martedì 29 gennaio 2013

QUELLO CHE HA FATTO DI BUONO MUSSOLINI !!!!!

                                                                                                       


Mussolini ha fatto anche 'qualcosa di buono'? Ecco qui.
- La soppressione dei diritti e delle libertà: le sopraffazioni delle squadracce fasciste che seminano morte e terrore, con la "notte di fuoco" di Firenze, con la colonna Brandimarte a Torino, col rogo delle grandi cooperative ravennate preludio alla Marcia su Roma. Decine e decine di morti, centinaia di feriti, devastazione di Camere del lavoro e di partiti. Mussolini sa scegliere chi colpire: un parroco, don Giovanni Minzoni, ad Argenta, ucciso a bastonate nel 1923, il socialista Giacomo Matteotti, il più tenace e popolare fra i leaders parlamentari, rapito ed ucciso nel giugno 1924, il liberale Giovanni Amendola, ex ministro, selvaggiamente picchiato a Montecatini, morto nel 1926, come Piero Gobetti, il più giovane e originale fra gli oppositori, che si spegne a Parigi dopo violentissime percosse, il giovane dirigente comunista Gastone Sozzi, torturato e "suicidato" nel carcere di Perugia nel 1928, il liberalsocialista Carlo Rosselli, promotore della partecipazione alla guerra di Spagna («Oggi in Spagna, domani in Italia»), assassinato in Francia assieme al fratello Nello nel 1937, Antonio Gramsci duramente condannato e fatto marcire in carcere fino alla morte, in clinica, nel 1937. Con le leggi speciali del 1926 vengono dichiarati decaduti i deputati dell'opposizione, abolita la libertà di stampa (il sindacato giornalisti, che resiste, è sciolto d'autorità), soppressi i giornali di opposizione, sciolti i partiti, istituito il Tribunale Speciale e il confino di polizia, ripristinata la pena di morte.
- Elezioni abolite: Mussolini va al potere, complice il re, col colpo di Stato della marcia su Roma dell'ottobre ‘22 (l'anno prima ha raccolto pochi voti). Poi si taglia su misura una legge elettorale maggioritaria. Con la quale si vota nel 1924, una parvenza di democrazia. Matteotti, che denuncia, durissimo, alla Camera violenze, intimidazioni e brogli, viene eliminato poche settimane dopo. Si tengono due grotteschi plebisciti sul regime, nel 1929 e nel 1934. Votare "no" su di una scheda trasparente vuol dire venire bastonato fuori dal seggio. Nel 1929 sono 135.773 a votare così. Poi vale soltanto la tessera del Partito Nazionale Fascista senza la quale non si può lavorare, negli uffici pubblici, nella scuola, ma un po' dovunque. Viene imposto ai docenti universitari il giuramento di fedeltà al regime: in dodici non giurano, altri hanno già perso o perderanno la cattedra per antifascismo (Salvemini, Lionello Venturi, Borgese), altri ancora si mascherano per cospirare.
- Tribunale Speciale: istituito il 5 novembre 1926, durerà fino al 25 luglio 1943. I processati sono migliaia, i condannati circa 4.600 (dei quali 697 minorenni) per oltre 28.000 anni di carcere irrogati complessivamente. In maggioranza si tratta di operai e artigiani, per lo più comunisti. Giovani, sui trent'anni in media. Il trentenne Umberto Terracini, condannato nel 1926, trascorrerà ininterrottamente in galera e al confino circa 17 anni, venendo liberato dopo la caduta di Mussolini nel ‘43. È ebreo e due volte espulso dal Pci per antistalinismo. Giancarlo Pajetta viene processato e duramente condannato a 17 anni appena. Trentuno le esecuzioni capitali. Altre centinaia di antifascisti devono espatriare clandestinamente. Uno dei più importanti fra gli esuli, Filippo Turati, viene fatto fuggire da Sandro Pertini, poi carcerato a lungo, e da altri (l'auto è guidata dall'industriale ebreo Adriano Olivetti).
- Politica economica: vengono soppresse anche le libertà sindacali e vietati gli scioperi. Per tutto il ventennio la compressione dei salari è costante. L'indice delle retribuzioni pari a 127 nel 1921, prima dell'avvento di Mussolini, tocca un minimo storico nel 1926 con 111,6. Per tornare al livello del 1921 bisognerà aspettare il 1949. Il fascismo non applica la nominatività ai titoli azionari, abolisce subito la commissione per i sovraprofitti di guerra, l'imposta di successione e quella sui capitali di banche e industrie, sblocca i fitti, ecc. I salvataggi industriali saranno pagati dalla collettività. Lo Stato corporativo rimane sulla carta.
- Leggi razziali: nel 1938 agli italiani di "razza ebrea" sono vietati tutti gli incarichi pubblici, le scuole statali, il contatto stesso con gli "ariani", l'esercizio di numerose attività commerciali, compresa la licenza di un taxi, l'ingresso nelle pubbliche biblioteche e così via. Poi la Shoa. I cittadini di origine israelita non sono mai stati molti in Italia. Stavolta muoiono in tanti. La comunità romana registra oltre 2.000 deportati, dei quali appena 16 tornano vivi. Intere famiglie risultano annientate in tutta Italia.
- La guerra: il fascismo vuole l'entrata in guerra a fianco di Hitler, pur conoscendo la totale impreparazione del nostro esercito. Risultato finale (oltre a città distrutte, infrastrutture territori devastati): 330.000 militari caduti o dispersi e 85.000 civili deceduti. Circa 650.000 soldati e 30.000 ufficiali italiani vengono internati in Germania (dopo i massacri di massa a Cefalonia e a Corfù) dopo l'8 settembre ‘43. Nella quasi totalità rifiutano di aderire alla Repubblica di Salò e patiscono una dura prigionia, così che oltre 41.400 di essi moriranno nei lager. Una pagina di storia e di amor patrio straordinaria e pochissimo conosciuta. Alla Resistenza partecipano circa 300.000 fra italiani e italiane: le donne fucilate o impiccate saranno 2.812, oltre mille cadono negli scontri coi nazifascisti. In totale i morti della Resistenza, in combattimento o dopo la cattura, sono oltre 44.000. Altrettanti i militari del Corpo di Liberazione caduti a fianco degli Alleati anglo-franco-americani. Le stragi di cittadini inermi perpetrate dai nazifascisti si contano in oltre 400, per circa 15.000 vittime, da Castellaneta a Bolzano, compiute dalle Ss, da militari della Wermacht in ritirata, col sostegno spesso dei militari di Salò. Ben 695 i fascicoli delle stragi sepolti negli "armadi della vergogna" (come li ha chiamati Franco Giustolisi) e appena una decina i processi.


                                                                                                                                                                                Max

sabato 26 gennaio 2013

PER NON DIMENTICARE MAI LA BESTIA NAZISTA !!!!!




SHOAH
 PENSIERI POESIE IMMAGINI
E NON SOLO…
PER NON DIMENTICARE…
      




Prima di dar un modesto contributo alla memoria
 di questa giornata desidero
esprimere qualche piccolo pensiero personale.
Quello che più mi rattrista ed indigna è che
quanto accaduto è stato un frutto diabolico
di quella che riteniamo, e giustamente,
la nostra grande civiltà europea…
Aggiungo poi che oggi,
da varie parti in Italia e nel mondo
 c'è il tentativo di crear un confuso calderone 
e così mischiando le carte
non riconoscere e/o sminuire l'immensa vergogna…
per tutto il genere umano…
del genocidio…
Ci sono poi anche i negazionisti…
che non solo offendono la memoria delle vittime…
ma anche la realtà… la storia e la nostra intelligenza.
 



Casapound. A Napoli un riprovevole episodio. A Grillo l'antifascismo non gli compete ancora?
Quanto accaduto a Napoli continua a far riflettere sulla pericolosità di alcuni esponenti legati al mondo dell'estremismo di destra, xenofobo e razzista. 
Fa, infatti, rabbrividire quanto è successo l'altro giorno a Napoli, dove  sette giovani appartenenti al gruppo di  CasaPound sono stati arrestati, mentre tre si trovano in obbligo di dimora. Tra i giovani, tutti accusati di aver partecipato a scontri di piazza a Napoli, c’è anche Emmanuela Florino, figlia dell’ex senatore di An Michele Florino, nonché candidata di Casapound alle politiche del 24 e 25 febbraio.
Dalle indagini dei Ros che hanno portato all'arresto dei militanti, sono emersi risvolti raccapriccianti.  Gli estremisti avrebbero infatti pianificato attacchi contro persone, colpevoli  di essere ebrei.  Dalle intercettazioni telefoniche il gruppo stava organizzando degli attacchi mirati ad una oreficeria gestita da un ebreo e addirittura si è parlato di un piano per violentare una studentessa universitaria ebrea.
Ora che i responsabili sono stati assicurati alla giustizia sarebbe ora di andare a fondo a questo fenomeno,  la cui sola propaganda rappresenta un reato per la legge italiana.
"Questo episodio, ultimo di una serie, testimonia l'effettiva e concreta pericolosità di nuclei che si ispirano a valori antitetici a quelli sui quali si basano le nostre società democratiche". Così  in una nota congiunta dal presidente dell`Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei), Renzo Gattegna, e dal presidente della Comunità ebraica di Napoli, Pier Luigi Campagnano.
"È adesso necessario andare a fondo del problema, indagare, approfondire e verificare se la formazione di questi gruppi, alcuni dei quali partecipano anche alle prossime consultazioni elettorali, sia stata effettuata nel rispetto delle leggi e dei regolamenti in vigore a difesa dei principi di libertà e di eguaglianza". L`appello dell`Ucei  - continua la nota - è perché si ribadisca  un no fortissimo da parte di tutti coloro che amano e
credono nella libertà contro chi prova a diffondere odio e violenza; massima attenzione verso ogni manifestazione di razzismo, antisemitismo e xenofobia; individuazione dei responsabili e applicazione delle sanzioni previste dalla legge".
Chissà se dopo questo ennesimo episodio Beppe Grillo avrà il coraggio di rispondere a chi gli domanda se è antifascista che il problema non gli compete.

                                                                                                                           Max

martedì 22 gennaio 2013

.......IL RIMPIANTO DEL SILENZIO


Nessun rimpianto..................



Sulla morte di Prospero Gallinari ne ho sentite di cotte e di crude, tanti sproloqui apologetici, tante infime denigrazioni, ma poche analisi serie, anche da parte di direttori di giornali dalle grandi tirature, che oggi fanno la morale ad una sinistra che non esiste.
Già, perché la sinistra ha evidentemente deciso di darsi l'ultima letale randellata in testa andando a braccetto con personaggi che di sinistra non sono mai stati, e anzi, si sono messi in lista, pur avendo avuto un passato in formazioni di destra. Quella destra che ai tempi di Gallinari, menava e ammazzava ragazzi di sinistra.
Quindi, più che altro verrebbe da chiedersi: ma di che cosa stiamo parlando?
Stiamo parlando di un uomo? Stiamo parlando di un tempo, che sembra più che mai remoto? O stiamo parlando di un presente di pietosa desertificazione di autentici valori e di rappresentanze di sinistra?

Perché se consideriamo rappresentanza solo il tentativo dell'ultima falce e martello rimasta di farsi disperatamente propaganda, candidandosi alle elezioni e cannibalizzando quella che ha buttato la bandiera rossa, con tutto ciò che l'accompagna, nello stanzino di una procura, oppure parliamo di quella che ha firmato la carta di intenti e si presenta per mettere una toppa nel vestito assai lacero per altro di chi ha stracciato i diritti dei lavoratori, tagliato servizi essenziali e tartassato tutti, a partire dai pensionati e dai lavoratori a reddito fisso, attribuendo la fiducia a chi si è fatto sbeffeggiare pure dal Financial Times, che non è proprio un giornale bolscevico, beh, siamo alquanto fuori strada.
E poi, guardiamola la sinistra cosa è oggi: un continuo abbaiarsi gli uni contro gli altri di compagni o ex compagni fino a qualche tempo fa nello stesso partito e che oggi, dopo varie e certe volte meschine giravolte, non hanno di meglio da fare che azzannarsi gli uni contro gli altri, quasi stessero un cerchio di cani pitbull da combattimento, piuttosto che in una competizione elettorale
Ecco come è finita oggi la sinistra italiana: in una pietosa quanto scassatissima cagnara.

Io me li ricordo con un misto di tenerezza e di amarezza, gli anni delle BR (ma non loro), che nacquero quando alcuni cosiddetti compagni, incazzati neri perché il PCI stava incamminandosi verso la lunga marcia che lo avrebbe condotto tra non so quante mutazioni alla conquista del potere, erano ossessionati dal fatto che non potesse esistere un partito comunista che non fosse rivoluzionario, nell'unico modo in cui lo si può essere, e cioè prendendo le armi.
Tutto questo assomiglia tanto ad un incubo rancoroso piuttosto che a un vero sogno di libertà. E come tale, è cresciuto e ha fatto le sue vittime, in primis l'intelligenza e la vera arma rivoluzionaria: la coscienza di classe, abbandonate in nome di una incoscienza cronica da combattente indefessamente e idiotamente inesausto.

Ma poi, contro chi si decise di combattere? Spesso contro vittime inermi, bersagli disarmati, figure che venivano individuate come nevralgiche ma che il sistema che si voleva rivoluzionare era perfettamente in grado di sostituire, anzi che, dalla loro eliminazione, spesso traeva pure vantaggio in vari casi.
E questo lo abbiamo visto soprattutto con la tragica morte di Aldo Moro, più scomodo che per altri, al suo stesso partito, a quello di opposizione con cui cercava un compromesso, e a quell'impero bipolare che allora teneva in scacco l'Italia facendone anche il teatro della sua losca guerra fredda, ma non tanto, perché sicuramente un giorno, anche se non so ancora quando, purtroppo, certe stragi saranno finalmente collocate nelle ondate di calore che quella stessa guerra non poi così fredda generò.
Le BR sono di fatto servite per stabilizzare quel sistema, non sono servite né per combatterlo e tanto meno per contrastarlo, prova ne è che sono finite con esso. Erano solo pedoni con velleità di re e regine. Quel sistema, cessate le ondate di calore da esso stesso generate, si è semplicemente riciclato ed adattato ai nuovi tempi in cui la guerra non è più condominiale tra est e ovest, ma globale tra nord e sud del mondo.
E per questa nuova incombenza non servono più finti antagonisti ma solo un blocco monolitico di potere che copra tutto il cosiddetto “arco istituzionale”, magari impregnandolo trasversalmente di losche congreghe autoreferenziali che garantiscano meglio l'efficienza del divide et impera.
Lo stesso blocco imperante che vorrebbe oggi, come ieri, autolegittimarsi ritirando fuori lo spauracchio di un passato che è sepolto sotto tonnellate di macerie morali, economiche, sociali, ideologiche e politiche, magari scatenandosi contro un funerale di vecchietti che cantano l'Internazionale, al passaggio non tanto di una bara ma della loro stessa vita, persa e sconfitta per sempre.
Certo che fa più compassione la silente memoria di chi è stato ammazzato e non ha avuto da quello straccio di stato che difendeva nemmeno un giusto riconoscimento per il merito di averci creduto e di avere cercato di difenderlo.
Certo che ci viene un po' di rabbia a sentire l'Internazionale ridotta ad un lugubre lamento funebre, quando dovrebbe essere ancora l'inno ad un avvenire migliore, alla concreta speranza di una umanità redenta dalla tragedia del profitto.

Ma poi, di che stato stiamo parlando? Di quello che allora si voleva migliorare e che oggi non solo non ha saputo fare un passettino avanti, ma nemmeno trovare mandanti e assassini di stragi tuttora impunite, e che si rende pure complice di altre che si fanno ai danni di popolazioni inermi a migliaia di chilometri da casa nostra bombardando le case e i villaggi dove dimorano vecchi, donne e bambini? In paesi in cui si vorrebbe esportare la democrazia ma in cui prospera la maggiore produzione di droga al mondo? Di quello che sta smantellando sistematicamente il frutto della lotta partigiana e dei lavoratori in durissime battaglie per la loro dignità ed emancipazione? Di quello che ha ridotto il futuro dei giovani a deserto senza miraggio? Che si accanisce contro disabili e pensionati?
Di quello che infine ci chiede “per migliorarsi”, di votare con una legge definita dai suoi stessi artefici “porcata”? Che affronta le emergenze sociali ed economiche, massacrando tutti ma senza minimamente pensare almeno di cambiare i privilegi dello stesso “porcile”?
Io voglio invece ostinatamente pensare che sia lo stato che è nato da una Costituzione tuttora tra le migliori del mondo, purtroppo immeritata da un popolo che si è genuflesso per millenni a papi, re e imperatori e adesso si genuflette ai plutocrati e ai guitti da baraccone.
E' questo, in definitiva il motivo del fallimento di ogni anelito non solo rivoluzionario ma anche onestamente riformista: il perdurare di un popolo complessivamente “porco”
E' però uno stato che deve ad una minoranza di giusti la sua esistenza, quella dei partigiani-patrioti a cui le BR usurparono ignominiosamente il nome, e a denunciarlo fu allora uno di loro, il più amato da un popolo che forse non aveva ancora subito la paurosa mutazione antropologica che lo ha fatto diventare animale da postribolo: Sandro Pertini, che combatté le BR a viso aperto, valorosamente, da Presidente della Repubblica, così come aveva combattuto a viso aperto la dittatura nazifascista e che un giorno disse, dopo il funerale di una delle loro vittime, agli operai della FIOM : “Io oggi non sono qua come Presidente della Repubblica, ma come il compagno Sandro Pertini, io le Brigate Rosse le ho viste in faccia durante la Resistenza, quelle erano le vere Brigate Rosse, quelli di oggi sono solo dei codardi, ricordatevelo”
Ce lo ricordiamo, caro compagno Presidente, ancora oggi, dopo tanto tempo, ma lo sapevamo anche allora, quando il nostro grande sogno di cambiamento veniva spezzato, quando nelle piazze e nelle strade dei lontani anni settanta, i nostri coetanei cadevano come mosche senza nemmeno capire perché, o rendersi conto di cadere, non se ne rese conto Giorgiana Masi e nemmeno Walter Rossi, e tanti altri come loro a cui il terrorismo e le bombe facevano da lugubre scenario.

Oggi, di allora, conserviamo ancora la nostra schiettezza, il nostro coraggio, la nostra autenticità, almeno quella di chi non ha rinunciato a continuare a lottare nelle strade e nelle piazze, accanto alle nuove e alle vecchie generazioni, senza farsi abbindolare dall'ultimo pifferaio rivoluzionario di turno, ma senza nemmeno chiudersi nell'eremo delle proprie onanistiche prediche postideologiche.
Perché la rivoluzione si fa con la coscienza molto di più che con un mitra, si fa sporcandosi le mani e lottando nei veri luoghi della sofferenza, del duro lavoro e della marginalizzazione.
Resistendo! Resistendo! Resistendo!
Si fa difendendo ed applicando quella Costituzione che ci ha liberato da 85 anni di monarchia autocratica, infame e socialmente iniqua, e da venti anni di una dittatura da lei adottata come figlia degenere.
Guardando i funerali di Gallinari e ascoltando l'Internazionale non ho provato né pena, né compassione e tanto meno rabbia, ma solo un rimpianto, quello di un prolungato e meditato silenzio.

                                                                               Max

domenica 20 gennaio 2013

DEDICATA A TUTTI I GENITORI, DEDICATA AI NOSTRI FIGLI


                                                                                 
UN PROFESSORE DI FILOSOFIA, IN PIEDI DAVANTI ALLA SUA CLASSE, PRESE UN GROSSO VASETTO DI MARMELLATA VUOTO E COMINCIO' A RIEMPIRLO CON DEI SASSI, DI CIRCA 2 CENTIMETRI DI DIAMETRO.
FATTO QUESTO CHIESE AGLI STUDENTI SE IL CONTENITORE FOSSE PIENO, ED ESSI RISPOSERO DI SI. ALLORA IL PROFESSORE TIRO' FUORI UNA SCATOLA PIENA DI PISELLI, LI VERSO' DENTRO IL VASETTO E LO SCOSSE DELICATAMENTE.
OVVIAMENTE I PISELLI SI INFILARONO NEI VUOTI LASCIATI TRA I VARI SASSI.
ANCORA UNA VOLTA IL PROFESSORE CHIESE AGLI STUDENTI SE IL VASETTO FOSSE PIENO ED ESSI, ANCORA UNA VOLTA, DISSERO DI SI.
ALLORA IL PROFESSORE TIRO' FUORI UNA SCATOLA PIENA DI SABBIA E LA VERSO' DENTRO IL VASETTO.
OVVIAMENTE LA SABBIA RIEMPI' OGNI ALTRO SPAZIO VUOTO E COPRI' TUTTO. ANCORA UNA VOLTA IL PROFESSORE CHIESE AGLI STUDENTI SE IL VASETTO FOSSE PIENO E QUESTA VOLTA ESSI RISPOSERO DI SI', SENZA DUBBIO ALCUNO.
ALLORA IL PROFESSORE TIRO' FUORI. DA SOTTO LA SCRIVANIA, 2 LATTINE DI BIRRA, E LE VERSO' COMPLETAMENTE DENTRO IL VASETTO, INZUPPANDO LA SABBIA.
GLI STUDENTI RISERO.
"ORA" DISSE IL PROFESSORE NON APPENA SVANIRONO LE RISATE, "VOGLIO CHE VOI CAPIATE CHE QUESTO VASETTO RAPPRESENTA LA VOSTRA VITA".
I SASSI SONO LE COSE IMPORTANTI, LA VOSTRA FAMIGLIA, I VOSTRI AMICI, LA VOSTRA SALUTE, I VOSTRI FIGLI, LE VOSTRE IDEE, LA VOSTRA EDUCAZIONE, LE COSE PER LE QUALI SE TUTTO IL RESTO FOSSE PERSO, LA VOSTRA VITA SAREBBE ANCORA PIENA.
I PISELLI SONO LE ALTRE COSE PER VOI IMPORTANTI, COME IL LAVORO, LA VOSTRA CASA, LA VOSTRA AUTO.
 LA SABBIA E' TUTTO IL RESTO............LE PICCOLE COSE. SE METTETE DENTRO IL VASETTO PER PRIMA LA SABBIA, "CONTINUO' IL PROFESSORE" NON CI SARA' SPAZIO PER I PISELLI E PER I SASSI.
LO STESSO VALE PER LA VOSTRA VITA. SE DEDICATE TUTTO IL VOSTRO TEMPO E LE VOSTRE ENERGIE ALLE PICCOLE COSE, NON AVRETE SPAZIO PER LE COSE CHE PER VOI SONO IMPORTANTI.
DEDICATEVI ALLE COSE CHE VI RENDONO FELICI: GIOCATE CON I VOSTRI FIGLI, PORTATE IL VOSTRO PARTNER AL CINEMA, USCITE CON GLI AMICI. CI SARA' SEMPRE TEMPO PER LAVORARE, PULIRE LA CASA, LAVARE L'AUTO. PRENDETEVI CURA DEI SASSI PER PRIMI, LE COSE CHE VERAMENTE CONTANO. FISSATE LE VOSTRE PRIORITA'............IL RESTO E' SOLO SABBIA".
UNA STUDENTESSA ALLORA' ALZO LA MANO E CHIESE AL PROFESSORE COSA RAPPRESENTASSE LA BIRRA.
IL PROFESSORE SORRISE.
 "SONO CONTENTO CHE ME L'ABBIA CHIESTO. ERA GIUSTO PER DIMOSTRARVI CHE NON IMPORTA QUANTO PIENA POSSA ESSERE LA VOSTRA VITA, C'E' SEMPRE SPAZIO PER UN PAIO DI BIRRE".

BUONA GIORNATA TUTTI, CREDO DI AVER SCRITTO QUALCOSA DI SENSATO SOPRATTUTTO PER  I NOSTRI FIGLI

                                                                                                                                 MAX

giovedì 17 gennaio 2013

L'INPS UN MALE TUTTO ITALIANO, UNA VERA PIAGA SOCIALE

                              L'Inps un male tutto italiano, questo ente è una vera piaga sociale.

                                                               
Jacob Rothschild: La Bestia Malefica, da 152 comanda in Italia insieme a Rockefeller. La setta del male è stata scoperta. Le persone che ne fanno parte sono a noi ormai mote. Non ce l'hanno fatta a tenere nascosti tutti i loro crimini. I loro omicidi sono ormai conosciuti. Sono note anche le loro facce e il loro sistema fondato sul male sta per scoppiare. Noi vinceremo e spazzeremo via tutta la loro malvagità, solo con la nostra voglia di giustizia. Questa marmaglia di gente infame che ha occupato abusivamente il nostro parlamento e tutte le nostre istituzioni sta ormai delirando. Questi criminali in giacca e cravatta, che si sono presentati sempre come i salvatori della patria, non sanno più che inventarsi per mantenere il loro malefico potere. Il loro sistema basato sulla menzogna, sull'inganno e sulla truffa si sta sbriciolando. Neppure le loro ingiuste, inique e folli leggi li salveranno. E non verranno salvati neppure dai loro sicari e dai loro giornalisti prezzolati. La verità avanza come un uragano e spazzerà via, proprio così come in un tornado, tutto quello che hanno costruito contro il popolo, contro la gente onesta. Le coscienze che finora hanno dormito nel fondo del loro letto si stanno destando, e la nostra civilizzazione non sarà più in mano ai loro servi fedeli. Anche questa pericolosa e massonica “Unione Europea” si scioglierà come neve al sole. Tutto sarà spazzato via. Saranno cancellati 152 anni di dittatura voluta ed impostaci dalla famiglia criminale dei Rothschild. Basta con presidenti del Consiglio, o della Repubblica, voluti dalle banche, e quindi eletti da nessuno. Personaggi malefici che senza merito, vogliono rappresentare e governare il popolo italiano. Basta con questi uomini indegni al servizio dei poteri occulti che stanno distruggendo e svendendo il nostro patrimonio e negando un futuro sereno ai nostri figli. Questi criminali verranno fra poco processati perché, loro non lo sanno ancora ma, noi abbiamo vinto. Finalmente siamo riusciti a capire chi davvero è la Bestia. Per chi pensa che la destra sia di contrapposizione alla sinistra, o viceversa, si sbaglia di grosso e non ha ancora capito da dove provenga il male. I tuoi amici ed i tuoi avversari vengono creati ad arte dalla Bestia: Jacob Rothschild. Se non capisci chi e come ha lavato il tuo cervello fin dall'infanzia, come fai a capire chi ha preso da due secoli il potere? Il potere che hanno in mano lo gestiscono contro di te, contro la tua famiglia, contro la tua fede, contro il tuo popolo, contro l’Europa. Esiste un sistema di potere infame e occulto, così ramificato nella cultura politica del nostro paese, che potrebbe incorporare anche i più tranquilli politici che operano nei comuni di provincia, come quelli dove vive la maggioranza dei cittadini italiani. Le leggi occulte che regolano questo sistema piramidale possiedono una forza di coercizione straordinariamente efficace. Basti notare che il divieto implicito di contestare le scelte dei superiori, toglie ai sottomessi ogni possibilità di autonomia. La forma piramidale serve proprio a garantire e ad imporre la volontà dal vertice e, al tempo stesso, a soffocare ogni movimento di libertà che potrebbe nascere dal basso, tra la gente normale come noi, cittadini sempre meno inconsapevoli. Si tratta di un sistema gestito di nascosto, antidemocratico, come denunciò lo stesso presidente John Kennedy in un discorso del 1961, nel quale precisò “che si sostiene principalmente su strumenti segreti, sull'infiltrazione, sull'eversione e sull'intimidazione”. Quella di agire occultamente, senza che nessuno sappia mai cosa fanno e come lo fanno, è una scelta precisa della élite a capo di un Impero Clandestino, che rispettano e fanno rispettare in modo risoluto. Al vertice di questo impero clandestino ci sono gli uomini più misteriosi del mondo, che da sempre operano nell’ombra. Sono i Rothschild, i Windsor, i Rockefeller e uomini di altre famiglie dello stesso lignaggio. E’ assolutamente fuori discussione che la Massoneria costituisca nelle società attuali il principale sostegno alle strategie sioniste di dominio universale. L’organizzazione, i rituali e le stesse finalità della Massoneria sono difatti un’emanazione e il prodotto meglio riuscito del Sionismo internazionale di conquistare alla propria causa un più vasto numero di adepti. 
Jacob Rothschild, è proprio lui la Bestia da abbattere.........e non lo dico tanto per dire



                                                                                                                                  Max

martedì 15 gennaio 2013

LE ILLUSIONI DI SPOSTAMENTO A SINISTRA DI BERSANI


POVERI NOI, POVERO PAESE



La disperazione è cattiva consigliera tanti compagni che ritengono che la discesa in campo di Monti con i moderati possa obbligare Bersani ad una virata a sinistra. Il ragionamento è il seguente: è semplicista, e direi meccanicista, privo cioè di una analisi che non si fermi alla superficie. Monti, con la sua presentazione al Ppe, ha indubbiamente marcato la sua discesa nell'agone politico (e su questo non ci sono dubbi). Lo ha fatto rivolgendosi alla componente moderata dell'arco politico europeo, ad un partito, come il Ppe, che raccoglie l'adesione del Pdl e dell'Udc, e quindi segnalando che il suo interlocutore politico naturale è il centro-destra liberale (e anche su questo non ci sono dubbi). La conseguenza, a mio avviso erronea, che tali compagni traggono dalla lettura di questi due fatti, è che implicitamente Monti abbia accettato l'offerta di Berlusconi di candidarsi come leader di uno schieramento moderato che includa Pdl e centro (Udc, Fini, Rutelli), e che ciò costringerà il centrosinistra, per smarcarsi politicamente, ad adottare uno schema programmatico più orientato a sinistra, più socialdemocratico, magari anche grazie all'esodo di qualche cattolico centrista, come Fioroni, in direzione dello schieramento contrapposto, attratto dalla sirena di Monti. Tale ragionamento non ha fondamento. Intanto Monti non accetterà mai di fare il leader di uno schieramento politico perdente: ad oggi, Pdl e centristi sono dati, dai sondaggi, al 22% circa. Il potenziale di trascinamento di una lista-Monti può, sempre secondo i sondaggi ed i risultati conseguiti da Renzi alle primarie, trascinare un ulteriore 10-12% di elettorato, evidentemente strappato alla componente elettorale moderata e centrista del PD. In tutto, si tratta di un 32-34%, assolutamente insufficiente per vincere, e lontanissimo da una percentuale accettabile, con circa due mesi che ci separano dal voto. E certo è fuori questione che la Lega Nord partecipi a un simile schieramento, come ha ripetuto chiaramente Maroni. In cambio di una sconfitta politica certa, Monti si ritroverebbe ad entrare in Parlamento come leader formale di una coalizione il cui principale azionista è Berlusconi, che ne condizionerebbe l'azione, appannandone in modo letale il prestigio politico. Sarebbe di fatto la fine, per Monti. Casini, che su queste cose la vede sempre lunga, ha già liquidato l'offerta di Berlusconi a Monti come il prodotto di un vaneggiamento, assicurando che Monti ha già detto di no. Inoltre il ragionamento meccanicistico di chi pensa che la discesa in campo di Monti sposterà a sinistra il PD non tiene minimamente conto della natura di classe e politica del PD. Tale partito, fondato prima della grande crisi, per dare rappresentanza ad un ceto medio culturalmente imborghesito (anche se largamente proletarizzato sotto l'aspetto dei rapporti sociali di produzione) proponendo un patto interclassista fra lavoro e capitale, utile per gestire una società benestante e non conflittuale, si è trovato spiazzato dalla crisi economica, e quindi dalla potenziale polarizzazione della società, indotta, ovviamente, dalla riconfigurazione ad "L" della curva di distribuzione dei redditi (curva di Lorenz). Ed ha scelto di dialogare con quella parte di piccola borghesia produttiva ancora benestante, con la pancia impiegatizia e dei pensionati del ceto medio che ancora galleggia (sia pur con molte più difficoltà economiche rispetto al passato) e con i giovani, trasversalmente alle classi. Ad ognuno ha promesso una mediazione fra rigore e protezione, che di fatto è in larga misura un inganno, nel senso che sarà semplicemente la prosecuzione del montismo, con qualche "pezza a colori" collocata a difesa delle situazioni sociali più marcatamente e palesemente ingiuste (esodati, utenti più poveri del SSN, sono solo alcuni esempi; da notare che la tutela di questi segmenti specifici non comporterà né una revisione sostanziale della penalizzante riforma pensionistica della Fornero, né una progressiva privatizzazione del servizio sanitario, per quelle fasce di utenza appena al di sopra dell'indigenza) e di una promessa, fatta ai giovani, di un mercato del lavoro futuro più dinamico e meritocratico (altra sciocchezza: non esiste alcun legame empiricamente rilevabile fra aumento della precarietà sul mercato del lavoro ed aumento del suo dinamismo e delle sue opportunità in forma universalista e puramente meritocratica; è anzi vero il contrario). Naturalmente, queste poche pezze a colori non serviranno a contrastare l'ulteriore declino del benessere medio, e l'aumento delle ingiustizie distributive, poiché saranno concentrate su segmenti sociali molto specifici, mentre la gran parte della società continuerà a soffrire di impoverimento legato al proseguimento di politiche liberiste di austerità finanziaria. Lo squadrone Renzi/Bersani mira a questo: le primarie hanno avuto, tra l'altro, la funzione di portare in cascina al PD, tramite Renzi, elettori di destra delusi dal populismo berlusconiano. In questo contesto, la discesa in campo di Monti produrrà soltanto una "rincorsa" a riconquistarlo. Bersani, con la sua intervista di ieri, in cui promette esplicitamente a Monti un ruolo politico di primo piano per il futuro, ha già avviato tale rincorsa, che non può che portare ancora di più a destra il PD. D'Alema ha rincarato la dose, dicendo che la candidatura di Monti sarebbe un grave errore. Bersani non può infatti permettersi un ritorno alle radici socialdemocratiche. Perderebbe la componente centrista del PD, pronta in quel caso a traslocare con Casini, perderebbe quel 10-12% di voti montisti nel PD e rappresentati in larga misura da Renzi, e quindi perderebbe le elezioni, autocondannandosi alla fine della sua carriera politica personale. Monti è già un leader di uno schieramento centrista, che aggreghi Casini, Montezemolo e Fini, Bersani è già pronto a ragionarci insieme, a realizzare quindi una "grosse koalition" senza il Pdl di Berlusconi, in modo tale da non perdere il contatto con i voti centristi fuggiti dal PD verso il polo guidato da Monti, e ritrovarsi comunque al Governo. L'unica condizione che pone Bersani, infatti, è che non vi sia una alleanza che includa anche Berlusconi. Una alleanza fra polo centrista/montista, PD ed alcuni suoi addentellati (sicuramente il PSI) in grado anche di attrarre voti in uscita dal Pdl, grazie al carisma di Monti su elettori pdiellini in fuga dal declino di Berlusconi, arriverebbe facilmente al 46-47%, come minimo. Magari a quel punto la SEL potrebbe entrare in tale compagine, o magari soltanto fornirle sostegno esterno, ed il gioco sarebbe fatto. La maggioranza sarebbe stabile, e sarebbe una maggioranza ovviamente legata a doppio filo alla leadership di Monti, che si troverebbe così con le mani completamente libere per proseguire nel massacro sociale. Con la sua discesa in campo nel Ppe, Monti ha quindi soltanto perseguito, con successo, due obiettivi: in primis, con la kermesse comunicativa dei leader europei del Ppe stretti attorno a Monti e freddi, se non addirittura esplicitamente polemici con Berlusconi, il Professore ha definitivamente spiazzato il Cavaliere, offuscandolo e sostituendolo come leader in pectore della destra italiana agli occhi del palcoscenico europeo (che è l'unico palcoscenico che interessi realmente a Monti) ma anche agli occhi di elettori pidiellini non più legati al carisma declinante del Cavaliere. Inoltre, ha messo "il pepe al culo" nella dirigenza del PD, esortandola ad alzare la sua offerta politica per mantenere il rapporto con lui. Innalzamento dell'offerta politica che significa una sola cosa: ulteriore spostamento a destra del centrosinistra........a sinistra comunque solo confusione, tanta confusione e con questa legge elettorale  Berlusconi vincerà in Lombardia....con il proporzionale e senza premi di maggioranza, oggi come oggi il PdL perderebbe ovunque.........con questa legge invece potrà anche augurarsi di vincere.

                                                                                                                                                                            Max

venerdì 11 gennaio 2013

GRILLO-SANTORO-TRAVAGLIO-BERLUSCONI.......UNA BUFFONATA !!!!!


Silvio vince nella corrida, ma la politica non c'è.....anzi non ci sarà mai !!!!!!!


                                                           


Senza girarci tanto attorno quella di Berlusconi è stata una vittoria televisiva, una performance letteralmente spettacolare, ma......e non è una consolazione.....non c'è la vittoria politica. Nel senso che quello che rimane di una serata divertente, sono le cornate date al Drappo rosso di Santoro, l'odore della polvere nel corpo a corpo muscolare con Travaglio, i muscoli insomma.
Rimane il fermo immagine del Cavaliere che occupa la cattedra di Travaglio (non ci vuole Freud per interpretare il gesto), scalza il nemico, gli occupa il posto di potere nello studio, per indossare i panni dell'accusa. Passa dal ruolo di imputato a quello di pubblico ministero. E si mette a fare Travaglio con Travaglio. Per carità, la curva - la sua - si è gasata all'odore del sangue. Ma, paradossalmente ma non troppo, c'è - nell'atto di potenza - un elemento di debolezza politica, che rivela prima ancora l'indole dell'uomo. Perché nel leggere la lettera con le condanne di diffamazione di Travaglio, con l'obiettivo di colpire, e colpire duro, Berlusconi mostra la sua più profonda contraddizione. Ovvero il garantismo finisce a Berlusconi, Dell'Utri, e Previti, sul nemico diventa lecito tutto, anche lo spirito forcaiolo. Praticamente il metodo Boffo. Ricordate? Avvenire, il giornale dei vescovi, critica Berlusconi, e il suo Giornale lo bastona con allusioni, usa il sospetto come aggressione, picchia duro sul privato.
È un punto tragico, in fondo, perché sarà vero che in guerra tutto è lecito (chissà) ma nel furore del combattimento si dimentica il motivo per cui la guerra si è iniziata, e alla fine restano solo macerie. Funziona con quel che resta della curva berlusconiana, ma solo con quella. E dice molto il gesto successivo di Berlusconi, che in pieno narcisismo, quando torna al suo posto dove si era seduto Travaglio fa il gesto di spolverare la sedia, gesto violento, brutto, una mancanza di rispetto. È il trionfo di quella Granada televisiva che sulle note di Claudio Villa, Santoro all'inizio della trasmissione ha detto di voler evitare. Difficile se il tentativo per evitarla usato da Santoro è stato quello di provare a ridicolizzare Berlusconi, usando lo spartito dell'ironia, del gioco, quasi del paradosso nell'intento di dimostrare che il Cavaliere è una macchietta che sostiene posizioni da cabaret. Ecco il punto: alla fine il puro gioco televisivo ha trionfato, sempre di più a dispetto della realtà. Con Berlusconi che non si lascia mai imbrigliare, mettere nell'angolo, sa sorridere alle domande scomode, ostenta sicurezza, non mostra mai un'insicurezza, perfetto nell'uso del corpo e nella mimica.
Diciamoci la verità: la trasmissione è il trionfo del berlusconismo, dell'estetica berlusconiana. È vero, come dice lui, Berlusconi è il core business dei suoi oppositori. O almeno di molti. Che ne risuscitano la narrazione. E sempre, da anni a questa parte, la risuscitano sulla giustizia. Ancora una volta il processo è diventato un modo per non parlare dell'Italia vera, della sofferenza delle imprese, del disagio dei lavoratori. È la grande fuga di tutti dalle proprie responsabilità. Di Berlusconi dalle sue, e pure dei professionisti dell'antiberlusconismo, che ancora non hanno capito che vent'anni di storia e milioni di voti non si archiviano con una sentenza. E che forse, nel mondo del Cavaliere, le sentenze gli producono consenso. E dire che la tesi politica più profonda di Berlusconi è stata tecnicamente devastante. Come quando ha detto che il paese è ingovernabile, tesi bislacca per uno che si presenta alle elezioni e che ha governato il paese per vent'anni. O come quando è riuscito a non parlare di quei piccoli imprenditori del Nord del servizio iniziale che lo votavano e ora votano Grillo che vivono con l'angoscia della crisi, e si sentono più operai che padroni, sviando il discorso sulla solita storia della costituzione che va cambiata. O come quando ha ripetuto che sulla crisi non ha responsabilità, perché quando c'era lui i ristoranti erano pieni. E quindi è tutta colpa del complotto internazionale.
Berlusconi è bravissimo a inventare favole consolatorie: le pensa, poi si autoconvince che sono il Vangelo, e le racconta fino alla noia. Le cene eleganti sono la favola consolatoria per oscurare gli scandali, il complotto è la tesi consolatoria per far dimenticare il fallimento del suo governo. Ed è proprio questo dato la politica che non emerge. Peccato, visto che la vera gaffe del Cavaliere c'è stata quando si è smentito attribuendo alla Deutsche Bank quelle responsabilità che aveva attribuito alla Bundesbank. Non male, visto che il complotto sarebbe partito proprio dalle banche. Il Cavaliere, sul tema, recita il solito spartito, e non emergono novità. C'è un motivo di fondo se la tesi arriva indenne fino alla fine. Il punto condiviso dello spettacolo è il nemico comune che accomuna Berlusconi e Santoro, ovvero Mario Monti. La trasmissione passa sulla pelle del governo, e su questo davvero non c'è contraddittorio. Tanto che passa sotto silenzio un punto colto da Travaglio in una requisitoria: fino a settembre Berlusconi ha difeso Monti, poi lo ha bollato come servo della Merkel. Ma nessuno fa un altro passo sul tema. E dire che è rilevante. Perché Berlusconi scarica il Professore quando è finito il lavoro sporco - l'Imu, il mercato del lavoro, le liberalizzazioni - e quando si allontana baratro in cui il paese era arrivato col suo governo. È il grande tema della responsabilità, appunto. Che è tutt'uno con un programma di governo, per chi vincerà le elezioni, di cui Berlusconi, nella corrida, non ha speso nemmeno una parola. Nemmeno un accenno al futuro, sia pur sotto forma di promesse irrealizzabili, non un'idea su cui far sognare, uno straccio di novità. Show must go on (questa frase l'ho copiata con il traduttore), e allora meglio tenere fuori la politica, e giocare con drappi e corna. Finché dura....ma una cosa è certa.....mi fido solo di me stesso. 
Per finire la serata di ieri la delusione totale dopo aver sentito Beppe Grillo, usa un falso linguaggio ma sta venendo fuori qualcosa di nuovo......"avete idee condivisibili, alcune più, alcune meno. Ma se un ragazzo di Casa Pound vuole entrare a far parte del Movimento, non vedo problemi oggettivi".......a questo punto non commentare altro, lui si tenga le sue idee io le mie.....chi ha vinto la serata a questo punto è stato il solo Vauro quando ha affermato nel finale "VIVA LA COSTITUZIONE"...tutto il resto....PAGLIACCI del vecchio e del nuovo
 
                                                    
                                                                                                                                                       Max
                                                                                     
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martedì 8 gennaio 2013

IL PD CI HA VENDUTO ALLA GERMANIA!!!!!!!!!!


Più a destra di Monti: così Bersani ci ha venduto a Berlino


«Il più convinto artefice di questa proposta, che ha incontrato il favore di Barroso, è il superministro tedesco dell’economia Schäuble», ricorda il blog “Senza Soste" (http://senzasoste.it)                         

      /Bersani
Persino Monti, diplomaticamente, nelle settimane scorse aveva fatto scivolar via questa proposta (assieme ad altri paesi): il professore della Bocconi sarà pure «un uomo di destra, convinto di svendere il paese», ma al tempo stesso «sa che la cessione di sovranità va sempre saputa trattare con accortezza». E cosa ti combina Bersani? «Per accreditarsi in Europa si dice pronto ad accettare la proposta Schäuble». Al “Financial Times”, il segretario del Pd – reduce dalla primarie che celebrano la democrazia interna del partito – si dichiara pronto ad accettare la fine della sovranità democratica dell’Italia, e ovviamente «si bada bene dal dirlo all’elettorato italiano». La cessione di sovranità senza alcuna contropartita «si chiama “resa ad una potenza straniera”», conclude “Senza Soste”. «Nessun dubbio che Bersani voglia incarnare i panni del nuovo Pétain che, a suo tempo, decise che la resa praticamente senza contropartite alla Germania fosse l’unica strada razionalmente praticabile».


L’intervista rilasciata al “Financial Times”, osserva Pino Cabras su “Megachip”, rivela una volta di più una precisa scelta delle classi dirigenti italiane: cedere sovranità, sempre di più. «In vista delle elezioni assistiamo pure alle solite schermaglie, ai riposizionamenti, alle sgomitate e alle primarie. Ma l’Agenda della sovranità perduta, si chiami Agenda Monti o Agenda Bersani (e anche Agenda Vendola), è una e una sola», scrive Cabras. «E’ come se le elezioni fossero truccate». Ovvero: prego, votate pure alle vostre primarie, tanto nessuno di voi né alcuno dei vostri futuri deputati sa che Bersani, quando speaks English, dice: «I do not want to renegotiate the Fiscal Compact or any of the agreements reached over the last year». E attenzione, aggiunge Cabras: «I nostri subgovernanti non baciano soltanto la pantofola dei supergovernanti berlinesi, come enfatizza l’articolo. Bersani in realtà aveva già iniziato il suo giro delle pantofole con un’intervista al Wolfgang Schäuble“Wall Street Journal”, per rassicurare altri sacri piedi, quelli dei finanzieri anglosassoni: fra uno slurp e l’altro, spiegava loro che lui non andava certo a governare per cambiare qualcosa».
Lo stesso Monti, continua Cabras, chiarisce che non cambia una virgola del rapporto con Washington. In tempi di crisi significa: continuiamo così, senza toccare niente delle vere cause di tale crisi. Si conferma così l’intuizione del giornalista russo Fëdor Luk’janov: «L’aspirazione al potere per non intraprendere nulla è un fenomeno nuovo nella politica internazionale». Cha fare, dunque? «La cosa più urgente, ora, consiste nel non votare questi incalliti e pericolosi conservatori, e farli sbattere contro una marea di voti contrari e una forte delegittimazione, prima che ci facciano sbattere contro una catastrofe», conclude Cabras, impegnato – insieme a Giulietto Chiesa – a smascherare il falso riformismo del centrosinistra, che si pretende alternativo a Berlusconi. La verità è ben altra, come lo stesso Bersani provvede a spiattellare al “Financial Times”, lontano dal pubblico italiano: il Pd non ha alcuna intenzione di deviare di un centimetro dall’agenda-Monti. E non si farà scrupolo di inasprirla ulteriormente, una volta esauriti i sorrisi televisivi della campagna elettorale.

                                                                                                                                       Max