Congresso Pd, primi circoli al voto. Precipita
l'affluenza, anche nelle zone rosse. Renzi sopra il 60%
Un plebiscito per Renzi, ma in un congresso per pochi.
Quotidianamente dal Nazareno viene diramato in agenzia il bollettino
del plebiscito: al momento l’ex premier avrebbe raccolto quasi il
70 per cento dei consensi. L’altra faccia dei dati riguarda, però
l’affluenza. Elisa Simoni, parlamentare toscana e sostenitrice di
Orlando, ci va giù dura: “L’unico partito che era ritenuto tale
è stato raso al suolo. Abbiamo perso iscritti e di quelli che
abbiamo sta partecipando al congresso il 50 per cento, basta vedere i
numeri. Altro che partito della Nazione… È rimasta la nazione,
fuori da noi, ma il partito è morto”.
Al momento hanno votato circa 300 degli oltre 6mila circoli del
Pd. I dati sono dunque ancora molto parziali in questa fase del
congresso che si svolge tra gli iscritti, di qui al 9 aprile. Poi, la
fase delle primarie aperte. Ma raccontano di un “trend”,
soprattutto perché le zone più avanti nello svolgimento dei
congressi sono le zone rosse. In tutti i circoli del bolognese che
hanno votato finora, ad esempio c’è una flessione: a Zola Predosa
i votanti rispetto allo scorso congresso sono passati da 63 a 17, al
Pilastro da 41 a 25, a Minerbio hanno votato solo in 31 su 190
iscritti. Anche in regione, dove ha votato il 13 per cento del
totale, si conferma il trend: a Rimini Ghetto Turco 24 votanti su 42
iscritti, a San Clemente 25 su 56, a Sant’Arcangelo-San Martino 31
su 69, a Saludecio 3 su 14, solo per citarne alcuni.
Un "trend" che secondo il vicesegretario del Pd Lorenzo
Guerini non rappresenta un flop. Anzi, in un post su Facebook spiega
che il tasso di partecipazione sarebbe salito.In verità i più
sensibili al tema dell'affluenza, tenuto sottotraccia dai renziani
interessati solo al chi vince, sono i sostenitori della mozione di
Orlando, dove è confluito il grosso degli ex ds. Dice all’HuffPost
il capogruppo in regione Stefano Caliandro: “Gli iscritti che
stanno votando sono oggettivamente pochi. E questo è sintomo di un
partito poco in salute. Parliamoci chiaro: un congresso avrebbe
dovuto parlare al paese, coinvolgendo attori sociali, categorie, il
mondo del lavoro e dell’impresa, e invece è stato scelto un altro
percorso: una conta che interessa poco gli iscritti e praticamente
nulla fuori”.
Effettivamente, questo congresso ha assai meno appeal, tensione
politica, interesse mediatico del precedente. Basta leggere i
giornali. I numeri lo registrano. Ora, è chiaro che il numero dei
votanti è sempre inferiore a quello degli iscritti. Ma il punto è
“quanto” inferiore. Stavolta siamo attorno al 50, il che
significa che, avanti di questo passo, voterebbero 200 dei 420mila
tesserati. Anche perché, tradizionalmente, le zone rosse sono quelle
a più alta partecipazione.
Ovunque, nel centronord, Emiliano va malissimo. Su 15 circoli in
Piemonte, scrutinati al 24 marzo ha preso un solo voto. Circoli dove
si conferma la flessione della partecipazione: Dronero (provincia
cuneo) dieci votanti su venti iscritti, Candelo 14 su 31, Bruino 17
su 33. Oggi, in attesa del sud, i primi dati davvero positivi per
Emiliano. A Bussi e Spoltore in Abruzzo, feudi del parlamentare a lui
vicino Antonio Castricone, ha vinto rispettivamente col 42 per cento
e col 59. Votanti: 40 su 54 e 40 su 70.
Ovunque raccontano di un clima assai poco appassionato. In Emilia,
terra dove il “segretario” raccoglie sempre percentuali bulgare,
perché il partito è il partito e il riflesso d’ordine è forte,
non solo non c’è la ressa dentro i circoli, ma il dibattito è
moscio: “Un elemento – prosegue Caliandro – fa riflettere. Ci
sono più volontari alle feste dell’Unità che votanti ai circoli.
Significa che la comunità che si riconosce in un campo vasto della
sinistra è più ampia di quella che viene a votare il segretario
della Pd”. Finché dura: “Ieri – racconta la Simoni - è venuto
un compagno e mi ha fatto vedere tutte le tessere del partito che
aveva conservato dai tempi del Pci. Mi ha detto, con dolore:
quest’anno non l’ho rinnovata. Che gli diciamo? Questo nelle zone
rosse, mentre ci sono casi anomali di tesseramento nel Sud”. A
Ribera, provincia di Agrigento, l’edizione palermitana di
Repubblica è stata rinnovata la tessera a un morto. Ad Agrigento,
Sciacca e Canicatti è stata avviata una verifica di un migliaio di
nominativi. Nell’Isola è attesa la vittoria di Renzi con almeno il
65 per cento. Un plebiscito, appunto. Di un congresso per pochi........
Per carità lontani da me per sempre
Max
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