No al reddito facile di cittadinanza, una proposta per guardare oltre l’orizzonte
Oggi la politica si sta rendendo conto
di dover fornire una proposta alternativa al folle, ma profittevole in
termini di consensi, “reddito di cittadinanza” dei 5stelle. E’ evidente
d’altronde come in un paese, provato dalla crisi soprattutto nelle sue
fasce più deboli, serva una forma di supporto al lavoro ed al reddito.
Ma è mio personale giudizio che occorra una forma “rivoluzionaria” per riuscirci, ho in tal senso una proposta alternativa a quelle ascoltate fino ad oggi, le quali non sono in alcun modo convincenti.
In particolare il reddito di cittadinanza
a 5 stelle è costosissimo (18 miliardi all’anno) ed ha una oggettiva
pericolosità specialmente in Italia. Non serve nascondere come il tasso
di assenteismo e “paraculismo”, non solo quando c’è di mezzo un impiego
statale, sia elevatissimo, come i controlli siano scarsi ed il lavoro
nero ben presente. Vogliamo davvero dare soldi a pioggia a tutti coloro
che dichiarano di ricadere in determinate categorie? Questo sarebbe uno
sprone a far ripartire il paese? Ma è molto criticabile anche la
costosissima (25 miliardi all’anno stimati) proposta di Renzi di “lavoro
di cittadinanza”, ancora non dettagliata, che consiste nel
sovvenzionare con un reddito coloro che fanno formazione, fanno lavori
socialmente utili, non rifiutano proposte di lavoro.
In questi modi non si crea lavoro reale,
si sovrastima il reinserimento di chi fa formazione (sappiamo quanto
siano basse le percentuali), ed il tutto diventa assistenza e costo
passivo per lo stato italiano.
La mia proposta è un’altra ed un poco rivoluzionaria. E’ solo la traccia di un tema ampio che andrebbe analizzato e costruito:
-> creare una agenzia statale moderna
(informatizzata, strutturata, che lavori su parametri di efficienza
massima) che chiamo al momento “Servizi Italia ”, attraverso cui poter far transitare sia il sostegno al reddito sia tutte le forme lavorative di seguito descritte come “Lavoro Fast”. L’agenzia, come una moderna cooperativa nazionale, fornirebbe servizi tramite la grande forza lavoro che raccoglie.
I Lavoro Fast per me
sono tutte quelle classi di lavoro, molte delle quali oggi praticate con
i diabolici voucher o peggio, che sono caratterizzate da una bassa
formazione e pertanto da un facile accesso per qualsiasi lavoratore.
Penso ai lavori socialmente utili (compresi quelli che un tempo si
svolgevano come “servizio civile” alternativo alla naia), a vari servizi
di portineria telefonica/fisica/ etc, ma penso soprattutto ad un numero
impressionante di lavori nel settore del commercio (piccolo o grande) e
della ristorazione / somministrazione. Il Lavoro Fast oggi viene svolto
anche per mezzo della creazione di molte cooperative (a volte finte)
che con questo trucco pagano pochi euro all’ora il ragazzo.
Va evidenziato anche come un datore di
lavoro che contrattualizzi in modo adeguato un LAVORO FAST (chiunque sia
nel commercio ne sa qualcosa) si trovi oggi a pagare un costo orario
che con l’attuale crisi si fatica a sostenere. Per dare 1.000 euro al
mese ad un ragazzo con un contratto si finisce per pagare un costo
annuale di 27-29.000 euro all’anno (tredicesime, quattordicesime, tfr,
ferie, malattie) e questo favorisce le forme di lavoro precarie.
Andrà determinato bene per quali
tipologie di Lavoro Fast applicare il modello, ma la traccia disegnata
dovrebbe funzionare in questo modo:
Si fa transitare sull’agenzia
Servizi Italia, come fosse una enorme cooperativa nazionale, tutti quei
lavoratori che praticano un Lavoro Fast non regolarmente
contrattualizzato (voucheristi ed altro). In questo modo
sarebbe l’agenzia a distaccare il lavoratore presso l’azienda e
fatturare il servizio orario svolto. Inoltre sempre nella agenzia
sarebbero iscritti tutti i cittadini che ricadono nelle classi che
dovrebbero beneficiare del “reddito di cittadinanza” (studenti,
disoccupati, sottooccupati, cassaintegrati, etc.).
Tutti otterrebbero il sostegno al reddito
minimo da agenzia Servizi Italia, fornendo però ore di lavoro
settimanali, in un quantitativo di ore compreso da un valore minimo alla
piena occupazione in funzione del desiderio del cittadino e di alcuni
parametri . Il “reddito minimo” sarebbe sempre garantito da Servizi
Italia, e chi attraverso l’agenzia svolgesse un lavoro continuativo
beneficerà di uno stipendio adeguato, nonché del paracadute sociale in
caso di perdita dell’impiego.
Chiaramente chi fa formazione
(universitaria o corsi) o chi sta cercando di ricollocarsi in ambiti
lavorativi diversi dal FAST, dovrebbe fornire meno ore di lavoro, o
addirittura zero ore per periodi contingentati.
Ma soprattutto NESSUNO VERREBBE LASCIATO INDIETRO, ma anche nessuno verrebbe lasciato a casa sua a bighellonare con un reddito di cittadinanza facile.
Mi sono chiare le complessità. Credo però
che l’informatizzazione ed i portali web renderebbero fattibile questo
modello e certi meccanismi di contabilizzazione delle ore, già oggi
praticati in parte con i voucher, potrebbero essere automatizzati.
I vantaggi a regime di questo sistema sarebbero infiniti:
– di fatto un quasi pieno inserimento dei cittadini nella fascia di popolazione attiva;
– l’agenzia Servizi Italia non sarebbe
solo un costo per lo stato, in quanto l’agenzia emetterebbe fatture
verso le aziende e svolgerà servizi vari. Sebbene sia impossibile oggi
per me stimare i costi a regime, sicuramente il totale sarebbe molto
inferiore ai 18-25 miliardi che servono per regalare soldi a pioggia a
chiunque;
– le aziende che utilizzano l’agenzia
Servizi Italia avranno un grande vantaggio in termini sia di riduzione
del costo del lavoro, cosa che potrà rilanciare quel tipo di economia,
sia di regolarizzazione del lavoro (stop al lavoro nero).
Forse è il momento in Italia che si inizi a praticare qualche rivoluzione che un tempo veniva considerata utopistica . . .