Silvio vince nella corrida, ma la politica non c'è.....anzi non ci sarà mai !!!!!!!
Senza girarci tanto attorno quella di Berlusconi è stata una vittoria televisiva, una performance letteralmente spettacolare, ma......e non è una consolazione.....non c'è la vittoria politica. Nel senso che quello che rimane di una serata divertente, sono le cornate date al Drappo rosso di Santoro, l'odore della polvere nel corpo a corpo muscolare con Travaglio, i muscoli insomma.
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Rimane il fermo immagine del Cavaliere che occupa la cattedra di Travaglio (non ci vuole Freud per interpretare il gesto), scalza il nemico, gli occupa il posto di potere nello studio, per indossare i panni dell'accusa. Passa dal ruolo di imputato a quello di pubblico ministero. E si mette a fare Travaglio con Travaglio. Per carità, la curva - la sua - si è gasata all'odore del sangue. Ma, paradossalmente ma non troppo, c'è - nell'atto di potenza - un elemento di debolezza politica, che rivela prima ancora l'indole dell'uomo. Perché nel leggere la lettera con le condanne di diffamazione di Travaglio, con l'obiettivo di colpire, e colpire duro, Berlusconi mostra la sua più profonda contraddizione. Ovvero il garantismo finisce a Berlusconi, Dell'Utri, e Previti, sul nemico diventa lecito tutto, anche lo spirito forcaiolo. Praticamente il metodo Boffo. Ricordate? Avvenire, il giornale dei vescovi, critica Berlusconi, e il suo Giornale lo bastona con allusioni, usa il sospetto come aggressione, picchia duro sul privato.
È un punto tragico, in fondo, perché sarà vero che in guerra tutto è lecito (chissà) ma nel furore del combattimento si dimentica il motivo per cui la guerra si è iniziata, e alla fine restano solo macerie. Funziona con quel che resta della curva berlusconiana, ma solo con quella. E dice molto il gesto successivo di Berlusconi, che in pieno narcisismo, quando torna al suo posto dove si era seduto Travaglio fa il gesto di spolverare la sedia, gesto violento, brutto, una mancanza di rispetto. È il trionfo di quella Granada televisiva che sulle note di Claudio Villa, Santoro all'inizio della trasmissione ha detto di voler evitare. Difficile se il tentativo per evitarla usato da Santoro è stato quello di provare a ridicolizzare Berlusconi, usando lo spartito dell'ironia, del gioco, quasi del paradosso nell'intento di dimostrare che il Cavaliere è una macchietta che sostiene posizioni da cabaret. Ecco il punto: alla fine il puro gioco televisivo ha trionfato, sempre di più a dispetto della realtà. Con Berlusconi che non si lascia mai imbrigliare, mettere nell'angolo, sa sorridere alle domande scomode, ostenta sicurezza, non mostra mai un'insicurezza, perfetto nell'uso del corpo e nella mimica.
Diciamoci la verità: la trasmissione è il trionfo del berlusconismo, dell'estetica berlusconiana. È vero, come dice lui, Berlusconi è il core business dei suoi oppositori. O almeno di molti. Che ne risuscitano la narrazione. E sempre, da anni a questa parte, la risuscitano sulla giustizia. Ancora una volta il processo è diventato un modo per non parlare dell'Italia vera, della sofferenza delle imprese, del disagio dei lavoratori. È la grande fuga di tutti dalle proprie responsabilità. Di Berlusconi dalle sue, e pure dei professionisti dell'antiberlusconismo, che ancora non hanno capito che vent'anni di storia e milioni di voti non si archiviano con una sentenza. E che forse, nel mondo del Cavaliere, le sentenze gli producono consenso. E dire che la tesi politica più profonda di Berlusconi è stata tecnicamente devastante. Come quando ha detto che il paese è ingovernabile, tesi bislacca per uno che si presenta alle elezioni e che ha governato il paese per vent'anni. O come quando è riuscito a non parlare di quei piccoli imprenditori del Nord del servizio iniziale che lo votavano e ora votano Grillo che vivono con l'angoscia della crisi, e si sentono più operai che padroni, sviando il discorso sulla solita storia della costituzione che va cambiata. O come quando ha ripetuto che sulla crisi non ha responsabilità, perché quando c'era lui i ristoranti erano pieni. E quindi è tutta colpa del complotto internazionale.
Berlusconi è bravissimo a inventare favole consolatorie: le pensa, poi si autoconvince che sono il Vangelo, e le racconta fino alla noia. Le cene eleganti sono la favola consolatoria per oscurare gli scandali, il complotto è la tesi consolatoria per far dimenticare il fallimento del suo governo. Ed è proprio questo dato la politica che non emerge. Peccato, visto che la vera gaffe del Cavaliere c'è stata quando si è smentito attribuendo alla Deutsche Bank quelle responsabilità che aveva attribuito alla Bundesbank. Non male, visto che il complotto sarebbe partito proprio dalle banche. Il Cavaliere, sul tema, recita il solito spartito, e non emergono novità. C'è un motivo di fondo se la tesi arriva indenne fino alla fine. Il punto condiviso dello spettacolo è il nemico comune che accomuna Berlusconi e Santoro, ovvero Mario Monti. La trasmissione passa sulla pelle del governo, e su questo davvero non c'è contraddittorio. Tanto che passa sotto silenzio un punto colto da Travaglio in una requisitoria: fino a settembre Berlusconi ha difeso Monti, poi lo ha bollato come servo della Merkel. Ma nessuno fa un altro passo sul tema. E dire che è rilevante. Perché Berlusconi scarica il Professore quando è finito il lavoro sporco - l'Imu, il mercato del lavoro, le liberalizzazioni - e quando si allontana baratro in cui il paese era arrivato col suo governo. È il grande tema della responsabilità, appunto. Che è tutt'uno con un programma di governo, per chi vincerà le elezioni, di cui Berlusconi, nella corrida, non ha speso nemmeno una parola. Nemmeno un accenno al futuro, sia pur sotto forma di promesse irrealizzabili, non un'idea su cui far sognare, uno straccio di novità. Show must go on (questa frase l'ho copiata con il traduttore), e allora meglio tenere fuori la politica, e giocare con drappi e corna. Finché dura....ma una cosa è certa.....mi fido solo di me stesso.
Per finire la serata di ieri la delusione totale dopo aver sentito Beppe Grillo, usa un falso linguaggio ma sta venendo fuori qualcosa di nuovo......"avete idee condivisibili, alcune più, alcune meno.
Ma se un ragazzo di Casa Pound vuole entrare a far parte del Movimento, non vedo
problemi oggettivi".......a questo punto non commentare altro, lui si tenga le sue idee io le mie.....chi ha vinto la serata a questo punto è stato il solo Vauro quando ha affermato nel finale "VIVA LA COSTITUZIONE"...tutto il resto....PAGLIACCI del vecchio e del nuovo
Max
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Condivido a pieno quello che è stato raccolto dalla trasmissione, è stato solo spettacolo, per chi non si sa, forse per coloro che hanno guardato, ridendo ,senza riuscire ad andare oltre le parole, senza rendersi conto che era ciò che volevano fare vedere. A questo punto la conclusione è che nessuno è riuscito a capire l'obbiettivo di Berlusconi, rendersi simpatic?? forse, ma per me un uomo presuntuoso, beffardo dei problemi reali, ipocrita e senza aggiungere altro un grande demente. Spero solo che coloro che avranno il coraggio di votarlo, avranno almeno la convinzione che il nostro Paese è alla deriva, e con lui la barca affonderà senz'altro........Credo nelle grandi idee, credo nella giustizia, credo nei valori veri, credo nella libertà.........allora viva la NOSTRA COSTITUZIONE........e come hai precisato tu, tutto il resto sono solo pagliacciate del vecchio e del nuovo..........ciao e grazie
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