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Nella mente degli uomini cominciano le guerre, e nella mente degli uomini devono essere erette le difese della Pace. Con le pietre che ci ostacolano la strada si possono costruire cose meravigliose
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Partiti screditati, nessuna alternativa |
![]() La prima tentazione, letto l’articolo, è quella di lasciarsi andare a uno sconfortato pessimismo. A che scopo dire al malato che deve guarire del suo male inguaribile? I partiti potrebbero sfidare Galli Della Loggia a spiegare come realizzare ciò che consiglia. Ché se poi si constatasse che l’impresa è impossibile, sia lui sia tutti dovrebbero rinunciare a rimproverare i partiti per le loro supposte inadempienze. La situazione attuale dell’Italia è drammatica perché raccogliamo fino alla feccia i frutti della mentalità imperante. In primo luogo delle illusioni politico-economiche degli italiani che si attendono tutto dallo Stato Provvidenza. Essi credono facilmente a Babbo Natale e i partiti, in passato ancor più di oggi, li hanno confermati in questa idea: l’immenso debito pubblico è una delle tante conseguenze di questa utopia e del gioco allo sfascio del Pci. Inoltre abbiamo una Costituzione comunistoide, utopica e demagogica, che incoraggia i nostri difetti. Nata per lottare contro un fascismo defunto, ha di fatto lottato efficacemente contro la governabilità e la parola “decisionismo” è divenuta indecente. Come proporre le riforme? Chi decide è un eversore. Ad aggravare tutto ci sono immarcescibili miti collettivi. La Costituzione è perfetta e chi vorrebbe cambiarla lo fa per gli scopi più biechi. I magistrati sono l’incarnazione terrena della giustizia divina. Chi propone di regolare ragionevolmente il lavoro o i sindacati è un nemico del popolo. E soprattutto chi è razionale e tiene conto della Tavola Pitagorica è insensibile ai Sacri Valori. I partiti, secondo Galli Della Loggia, dovrebbero mettere rimedio a tutto questo, ma egli dimentica che essi hanno successo solo se alimentano e sfruttano questi miti collettivi. È vero, ora si ritrovano invischiati nello loro propria rete e nel momento del bisogno non possono rinnegare ciò che hanno predicato per decenni, ma contro un Pdl che avesse voluto cambiare l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori il Pd avrebbe comunque lottato a morte, fino a minacciare la rivoluzione. E il Pdl avrebbe lottato a morte contro un Pd che avesse voluto reintrodurre e maggiorare l’Ici. Lo stesso vale per la Costituzione, i magistrati, i sindacati, le ferrovie e tutte le cose che non vanno. Quale esecutivo mai, di centro-destra o di centro-sinistra, potrebbe permettersi di dire, rispetto alla riforma delle leggi sul lavoro, “meglio se con l’accordo dei sindacati, diversamente si andrà avanti da soli”? I miti collettivi del Paese, divenuti dogma, sono divenuti così possenti da condizionare i partiti e da spingerli ad un antagonismo tanto sterile quanto feroce. Se dopo la parentesi Monti uno di essi facesse marcia indietro rispetto a queste posizioni oltranziste, gli altri ne approfitterebbero solo per dargli addosso, non per fare marcia indietro essi stessi. La Stella Polare della politica italiana è la più miope demagogia a breve termine. Quasi tre generazioni di italiani sono state educate a pensare che certi pregiudizi sono irrinunciabili. Qualunque riforma non solo danneggia qualcuno ma, quel ch’è peggio, favorisce qualcun altro: cosa insopportabile. Se una personalità emerge e vuole governare, che si chiami Craxi o Berlusconi, anathema sit, che sia maledetta. Per guarire da questa sindrome non è sufficiente una nuova legge elettorale. Non è sufficiente “imparare la lezione” di questi mesi di crisi. Perfino un rinnovamento della Costituzione sarebbe insufficiente. Si tratta di cambiare mentalità. E dovrebbero cambiarla non solo i partiti, ma l’intera Italia. Il che corrisponde a dire che è meglio non sperarci. Max |
Vietato contestare Napolitano |
![]() Qualcun altro dirà che Napolitano, nei suoi tours turistico-rappresentativi , non ha mai portato a casa accordi storici né contratti favolosi come, invece, c’era riuscito Berlusconi con la Russia e con Gheddafi, ma ciò non è conveniente dirlo. Il nemico ci ascolta. In Italia non vige la censura ma c’è una tradizione di pusillanimità e di conformismo di antica origine. Mi ricorda l’episodio del Duce in Sicilia quando, rivolgendo la domanda all’allora famoso comico Angelo Musco se amasse il fascismo, questi rispose di essere come una canna di bambù che si piega sempre dalla parte opposta da dove soffia il vento in segno di non recalcitrante ma devota sottomissione. E, allora, daglie con la meritatissima laurea ad honorem da parte di una prestigiosa Università, quella di Bologna la dotta o la rossa. Ci consoliamo, però, pensando che anche la civilissima Svezia elargì il meritatissimo Nobel in letteratura a Dario Fo, mandandolo a far compagnia a Grazia Deledda, Luigi Pirandello, Salvatore Quasimodo ed Eugenio Montale, con qualche effetto collaterale di sussulti tombaioli, ivi compresa la tomba del sig. Alfred Nobel. Che vogliamo farci, oggi i premi vanno assegnati per meriti politici di parte e non solo per meriti passati ma anche per meriti futuri vari ed eventuali, come il seggio di senatore a vita per Mario Monti. Ma la questione non finisce qui: Napolitano è stato contestato da molti giovani, precari, capifamiglia, pensionati… proprio all’ingresso dell’Ateneo bolognese: i quali, tartassati da un “governo tecnico di Banchieri” depositavano sacchi con su scritto “ecco le nostre lauree inutili”. Grande sacrilegio! Napolitano emette il suo anatema nell’aula magna, esprimendosi pressappoco così… “metto in guardia chi contesta le norme del governo senza capirle e, comunque, le contestazioni devono essere pacifiche e non violente, altrimenti non si prendono in considerazione”. Sante parole, ma sono una promessa o una minaccia? Mi rimane, però, un dubbio: chi lancia un Duomo di Milano in faccia a Berlusconi spezzandogli i denti non è un violento e chi lancia uova, sì? Chi devastava le città contro la Gelmini, non meritava un analogo autorevole rimbrotto? E se i manifestanti, proprio perché le norme le capiscono ma non condividendole manifestano contro, sono degli ignoranti? E qualcuno mi sa spiegare perché, vigente il Silvio, l’ingresso di Palazzo Chigi era sempre sguarnito di Forze dell’Ordine, anche in presenza di minacciosi contestatori, consentendo loro di entrarvi e uscirne senza ostacoli, mentre l’uscio dell’Università di Bologna era pieno di Polizia, Carabinieri, Corazzieri venuti da Roma e persino di cani dal fiuto antiesplosivi, tutti già in assetto antisommossa? Cogito, ergo sum..........in effetti non credo più a lui Max |