lunedì 30 gennaio 2012

........ADESSO VOGLIO VEDERE BEPPE GRILLO

GRILLO RICONOSCA D'AVER SBAGLIATO








Liberalizzazione delle nascite. Ieri Beppe Grillo, sul suo blog, ha dato sfogo al suo pensiero riguardo al diritto di cittadinanza a chi nasce in Italia da genitori stranieri. L’ha definita una proposta senza senso, che ha il solo obiettivo di distrarre gli italiani dai problemi reali, per trasformarli in tifosi.
Io non la penso come lui. Questa proposta un senso ce l’ha, eccome. Ritengo, infatti, che questo sia non solo una tema di civiltà ma che sia una questione da affrontare con urgenza, soprattutto per le centinaia di migliaia di ragazzi nati in Italia da genitori stranieri, cresciuti come qualsiasi altro italiano, educati ed istruiti nelle scuole italiane, ragazzi italiani a tutti gli effetti, che rischiano di essere stranieri tanto in Italia quanto nella patria di origine dei loro genitori, che non è mai stata la loro.
Diciamo subito chiara una cosa. Noi non siamo tra quelli che trovare un pretesto per attaccare Grillo perché il suo movimento Cinque stelle è dato nei sondaggi in crescita. La questione in ballo è troppo importante per ridurla ad una banderuola ideologica da buttare nella mischia per attaccare un avversario politico. Il problema è un altro. Le critiche più forti alle affermazioni di Beppe Grillo sono arrivate non solo dai sostenitori del movimento, i cosiddetti grillini, ma  da esponenti del Movimento 5 stelle eletti nei consigli provinciali, comunali e regionali. A Torino, ad esempio, il Movimento ha detto sì, dopo ampia consultazione in rete, alla proposta perché così voleva la stragrande maggioranza dei simpatizzanti ed elettori. La pensano diversamente da Grillo anche molti responsabili locali. In consiglio regionale in Emilia Romagna il Movimento 5 stelle ha dato parere favorevole.
E’ questo il punto secondo me. Beppe Grillo è alla sua prima vera prova da leader. Se accetta la sfida, dovrebbe scrivere sul suo blog che ha sbagliato e scriverlo chiaro e forte.
Però adesso lo dico apertamente......non mi fido più di lui troppo semplice non schierarsi troppo semplice dire di non essere di destra di sinistra di oltre........dire semplicemente "noi siamo oltre".......oltre a cosa???organizzarsi una festa una manifestazione......non schierarsi con o contro il sindacato uscire assieme ai lavoratori in sciopero....non serve solo dimostrare alla gente di avere la fedina pulita......l'onestà  sta in piccole ma molteplici cose della tua vita personale e quotidiana....dunque caro Beppe Grillo sotto sotto qualcosa di tuo adesso viene fuori.....si vedrà per fare politica si deve anche prendere delle decisioni, adesso "fuori le palle" 


                                                           Max

domenica 29 gennaio 2012

......IL POTERE TEDESCO IN EUROPA

EUROZONA

Grecia, il pressing di Berlino

Merkel vuole il commissariamento.




Berlino vuole commissariare Atene. O meglio Berlino vuole che Atene si lasci commissariare da Bruxelles, in cambio degli aiuti europei che vegono per larga parte dalle casse di Berlino, e torniamo al punto. La rivelazione è del Financial Times che il 28 gennaio ha scritto che il governo tedesco, prima di dare il suo assenso al secondo pacchetto di salvataggio per la Grecia, vuole che il governo di Luca Papademos ceda sovranità sulle decisioni fiscali e di spesa, da affidare a uno speciale commissario di bilancio europeo.
Il quotidiano della City, citando il preciso documento in cui i tedeschi hanno avanzato la proposta choc (almeno dal punto di vista dell'assetto politico istituzionale europeo), ha parlato di una «estensione senza precedenti del controllo della Ue su uno stato membro».
La Grecia però non ci sta e «esclude di cedere all'Unione europea la sua sovranità in tema di politiche di bilancio».......Squallido l'atteggiamento della Cancelliera.....a 60 anni dal potere nazista in Europa speravo che la Germana avesse capito qualcosa dalla storia.....lei vuole schiacciare i popoli sotto la sua grande potenza economica...la Merkel aveva la possibilità di cancellare il passato.....ma ha dimostrato il contrario......"SOLO SUPREZIA SUI POPOLI".

Non ho mai accettato questa sceneggiata degli Stati d'Europa....ogni popolo vive la sua realtà.. ancor oggi questa tendenza del potere assoluto mi preoccupa....forse è il momento del grande ripensamento.


                                                                                                  Max

martedì 24 gennaio 2012

IL COMUNISMO E' UNA DITTATURA

Una delle accuse più infamanti da sempre mosse al comunismo è di essere una dittatura, avversa ad ogni forma di democrazia e di libertà: Marx stesso parla di “dittatura del proletariato” con l’idea che il movimento operaio debba imbracciare le armi e scendere sulle piazze per abbattere il sistema capitalistico e instaurare un governo dittatoriale capeggiato dal movimento operaio stesso. Tuttavia, la “dittatura del proletariato” delineata da Marx non è il fine ultimo a cui aspira il comunismo, ma è, piuttosto, una fase transitoria che, nel tempo, verrà superata. Marx è infatti convinto che le idee, da sole, non siano in grado di mutare la realtà: viceversa, si tratta di cambiare la realtà per far mutare le idee, giacchè esse sono un prodotto della realtà stessa ( “ non è la coscienza che determina la vita, ma la vita che determina la coscienza ”); e una volta cambiato l’assetto della realtà attraverso la rivoluzione, e dunque instaurato dittatorialmente il regime comunista, muteranno necessariamente anche le idee dominanti, proprio perché esse “ non sono altro che l'espressione ideale dei rapporti materiali dominanti, sono i rapporti materiali dominanti presi come idee ”. Le nuove idee dominanti verranno così ad adattarsi alla nuova realtà storica: nel momento in cui nelle coscienze regnerà l’ideologia comunista e sarà stata abbattuta la divisione in classi degli uomini (e lo sfruttamento che la caratterizza), allora anche lo Stato perderà di significato e dovrà inevitabilmente estinguersi; esso, infatti, altro non è se non lo strumento con cui, nella storia, una classe ha di volta in volta dominato le altre ed è naturale che con l’abolizione delle classi scompaia anche lo strumento mediante il quale esse si dominano a vicenda. Venute meno le classi e, con esse, lo Stato, cesserà di esistere anche la dittatura del proletariato sulle altre classi, proprio in virtù del fatto che non ci saranno altre classi: si esce così dalla fase di dittatura del proletariato per passare a quella ultimale di anarchia, vero obiettivo del comunismo; con l’anarchia torneranno a pulsare con vigore la libertà e la democrazia diretta e l’intera macchina statale finirà “ nel posto che da quel momento le spetta, cioè nel museo delle antichità accanto alla rocca per filare e all'ascia di bronzo ” (Engels, “L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato”). Si possono anche fare altre considerazioni in merito: in primo luogo, è storicamente accertato che nessun Paese comunista sia mai riuscito a passare dalla fase a quella anarchica; proprio in questo (oltre al fatto che non si è riusciti a far dilagare la rivoluzione nel resto dell'Europa) risiede il grande limite della Rivoluzione Russa, che, dopo aver eliminato la divisione in classi e lo sfruttamento di matrice capitalistica, si è sempre più cristallizzata in un rigido e statico apparato dittatoriale che, con Stalin, è giunto al culmine. Altra considerazione, rivolta in particolar modo a tutti quelli che inorridiscono di fronte al comunismo per il suo carattere dittatoriale: ogni forma di governo, anche se può sembrar strano, è una dittatura di una classe sulle altre, giacchè lo Stato è sempre, come abbiamo detto, lo strumento di cui una determinata classe si serve per reprimere gli appetiti delle altre e per esprimere la propria egemonia. Per ciò dittature sono il fascismo, il nazismo, il comunismo (nella sua fase di “dittatura del proletariato”) ma anche la repubblica democratica, intesa come forma di tirannide ordita dalla borghesia a discapito di tutti gli altri ceti; a questo punto si obietterà che, nell’ambito della repubblica democratica, ciascuno è libero ed uguale di fronte alla legge. A queste obiezioni si può, molto semplicemente, rispondere che non ci sarà mai una reale uguaglianza giuridica e politica finchè non vi sarà anche l’uguaglianza sociale. Nella repubblica democratica, infatti, la disuguaglianza tra il lavoratore e il datore di lavoro non sussiste solo malgrado l’esistenza della libertà giuridica, ma, anzi, sussiste in virtù di essa, che consente al datore di lavoro di sfruttare i suoi operai. E’ vero che l’operaio è libero (e non costretto da sanzioni giuridiche) a vendere la propria forza-lavoro, ma se non la vendesse che cosa farebbe? Morirebbe di fame. L’operaio è dunque libero di scegliere il padrone che lo sfrutterà, è libero di non lavorare, cioè di morir di fame, è libero di lavorare 12 ore al giorno, cioè libero di morir di fatica. Allo stesso modo, di fronte alla legge, l’operaio e il capitalista sono uguali solo formalmente: il capitalista che vanta la possibilità di avvalersi dell’avvocato più costoso trionferà sempre e comunque sull’operaio che si vede costretto dalle ristrettezze economiche a schierare un avvocato d’ufficio. Se ne evince che la libertà della repubblica democratica e liberale, tanto acclamata, è solo fittizia: ma, nonostante ciò, non si tratta di aggiungere all’uguaglianza politica e giuridica quella sociale, come credono alcune frange socialiste. Al contrario, per via delle contraddizioni eclatanti affiorate dalle prime due forme di “libertà”, si tratta di abbattere con le armi la repubblica democratica e liberale, perché infetta da ferite insanabili, e sostituirla con la dittatura del proletariato, caratterizzata dalla spiccata uguaglianza sociale. Per ricorrere ad un’immagine alquanto efficace, occorre abbattere l’edificio della repubblica democratica, poggiante su fondamenta instabili, per costruirne uno nuovo: quello comunista. Si può poi far notare che il comunismo, nella sua fase transitoria di dittatura, è sì una dittatura, ma è una dittatura democratica, perché instaurata dalla stragrande maggioranza degli uomini a vantaggio della stragrande maggioranza degli uomini. E si differenzia dalle altre dittature (tipo quella nazista e fascista) non solo perché è temporanea, ma anche per gli obiettivi a cui aspira: si propone infatti di liberare l’uomo dalle catene della servitù e dello sfruttamento; e come di una cura medica si è soliti guardare non tanto alle modalità, quanto piuttosto ai risultati, allo stesso modo è bene non guardare alle modalità con cui il comunismo si realizza, ma ai risultati cui esso conduce. E nel nostro caso, la posta in palio, ovvero la libertà reale del genere umano e il debellamento di ogni forma di schiavitù, è così alta da meritare di essere ottenuta con qualsiasi terapia, anche con le armi. E che si arrivi alla rivoluzione non dipende tanto dalla volontà delle classi subalterne, sfruttate all’esasperazione, quanto piuttosto dalle stesse condizioni generate dal sistema capitalistico.


                                                                                    Max

sabato 21 gennaio 2012

........OGGI NASCE IL NUOVO PARTITO COMUNISTA ITALIANO

(n)PCI
(nuovo)Partito comunista italiano
   Comitato Centrale
                        Sito: http://www.nuovopci.it
                        e.mail: lavocenpci40@yahoo.com

    




Appoggiare con ogni mezzo il Movimento dei Forconi! Promuovere
in tutto il paese la solidarietà con le masse popolari che si ribellano!
Estendere il movimento di protesta alle altre regioni!

Mobilitare ovunque e su vasta scala le masse popolari contro il governo
Monti e i suoi mandanti, contro le loro misure criminali!

Il governo Monti continua e aggrava l’opera
del governo Berlusconi e del governo Prodi!

Il governo Monti allarga il ventaglio delle masse popolari depredate
a vantaggio delle borghesia imperialista e del clero!

Il governo della Corte Pontificia, dei monopoli, dei grandi evasori fiscali
cerca di mobilitare il proletariato e i pensionati
contro i lavoratori autonomi e la piccola borghesia!

Non un soldo agli speculatori! Chi può evadere le tasse, le evada e finanzi il
movimento! Nessun appoggio al governo dei grandi evasori fiscali!

Il governo Monti è il governo della miseria per tutte le masse popolari,
della cancellazione dei diritti dei lavoratori, dell’asservimento dell’Italia
alla comunità internazionale degli speculatori e dei guerrafondai!


Il movimento che da lunedì 16 si allarga in Sicilia: ecco qualcosa che ben esprime quello che vogliamo dire noi comunisti quando diciamo che le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari devono coordinarsi tra loro e rendere il paese ingovernabile da ogni governo emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia, da ogni governo che gode della fiducia della Comunità Internazionale degli speculatori, dei banchieri e dei guerrafondai.
Bisogna rafforzare e unire questo movimento attorno all’obiettivo di costituire un Governo Regionale d’Emergenza. Non basta protestare. Chiedere al governo Monti di fare gli interessi delle masse popolari è come chiedere alla volpe di custodire le galline, chiedere a un ladro di sorvegliare il nostro portafoglio.
Senza l’obiettivo di costituire un proprio governo d’emergenza, composto da persone di propria fiducia che operano sotto il suo controllo, il movimento di protesta non avrebbe futuro. Il governo Monti o altri simili governi si rimangerebbero ogni promessa e ogni concessione. Per le masse popolari non c’è alternativa positiva alla costituzione di un Governo Regionale d’Emergenza. Quindi grandi sono le possibilità di arrivare a costituirlo. Dipenderà principalmente dall’orientamento e dal coraggio dei dirigenti del movimento.
 I comunisti devono mettersi all’avanguardia del movimento di protesta, rafforzarlo e unirlo attorno all’obiettivo di costituire un Governo regionale d’Emergenza. Gli operai di Termini Imerese devono mobilitarsi e unirsi al movimento di protesta. Questa è la via per assicurare anche il loro futuro. I disoccupati e i cassaintegrati devono organizzarsi, farsi forte della loro esperienza di organizzazione e occupare il posto che loro spetta nella lotta.
La comunità internazionale degli speculatori, dei finanzieri e dei guerrafondai e le loro autorità, hanno trasformato le fabbriche della Sicilia, dell’Italia e dell’intera Europa in edifici abbandonati o in centri commerciali e gli operai in disoccupati o cassaintegrati. Ora si concentrano contro i lavoratori autonomi e la piccola borghesia: vogliono spogliare anche loro. Hanno essi stessi creato le condizioni per una rivolta generale contro di loro. Rafforzare ed estendere su larga scala il movimento di protesta e unirlo attorno all’obiettivo di costituire un Governo Regionale d’Emergenza: questo è il compito di tutti quelli che vogliono farla finita con la crisi del capitalismo, degli operai avanzati, di tutti quelli che vogliono essere comunisti.

Chi dirige il movimento di protesta?
Quando un movimento popolare diventa serio, di fatto la direzione la assumono quei suoi esponenti che hanno una visione più avanzata della situazione, delle forme e delle condizioni del suo sviluppo, che lanciano le parole d’ordine che meglio corrispondono alle aspirazioni e agli interessi delle masse che si sono messe in moto, che si fanno promotori delle parole d’ordine e delle iniziative che portano alla vittoria, che si danno i mezzi per sviluppare i suoi frutti. Questa è la prova che devono passare individui, gruppi e tendenze.
Questa è la lezione di ogni rivoluzione!
Tutti i nemici della mobilitazione popolare, quelli che per i più vari motivi ne hanno paura, i responsabili del marasma in cui siamo precipitati e in cui sempre più affondiamo, cercano di denigrare il movimento che si è sviluppato in Sicilia. Uomini politici da sempre conniventi della mafia e della criminalità organizzata, individui da sempre fautori della rivalutazione e protettori del fascismo (pensate a Schifani e a Fini, al regime DC di Andreotti o al governo Berlusconi, a Napolitano, a Violante e agli altri tristi esponenti dei revisionisti del vecchio PCI nella fase del suo disfacimento), oggi gridano alle infiltrazioni mafiose e al ruolo promotore di fascisti nel Movimento dei Forconi. Le loro accuse parlano a favore del Movimento dei Forconi. Loro sono i mafiosi! Loro sono i fascisti!

Il regime che finora ha governato il paese non solo non ha estirpato la mafia, la malavita organizzata e il fascismo, ma li ha protetti e alimentati, sono andati a braccetto: da Portella delle Ginestre, a Piazza Fontana, fino alle prove di fascismo di questi mesi. È quindi ovvio che anche tra le masse popolari vi sono mafiosi e fascisti, che la mafia e il fascismo hanno i loro addentellati e le loro propaggini tra le masse popolari come la Chiesa ha i suoi fedeli. È ovvio che tutti gli sfruttatori cercano di fare i loro interessi strumentalizzando e sfruttando le masse popolari. Se in Sicilia dopo la Guerra Mondiale la mafia ha soffocato il movimento dei contadini e dei braccianti e ha fatto strage di comunisti e di sindacalisti, ci è riuscita non solo per il carattere difensivo mantenuto dal movimento comunista, ma anche per l’appoggio del governo di Roma e della Chiesa. Parroco, capomafia e maresciallo dei carabinieri sono stati per anni le autorità in ogni centro abitato.
Ma che forse il movimento attuale è una loro manovra o è invece una risposta alle angherie del regime che ha protetto e nutrito mafia e fascismo? Se mafiosi e fascisti hanno promosso il movimento attuale, ottimo: ben presto si troveranno costretti a decidere se rientrare nei ranghi della mafia, dei gruppi fascisti e dei loro mandanti e  promotori e rompere con il movimento di protesta oppure restare nel movimento di protesta e rompere il legame con mafia e fascismo e con i loro complici, protettori e mandanti. Nel primo caso saranno stati apprendisti stregoni o mosche cocchiere. Nel secondo caso avranno imparato dall’esperienza: ogni individuo può trasformarsi anche in meglio. Il mondo si trasformerà perché gli individui cambiano. Con le chiacchiere è possibile giocare, con i movimenti concreti no!

Più di quello che gli esponenti del movimento dicono di esso, conta quello che il movimento è. La natura del movimento è definita dalle circostanze in cui si sviluppa e dalle classi che lo compongono, prima e più che dalla volontà e dalle idee dei promotori e degli esponenti. La borghesia e il clero cercano di mantenere in vita il loro sistema di relazioni sociali, nonostante la crisi generale del capitalismo che si aggrava ogni giorno di più. A vantaggio del capitale finanziario ricorrono a misure e manovre criminali contro le masse popolari: contro gli operai, contro i lavoratori dipendenti, contro i pensionati, contro i lavoratori autonomi e contro le classi medie. Il movimento di protesta è la resistenza delle masse popolari alla crisi del capitalismo e alle misure e manovre criminali della borghesia imperialista e del clero. Sta a noi comunisti e a tutti gli operai avanzati rafforzarlo e portarlo alla vittoria!
I promotori e gli attuali dirigenti del movimento svolgeranno un ruolo sempre più importante, solo se elaboreranno e lanceranno parole d’ordine e prenderanno iniziative coerenti con la natura del movimento e con gli interessi e le aspirazioni delle masse popolari che lo compongono. Altrimenti, se il movimento si rafforza e si allarga, saranno scavalcati e altri prenderanno il loro posto. Lo si è visto in tutte le rivoluzioni. Di questo dobbiamo principalmente preoccuparci noi comunisti: che il movimento si rafforzi e si allarghi.
L’obiettivo di costituire un Governo Regionale d’Emergenza è una condizione essenziale perché il movimento si rafforzi e si allarghi. Il collegamento di esso con il resto del movimento contro il governo Monti e i suoi mandanti che si sviluppa in tutto il paese è un’altra condizione.

Il CC del (n)PCI plaude al Movimento dei Forconi: ecco cosa vuol dire rendere il paese ingovernabile da ogni governo emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia e che gode della fiducia della Comunità internazionale degli speculatori e dei banchieri. Ora occorre formare un governo di emergenza, che fa fronte agli effetti più gravi della crisi con misure d’emergenza. Il CC chiama tutte le organizzazioni del Partito, i suoi simpatizzanti e le organizzazioni della carovana del (n)PCI a rafforzare il Movimento dei Forconi e a orientarlo verso la costituzione di un Governo Regionale d’Emergenza e verso la collaborazione con i movimenti di protesta del resto del paese.
L’asse portante delle misure d’emergenza è un lavoro utile e dignitoso per ogni adulto. La forza principale del governo d’emergenza devono essere le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari.
La sinistra sindacale e i sindacati di base, i sinceri democratici e quanti si dichiarano comunisti devono assumere la loro responsabilità nel movimento di protesta, per creare il governo d’emergenza. Non basta protestare e chiedere al governo degli speculatori e dei banchieri di porre rimedio ai disastri che gli speculatori, i banchieri e i loro governi producono. Bisogna costituire un Governo Regionale d’Emergenza, composto da persone di fiducia del movimento, convinte di prendere i provvedimenti che il movimento chiede anche se ledono gli interessi della borghesia imperialista, del clero, delle istituzioni del sistema imperialista mondiale, decise a farli eseguire appoggiandosi principalmente sulla forza del movimento.
 

La classe operaia per salvarsi deve mettersi alla testa di tutte le classi delle
masse popolari perché costituiscano un governo d’emergenza popolare!


Oggi i sindacati non devono limitarsi a fare i sindacati: se si limitano a
protestare e a rivendicare, conducono i lavoratori alla sconfitta!


Fare dello sciopero generale del 27 gennaio
indetto dalla USB e dagli altri sindacati alternativi
una giornata di mobilitazione generale dei lavoratori dipendenti,
dei lavoratori autonomi e della piccola borghesia
contro la borghesia imperialista, la Corte Pontificia e il loro governo!


Sta a noi comunisti diventare promotori della guerra popolare
rivoluzionaria e contrapporla alla guerra di sterminio non dichiarata
che la borghesia e il clero conducono contro le masse popolari
in ogni angolo del mondo!


Creare in Italia le condizioni per la costituzione di un governo d’emergenza
popolare, il Governo di Blocco Popolare!


Moltiplicare ovunque Organizzazioni Operaie e Organizzazioni Popolari,
rafforzarle e orientarle a costituire un loro governo d’emergenza!


Rendere il paese ingovernabile
da ogni governo emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia:
con una campagna di disobbedienza, di scioperi e di proteste,
appropriandosi dei beni e dei servizi da cui una parte crescente della
popolazione è esclusa, non pagando le tasse e i ticket, creando ovunque
amministrazioni locali che rompano il Patto di Stabilità e di sudditanza
imposto dal governo centrale!


Costituire clandestinamente Comitati del nuovo Partito comunista in ogni
azienda e in ogni centro abitato!

Fare di ogni lotta una scuola di comunismo!


Il 2012 può essere l’anno della riscossa e l’inizio di una nuova era
per il nostro paese: dipende da noi!


                                                                                                         Max

venerdì 20 gennaio 2012

EQUITALIA...........STROZZINO DELLO STATO!!!

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Si soffia sul fuoco, accanto a una miscela esplosiva. Con l’aggravante che ciascuno soffia sperando d’allontanare da sé la deflagrazione. Attorno al tema fiscale s’allestisce un balletto indecoroso, il cui esito non sarà la riduzione dell’evasione, ma l’aumento delle tasse, della paura e della rabbia. Non diversamente si procede in altri settori, trasformando temi di sicura giustizia (come anche le liberalizzazioni) in armi puntate contro il nemico interno, contro il colpevole di turno, contro interessi e soggetti cui si pretende di dar la colpa della sorte. Ciascuno urla e nessuno dice, mentre cresce il numero di quelli che sono pronti a molto, compresa la violenza, pur di reagire, per sfuggire alla realtà. Le dichiarazioni dei redditi degli italiani sono un clamoroso falso, che si ripete ogni anno e che ogni anno commentiamo come tale. L’evasione non è una pratica limitata, ma un costume diffuso. A reggerla ed espanderla c’è una tara culturale: il sentirsi antagonisti dello Stato e non parte dello stesso, sicché il fesso è quello che paga, la vittima è chi è costretto a farlo, e il furbo è quello che evade. Ma c’è anche una pressione fiscale dissennata e strutture di contrasto che agiscono in modo violento, trattando i cittadini come sudditi, ai cui vertici siedono persone che cumulano incarichi e quattrini. Manca rispetto per lo Stato, ma anche rispettabilità.
In questo schema l’evasore è sempre l’altro da sé, in quanto tale meritevole di condanna sociale e ogni forma d’angheria. Mentre non ci si sente evasori dopo avere pagato in nero il proprio avvocato, il dentista, il ristoratore, il maestro di tennis, la baby sitter e tante altre persone che, in quanto tali, appaiono non come fantasmi, ma come umani compartecipi dell’avere evitato, a chi paga e a chi incassa, il sovrappiù dell’iva. Quando, poi, si passa dal proprio fornitore, talora amico, alla sua categoria, ecco che, allora, commerciati, professionisti, autonomi, diventano i ladri che ci derubano, le categorie da punire, il male da estirpare. Per giunta dando corpo alla leggenda che i lavoratori dipendenti sono quelli che non evadono, il che è falso: non evadono sul reddito principale, perché non possono, ma lo fanno sui secondari (ad esempio i docenti con le ripetizioni), oltre che in quanto pagatori in nero del meccanico, del parrucchiere, del barista e così via.
I giornali, oramai ciechi seguaci della scuola acritica e strombazzante, c’informano che la cortinata fiscale gode di gran popolarità. Dagli al cafone e all’arricchito, trasformando il giusto rispetto delle legge in moralismo vendicativo. Questa roba porta male, lo dicemmo subito. Questa roba è sceneggiata che maschera incapacità e impotenza, ma soffia su quel fuoco mefitico.
Credo che le tasse dovrebbero essere assai più basse (è possibile), ma credo anche che andrebbero pagate. Anzi, sono convinto che per far nascere un sano movimento per la loro riduzione non c’è altra strada che il far saltare l’equilibrio che si regge da anni: alta pressione e alta evasione. Seguo con compartecipe attenzione il lavoro dei giovani raccolti attorno al Tea Party Italia, dediti a sostenere quel che qui è eretico (la loro proposta, agli amministratori locali, per abbattere l’Imu è non solo interessante, ma un’occasione per far vedere che c’è ancora vita nel pianeta politica), perché il pensiero unico vuole che la spesa vada finanziata, anziché taglia, perché si dice che pagando tutti si paga meno, mentre invece si spende di più. C’è una cosa che darebbe loro considerevole forza: una vera lotta all’evasione. Tale da far capire a tutti che l’evasore non è sempre l’altro, e che con questa pressione il suo integrale rispetto porta allo schianto e alla depressione.
Ieri Maurizio Belpietro ha dato alcune indicazioni pratiche. Altre se ne potrebbero aggiungere, in modo da far virare verso il vero quelle dichiarazioni massicciamente false. Ma una cosa sono le idee contro l’evasione (come le sue), altra la sollecitazione all’invidia, al rancore e alla delazione, in modo da trasmettere lo spettacolo fasullo della lotta tarocca. Questa dottrina è, al tempo stesso, selvaggia e inerte, istigante e rassegnata, capace solo di far crescere la rabbia. Sentimento che, in assenza di politica e con i grossi partiti in coma, nessuno è in grado di gestire. Equitalia lo strozzino dello Stato


                                                                        Max

mercoledì 18 gennaio 2012

............UN SOLO EROE !!!!!!

Un capro espiatorio per sfogare la rabbia, un eroe senza macchia per placarla. E’ la formula un po’ stucchevole delle storie italiane al tempo della crisi. Anche nel dramma del Giglio la realtà è stata immediatamente diluita in un fumetto.


Servivano un’immagine evocativa (la nave sdraiata su un fianco, simbolo del Paese alla deriva) e uno Schettino che riempisse il vuoto lasciato da Berlusconi alla casella Figuracce & Bugie e assommasse su di sé l’orrore del mondo (ieri il Tg5 ha definito i suoi tratti fisici «lombrosiani» e il Tg3 lo mostrava in smoking come il comandante di «Love Boat» per suggerire maliziosamente la sua inconsistenza morale, quando TUTTI i comandanti di una crociera indossano lo smoking, nelle serate di gala). Mancava ancora il buono, che nella trama assolve al compito cruciale di riscattare l’onore ferito della collettività, fortificandola nell’illusione di essere migliore di quanto non sia. Adesso anche il buono c’è.

Ovviamente facciamo tutti il tifo per De Falco, il capo assertivo della Capitaneria di Livorno che nella ormai celebre telefonata ordina al comandante Schettino, già inscialuppatosi verso la riva, di tornare sulla nave e comportarsi da uomo. (Ordine vano, peraltro, come quasi tutti gli ordini dati in Italia, perché Schettino gli dice di sì e poi continua a scappare).

Eviterei però il gioco insistito dei paragoni: l’eroe contrapposto al vigliacco, l’italiano buono all’italiano cattivo, fino all’urlo autoassolutorio che ho letto su un blog: «Io sono De Falco». Anch’io. Anche Schettino, credetemi, se fosse stato sulla poltrona di De Falco sarebbe stato De Falco e avrebbe dato ordini perentori al se stesso vigliacco che tremava in mezzo al mare per la paura di morire.

Non voglio togliere meriti al valido ufficiale della Capitaneria, ma contesto l’abuso del termine «eroe», che in un’epoca che ha smarrito il significato delle parole viene appuntata sul petto di chiunque fa semplicemente il proprio dovere: rifiutando una mazzetta se è un funzionario pubblico, denunciando un giro di scommesse se è un calciatore, assumendosi le proprie responsabilità se esercita un ruolo di responsabilità. Dall’Iliade a Harry Potter, l’eroe è colui - soltanto colui - che mette a repentaglio la propria vita. E non perché la disprezza (quello è il fanatico), ma perché è disposto a sacrificarla in nome di un valore più elevato: l’amore (a-mor, oltre la morte).

Non escludo che l’ottimo De Falco sarebbe stato un eroe: il destino non gli ha consentito di mettersi alla prova. Dubito che lo sarei stato io e tanti altri che disputano sulla viltà di Schettino. Per me nella storiaccia del Giglio esistono persone inadeguate e altre adeguate, ma un unico vero eroe. Il commissario di bordo che con la gamba spezzata ha continuato a salvare le vite degli altri.



                                                                                             Max

domenica 15 gennaio 2012

.........NESSUNO SA DEL PRESIDIO DI MONTE CITORIO!!!!

4 GIUGNO 2011 OLTRE 7 MESI DI PRESENZA FISSA QUI IN PIAZZA MONTECITORIO DAVANTI IL PALAZZO DEL POTERE (E' IL PALAZZO DEL POPOLO)17 Morti suicidi, MARTIRI di questo STATO saccheggiatore rappresentato da VAMPIRI, disponibili solo ad arricchirsi sopra le spalle dei Cittadini ,distruggendo tutto il sociale e da mercenari al completo servizio del DIO DENARO...... CITTADINO ALZA LA TESTA, ALLA CASTA MAFIA MASSONERIA FACCIAMOGLI LA FESTA!!!!!
Sono sempre pronto e in azione, ci sono troppi tuttologi e poche persone disposte a fare sacrificio, ci sono tanti gruppi, tante persone che costituiscono movimenti e/o partiti nuovi, ci sono tanti che decidono di fare referendum con raccolta firme (quando i partiti e già alcuni politici hanno referendum pronti come specchietto per le allodole, vedete il potere politico sulla Consulta ha bocciato quello sulla nuova legge elettorale) tutto questo sistema disinforma i Cittadini e li porta ancora a delegare credendo che con una firma o una manifestazione mordi e fuggi si siano messi a posto con la coscienza.
Nessuno ha veramente capito ciò che dico da anni e dal 4 giugno qui a Montecitorio ho messo la mia vita il mio essere UOMO in Piazza facendo AZIONE per il FUTURO dei miei FIGLI, dei Nostri FIGLI . L'ITALIA E LE BANCHE SONO IN BANCAROTTA... bisogna fare AZIONE!!! Dite voi come ma basta stare seduti e criticare o fare i tuttologi... un popolo unito può cacciare questi succhiasangue e riprendere in mano le sorti del PAESE: Ma SOLO FACENDO AZIONE..... IO CI SONO MI SENTO PATRIOTA ITALIANO CON ONORE, VI ASPETTO CON LA BANDIERA ITALIANA PER PORTARE IL VOSTRO PREZIOSO CONTRIBUTO,FISICAMENTE IN PIAZZA PER RISOLLEVARE LE SORTI DELLA NOSTRA AMATA ITALIA.
CI CHIAMANO IL QUARTO POTERE ma quando cacceremmo la MAFIA CASTA MASSONERIA saremmo il PRIMO POTERE, LA SOVRANITA' DEL POPOLO PER UNA DEMOCRAZIA DIRETTA.
Non ci saranno divisioni ideologiche nè distinzioni di sesso o religiose,poichè la vita politica è e sarà una Missione per l'interesse dell'Umanità. Le DONNE saranno parte attiva della Democrazia Diretta dei CITTADINI .
Gaetano Ferrieri 3336677839

                                                                                                     Max

domenica 8 gennaio 2012

..........IL MASSACRO PSICOLOGICO DELLA DONNA!!!



Il libro della nostra vita, donne picchiate, donne violentate, donne che non hanno piu' lacrime.
Lascio una traccia di me sul selciato di questo mondo virtuale. Una pagina di un libro che nessuno leggera' mai. 
Il mio sogno di riscattare tutte le donne del mondo, in una ineguaglianza che nessuno conosce. Studio di nascosto perche' voglio urlare la verita' che si nasconde dietro le porte chiuse. 
Schiaffi percosse e tanta paura. Nessuno se ne frega. Tante parole comprensione ma solo chi ha vissuto la violenza sa cosa vuol dire. 
Lacrime lividi ma ferite sull'anima. Donne con il sesso infibulato, donne senza diritto di vivere, donne non libere, una schiavitu' esistente un libro da chiudere gettare e far finta di non averlo letto. 
La schiavitu' apperentemente non esiste, basta leggere la cronaca dei giornali per capire..cosa vuol dire esseere donna oggi . Libro di vita da bruciare.
Un inchino..........


                                                                                      Max

sabato 7 gennaio 2012

.............IDEE MARXISTE NEL 2012

 Denver, una delle cento città americane in cui è presente il movimento Occupy Wall Street, Michael Moore è stato zittito perché s'era atteggiato a capetto. Nella stessa occasione l'assemblea ha eletto un cane come proprio leader. Roberto Saviano, invitato a parlare a New York, ha sollevato critiche perché s'è rivolto ai manifestanti con distacco: "Io… voi… il vostro futuro… dovete far questo e quello… il mondo vi ascolta...". A Zuccotti Park fin dall'inizio sono stati rimossi i cartelli con i simboli anarchici e comunisti. Sembra che oggi ci sia non solo voglia di rimuovere i vecchi concetti di organizzazione e leadership, quello che nella prassi chiamavamo "partito" e "avanguardia", ma anche ogni riferimento alla divisione in classi. Il simbolo"Siamo il 99%" è molto potente e più unificante di falce e martello, ma è indubbiamente interclassista. Tuttavia non è solo una questione di pratica "inclusiva", come dicono gli americani: è fin troppo evidente che da molti anni il marxismo è decisamente in declino, anche se i librai dicono che sono in aumento le vendite dei libri di Marx. Eppure negli anni '20 del secolo scorso e anche nel dopoguerra, fino al Sessantotto e oltre, milioni di persone avevano il marxismo come riferimento politico. È possibile che il fenomeno sia in gran parte dovuto alla mistificazione stalinista, per cui il nostro avversario ha avuto buon gioco nel definire "comunismo" il feroce capitalismo russo, ma sono passati troppi anni dal crollo del Muro per credere che lo stalinismo spieghi ancora la persistente diffidenza verso il comunismo. Il grande movimento in corso ha estensione mondiale, ma senza una teoria della trasformazione, un'organizzazione politica e una tattica da applicare non può che spegnersi.

È una questione che in modo diretto o indiretto viene riproposta con una certa frequenza. Nella teoria marxista della dinamica sociale e in quella matematica delle reti, i "legami forti" (all'interno dei nodi) e i "legami deboli" (fra nodi collegati) comunicano sempre in doppia direzione. Chi fosse qualitativamente avvantaggiato dall'appartenenza a un nodo storico molto forte (e ogni marxista ha indubbiamente un retroterra di questo tipo), non potrà far parte di alcuno sviluppo quantitativo senza collegarsi ad altri nodi attraverso i legami deboli. L'espansione di ogni sistema a rete può solo avvenire tramite questa interazione. La teoria del partito e del suo sviluppo si basa sulla premessa che vi sia una classe proletaria numerosa, che all'interno della società si polarizzino gli individui intorno a programmi antitetici, che si formino organismi per il coordinamento della lotta immediata, che tutti questi elementi portino alla maturazione di una "coscienza storica" in grado di "rovesciare la prassi", cioè di influire sugli avvenimenti per indirizzarli verso uno scopo. Questa coscienza storica per i marxisti è rappresentata dal partito.
Sorvoliamo per un momento sulle differenti concezioni intorno al partito e diamo per scontato che questo non sia uno fra i tanti, con i suoi iscritti, congressi, deputati, ecc. ma sia il vero anticipatore della società futura. La questione del presunto declino del marxismo e della possibilità di sviluppo rivoluzionario è talmente importante e vasta che occorre procurarsi strumenti sufficienti, prima ancora che per rispondere, per formulare la domanda. Partiamo da una definizione sintetica, ricorrente ma sbagliata: "il marxismo è una scienza". Con lo stesso criterio dovremmo dire: "il galileismo, il newtonismo, l'einsteinismo sono una scienza". Il mondo intero ha dovuto fare i conti sia con Marx che con Galileo: dopo le scoperte di fatto e di metodo dei due giganti, il mondo nanerottolo ha dovuto salire modestamente sulle loro spalle se ha voluto vedere più lontano.
Però un momento: mentre nessuno, neppure il Papa, mette più in discussione i risultati di Galileo, quelli di Marx non solo sono stati messi in discussione di continuo, ma rischiano di venir dimenticati, ignorati. Eppure hanno materialmente sconvolto il mondo non meno degli altri, tanto che la borghesia è costretta ad adoperare alcune categorie marxiste, capitolando ideologicamente di fronte al suo avversario. Di certo Marx non raccoglie molti proseliti all'altezza della sua teoria. Si potrebbe dire: un conto è la scienza fisica, un altro è la scienza sociale. Quest'ultima produce più "opinione" che verifica sperimentale. Il ragionamento ha qualche difetto: la teoria di Darwin riguarda il mondo fisico-biologico ma ha scatenato ugualmente guerre d'opinione. Comunque anche l'evoluzionismo è ormai vittorioso, persino i cattolici lo accettano come "disegno di Dio".
Ecco che la riformulazione della domanda, per quanto imperfetta, ci ha permesso di arrivare alla risposta giusta: non è corretto dire che il "marxismo" è una scienza; Marx, piuttosto, si è avvalso del metodo scientifico per svelare le leggi che regolano il mondo sociale. Egli stesso dice che Darwin ha fatto un lavoro analogo. Galileo, Einstein, Lenin, tutti i matematici e fisici, magari antimarxisti, che ci spiegano la teoria delle catastrofi o la fisica della storia hanno lavorato o lavorano per la rivoluzione. Da questo punto di vista non sembra che il "marxismo" sia in declino. Persino inconsapevoli economisti hanno deciso di misurare il PIL secondo la legge marxiana del valore affinché ogni calcolo sia fatto alla stessa maniera in ogni nazione e il risultato sia confrontabile. Il marxismo ha presentato un fallimento storico perché... è diventato marxismo, cioè una specie di religione, un'opinione generalizzata che produce contro-opinione altrettanto generalizzata. La grandezza della nostra corrente sta in questo: l'aver aperto la strada a una demolizione radicale della religione marxista. Si sa che Marx disse di non essere marxista. È almeno da quel momento che si poteva sapere come proseguire.
Perché dunque la teoria rivoluzionaria non ha più i milioni di seguaci (in sintonia o meno con essa) che aveva una volta? Perché non ne ha almeno un numero maggiore di quello attuale che si avvicina allo zero? In realtà la teoria rivoluzionaria ha milioni e milioni di seguaci, infiltrati ovunque, in ogni classe. Ma che se ne fanno di una religione in più? È di un partito che hanno bisogno. Allora "facciamo il partito", propone qualcuno. Ma anche questo punto è ormai risolto per sempre: i milioni di cui sopra sono come l'energia, che può essere potenziale o cinetica; il partito potenziale c'è già, quel che occorre è un movimento sociale che permetta la trasformazione del potenziale in cinetico. Da partito storico a partito formale. Tale movimento non si può "creare", ma se tutti coloro che si identificano nel programma suddetto hanno la possibilità di aggregarsi in un lavoro comune, allora non si crea nulla, si partecipa "semplicemente" a un divenire storico che – rapporti di forza permettendo – si potrà assecondare, amplificare, applicando quel rovesciamento della prassi che caratterizza in modo "frattale" il partito della rivoluzione, dal livello microscopico a quello delle grandi svolte storiche.
Stiamo vivendo un'epoca di grande trasformazione e i vari movimenti che da questa primavera scuotono gran parte del mondo sono un sintomo gravido di sviluppi. Come abbiamo cercato di mostrare su questa rivista, il nostro pianeta non è mai stato così vicino a un rivolgimento pari soltanto a quello che vide il passaggio dal comunismo originario alle società organizzate in classi. E questo non perché ci siano degli uomini in moto dietro delle ideologie, anzi; ma perché l'intera struttura del sistema capitalistico non regge più alla sua stessa pressione. Ci sembra ovvio concludere con l'augurio: è morto il marxismo (finalmente), viva la rivoluzione che sta mettendo in moto non più coloro che si aggrappavano alle rivoluzioni passate ma chi incomincia ad avvertire puzza di stantìo nell'ambiente che esse stesse hanno prodotto e che poi la controrivoluzione ha fatto degenerare. Tutto il bagaglio concettuale e persino lessicale del "marxismo" fa parte di una rivoluzione addietro, quando non di due. È infatti un misto di illuminismo settecentesco (progresso, democrazia e... "libertè, égalité, fraternité") e di bolscevizzazione staliniana. Fallito il primo, grande tentativo rivoluzionario comunista, la nostra corrente vide persino nello stalinismo una positiva continuazione della rivoluzione borghese in Russia e in Cina. Quello che sta succedendo oggi, che coinvolge ormai milioni di persone, stanche del capitalismo anche se non lo dicono con i termini della rivoluzione passata, non è un distacco dalla teoria rivoluzionaria, anzi, ne è l'affermazione.

                                                                                                                                   Max

giovedì 5 gennaio 2012

......LIBERTA' PER LA URRU

Comunicato Associazione Nazionale italiana di Solidarietà con il Popolo Saharawi

Tornando sul tema del sequestro di Rossella Urru, condividiamo con tutti voi, associandoci, il Comunicato dell’Associazione Nazionale italiana di Solidarietà con il Popolo Saharawi.
“L’Associazione Nazionale di Solidarietà con il Popolo Saharawi condanna fermamente il rapimento dei tre cooperanti della solidarietà internazionale, nei campi profughi sahrawi nei pressi della città di Tindouf in Algeria nella notte tra sabato 22 e domenica 23 ottobre. Si tratta di Rossella Urru, della Ong italiana CISP, di Ainoa Fernandeez de Rincón, spagnola dell’Associazione degli Amici del Popolo Sahrawi di Estremadura, e di Enric Gonyalons, spagnolo dell’Associazione Munupat, a quanto pare il solo ferito, unitamente ad un guardiano sahrawi, dei tre rapiti.
L’ANSPS esprime la propria solidarietà all’amica Rossella e ai suoi due compagni di sventura, ed è vicina alle loro famiglie. E’ altresì vicina associazioni dei cooperanti, ed in modo particolare al CISP, che vanta una lunga ed efficace esperienza di cooperazione nei campi profughi sahrawi e di sensibilizzazione in Italia sulla questione saharawi.


Conosciamo l’intelligenza, la competenza e la determinazione di Rossella, speriamo che queste qualità possano renderle meno duri i momenti che sta vivendo, ma non per questo meno forte è la totale  e ferma condanna per questo atto che la vede vittima insieme agli altri due cooperanti spagnoli.
Si tratta senza ombra di dubbio di un atto terroristico. L’ANSPS conta sulla capacità delle autorità sahrawi ed algerine, in collaborazione con quelle dei paesi vicini, di individuare gli autori dell’odioso sequestro e di porvi felicemente fine al più presto. Chiede al governo italiano e a quello spagnolo di concorrere al felice esito di questa vicenda. Chiede alle autorità saharawi di rafforzare le misure per garantire la sicurezza di cooperanti e volontari che sono rimasti nei campi profughi.
Ritiene prioritaria l’immediata liberazione di Rossella e degli altri due cooperanti, ma non può dimenticare le ragioni della loro presenza nella regione, che sono anche le ragioni d’essere dell’ANSPS. Invita pertanto tutta la rete italiana ed europea di solidarietà con il popolo saharawi a non cedere, proprio ora, al ricatto di un’organizzazione terroristica che ha tra i suoi scopi quello di impedire la solidarietà tra popoli di culture e fedi diverse.
In questo momento di maggiore difficoltà è fondamentale non far mancare al popolo sahrawi l’aiuto ed il sostegno necessari.

L’atto terroristico non può non suscitare alcune riflessioni. In 36 anni di esilio in Algeria, è il primo attacco alla cooperazione internazionale in favore dei rifugiati saharawi. La modalità del sequestro riconduce gli autori ad  Al Qiada nel Maghreb Islamico (AQMI), e ciò smentisce la propaganda del Marocco che ha più volte tentato di fare l’amalgama tra AQMI e Fronte Polisario.
Infine nel giorno in cui la comunità internazionale plaude all’apertura, in Tunisia, delle urne delle prime elezioni libere della “primavera araba”, il pensiero va a quel voto tenacemente negato dal Marocco al popolo sahrawi per scegliere, attraverso il referendum di autodeterminazione, il proprio futuro, malgrado le numerose risoluzioni dell’Onu.
SCIOGLIERE L'UNITA' DI CRISI DELLA FARNESINA IMMEDIATAMENTE
LIBERTA' PER LA URRU




                                                                       Max

....MORALE DELLA FAVOLA.....SACRIFICI DEI POLITICI NESSUNO

Parlamentari shock: “Se vogliono che guadagniamo come un operaio lo dicano”

    Niente da fare. L'adeguamento degli stipendi di senatori e deputati è ancora lontano dall'essere realizzato. Era stato proprio il Parlamento ad affidare alla Commissione Giovannini il compito di calcolare all'euro tutti gli emolumenti e i benefit dei politici nostrani, mettendoli a confronto con quelli di altri cinque Paesi europei. Anche in base a questi risultati, si era detto, sarebbero stati introdotti dei correttivi ove necessario. Ebbene, lo studio della Commissione, i cui dati sono stati pubblicati ieri, ha indicato proprio nel nostro Paese il leader a livello di costi, con 16 mila euro al mese, contro i 13.500 della Francia e i 12.600 della Germania. Ma anche di fronte a numeri e fatti precisi, gli anticorpi della Casta sembrano essersi immediatamente messi in moto. La prima replica è arrivata direttamente dall'ufficio stampa della Camera, che dopo aver sottolineato come i dati siano «del tutto provvisori e di qualità insufficiente per una loro utilizzazione ai fini indicati dalla legge», ha anche sottolineato una imprecisione: ai suddetti 16 mila euro dovrebbe essere sottratte tutte le ritenute previdenziali, fiscali e assistenziali. In pratica, la cifra netta si attesterebbe sui 5 mila euro puliti che, se paragonati alle retribuzioni degli altri Stati (considerando i regimi fiscali differenti), sarebbero ora un dato in linea con il resto del Continente. Come dire: chi era incaricato di fare i conti, li ha fatti in modo impreciso e c'è bisogno di farne altri.
Nel frattempo, monta la protesta tra i nostri rappresentanti a Roma, un partito trasversale determinato a non mollare il colpo facilmente. Così, mentre Alessandra Mussolini consiglia polemicamente di affidare le decisioni finali direttamente a Rizzo e Stella (autori del libro "La Casta", ndr), c'è chi, come il vice presidente della Camera, Antonio Leone del Pdl, parla direttamente di "clima da caccia alle streghe". Più cauti gli esponenti del centrosinistra, con Pier Luigi Bersani che apre a nuovi tagli, ma consiglia di valutare i dati reali. Altri, come il senatore Mauro Cutrufo e il deputato Giuliano Cazzola, entrambi del partito di Berlusconi, giudicano "inattendibili" i dati proposti dalla Commissione.
In questo quadro ancora decisamente incerto, merita una citazione il grido d'aiuto di Mario Pepe, ex responsabile e ex Pdl, oggi nel Gruppo Misto: «Risparmiare va bene ma questa è una mortificazione - ha tuonato il deputato - Una vendetta contro i parlamentari considerati responsabili di aver portato il Paese sul lastrico. Se pretendono che un parlamentare guadagni come un operaio, allora lo dicano». Resta da chiedersi cosa gli italiani potrebbero pensare di questa interessante proposta.
Solita menata di chiacchierare.........fatti nessuno e tutti sono d'accordo

                                                                                                            Max

mercoledì 4 gennaio 2012

RIVOLUZIONE...............SI PUO' FARE

E' IN ATTO UNA VERA E PROPRIA RIVOLUZIONE POPOLARE TRAMITE INTERNET!!!! 
FATE GIRARE,FATE GIRARE, 
  
 
Cosa chiediamo a Monti?   
  
      L'EUROPA CHIEDE DI AUMENTARE L'ETÀ 
      DELLE PENSIONI PERCHÉ IN EUROPA TUTTI LO FANNO
  
      NOI CHIEDIAMO, 
      INVECE, DI ARRESTARE TUTTI I POLITICI 
      CORROTTI , DI ALLONTANARE DAI PUBBLICI 
      UFFICI TUTTI QUELLI  CONDANNATI IN VIA 
      DEFINITIVA PERCHÉ IN EUROPA TUTTI LO 
      FANNO, O SI DIMET
TANO DA SOLI PER 
      EVITARE IMBARAZZANTI FIGURE.   
      
      DI DIMEZZARE IL NUMERO DI PARLAMENTARI 
      PERCHE' IN EUROPA NESSUN PAESE HA COSI' 
      TANTI POLITICI !!   
      
      DI ELIMINARE TUTTI I POLITICI DELLE PROVINCIE, 
      PERCHE' CI SONO GIA' QUELLI DELLE REGIONI - DA 40 ANNI ! 
  
      DI 
      DIMINUIRE IN MODO DRASTICO GLI STIPENDI 
      E I PRIVILEGI A PARLAMENTARI E 
      SENATORI, PERCHÉ IN EUROPA NESSUNO 
      GUADAGNA COME LORO. 
  
      DI POTER 
      ESERCITARE IL "MESTIERE" DI POLITICO AL 
      MASSIMO PER 2 LEGISLATURE COME IN 
      EUROPA TUTTI FANNO !! 
  
      DI 
      METTERE UN TETTO MASSIMO ALL'IMPORTO 
      DELLE PENSIONI EROGATE DALLO STATO 
      (ANCHE RETROATTIVE), MAX.  5.000, 00 
      EURO AL MESE DI CHIUNQUE, POLITICI E 
      NON, POICHE' IN EUROPA NESSUNO 
      PERCEPISCE 15/20 OPPURE 30.000,00 EURO 
      AL MESE DI PENSIONE COME AVVIENE IN 
      ITALIA 
  
      DI FAR PAGARE I 
      MEDICINALI, VISITE SPECIALISTICHE E CURE 
      MEDICHE AI FAMILIARI DEI POLITICI 
      POICHE' IN EUROPA NESSUN FAMILIARE DEI 
      POLITICI NE USUFRUISCE COME AVVIENE 
      INVECE IN ITALIA, DOVE CON LA SCUSA 
      DELL'IMMAGINE VENGONO ADDIRITTURA 
      MESSI A CARICO DELLO STATO ANCHE GLI 
      INTERVENTI DI CHIRURGIA ESTETICA, CURE 
      BALNEOTERMALI ED ELIOTERAPIOCHE DEI 
      FAMILIARI DEI NOSTRI POLITICI !! 
  
      Cari MINISTRI, NON CI PARAGONATE ALLA 
      GERMANIA DOVE NON SI PAGANO LE 
      AUTOSTRADE, I LIBRI DI TESTO PER LE 
      SCUOLE SONO A CARICO DELLO STATO SINO 
      AL 18° ANNO D'ETA', 
  
      IL 90 % DEGLI ASILI E  NIDO SONO AZIENDALI E GRATUITI 
      E NON TI CHIEDONO 400/450 EURO COME GLI 
      ASILI STATALI ITALIANI !! 
  
      IN 
      FRANCIA LE DONNE POSSONO EVITARE DI 
      ANDARE A LAVORARE PART-TIME PER 
      RACIMOLARE QUALCHE SOLDO INDISPENSABILE 
      IN FAMIGLIA E PERCEPISCONO DALLO STATO 
      UN ASSEGNO DI 500,00 EURO AL MESE COME 
      CASALINGHE PIU' ALTRI BONUS IN BASE AL 
      NUMERO DI FIGLI . 
  
      IN FRANCIA NON 
      PAGANO LE ACCISE SUI CARBURANTI DELLE 
      CAMPAGNE DI NAPOLEONE, NOI LE PAGHIAMO 
    
  ANCORA PER LA GUERRA D'ABISSINIA 
  

      NOI CHIEDIAMO CHE VOI POLITICI 
      LA SMETTIATE DI OFFENDERE LA 
      NOSTRA INTELLIGENZA, IL POPOLO 
      ITALIANO CHIUDE 1 OCCHIO, A VOLTE 2, UN 
      ORECCHIO E PURE L'ALTRO MA LA CORDA 
      CHE STATE TIRANDO DA TROPPO TEMPO SI 
      STA' SPEZZANDO. CHI SEMINA VENTO, 
      RACCOGLIE ...TEMPESTA !!!
 
    
      SE 
      APPROVI, PUBBLICA LO STESSO MESSAGGIO E 
      CHIEDI AD ALTRI DI FARLO ! ! !    

                                                                                                            Max