martedì 30 maggio 2017

NORMALE AMMINISTRAZIONE.................



                                                               
                                                                      






La Commissione bilancio ha dato il via libera a strumenti di regolamentazione delle prestazioni di lavoro occasionali che ricalcano i voucher appena abrogati.
La destra PD è ormai impermeabile a valutazioni politiche sulla precarizzazione e soprattutto sul fatto che queste modalità di assunzione, seppur brevi e occasionali, determinano un concetto generalizzato di mercificazione che, ad onta della emersione del nero, modificano i rapporti di forza nel mondo del lavoro in senso peggiorativo.
Gli strumenti legislativi danno forma e sostanza alle strutture sociali, più di quanto non si veda, e una società che consente a taluni di dare solo un valore economico e non più sociale ad una prestazione lavorativa, è una società che fa del disvalore umano una sua peculiarità.
Ma nel caso in questione, tuttavia, le finalità sottese alla reintroduzione dei voucher, sembrano essere altrove.
Renzi vuole andare al voto ad ottobre.
Però non può fare a Gentiloni lo stesso scherzetto che ha fatto a Letta.
Allora prepara un piattino per gli avversari e ottiene più risultati con una sola mossa.
Fa approvare la reintroduzione dei voucher in Commissione bilancio dopo aver impedito agli italiani di bocciarli con un referendum, e in tal modo sbeffeggia l’elettorato che voleva abrogarli nelle urne referendarie.
Fa una prima verifica di fedeltà con Forza Italia per accertarsi se è disposta ad un governo con il PD dopo le elezioni.
Fa infuriare gli ex PD che minacciano la sfiducia a Gentiloni, così Renzi potrà dare a loro la “colpa” della caduta del Governo e delle elezioni anticipate.
La destra democristiana è maestra in queste manovre.
Letta, dopo che Renzi lo aveva cacciato dal Governo quasi a spintoni, è rimasto nel PD, figuriamoci se Gentiloni non resterà anche lui fedele a Renzi dopo che lo avrà fatto cadere.
Sono democristiani doc, si scambiano amabilmente scherzi da prete, e agli italiani basterà qualche bugia a reti unificate per tranquillizzarsi e tornare dagli chef in tv.
E nel frattempo l’art.1 della Costituzione lo avranno di nuovo calpestato, e la destra renzusconiana si conferma in continuità con chi non riesce proprio a favorire chi investe sul lavoro, ma su chi vuole soltanto speculare.
Fammo ridere.......effettivamente rappresentano la classica borghesia con i nasi

                                                                                             max

lunedì 22 maggio 2017

BASTA OFFRIRE DI PIU'..........."BUFFONI"

No al reddito facile di cittadinanza, una proposta per guardare oltre l’orizzonte





 Oggi la politica si sta rendendo conto di dover fornire una proposta alternativa al folle, ma profittevole in termini di consensi, “reddito di cittadinanza” dei 5stelle. E’ evidente d’altronde come in un paese, provato dalla crisi soprattutto nelle sue fasce più deboli, serva una forma di supporto al lavoro ed al reddito.
Ma è mio personale giudizio che occorra una forma “rivoluzionaria” per riuscirci, ho in tal senso una proposta alternativa a quelle ascoltate fino ad oggi, le quali non sono in alcun modo convincenti.
In particolare il reddito di cittadinanza a 5 stelle è costosissimo (18 miliardi all’anno) ed ha una oggettiva pericolosità specialmente in Italia. Non serve nascondere come il tasso di assenteismo e “paraculismo”, non solo quando c’è di mezzo un impiego statale, sia elevatissimo, come i controlli siano scarsi ed il lavoro nero ben presente. Vogliamo davvero dare soldi a pioggia a tutti coloro che dichiarano di ricadere in determinate categorie? Questo sarebbe uno sprone a far ripartire il paese? Ma è molto criticabile anche la costosissima (25 miliardi all’anno stimati) proposta di Renzi di “lavoro di cittadinanza”, ancora non dettagliata, che consiste nel sovvenzionare con un reddito coloro che  fanno formazione, fanno lavori socialmente utili, non rifiutano proposte di lavoro.
In questi modi non si crea lavoro reale, si sovrastima il reinserimento di chi fa formazione (sappiamo quanto siano basse le percentuali), ed il tutto diventa assistenza e costo passivo per lo stato italiano.
La mia proposta è un’altra ed un poco rivoluzionaria. E’ solo la traccia di un tema ampio che andrebbe analizzato e costruito:
-> creare una agenzia statale moderna (informatizzata, strutturata, che lavori su parametri di efficienza massima) che chiamo al momento  “Servizi Italia ”, attraverso cui poter far transitare sia il sostegno al reddito sia tutte le forme lavorative  di seguito descritte come “Lavoro Fast”. L’agenzia, come una moderna cooperativa nazionale, fornirebbe servizi tramite la grande forza lavoro che raccoglie.
I Lavoro Fast per me sono tutte quelle classi di lavoro, molte delle quali oggi praticate con i diabolici voucher o peggio, che sono caratterizzate da una bassa formazione e pertanto da un facile accesso per qualsiasi lavoratore. Penso ai lavori socialmente utili (compresi quelli che un tempo si svolgevano come “servizio civile” alternativo alla naia), a vari servizi di portineria telefonica/fisica/ etc, ma penso soprattutto ad un numero impressionante di lavori nel settore del commercio (piccolo o grande) e della ristorazione / somministrazione. Il Lavoro Fast oggi viene svolto anche per mezzo della creazione di molte cooperative (a volte finte) che con questo trucco pagano pochi euro all’ora il ragazzo.
Va evidenziato anche come un datore di lavoro che contrattualizzi in modo adeguato un LAVORO FAST (chiunque sia nel commercio ne sa qualcosa) si trovi oggi a pagare un costo orario che con l’attuale crisi si fatica a sostenere.  Per dare 1.000 euro al mese ad un ragazzo con un contratto si finisce per pagare un costo annuale di 27-29.000 euro all’anno (tredicesime, quattordicesime, tfr, ferie, malattie) e questo favorisce le forme di lavoro precarie.
Andrà determinato bene per quali tipologie di Lavoro Fast applicare il modello, ma la traccia disegnata dovrebbe funzionare in questo modo:
Si fa transitare sull’agenzia Servizi Italia, come fosse una enorme cooperativa nazionale, tutti quei lavoratori che praticano un Lavoro Fast non regolarmente contrattualizzato (voucheristi ed altro). In questo modo sarebbe l’agenzia a distaccare il lavoratore presso l’azienda e fatturare il servizio orario svolto. Inoltre sempre nella agenzia sarebbero iscritti tutti i cittadini che ricadono nelle classi che dovrebbero beneficiare del “reddito di cittadinanza” (studenti, disoccupati, sottooccupati, cassaintegrati, etc.).
Tutti otterrebbero il sostegno al reddito minimo da agenzia Servizi Italia,  fornendo però ore di lavoro settimanali, in un quantitativo di ore compreso da un valore minimo alla piena occupazione in funzione del desiderio del cittadino e di alcuni parametri . Il “reddito minimo” sarebbe sempre garantito da Servizi Italia, e chi attraverso l’agenzia svolgesse un lavoro continuativo beneficerà di uno stipendio adeguato, nonché del paracadute sociale in caso di perdita dell’impiego.
Chiaramente chi fa formazione (universitaria o corsi) o chi sta cercando di ricollocarsi in ambiti lavorativi diversi dal FAST, dovrebbe fornire meno ore di lavoro, o addirittura zero ore per periodi contingentati.
Ma soprattutto NESSUNO VERREBBE LASCIATO INDIETRO, ma anche nessuno verrebbe lasciato a casa sua a bighellonare con un reddito di cittadinanza facile.
Mi sono chiare le complessità. Credo però che l’informatizzazione ed i portali web renderebbero fattibile questo modello e certi meccanismi di contabilizzazione delle ore, già oggi praticati in parte con i voucher, potrebbero essere automatizzati.
I vantaggi a regime di questo sistema sarebbero infiniti:
– di fatto un quasi pieno inserimento dei cittadini nella fascia di popolazione attiva;
– l’agenzia Servizi Italia non sarebbe solo un costo per lo stato, in quanto l’agenzia emetterebbe fatture verso le aziende e svolgerà servizi vari. Sebbene sia impossibile oggi per me stimare i costi a regime, sicuramente il totale sarebbe molto inferiore ai 18-25 miliardi che servono per regalare soldi a pioggia a chiunque;
– le aziende che utilizzano l’agenzia Servizi Italia avranno un grande vantaggio in termini sia di riduzione del costo del lavoro, cosa che potrà rilanciare quel tipo di economia, sia di regolarizzazione del lavoro (stop al lavoro nero).
Forse è il momento in Italia che si inizi a praticare qualche rivoluzione che un tempo veniva considerata utopistica . . .

giovedì 11 maggio 2017

IL SOCIALISMO NON E' MORTO.......

                                                                       



"Il socialismo è morto". No, il socialismo non è morto, deve però ritrovare un progetto e una grandissima ambizione, tutto qui.
Saltare sul carro dei vincitori di turno non mi ha mai entusiasmato perché significa non volersi interrogare sulle ragioni delle sconfitte, non voler riuscire a capire perche' la grande parte dei lavoratori ci ha abbandonato.
Non dobbiamo essere subalterni a nessuno ne tanto meno agli urlatori del momento, ai neoliberisti ne tanto meno ai sex symbol attuali, ai Macron, al fenomeno Le Pen, Orban, Kaczynski o all'assurdo Trump, i peggiori sono e rimangono i neo-convertiti.
La vittoria di Macron al secondo turno delle elezioni presidenziali francesi è stato un risultato per l'Europa soprattutto perché simboleggia il rifiuto dell'estrema destra, ma questo non vuol dire diventare stampella al liberismo che Macron incarna.
Ciò a cui stiamo assistendo è una silenziosa scissione culturale e sociale di portata storica. Da una parte i cittadini che si battono per una società aperta e inclusiva, dall'altra coloro che propongono una società rinchiusa su stessa, basata su principi di intolleranza e rigetto del diverso.
Identità e spirito di universalismo stanno diventando sempre più distanti fra loro.
Questa scissione silenziosa è il risultato della diseguaglianza fra i più e meno abbienti nelle nostre società …...chi sta meglio sostiene una società aperta e progressista mentre chi si sente abbandonato attratto da politiche più nazionaliste e sente forte il richiamo identitario. Non è un caso se Marine le Pen ha ottenuto la maggioranza dei suoi voti nelle zone più povere, in via di de-industrializzazione della Francia. E, anche su questo dovremmo riflettere, risulta la più votata tra gli operai e gli impiegati, in Italia la stessa cosa....un buffone che spara tutto solo per ottenere potere.....un Salvini che tolto migranti, no euro, via rom e pistole ha esaurito i neuroni del cervello.
Sono convinto che queste spaccature siano il risultato di una globalizzazione mal gestita, che ha determinato grandi vantaggi per una piccola parte della popolazione ma difficoltà e disorientamento alla restante parte della società, certamente la più numerosa. La delocalizzazione di importanti pezzi di manifatturiero all'estero ha contribuito ad ingrossare le fila della disoccupazione e a creare una generazione di precari permanenti. E, in prospettiva, anche la nuova digital economy potrebbe creare ulteriori diseguaglianze.
Il risultato delle elezioni presidenziali francesi raffigura molto chiaramente questo nuovo panorama politico e sociale.
Siamo onesti: le politiche socialdemocratiche sono spesso impercettibili. Dobbiamo battere l'estremismo e il populismo ma non credo che una versione avvinta del social-liberalismo sia il vero rimedio. Non bisogna mai abbandonare i propri ideali, piuttosto c'è il bisogno di renderli più radicali. Abbiamo bisogno di una sinistra che si riconquisti il sostegno dei lavoratori cosi come dei giovani.
Il primo cambiamento riguarda la democrazia e lo stato di diritto, il secondo maggiore cambiamento riguarda le politiche economiche. C'è il bisogno di superar le misure e politiche di austerity, che non hanno una base scientifica, due programmi punto e basta
In più, l'Europa dovrebbe lottare per una transizione verso una società più verde, concentrandosi maggiormente sul rapporto fra sviluppo e ambiente. Bisogna riprendere l'iniziativa sulla legge sulle transazioni finanziare ed affrontare più coraggiosamente la battaglia contro l'evasione fiscale con norme più rigide.
È finita l'era dell'ambiguità in Europa, basta "Grandi coalizioni" fra destra e sinistra, fra il Partito Popolare e il Partito Socialista Europeo, per stimolare un nuovo dibattito e far emergere nuovo proposte nel dibattito Europeo........ Basta, dobbiamo dimostrare ai nostri cittadini che siamocon loro.....c'è soprattutto bisogno di coerenza per la sinistra che verrà.
Crediamoci o sarà la fine!!!

                                                                                  Max