                                              




Forse non si saprà mai quanti militari ha ucciso il gas maledetto del Monte Venda, nei Colli Euganei.......Veneto-Italia-Europa!!!!!
Il ministero della Difesa non ha mai trasmesso alla Procura della Repubblica gli elenchi di avieri che hanno simulato la guerra nella galleria segreta del Primo Roc. Finora si sa che il radon del Venda ha ucciso 119 militari dell'Aeronautica. Ma si contano anche 48 malati, alcuni dei quali potrebbero finire sulla lista dei morti. I numeri, purtroppo, parlano chiaro. Sono stati esibiti alla Commissione parlamentare, che si occupa di sicurezza sul lavoro e tutela delle forze armate. I parlamentari sono stati a Padova per sentire i magistrati che si occupano dell'inchiesta, la prima che viene aperta in Europa sul gas maledetto che si nasconde nelle viscere deì monti d’origine vulcanica.
La Commissione parlamentare lavora anche a Roma: ha ascoltato per ore Omero Negrisolo, tecnico dell'Arpav, applicato alla polizia giudiziaria della Procura fino al 2015. Il tecnico ha condotto col pm Sergio Dini le tre inchieste sull'amianto nelle navi della Marina Militare. Adesso lavora con il pm Francesco Tonon sulle vittime e i malati del Primo Roc, militari che hanno passato la loro vita a simulare la guerra nelle sale operative della galleria segreta scavata nel Venda. I capi di Stato dell'Aeronautica e i direttori generali della Sanità militare sapevano che la galleria del Venda era piena di radon? Sì, secondo il pm Tonon. Durante l'inchiesta si scoprì che quando i militari americani sono entrati nel bunker del Primo Roc indossavano scafandri da palombari. I nostri avieri avevano riso.
E un comandante si era affrettato a chiudere l'imbarazzo: "le solite americanate", aveva detto. No, non si trattava di un’americanata; i militari Usa sapevano che c'era il radon nella galleria dei sistemi di controllo dei radar, della guerra aerea, dei sistemi criptati.
La galleria del Primo Roc è stata chiusa nel 1998, ma fino al 2009 sulla vetta del Venda c'era il teleposto per il controllo del traffico aereo nazionale.Sul banco degli imputatici sono l'ex capo di Stato dell'Aeronautica militare, Franco Pisano, l'ex direttore generale della Sanità militare, Agostino Di Donna, e l'ex direttore del Demanio Aeronautica, Dario Parise, accusati di omicidio colposo e lesioni colpose.
La sentenza del primo processo per il radon è prevista entro giugno. Ma il pm Tonon dovrà riaprire un'inchiesta bis. I fatti, attualmente a dibattimento, si fermano al 2012 e in questi anni ci sono altri ammalati e altre vittime.
Il lavoro della Procura padovana è costantemente seguito dalla Commissione parlamentare, di cui fanno parte anche due magistrati: l'ex procuratore di Torino, Raffaele Guariniello, autore di grandi inchieste sulla salute, e il pubblico ministero Sergio Dini ex magistrato militare, che da anni si occupa delle inchieste sui morti di amianto in Marina.
Ai Ministri della Difesa della Repubblica Italiana una banale richiesta: “ LA VERITA' SEMPRE” 

                                                                                                                     Max 



domenica 26 marzo 2017

PD.........RIDICOLI AL MASSIMO !!!!

Congresso Pd, primi circoli al voto. Precipita l'affluenza, anche nelle zone rosse. Renzi sopra il 60%

                                                                 




Un plebiscito per Renzi, ma in un congresso per pochi. Quotidianamente dal Nazareno viene diramato in agenzia il bollettino del plebiscito: al momento l’ex premier avrebbe raccolto quasi il 70 per cento dei consensi. L’altra faccia dei dati riguarda, però l’affluenza. Elisa Simoni, parlamentare toscana e sostenitrice di Orlando, ci va giù dura: “L’unico partito che era ritenuto tale è stato raso al suolo. Abbiamo perso iscritti e di quelli che abbiamo sta partecipando al congresso il 50 per cento, basta vedere i numeri. Altro che partito della Nazione… È rimasta la nazione, fuori da noi, ma il partito è morto”.
Al momento hanno votato circa 300 degli oltre 6mila circoli del Pd. I dati sono dunque ancora molto parziali in questa fase del congresso che si svolge tra gli iscritti, di qui al 9 aprile. Poi, la fase delle primarie aperte. Ma raccontano di un “trend”, soprattutto perché le zone più avanti nello svolgimento dei congressi sono le zone rosse. In tutti i circoli del bolognese che hanno votato finora, ad esempio c’è una flessione: a Zola Predosa i votanti rispetto allo scorso congresso sono passati da 63 a 17, al Pilastro da 41 a 25, a Minerbio hanno votato solo in 31 su 190 iscritti. Anche in regione, dove ha votato il 13 per cento del totale, si conferma il trend: a Rimini Ghetto Turco 24 votanti su 42 iscritti, a San Clemente 25 su 56, a Sant’Arcangelo-San Martino 31 su 69, a Saludecio 3 su 14, solo per citarne alcuni.
Un "trend" che secondo il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini non rappresenta un flop. Anzi, in un post su Facebook spiega che il tasso di partecipazione sarebbe salito.In verità i più sensibili al tema dell'affluenza, tenuto sottotraccia dai renziani interessati solo al chi vince, sono i sostenitori della mozione di Orlando, dove è confluito il grosso degli ex ds. Dice all’HuffPost il capogruppo in regione Stefano Caliandro: “Gli iscritti che stanno votando sono oggettivamente pochi. E questo è sintomo di un partito poco in salute. Parliamoci chiaro: un congresso avrebbe dovuto parlare al paese, coinvolgendo attori sociali, categorie, il mondo del lavoro e dell’impresa, e invece è stato scelto un altro percorso: una conta che interessa poco gli iscritti e praticamente nulla fuori”.
Effettivamente, questo congresso ha assai meno appeal, tensione politica, interesse mediatico del precedente. Basta leggere i giornali. I numeri lo registrano. Ora, è chiaro che il numero dei votanti è sempre inferiore a quello degli iscritti. Ma il punto è “quanto” inferiore. Stavolta siamo attorno al 50, il che significa che, avanti di questo passo, voterebbero 200 dei 420mila tesserati. Anche perché, tradizionalmente, le zone rosse sono quelle a più alta partecipazione.
Ovunque, nel centronord, Emiliano va malissimo. Su 15 circoli in Piemonte, scrutinati al 24 marzo ha preso un solo voto. Circoli dove si conferma la flessione della partecipazione: Dronero (provincia cuneo) dieci votanti su venti iscritti, Candelo 14 su 31, Bruino 17 su 33. Oggi, in attesa del sud, i primi dati davvero positivi per Emiliano. A Bussi e Spoltore in Abruzzo, feudi del parlamentare a lui vicino Antonio Castricone, ha vinto rispettivamente col 42 per cento e col 59. Votanti: 40 su 54 e 40 su 70.
Ovunque raccontano di un clima assai poco appassionato. In Emilia, terra dove il “segretario” raccoglie sempre percentuali bulgare, perché il partito è il partito e il riflesso d’ordine è forte, non solo non c’è la ressa dentro i circoli, ma il dibattito è moscio: “Un elemento – prosegue Caliandro – fa riflettere. Ci sono più volontari alle feste dell’Unità che votanti ai circoli. Significa che la comunità che si riconosce in un campo vasto della sinistra è più ampia di quella che viene a votare il segretario della Pd”. Finché dura: “Ieri – racconta la Simoni - è venuto un compagno e mi ha fatto vedere tutte le tessere del partito che aveva conservato dai tempi del Pci. Mi ha detto, con dolore: quest’anno non l’ho rinnovata. Che gli diciamo? Questo nelle zone rosse, mentre ci sono casi anomali di tesseramento nel Sud”. A Ribera, provincia di Agrigento, l’edizione palermitana di Repubblica è stata rinnovata la tessera a un morto. Ad Agrigento, Sciacca e Canicatti è stata avviata una verifica di un migliaio di nominativi. Nell’Isola è attesa la vittoria di Renzi con almeno il 65 per cento. Un plebiscito, appunto. Di un congresso per pochi........
Per carità lontani da me per sempre

                                                                                                       Max

sabato 4 marzo 2017

ADESSO ANCHE SCIACALLI??????

 
                                                      



Le vicende giudiziarie che stanno trascinando il Pd renziano verso l’implosione, a partire dalla princiaple – l’affare Consip, centrale degli acquisti per le amministrazioni pubbliche – non stupisce nessuno. La classe dirigente italiana – imprenditori e politici, funzionari e corpi militari – è un abisso da cui ogni persona onesta vorrebbe distogliere lo sguardo.
Eppure una cosa stupisce: l’asimmetria palese tra dimensioni colossali degli affari o delle ambizioni e il nanismo imbarazzante delle filiere in competizione per accaparrarseli.
In questa oscena faccenda saltano fuori faccendieri più o meno improvvisati, quasi sempre figli, padri, fratelli, amici di infanzia e di famiglia. Tutti referenti di piccoli “imprenditori”-prestanome di altrettanti amici, parenti, famigli. Vien quasi da rimpiangere la Prima Repubblica, i grandi partiti divisi da visioni del mondo strutturate, in cui gli affari sporchi erano affidati a militanti provatissimi, pronti ad immolarsi anche in carcere pur di salvaguardare gli interessi del partito (Severino Citaristi per la Dc, Primo Greganti per il Pci, ecc). Crollate le fedi, volatili le appartenenze, individualizzate le ambizioni, non resta che affidarsi alla famiglia, al giro stretto di quelli che "io ti ho creato, io ti distruggo". Come nella n'drangheta…
Solo uno spaccato sintetico per capirci qualcosa, utilizzando le cronache giudiziarie. Il “povero” Alfredo Romeo aspira all’affare della sua vita puntando all’appalto per le pulizie dei palazzi del potere situati nel centro storico di Roma. Un business da 100 milioni facili facili (con il jobs act si possono fare miracoli imprenditoriali pagando quasi nulla i lavoratori precari) dagli importati risvolti “politici”. Pulire i cessi del potere è già di per sé uno stare nelle stanze del potere, no? Una volta lì, da cosa può nascere cosa….
Cerca un contatto con il padre di Renzi tramite un ragazzotto poco più che trentenne che però conosce bene sia il padre Tiziano che lo stesso (allora) premier. Può vantare – diventa la sua dote principale, nel resoconto che sarebbe stato fatto a Luca Lotti – di essere affidabile perché capace di tenere la bocca chiusa anche se rinchiuso in carcere (come era avvenuto qualche anno fa, poi assolto). Il padre Tiziano è sospettato – dallo stesso Romeo e dagli inquirenti – di fare “il doppio gioco”, perché c’è un concorrente (la Cofely del piemontese Bigotti, ora in mani francese) che però sarebbe "vicinissimo" a Denis Verdini. Con il quale  Tiziano Renzi ha una innegabile conoscenza pluridecennale (era il distributore del Giornale di Toscana, in qualche modo proprietà del Verdini ieri condannato anche per questioni connesse a quel giornale).
Usciamo da questi maleodoranti anfratti e cerchiamo di respirare – speranza vana – innalzandoci alle vette della polichetta italiana. Qui “l’affaire Consip” sta destabilizzando il percorso del congresso del Pd, voluto proprio da Renzi il più rapido e sbrigativo possibile (idee e progetti da discutere non ce ne sono, perché perder tempo…). Più passano i giorni, più consistenti pezzi della vecchia maggioranza renziana si vanno sbriciolando. Per paura che il purosangue si sia dimostrato un ronzino molto dopato (la botta della sconfitta al referendum avrebbe determinato la sua scomparsa, in un paese normale), per vaghe tentazioni egemoniche (Franceschini, più che Orlando o Emiliano), per le incertezze sul futuro (tra un sistema politico balcanizzato dalla legge proporzionale e una ormai certa presa di controllo del paese da parte dell’Unione Europea, se le elezioni in Francia e Germania non produrranno sconquassi inimmaginabili).
Sorprende, insomma, che le prevedibili traversie giudiziarie di una filiera corta come il “giglio magico” possano esser diventate il detonatore in grado di far esplodere ciò che resta del sistema politico italiano. Se il Pd – come si ammette ormai quasi apertamente – è sul punto dell’implosione per motivi così bassi, non esiste nessuna alternativa che possa risultare credibile ai mitici “mercati”, alla Troika e non da ultimo alla popolazione di questo paese. I Cinque Stelle non lo sono per una lunga serie di motivi, che la giunta Raggi si è incaricata di esemplificare. E comunque, una qualsiasi offerta politica che possa risultare gradita a Bruxelles o Francoforte è ipso facto invisa a un elettorato dal “vaffa” facile. Anche se nell’immediato fosse possibile presentargliela con una “narrazione” fascinosa, tempo pochi mesi e le cose si chiariscono bene…
Filiera cortissima, quella fiorentina. Un “comitato d’affari” ristretto in pochi chilometri quadrati, rivelatosi incapace di rappresentare una soluzione efficace per ciò che resta della borghesia di questo paese; incapace di qualsiasi “visione” più concreta di un acido lisergico, intellettualmente nano e concentrato unicamente sui propri interessi personali; una compagnia di ventura a chilometri zero.
Che è poi la vera cifra del “pensiero politico” diffuso in ogni ambiente di questo paese: vista corta, miope, con molti gradi di astigmatismo.
Vergognatevi tutti..dal primo all'ultimo

                                                                                                 Max

                                                      

giovedì 2 marzo 2017

RENZI....RENZISMO....SCORCIATOIE

Carlo Calenda: "I bonus sono scorciatoie, non creano reddito e lavoro. Il Governo non deve diffondere ottimismo"


                                                          





Bonus e narrazione ottimistica sono stati tra i due capisaldi del renzismo di governo. Capisaldi che il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, ha smontato così:"Per creare lavoro e reddito non esistono scorciatoie, non esistono invenzioni di redditi, invenzioni di lavori, invenzioni di bonus. Esiste costruire le condizioni di competitività affinchè le imprese possano assumere". "Se noi proviamo a tracciare scorciatoie - ha aggiunto durante la cerimonia al Quirinale per la giornata 'Qualità Italia - ripetiamo gli errori del passato".
Un colpo ai bonus e un altro alla narrazione ottimistica. Continua il ministro: "La domanda - ha spiegato - che ci si pone oggi è se dobbiamo essere ottimisti o pessimisti. Io penso che sia una domanda mal posta. Noi dobbiamo essere realisti, cercare di analizzare la situazione e il grado di complessità che la situazione merita in tutto il mondo". "Io credo- continua- che non sia compito del governo spandere ottimismo o delle opposizioni spandere pessimismi ma sia compito di tutti costruire un percorso che si basi sulla razionalità, i dati e la complessità. Credo che la complessità è la categoria in cui ci troveremo ad operare e credo che la complessità sia la categoria che i cittadini sono pronti ad accettare"
Inutile nascondersi Renzi.....credo tu abbia già dato molto pericolosamente.......adesso scendi dal piedistallo e mettiti in testa che sei figlio di gente....................."BENESTANTE"

                                                                                                                    Max