lunedì 22 maggio 2017

BASTA OFFRIRE DI PIU'..........."BUFFONI"

No al reddito facile di cittadinanza, una proposta per guardare oltre l’orizzonte





 Oggi la politica si sta rendendo conto di dover fornire una proposta alternativa al folle, ma profittevole in termini di consensi, “reddito di cittadinanza” dei 5stelle. E’ evidente d’altronde come in un paese, provato dalla crisi soprattutto nelle sue fasce più deboli, serva una forma di supporto al lavoro ed al reddito.
Ma è mio personale giudizio che occorra una forma “rivoluzionaria” per riuscirci, ho in tal senso una proposta alternativa a quelle ascoltate fino ad oggi, le quali non sono in alcun modo convincenti.
In particolare il reddito di cittadinanza a 5 stelle è costosissimo (18 miliardi all’anno) ed ha una oggettiva pericolosità specialmente in Italia. Non serve nascondere come il tasso di assenteismo e “paraculismo”, non solo quando c’è di mezzo un impiego statale, sia elevatissimo, come i controlli siano scarsi ed il lavoro nero ben presente. Vogliamo davvero dare soldi a pioggia a tutti coloro che dichiarano di ricadere in determinate categorie? Questo sarebbe uno sprone a far ripartire il paese? Ma è molto criticabile anche la costosissima (25 miliardi all’anno stimati) proposta di Renzi di “lavoro di cittadinanza”, ancora non dettagliata, che consiste nel sovvenzionare con un reddito coloro che  fanno formazione, fanno lavori socialmente utili, non rifiutano proposte di lavoro.
In questi modi non si crea lavoro reale, si sovrastima il reinserimento di chi fa formazione (sappiamo quanto siano basse le percentuali), ed il tutto diventa assistenza e costo passivo per lo stato italiano.
La mia proposta è un’altra ed un poco rivoluzionaria. E’ solo la traccia di un tema ampio che andrebbe analizzato e costruito:
-> creare una agenzia statale moderna (informatizzata, strutturata, che lavori su parametri di efficienza massima) che chiamo al momento  “Servizi Italia ”, attraverso cui poter far transitare sia il sostegno al reddito sia tutte le forme lavorative  di seguito descritte come “Lavoro Fast”. L’agenzia, come una moderna cooperativa nazionale, fornirebbe servizi tramite la grande forza lavoro che raccoglie.
I Lavoro Fast per me sono tutte quelle classi di lavoro, molte delle quali oggi praticate con i diabolici voucher o peggio, che sono caratterizzate da una bassa formazione e pertanto da un facile accesso per qualsiasi lavoratore. Penso ai lavori socialmente utili (compresi quelli che un tempo si svolgevano come “servizio civile” alternativo alla naia), a vari servizi di portineria telefonica/fisica/ etc, ma penso soprattutto ad un numero impressionante di lavori nel settore del commercio (piccolo o grande) e della ristorazione / somministrazione. Il Lavoro Fast oggi viene svolto anche per mezzo della creazione di molte cooperative (a volte finte) che con questo trucco pagano pochi euro all’ora il ragazzo.
Va evidenziato anche come un datore di lavoro che contrattualizzi in modo adeguato un LAVORO FAST (chiunque sia nel commercio ne sa qualcosa) si trovi oggi a pagare un costo orario che con l’attuale crisi si fatica a sostenere.  Per dare 1.000 euro al mese ad un ragazzo con un contratto si finisce per pagare un costo annuale di 27-29.000 euro all’anno (tredicesime, quattordicesime, tfr, ferie, malattie) e questo favorisce le forme di lavoro precarie.
Andrà determinato bene per quali tipologie di Lavoro Fast applicare il modello, ma la traccia disegnata dovrebbe funzionare in questo modo:
Si fa transitare sull’agenzia Servizi Italia, come fosse una enorme cooperativa nazionale, tutti quei lavoratori che praticano un Lavoro Fast non regolarmente contrattualizzato (voucheristi ed altro). In questo modo sarebbe l’agenzia a distaccare il lavoratore presso l’azienda e fatturare il servizio orario svolto. Inoltre sempre nella agenzia sarebbero iscritti tutti i cittadini che ricadono nelle classi che dovrebbero beneficiare del “reddito di cittadinanza” (studenti, disoccupati, sottooccupati, cassaintegrati, etc.).
Tutti otterrebbero il sostegno al reddito minimo da agenzia Servizi Italia,  fornendo però ore di lavoro settimanali, in un quantitativo di ore compreso da un valore minimo alla piena occupazione in funzione del desiderio del cittadino e di alcuni parametri . Il “reddito minimo” sarebbe sempre garantito da Servizi Italia, e chi attraverso l’agenzia svolgesse un lavoro continuativo beneficerà di uno stipendio adeguato, nonché del paracadute sociale in caso di perdita dell’impiego.
Chiaramente chi fa formazione (universitaria o corsi) o chi sta cercando di ricollocarsi in ambiti lavorativi diversi dal FAST, dovrebbe fornire meno ore di lavoro, o addirittura zero ore per periodi contingentati.
Ma soprattutto NESSUNO VERREBBE LASCIATO INDIETRO, ma anche nessuno verrebbe lasciato a casa sua a bighellonare con un reddito di cittadinanza facile.
Mi sono chiare le complessità. Credo però che l’informatizzazione ed i portali web renderebbero fattibile questo modello e certi meccanismi di contabilizzazione delle ore, già oggi praticati in parte con i voucher, potrebbero essere automatizzati.
I vantaggi a regime di questo sistema sarebbero infiniti:
– di fatto un quasi pieno inserimento dei cittadini nella fascia di popolazione attiva;
– l’agenzia Servizi Italia non sarebbe solo un costo per lo stato, in quanto l’agenzia emetterebbe fatture verso le aziende e svolgerà servizi vari. Sebbene sia impossibile oggi per me stimare i costi a regime, sicuramente il totale sarebbe molto inferiore ai 18-25 miliardi che servono per regalare soldi a pioggia a chiunque;
– le aziende che utilizzano l’agenzia Servizi Italia avranno un grande vantaggio in termini sia di riduzione del costo del lavoro, cosa che potrà rilanciare quel tipo di economia, sia di regolarizzazione del lavoro (stop al lavoro nero).
Forse è il momento in Italia che si inizi a praticare qualche rivoluzione che un tempo veniva considerata utopistica . . .

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