Grillo espelle dal MoVimento 5 Stelle un consigliere regionale

Un’altra epurazione nel MoVimento 5 Stelle. Ancora una volta la sfiducia di Beppe Grillo ha colpito un rappresentante istituzionale del M5S, il consigliere regionale del Piemonte Fabrizio Biolè. Negli scorsi giorni l’avvocato del comico genevose, Michelangelo Montefusco, ha scritto a Biolè per comunicargli la diffida ad utilizzare il simbolo del MoVimento, del quale il proprietario esclusivo è Beppe Grillo. “La sua partecipazione alle consultazioni elettorali regionali nella lista del Movimento – si legge – sono state viziate dalla ricorrenza di un elemento ostativo alla sua candidatura, rappresentato dall’aver già rivestito cariche elettive in due precedenti occasioni, in violazione alle regole condivise nell’ambito del Movimento”. Come ammonisce l’avvocato Montefusco, l’elezione di Biolè sarebbe stata impossibile nel caso in cui fossero state rispettate le regole interne del M5S, che vietano la doppia candidatura. Se il consigliere regionale volesse proseguire le sue attività nel MoVimento, l’unica strada sarebbero le dimissioni dall’attuale incarico.
La polemica tra Fabrizio Biolé e una parte del M5S non è una novità. Già l’estate scorsa un gruppo di attivisti del Piemonte avevano chiesto le sue dimissioni, una richiesta appoggiata dallo stesso capogruppo in Consiglio regionale Davide Bono. Beppe Grillo ha fatto propria solo ora questa protesta, e sorge il dubbio che la sua presa di posizione sia dipesa dalle critiche esercitate da Fabrizio Biolè sul caso Salsi. La consigliera comunale di Bologna pesantemente offesa dal leader del MoVimento 5 Stelle era stata difesa da Biolè, che dopo le sue dichiarazioni si è visto recapitare la comunicazione di espulsione dalla formazione legata a Beppe Grillo.
Fabrizio Biolè ha pubblicato oggi sulla sua pagina Facebook la lettera di espulsione ricevuta dall’avvocato di Beppe Grillo. Sul social network è partita un’accesa discussione con il suo collega di partito Davide Bono, che ha invitato Biolè adimettersi. ”Grillo e Casaleggio han chiamato Fabrizio più e più volte per trovare una quadra, una soluzione senza strappi, visto che, avendo diffidato il consigliere circoscrizionale di Bologna, non potevano fare ‘deroghe’ per il Piemonte”. Il capogruppo del M5s ha spiegato che al suo collega era “stata data la deadline di ‘dopo le elezioni siciliane’ e così è stato”. Bono quindi ha chiesto e consigliato a Biolè “di dimettersi e lasciare il posto al primo dei non eletti, assicurandogli al contempo di poter continuare a lavorare per e sostenere l’M5S”. Biolè contesta questa ricostruzione, evidenziando come il suo precedente incarico fosse conosciuto dai vertici del MoVimento nell’autunno del 2009, quando fu composta la lista per le regionali piemontesi.
Comincia a non piacermi questo modo di gestire.....padre padrone.....ma io non faccio parte di questo movimento......una cosa cosa è certa potrebbe essere anche il padreterno non avrei paura di affrontarlo nemmeno se ha tutti......."ADESSO" dalla parte sua........e se lui dice che non è di destra e di sinistra ma è oltre.......io dal 1990 sono sopra a tutto e a tutti.......e soprattutto sopra di chi si sente il MESSIA.
Democrazia............democrazia
Max
........detto bene qualcosa non quadra, io non ho mai creduto ha chi vuol essere superiore e fare da padrone. Beppe Grillo, ho avuto sempre delle perplessità nei suoi confronti e leggendo quello che hai scritto, ne sono ancora più convinta........qui ci vuole DEMOCRAZIA, come hai ricordato tu.........
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